venerdì 4 marzo 2016

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 16 marzo 1998 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

Avvocato Colao: Passiamo ad un altro punto, sempre di pura replica. Lei, Presidente, ha detto che bisogna replicare puramente. E io puramente sto replicando.
Presidente: Non lo dico io, lo dice la legge.
Avvocato Colao: L'avvocato Eilastò afferma che l'avvocato Colao ha una ossessione per il trincetto. L'avvocato Colao risponde che non ha nessuna ossessione! Ma che è fermamente convinto che il trincetto è l'arma bianca che ha ucciso il ragazzo francese e che ha escisso i seni delle povere Mauriot e Rontini, per quanto è stato provato in dibattimento e per quanto è stato precisato sul punto in udienza di discussione. Io sono fermamente convinto di questo, non sono ossessionato da niente! Non si soffermerà ancora, questa parte civile, sulla nota ossessione di Pacciani per i seni sinistri.. - Pacciani era ossessionato dai seni sinistri. E come noi… Già in udienza di discussione, ho; esplicato la nota, le radici di questa ossessione per- i seni sinistri: quello della Bugli offerto al rivale che poi lui uccise; quello contuso alla Sperduto. Ma aggiungo un'altra cosa: nel processo di Assise di I Grado, questo seno sinistro era contuso perfino alla figlia Graziella. Lo abbiamo saputo, la figlia si svegliava la mattina col seno sinistro contuso. E lui si meravigliava pure. Dice: ‘Io?’ Quindi era una ossessione. Lui, in quel momento, aveva perso il controllo, era fuori di sé. Era lucido, ma ossessionato da questo seno sinistro. L'avvocato Filastò sostiene ancora abilmente, eh, per carità di Dio, con tutto il rispetto. Molto abile il collega. Però, eh, certe cose non sono vere, quindi bisogna rimetterle in linea. L'avvocato Filastò sostiene che il trincetto, non avendo manico di legno, sarebbe scivolato dalle mani dell'aggressore del giovane francese, nel momento dell'impatto con l'osso radio. Gli sarebbe scivolato di mano. E quindi non avrebbe potuto provocare quel tipo di ferita, pertanto il trincetto, secondò l'avvocato Filastò, non può essere l'arma del delitto. In altre parole lui dice: il coltello, l'osso radio, e scivolava di mano. Ciò non regge per questi motivi: il colpo al radio non è d'incontro. L'avvocato Filastò ha tirato di boxe, mi disse una volta parlando amichevolmente, quindi sa che cos'è un colpo d'incontro. Un colpo d'incontro raddoppia le forze e raddoppia la forza dell'impatto. Perché questo colpo al radio non è d'incontro, cioè non raddoppia la violenza dell'impatto. E questo perché il giovane era in difesa passiva, era passivo il giovane. E un colpo vibrato da dietro, al polso destro, per far mollare la presa dalle mani del povero ragazzo al braccio sinistro di Pacciani che lo stava stringendo al collo. Prova di ciò sono, oltre alle dichiarazioni del Lotti che mi paiono le più verosimili, in quanto che lui era lì. Ce l'ha descritta la scena. Tanto che mi pareva di vederla e mi pare di vederla. Ce l'ha descritta bene questa scena. Prova di ciò, oltre a queste dichiarazioni, sono: l'escoriazione sul dorso del carpo della mano destra. Il giovane ha una escoriazione anche sul carpo della mano destra… E soprattutto, Signori, vi prego di fare attenzione. Mi rivolgo ai Giurati, perché voi dovrete dare il vostro voto; voi dovrete portare il vostro apporto, anche il vostro apporto scientifico delle vostre conoscenze. Che, come uomini esperti di vita, saranno sicuramente notevoli. Altrimenti non vi avrebbero chiamato a questo arduo compito. Naturalmente i togati sono del mestiere, quindi queste cose le afferrano a volo, per mestiere. Però dicevo: oltre a questa escoriazione sul carpo della mano destra, c'è: "Una ferita d'arma bianca di centimetri 3,9 per 0,6, con tramite trasversale interessante le ossa del carpo della mano sinistra e fuoriuscita a livello dell'estremità radiale del polso, con soluzione di continuo di centimetri 1,9 per 0,8, ad angolo distale acuto", vedi perizia Maurri del 16/12/8 5, pagina 44 e tra parentesi ci metto anche il numero 51. Poi depositerò una memoria di questo. Nonché, pagina 13 e schema corporeo allegato terzo, perizia De Fazio. In altre parole: c'è una ferita che attraversa il carpo, qui: l'attraversa ed esce il radio. Però questa ferita, ha un angolo acuto distale, finale. E perché acuto? Perché il trincetto ha tre punte. La terminale ha un angolo acuto di 55 gradi; questa laterale è di 13 9 gradi. Questa