giovedì 25 ottobre 2012

Riccardo Lamperi - Deposizione del 14 luglio 1994 - Quarta parte

Segue dalla terza parte.  

A.B.: Senta, riguardando - ne ho già fatto cenno facendo delle domande ad altri ufficiali di Polizia Giudiziaria che si sono interessati di questa vicenda - lei si è interessato anche, se si è interessato, della questione relativa al signor Bardi Danio? Cioè lei sa che a un certo punto questo povero signore, che poi è morto, aveva delle amicizie, delle parentele in quel del Mugello.  
R.L.: Sì.  
A.B.: Aveva una pistola.  
R.L.: Sì.  
A.B.: Aveva una pistola dello stesso tipo di quella che sta... che viene ricercata.  
R.L.: Sì.  
A.B.: Pistola che lui aveva detto di avere smarrito in una macchina, nella quale macchina era stato trovato del sangue.  
R.L.: Una Mini Minor.  
A.B.: Ed era una Mini Minor, si. No, io volevo domandarle le indagini che cosa hanno...?  
R.L.: Sì, ora io ricordo l'episodio. Non ho memoria completa di tutto, ma ricordo una cosa con certezza, che, tutto sommato, la cosa non ci interessò più di tanto perché si trattava di un calibro diverso da quello che riguarda i duplici delitti. Era un calibro 22 corto, mi sembra.  
A.B.: Ecco. Perché loro hanno ritenuto che fosse sempre un calibro lungo.  
R.L.: No, no, no.  
A.B.: Long Rifle, no?  
R.L.: No, no, era un calibro differente.  
A.B.: Calibro diverso, ho capito.  
R.L.: Differente.  
A.B.: Allora, senta, il dottor Perugini a seguito delle intercettazioni ambientali ha riferito - ma anche altri suoi colleghi - che a un certo punto vi sarebbe stata una lite dove la soccombente era la signora Manni Angiolina. Lite per la quale il maresciallo Minoliti si attivò per portare la signora Manni Angiolina all'ospedale. Lei si ricorda questa circostanza?  
R.L.: Se lei si riferisce - perché di liti, con la signora Manni Angiolina, familiari, ce ne sono state diverse - se lei si riferisce ad una refertazione, io credo che lei parli della notte, della sera del 19 maggio '85.  
A.B.: Bravo, è molto...  
R.L.: Dopo che Manni Angiolina rientra dalla deposizione innanzi al Pubblico Ministero, dottor Vigna, c'è, scoppia questa lite in famiglia, e Angiolina riesce a scappare di casa e viene fatta refertare in serata presso la guardia medica di San Casciano. Credo che agli atti della Caserma dei Carabinieri di San Casciano ci sia copia del referto.  
A.B.: Io ce l'ho. Può essere questa? Gliela voglio leggere.  
R.L.: Io non lo vidi mai di persona, comunque…  
A.B.: Complimenti per la sua memoria. Allora, signor Presidente, io potrei anche produrla questa documentazione, anzi la faccio produrre all'imputato e siccome si riferisce a sua... P.M.: Facciamola produrre alla Manni.  
A.B.: La Manni no, è l'imputato che avrebbe picchiato. Perché in questa, in questo, in questo certificato si dice: "ed è stato riscontrato affetto da nessuna lesione. L'esame obiettivo, non ha evidenziato alcun tipo di lesione, in particolare a livello della porzione anterolaterale dell'emitorace destro, dove la paziente riferisce di aver ricevuto il pugno. Al momento dell'esame la paziente riferisce che il dolore toracico è regredito, la palpazione non evoca dolorabilità. La paziente riferisce di aver ricevuto un pugno al torace, da parte del marito, signor Pacciani Pietro, il giórno... ", eccetera, eccetera. "Ed è stata, ed è stata accompagnata, a seguito dell'intervento richiesto il giorno 19/05/92, alle ore 22 dal comandante di codesta stazione, brigadiere Minoliti". Questa qua è... 
