giovedì 3 marzo 2016

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 16 marzo 1998 - Prima parte

Presidente: Allora, ci siamo tutti o no? C'è Vanni con l'avvocato Filastò; c'è Bagattini e Fenyes per Faggi; Bertini per Lotti. Lotti c'è? 
Segr. d'udienza: (voce fuori microfono)
Presidente: Continua ad essere assente. Faggi sempre contumace. E Corsi? 
Avvocato Bagattini: (voce fuori microfono)
Presidente: Allora, Bagattini in sostituzione dell'avvocato Zanobini per Corsi, che continua ad essere assente. Poi c'è Pellegrini, Colao, per le parti civili mancanti. Va bene? E Voena e Curandai. Allora, la Corte, prima di tutto, sentiamo il perito.
Perito Blaiki: Buongiorno.
Presidente: Allora, ha svolto l'incarico a lei affidato, ha fatto la traduzione?
Perito Blaiki: Sì.
Presidente: Ci vuol consegnare il... Però ci deve parlare, eh. Allora, questa rossa...
Perito Blaiki: Allora, deposito le trascrizioni.
Presidente: Questa rossa che è, l'originale?
Perito Blaiki: La rossa è l'originale.
Presidente: L'originale. Questa è la bobina e qui ci sono le copie, due copie.
Perito Blaiki: Due copie.
Presidente: Due copie. Benissimo. Ci sono domande al perito? 
(voce fuori microfono)
Presidente: Bene. Sì, sì. Allora, per noi può andare.