ha attraversato, il radio è l'angolo acuto; questa, viceversa, ha colpito il radio, questa punta, e ha lasciato una impronta stampo di 139 gradi. Sta qui la differenza. Altri motivi quali sono? L'osso del radio è un osso lungo, sottile e poco resistente. A pagina 3 2 della perizia autoptica Maurri del 16/12/85 e depositata il 24/12/85, si precisa che il giovane Kraveichvili Jean — lo voglio chiamare per nome, anche se il nome è difficile, era alto 1 metro e 70. Era alto 1 metro e 70. Fon era alto 1 metro e 80; non era alto 1 metro e 90. Era alto 1 metro e 70. Il che vuol dire della stessa altezza circa di Pietro Pacciani. Il quale nella misura del processo di I Grado risultò essere alto, ora che naturalmente le vertebre si vanno a restringere, quindi... 1,69. Quindi, con le scarpe, sarà stato senz'altro, 1,71—1,73, forse. E il ragazzo era nudo, a piedi, nudi. Quindi Pacciani era quei due o tre centimetri, tre o quattro centimetri più alto del ragazzo. Notare questo. Quindi il colpo inferto al "radio destro è di striscio è di striscio - da dietro, dall'alto verso il basso; come l'altro colpo al carpo della mano sinistra, che poi fuoriesce al livello del radio prima che Pacciani potesse colpire il collo. Chiaramente, colpiva le mani; quello lo stringeva, il ragazzo tirava via le mani e lui voleva arrivare al collo, perché questo era il punto che lo metteva fuori combattimento, così come lo ha messo. Ragione per cui, la punta triangolare di 13 9 gradi del trincetto, da notare che non è la punta terminale che è acuta di 55 gradi che ha colpito invece la mano sinistra, ma bensì laterale che si attaglia perfettamente alla dinamica descritta da Lotti. In quanto che il radio sporge nel mentre uno cerca di portare via la mano. Ed ecco il punto: e questa punta è la laterale. La Corte potrà rilevare: questa ferita a stampo è la firma dell'arma. La ferita a stampa, in questo giovane... questo era un giovane. Qui è inutile, per carità, siamo tutti misericordiosi. Ma questo ragazzo grida vendetta e quest'arma ha lasciato la sua firma. La Corte potrà rilevare che l'andamento della ferita — vedi pagina 64 della perizia De Fazio— Pierini — va in direzione del gomito. L'andamento della ferita va in direzione del gomito, in modo cioè perfettamente concordante con le dichiarazioni di Lotti. "E, addirittura, con lunghezza dell'ipotenusa di 16 millimetri...” guesto, a pagina 64 della perizia De Fazio-Pierini. "E, addirittura, con lunghezza dell'ipotenusa di 16 millimetri. Considerata la scheggiatura dell'osso provocata dalla punta dell'arma a fine corsa." Vale a dire: in uscita si acquatta e crea una scheggiatura. E poi, che differenza avrebbe fatto il manico di legno o l'impugnatura di ferro nelle tremende mani di Pacciani Pietro, noto per la sua forza erculea? Anche un grosso chiodo sarebbe stata un'arma mortale in quelle mani. É risaputo che Pacciani sollevò una 500 da un fossetto e la rimise in strada, lui da solo, quando era con Simonetti e forse con Vanni. Ora, Presidente, poiché pure essendo stato direi, piuttosto chiaro, non lo so, ma noi avvocati abbiamo sempre il dubbio di non esserci espressi a volte sufficientemente, tanto che depositerò una memoria con chiarezza; desidererei fare un esperimento giudiciale, se lei mi consente, per ricostruire questa fase di aggressione col braccio e per vedere la sporgenza dei due radi... con _un collega, se si presta, qualche collega. (voci fuori microfono)
P.M.: É più alto.
Avvocato Colao: Naturalmente è una questione molto seria. E se l'avvocato Pellegrini aderisce a questo, se lei mi autorizza. . . É una questione di un attimo, eh. Così come fece il P.M., quando prese il sedile e lo rivoltò. AW. Pellegrini: Purché il trincetto sia finto.
Avvocato Colao: É di cartone, però è uguale. Tutto sommato è bene sdrammatizzare. 
Avvocato Pellegrini: Sì.
Avvocato Colao: L'aggressione si è svolta, così. Lotti diceva: "Stringeva, stringeva", io non stringo. E le mani vengono portate per portargli del braccio. A questo punto, ecco dove si infigge la punta laterale di 139 gradi; laddove., la figura del professor Pierini, quella immagine, ha rappresentato 140 gradi. L'altro colpo è stato portato qua ed è stato più violento, perché porta ... il giovane. E quindi ha trapassato il carpo e il radio. Con la punta terminale. Grazie. (torna, al microfono) Ti ringrazio. Ma noi avvocati dobbiamo fare anche questo.
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Colao: Prego?