P.M.: Nessuna opposizione a produzione di originali, copie, cartelle cliniche, referti, tutto quello che vogliono...  
A.B.: Sembrava che avesse ucciso la moglie.  
Presidente: Assieme alle fatture, produciamo allora anche questo.  
P.M.: Senz'altro, non c'è nessuna opposizione.  
Presidente: Questo certificato, questo referto.  
A.B.: Senta, lei ricorda che è stato sequestrato un ciclomotore all'imputato Pacciani.  
R.L.: Sì.  
A.B.: Mi può dire la marca, se se la ricorda?  
R.L.: La marca si ricava dal blocco motore dove figura scritta Cimatti Minarelli.  
A.B.: Era una Cimatti Minarelli. Bene.  
R.L.: II blocco motore sicuramente sì.  
A.B.: Cimatti Minarelli. Grazie. Senta, lei ha sentito Iandelli Luca?  
R.L.: Sì.  
A.B.: Con il brigadiere Minoliti?  
R.L.: Sì.  
A.B.: E dev ' essere stato un po', un interrogatorio piuttosto complicato?  
R.L.: No, per noi non è nulla complicato, perché ci sono le norme di legge, ci atteniamo alla legge e quello che viene fuori lo scriviamo.  
A.B.: Certamente, non è nulla complicato, però questo signor Iandelli non voleva, eravamo presso la stazione Carabinieri di San Casciano Val di Pesa, c'era il maresciallo Minoliti e c'era lei e l'ispettore Venturini. A un certo punto, non si sa perché, il Maresciallo Minoliti ha detto che avrebbe mandato là il documento, tutto quanto, al dottor Vigna...  
P.M.: E gliel'ha mandato.  
A.B.: Sì, sì, certo. E però il signor Iandelli non ha voluto firmare. Se lo ricorda? 
R.L.: Sembra che in un occasione non ha voluto firmare,sì.  
A.B.: Non ha voluto firmare quello che era stato...  
R.L.: Non ricordo il giorno, ma questo particolare sì...  
A.B.: Se lo ricorda?  
R.L.: Sì.  
A.B.: È il 31 gennaio '93.  
R.L.: Se me lo dice lei, io mi fido. Per carità, mi ricordo che lui fece storie, sì.  
A.B.: Fece storie, non volle firmare queste... Grazie.  
R.L.: Ascolti, però Avvocato, se questo è un contributo alla verità, e io ritengo opportuno darlo.  
A.B.: Certo.  
R.L.: Nella circostanza, forse tutta la, diciamo, la cosa complicata è spiegabile con la pretesa del signor Iandelli, pretesa indefessa, lui non recedeva da questo suo proposito, di, non solo di non voler dire la persona, la donna con cui lui era in macchina all'epoca del fatto che veniva discusso, ma anche la pretesa di voler essere lui, semmai, se ne avesse ravvisato l'opportunità, a parlare preventivamente con questa signora. Al che gli fu fatto notare che il dovere dei testimoni è quello di riferire i fatti e poi ci penserà il magistrato a sentire la persona chiamata in causa. Ecco, la discussione poteva essere su questo punto.  
A.B.: Su questo punto, va bene. Senta, lei ha fatto delle indagini, voi avete fatto delle indagini, ma credo lei proprio in particolare, anche sulla famiglia del Pacciani, su quello che diceva la gente, e in particolare che il padre del Pacciani era conosciuto come un, piuttosto persona violenta, abituata a percuotere moglie e figli, se lo ricorda lei?  
R.L.: II padre del Pacciani, Antonio?  
A.B.: Sì.  
R.L.: Sì, se mi richiama l'atto alla memoria, è meglio.  
A.B.: L'atto è l'atto: "Alla Procura della Repubblica di Firenze, ai Carabinieri del complemento anticrimine, nel procedimento penale contro Pacciani Pietro, del 2 febbraio '93". A proposito del’accertamento esperito circa una fotografia raffigurante Rosi Bice Naliboni, nata...  
R.L.: Sì.  
A.B.: Il 19/03 a Firenze, già residente in Viareggio, via Xxxxx, eccetera, deceduta...  
R.L.: Sì.  
A.B.: Si ricorda questa circostanza?  
R.L.: Ricordo.  
A.B.: Ecco, nient'altro. Oh, volevo domandarle invece, un'altra particolarità e se ricorda il famoso viaggio con la Rosanna, se non erro...  
R.L.: Sì.  
A.B.: Con la Rosanna, per vedere la Bugli.  
R.L.: Sì con la Rosanna facemmo più di un viaggio.  
A.B.: 22/04/91.  
R.L.: Sì.  
A.B.: 22/04/91, ancora il padre non era uscito, il padre esce il 6 dicembre '91. 
R.L.: Noi siamo lì?  
A.B.: 22/04/91.  
R.L.: Sì, vada avanti.  
A.B.: Allora, io le leggo alcuni punti perché devo dire che qua, come spesso, direi sempre, è stato molto puntuale. “Allora, la persona interpellata dai sottoscritti era appunto Bugli Miranda”. Voi vi sareste recati con questa ragazza dove stava la signora Bugli Miranda.  
R.L.: Si, però...  
A.B.: Che risiedeva...  
R.L.: Sì. Volevo dire una cosa: la ragazza... ecco, finisca lei poi dopo...  
A.B.: No, parli lei. Facciamo uno alla volta.  
R.L.: Noi quell'attività la facemmo per uno scopo molto intuibile, e credo anche legittimo, cioè quell'attività che la Polizia fa, cioè: senza dire dove andavamo, in alcun modo, ci siamo messi la Rosanna in macchina, ovviamente senza costrizioni…  
P.M.: Col consenso.  
R.L.: Col consenso suo. Abbiamo fatto una girata, parlando del più e del meno, di altri argomenti, finché, percorrendo la Val di Pesa - perché lo scopo era vedere se era stata in quei luoghi anche lei - a un certo punto arriviamo nei pressi di una chiesetta. Noi non sapevamo neanche che chiesetta fosse e che importanza avesse: è la chiesa di San Cassiano, mi sembra, che sta nella strada che da Cerbaia porta a Montelupo, sulla destra, all'altezza della località Turbone. Noi non sapevamo la chiesetta di che cosa si trattasse, però la Rosanna dice: 'fermatevi qui, perché in questo punto - dove c'è la chiesetta sulla destra, sulla sinistra si apre un viottolo che va verso il fiume - qui venivamo con, a fare girate con il babbo, io e la mia sorella e ci portava a frescheggiare'.  
A.B.: "Quel sentierino, mi pare...  
R.L.: Sì? 
A.B.: ... di ricordarlo perché...  
R.L.: Ecco, mi pare.  
A.B.: ... perché mio padre mi ci portava spesso li a frescheggiare".  
R.L.: Esatto. 
A.B.: Allora? 
R.L.: Eh. Va detto che questo noi lo realizziamo dopo, andando avanti nel racconto, che in quel punto, sulla riva opposta...  
A.B.: Ci sta..  
R.L.: C'è un poggio, c'è una casa colonica che poi è, corrisponde alla casa abitata dalla Bugli Miranda. Poi noi questo lo appurammo dopo, lo verificammo dopo, lo realizzammo dopo. Proseguiamo il nostro viaggio, andammo fino a questa colonica, parcheggiammo la macchina rimanendo io e la Rosanna in macchina, a una certa distanza dalla colonica. C'era con me l'assistente di polizia Di Genova che, sceso dalla macchina, avvicinò la signora e le disse: 'Signora c'è un'agenzia immobiliare, perché so che da queste parti c'è un'agenzia immobiliare', e la signora ci indirizzò verso il centro del paese. In questo frangente la Rosanna disse che come capelli questa signora poteva assomigliare a quella che era andata a trovare con il padre anni prima, con la FORD Fiesta seminuova; lui l'ha immatricolata nel novembre dell'82 la Ford Fiesta. Questo è quanto.  