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Colao: Non ho capito, Presidente. Mi scusi. Ah, forse aveva il microfono...
Presidente: Ha rischiato di colpire anche se stesso, il Pacciani, col braccio sinistro così, come lo ha messo lei.
Avvocato Colao: Presidente, non ho capito, io. Forse qui non c'è una buona acustica. O non ci sento bene da questo orecchio.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono) 
Avvocato Bertini: Avrebbe rischiato dì colpire anche se stesso.
Avvocato Filastò: Pacciani avrebbe potuto colpire anche se stesso. 
Avvocato: Il proprio braccio.
Avvocato Colao: Presidente, è una giusta osservazione, questa. Ma non dimentichiamoci che Pacciani era uno che faceva gli occhi alle pulci ed era abilissimo...
Presidente: Ho capito, ma insomma...
Avvocato Colao: ...ed era abilissimo nel manovrare. Era abilissimo,, noto per la sua perizia. Colpiva proprio... lui doveva colpire, voleva le mani libere. E poi, del resto, qualsiasi altro aggressore che avesse voluto uccidere quel ragazzo, chiunque altro, se non gli liberava il collo, come faceva a vibrargli... il punto mortale era questo. Poi è passato allo stomaco, come dice il Lotti. E ci sono quelle tre ferite nella regione precordiale bassa . con fase dall'alto in basso. Perché tutti i colpi sono portati dal di dietro, dall'alto in basso. Questa, poi, per la memoria, la deposito. Continuo la mia replica su Baccaiano, sull'omicidio di Baccaiano. Rocambolesca e fuori delle risultanze che l'Antonella Migliorini sia stata colpita alla fronte da un colpo sparato a bordo della macchina. Così: ‘pum-pum' fece addirittura il gesto il collega, ma in quanto che io voglio stare ai fatti, eh, in quanto che è pacifico che se l'aggressore fosse montato in macchina, avesse... o montato dopo, e la ragazza rimaneva lì, impalata dietro, così, con la fronte pronta a dire: centratemi, qua. La ragazza, quanto meno, si sarebbe acquattata sul fondo della macchina. Quindi, l'aggressore, se lei fosse stata viva, in macchina, l'avrebbe colpita nel dorso, nella nuca. Quindi è verosimile la versione data dai periti e da Lotti. La povera ragazza morì subito, nella prima azione di sparo nella piazzola. Tre bossoli erano a terra. E uno di questi centrò il parabrezza all'altezza della ragazza che era dietro. Due colpi furono portati alla ragazza, perché sparati alla parte centrale; e uno di questi, mortale, sparato sul parabrezza. Quindi, questa è la ricostruzione. E per verità bisogna riportarla nei suoi limiti. I soccorritori non videro macchine. Non potevano vedere le macchine. Perché Lotti, che aveva . lasciato la macchina sulla parte destra direzione Baccaiano, direzione bar, sulla parte destra -mentre viceversa "i compagni di merende" l'avevano lasciata sulla parte sinistra, più occultata - Lotti ci ha dichiarato che, quando ci fu l'azione di sparo al centrostrada — e lì furono trovati due colpi, furono quelli che colpirono il povero giovane, il povero Mainardi Paolo alla mandibola e alla gola - il terzo, quello alla tempia, fu sparato nella macchina. Quindi Lotti, a questo punto, dice: 'io, quando c'è stata l'azione di rincorsa in mezzo alla strada', Lotti, a questo punto, si impressionò e se n'è andato. Quindi si è preso la macchina e se n'è andato. Era l'unica macchina. E quella dei ragazzi finì poi nella fossetta. L'unica macchina era quella del Lotti che se n'era | andato. Quindi è pacifico, e Lotti ce l'ha detto. Quindi, i soccorritori... prima di tutto i soccorritori, arrivando, non si mettevano a perlustrare la zona per vedere se c'erano macchine nascoste, è chiaro; i soccorritori avrebbero guardato il lato destro, dov'era la macchina che sporgeva dalla fossetta. E. da quella parte non c'era nulla, perché il Lotti se n'era andato. Gli altri due colpi sul bordo furono sparati ai fari, per avviare la macchina. Io sostengo che è stato- prima colpito il. ragazzo- e poi i fari. Perché, era chiaro: lui...voleva bloccare i ragazzi. La difesa del Vanni ci vuol far credere che Vanni usava quegli strumenti, quei vibratori con le donne per gratificare il partner. È un concetto inaccettabile, questo. È un concetto inaccettabile, perché sappiamo ormai che la moglie addirittura se n'era andata via di casa, l'aveva buttata lui fuori per incompatibilità agli inizi del matrimonio, perché non accettava queste pratiche. Quindi, quale gratificazione? Se la moglie fosse stata gratificata non se ne sarebbe andata, sarebbe stato un idillio e sarebbe stato molto meglio per tutti e per i ragazzi. 

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