A.B.: Ecco, lei però, è questo che volevo sapere, lei ha detto tutto, mi va bene, però lei, giustamente, ha fatto una osservazione finale. "Si fa osservare che la FORD Fiesta è stata immatricolata come vettura nuova in data 24/11/82 e in quel periodo Bugli Miranda...”  
R.L.: ‘81 o ‘82?  
A.B.: ‘82  
R.L.: Due.  
A.B.: In quel periodo Bugli Miranda abitava in via Donizzetti a Scandicci.  
R.L.: Esatto. Esatto.  
A.B.: Questo volevo soltanto...  
R.L.: Sì, ma c'è anche...  
A.B.: Le do atto, le do atto del suo scrupolo.  
R.L.: C'è anche una girata a Scandicci, eh, fatta con la...  
A.B.: Va be', questo è un altro discorso, però, dico, la prima girata è questa...  
R.L.: Va bene, va bene.  
A.B.: La macchina è nuova: 24/11/82, oggi siamo '94, e in quel periodo Bugli Miranda abitava in via Donizetti a Scandicci.  
R.L.: Esatto.  
A.B.: Lei dà atto di questo.  
R.L.: Sì.  
A.B.: Questo volevo soltanto ricordare alla Corte. Grazie. 
P.M.: C’è una… Scusi, Presidente, le carte sono tante...  
Presidente: Prego, prego, Avvocato. 
A.B.: Qursta è una domanda per il maresciallo Minoliti, passiamo ad altro. Lei ha fatto delle indagini che ha sentito tutta una serie di testimoni, in particolare sulle costumanze del signor, come si comportava, come viveva, cosa faceva il signor Pacciani; e sentì a un certo punto anche un tal Cacioli, lo ricorda?  
R.L.: Sì.  
A.B.: Questo Cacioli, tra le altre cose, ebbe a fare anche dei discorsi sul signor Pacciani, in particolare sostenendo, se se lo ricorda, che il signor Pacciani non avrebbe potuto viaggiare in strade altamente trafficate. Se lo ricorda?  
R.L.: Sì, il Cacioli, per capire bene, è quello che sta alla Rufina?  
A.B.: Alla Rufina, esattamente. Quello che diceva che Pacciani andava a funghi, andava in Falterona a funghi, che aveva trattato una persona male quando era venuta nel suo, era entrato in questo podere dove lui lavorava, eccetera. Lo ricorda questo?  
R.L.: Sì, dunque intanto il Cacioli è anche la persona che dice di aver sentito, soltanto verbalmente, da Pacciani che aveva una pistola. Però siamo alla Rufina, il Pacciani sta fino all'inizio del '73, poi sì trasferisce a Montefiridolfi. 
A.B.: Veda, certamente.  
R.L.: E lui, da quello che ci risulta, aveva allora una Fiat 600 che ha acquistato nel '67; e aveva anche una Lambretta Innocenti che ha acquistato o nel '67 o nel '66. Ci sono altri testi, sì, se c'è scritto, avrà detto così il Cacioli, ma ci sono altri testi che dicono che guidava bene, disinvoltamente. Avvocato, questo le fa, le fa concludere, credo, che la Polizia quando ha fatto attività investigativa… 
A.B.: Le ho dato atto...  
R.L.: …ha ammesso quello che...  
A.B.: A lei ho dato atto della sua estrema obiettività.  
P.M.: E noi Io abbiado messo negli atti.  
A.B.: Io sto dicendo che all'ispettore Lamperi ho dato pubblico atto... 
P.M.: Meno male.  
Presidente: Bene, bene, non ritorniamo...  
P.M.: In certi momenti ci era sembrato di no.  
A.B.: Avete equivocato.  
P.M.: Il P.M. soltanto, il P.M. soltanto.  
A.B.: Qualche cosa, qualche cosa non mi è tornata...  
Presidente: Signori, è mezzogiorno e un quarto, cerchiamo di stringere.  
A.B.: Mi scusi, Presidente, ancora non ho finito.  
Presidente: No, no, certamente. Dicevo solo di non perdere tempo.  
A.B.: Lei poi ha sentito anche, mi dica se devo sospendere...  
Presidente: No, no, no, Avvocato, prego, vada avanti.  
A.B.: Lei ha anche, Ispettore Lamperi, ha detto di avere fatto delle indagini sulla Sperduto, va bene?  
R.L.: Sì.  
A.B.: E io l'ho già fatta questa domanda ad un altro suo collega; lei ha riferito ad un certo punto - pagina 282, questo è pure a firma suo; sono annotazioni relative alle indagini del 28/07/90, questa, va bene? - d'accordo con i Carabinieri, Nucleo Operativo, lei ha parlato della Malatesta, avete parlato della Malatesta, avete parlato della Sperduto, e poi lei conclude in questo modo: "A parere di noi scriventi, la donna di carattere estremamente semplice, elementare nella manifestazione dei propri sentimenti, non rivela in pieno la frequenza dei rapporti e delle dichiarazioni del Pietro, in quanto in un primo momento fa risalire la conoscenza con costui al 1976, e in un secondo tempo sostiene che i primi approcci avvennero nel periodo in cui lavorava nel ristorante alla fine del 1979". La conferma questa circostanza?  
R.L.: Sì, però è opportuno precisare che da successive dichiarazioni della Malatesta, lei a un certo punto dice un'altra cosa che non è esatta, però è significativa, cioè lei dice: in effetti la frequentazione con Pacciani è più lunga, perché fa lei un calcolo, dopo tre mesi che era nata la mia figlia Laura nel '71. Allora, qui è imprecisa, perché nel '71 non stava in zona, ma la imprecisione non inficia, non mette in discussione...  
A.B.: Questo è un discorso che faranno loro.  
R.L.: Sì, va bene, ci sono altri testi che dicono che dal '73 in poi si frequentavano.  
A.B.: Certamente, certamente, io sto cercando di capire un po'...  
R.L.: Va bene.  
A.B.: ... per quel che posso. Senta, c'è anche una lunga serie di rapporti che voi fate al Pubblico Ministero, e dopo aver sentito una serie di persone, anche il Brigadiere Di Bella, se lo ricorda?  
R.L.: Sì.  
A.B.: II quale brigadiere di Bella con altre persone sentite, aveva escluso che il Pacciani fosse stato mai visto da lui, quando lui era in servizio a girare per i boschi, e che durante i servizi notturni da lui svolti non ha sai avuto modo di controllarlo. Non gli risultava neppure che il Pacciani fosse un guardone.  
R.L.: Non sono atti firmati da me quelli.  
A.B.: No, allora, scusi. Sirico e Frillici.  
P.M.: Li abbiamo sentiti.  
R.L.: Eh, perché io non l'ho fatto questo atto.  
A.B.: Sirico, Mamore e Frillici. Mamore fa parte della SAM, però.  
R.L.: Faceva.  
A.B.: Faceva parte. Lei non se lo ricorda quest'atto?  
R.L.: Io mi ricordo di quello, ma non l'ho fatto io.  
A.B.: Ma si ricorda di questo?  
R.L.: Ricordo anche che il Di Bella, per esempio...  
P.M.: Abbiamo sentito il Di Bella, no?  
R.L.: Il Di Bella dice io non ho mai dato pareri sul certificato penale, per la domanda ...  
A.B.: Certamente, certamente, non c'è dubbio che questo non l'avesse mai dato. Senta, ecco, lei ricorda se avete fatto degli accertamenti su un certo Bani, imbalsamatore?  
R.L.: Accertamenti, fu sentito.  
A.B.: Ecco, che cosa questo Bani cosa...  
R.L.: Fu sentito per verificare se Pacciani si fosse mai rivolto a lui per fare imbalsamare animali.  
A.B.: Ecco, questo volevo sentire...  
R.L.: E dal riscontro delle sue fatture, di tutta la sua documentazione, non aveva traccia, non aveva traccia.
A.P.: Però…  
R.L.: Pacciani lo conosceva, sia il Bani che il padre del Bani; era noto a diversi abitanti della zona di Vicchio, per il fatto, mi ricordo, specifico, di una lite fra Pacciani e suo padre Antonio, in cui il padre fu collocato su un braciere. E questo me lo disse proprio il Bani e il babbo del Bani.  
A.B.: Ecco: "Il Bani Piergiorgio precisava che sicuramente aveva conosciuto il Pacciani Pietro, perché costui in passato gli aveva commissionato l'imbalsamazione di qualche animale - questo l'ha firmato lei - tuttavia non ricordava esattamente il periodo".  
R.L.: Eh, non sapeva produrre documentazione...  
A.B.: Questo è un altro discorso, però lui ha detto, mi scusi.  
R.L.: Sì, sì.  
A.B.: "Il Bani Piergiorgio precisava che sicuramente aveva conosciuto il Pacciani Pietro perché costui - il Pacciani Pietro - aveva in passato..." 
P.M.: Non sarebbe il caso di chiedere queste cose al Bani, qui è un po' il meccanismo del tutto stravolto, eh, io lascio fare, ma insomma Bani non è stato indicato come teste, non è venuto, ora si fa dire cose al teste che l'ha interrogato...  
A.B.: Anche l'ufficiale di Polizia Giudiziaria.  
P.M.: Sì, ma mi sembra che se c'è il teste di riferimento bisogna indicare quello.  
A.B.: Senta, Pubblico Ministero, lei nell'esordire alla sua attività iniziale ha fatto...  
Presidente: Avvocato, questo Bani era stato sentito?  
A.B.: No.  
P.M.: E allora?  
Presidente: L'imbalsamatore?  
A.B.: L'imbalsamatore era stato sentito?  
Presidente: Domando. 
P.M.: Non è stato indicato da nessuno.  
A.B.: Comunque, non è stato indicato, Presidente...  
P.M.: Eh, lo poteva indicare, insomma, se aveva interesse...  
A.B.: Sì, ma certamente, lo potevo anche indicare, però dico che c'è un ufficiale di Polizia Giudiziaria e se no…  
P.M.: Ma la norma non l'ho fatta né io, né lei.  
A.B.: Va be', la norma, la norma l'ha fatta anche Bellini, lo so, però l'ha fatta...  
P.M.: E allora sentiamo quella, perché forse è più interessante.  
A.B.: Sì, sicuramente è più interessante di qualche cosa...  
Presidente: Va bene, vediamo allora di concludere sull'argomento.  
A.B.: Insomma, lei ha avuto modo di parlare con questi signori?  
R.L.: Con il Bani?  
A.B.: Ha fatto accertamenti col Bani?  
R.L.: Sì, l'accertamento si limita al fatto che lui non trovava traccia...  
A.B.: Però ha detto che aveva fatto...  
R.L.: Se io ho firmato quella cosa, è ciò che lui mi ha detto. Riguardo all'imbalsamazione, ci sono altre testimonianze che testimoniano che il Pacciani imbalsamava direttamente, anche.  
A.B.: Va bene, però questo l'ha firmato lei?  
R.L.: Questo, certo. E io non rinnego mai quello che firmo. È quello che mi ha detto, e quindi... 
A.F.(fuori microfono): Non fare le mosse. Non fare le… 

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