Perito Blaiki:
Grazie.
Presidente: Grazie. A questo punto diamo lettura, la Corte dà lettura - così, ai fini della notifica alle parti - dei proventi di liquidazione delle somme a favore dei periti che sono stati sentiti nelle varie udienze. Allora, c'è una prima liguidazione che riguarda...
P.M.: Li possiamo dare per letti, Presidente. 
Avvocato: Li possiamo dare per letti, signor Presidente.
Presidente: Sì, insomma, l'onorario liguidato complessivo alla perizia collegiale di 1.548.000; l'altro, a Tinnirello per un incarico di 258.000 lire, oltre IVA; e un altro, mi sembra, a Tinnirello, 158.000 lire, oltre IVA. Poi c'è quell'altro del perito questo. Dov'è? Sarà rimasto di là. Antonio, mi guarda se è rimasto di là? Ah, no, no, eccolo qua, eccolo qua. Poi abbiamo la liquidazione in favore del perito, questo qui presente: è di 200.000 lire, perché c'è stato un aumento, secondo un decreto ministeriale, che è entrato in vigore il 24 febbraio. Eccoli qua. A questo punto si può riprendere la discussione che avevamo interrotta la scorsa udienza. Se il Pubblico Ministero mantiene ferme le conclusioni, io credo la legge non lo dice, ma la questione va ripresa dal momento in cui è stata lasciata. Va bene? Quindi, il Pubblico Ministero ha concluso.
P.M.: Ho concluso, Presidente.
Presidente: Le parti civili che hanno interesse a fare le repliche quali sono?
Avvocato Colao: Sono io, avvocato Colao.
Presidente: Avvocato Colao.
Avvocato Colao: Poi c'è l'avvocato... 
Avvocato Voena: L'avvocato Voena. 
Avvocato Colao:...Voena.
Avvocato Curandai: E l'avvocato Curandai.
Presidente: L'avvocato Curandai. Bene. Curandai in sostituzione di Pellegrini, vero? Prego, avvocato Colao.
Avvocato Colao: L'avvocato Mazzeo, nella sua discussione, indica l’imputato Lotti Giancarlo come inveridico, in quanto guesti... 
Presidente: Come?
Avvocato Colao: Inveridico.
Presidente: Ah.
Avvocato Colao: Persona non veritiera, da non tenere, da non dare fiducia nella sua esposizione. In quanto, questo, nell'incidente probatorio, sostiene: in primo luogo di non aver visto che l'aggressore avesse un coltello in mano, mentre stringeva il braccio al collo del giovane francese nell'omicidio di Scopeti e, in più, sostiene che l'aggressore abbia colpito la vittima col pugno, dandogli dei colpi con le mani, quando nella realtà il giovane fu ucciso con un'arma bianca. Sul punto bisogna fare chiarezza. Perché questa parte civile dice, viceversa, il Lotti è veridico proprio veritiero, proprio su questo punto. Infatti, nell'incidente probatorio è vero che Lotti a pagina 9 dell'udienza 19/02/97 fascicolo 2, afferma: "No, io il coltello non l'ho visto. Io ho visto che aveva il braccio al collo, così. L'aveva, stringeva." E poi ancora a domanda del Giudice: “Le sembra ancora oggi di ricordare che questo colpo al collo, secondo quanto contestato dal verbale, fu inferto con un coltello?" Risposta: "No." Ed a contestazione di questa parte civile: “Quindi, abbia pazienza, lei dichiara esplicitamente che il Pacciani rincorse il giovane francese; lo bloccò e lo accoltellò al collo e al petto.” Risponde il Lotti: "No." Giudice: "Vide che lo colpì, ma non sa...." Perché il Giudice aveva capito. Lotti: "Io ho visto, l'ha preso qui al collo. Il coltello, no." Giudice: "Ma non sa se lo colpì col coltello?" Avvocato Colao: "Come lo ha preso?" Giudice: "Lo colpì col pugno. "Lo colpì." E poi, a domanda, Lotti: "E poi gli avrà dato dei colpi nello stomaco..”E a domanda: "E con che cosa?" Risposta: “Con le mani.” Orbene, bisogna calarsi nella mentalità contadina del Lotti. É una persona che va al sodo, è stringato; ma nel contempo è prudente. Lui, il coltello in mano al Pacciani, non lo ha visto, c'è poco da fare. E quindi non lo fa il "saltum”, non lo dice che Pacciani era armato di un coltello. C'è poco da fare, non lo dice perché lui non lo ha visto. E questo è in contraddizio... Anche se sa, e ci ha detto, che il Pacciani ha ucciso il ragazzo francese. Con tutto questo, lui non fa questo salto; lui, il coltello in mano, non lo ha visto. E quindi è veritiero proprio per questo. Il contadino mira all'essenziale. Perché dovrebbe dire un coltello, quando è in grado, quando non lo ha visto? E non è in grado di affermarlo con certezza, perché, non lo ha visto. Non bisogna dimenticare la bassa scolarità, la carente espressione di linguaggio. É stentato nel parlare perché è un semianalfabeta. Anche se è una persona intelligente e ne ha dato prova. E questo può dare spazio a cattive interpretazioni. Questa parte civile vuol venire in soccorso di. . . quanto meno vuole chiarire con i fatti, eh, con i fatti. Non far voli, qui non si parla di emozioni, nessuno vuol toccare i tasti emotivi. Per carità di Dio! Qui vogliamo stare ai fatti. Quindi, questa parte civile, sostenitrice che l'arma bianca che ha ferito il radio del polso destro del giovane francese, così come l'ha ucciso, ed ha effettuato l'escissione dei seni sinistri, è il trincetto modificato da Pacciani Pietro; di cui alla memoria depositata in atti, fa notare che, avendo probabilmente impugnato il Pacciani a metà - questo è il facsimile — a metà della sua lunghezza il trincetto, e la mano del Pacciani notoriamente era molto più grossa della mia, quindi sarà stata 14 o 15 centimetri circa, di poco poteva sporgere la parte finale acuminata dell'arma; di poco. E la parte terminale., anche, sporgeva: di -poco. É questo il punto. Il trincetto — questa è la copia conforme — è lungo 28 centimetri; mettiamo che la mano sia 15 o 16 centimetri, restano sei o sette centimetri da una parte e sei o sette centimetri dall' altra parte. Quindi... Poi, il trincetto è brunito. Perché il trincetto è tutto di ferro. Ha l'impugnatura di ferro. Anche se concava e quindi si impugna anche abbastanza bene. Soprattutto il Pacciani, il quale aveva lavorato in pelletteria, aveva lavorato come calzolaio per decine d’anni. E non dimentichiamoci che il trincetto è l'arma tenuta in grande considerazione in campagna. | Perché è quasi come un bisturi. Lavorano i maiali, ci lavorano tutto con quello. E quindi ecco il motivo: il trincetto è brunito, non brilla come la lama di un coltello, quindi è meno visibile. A comprova di ciò, si precisa che Lotti è stato coerente, non è inveritiero. Il Lotti è stato coerente anche nel dibattimento; di una coerenza esemplare. Perché, a domanda del P.M. nel dibattimento, che giustamente, voleva sapere il P.M. perché questo punto aveva destato perplessità in tutti, dice: "No, il coltello non l'ho visto" E ancora a domanda: "É sicuro di aver visto un coltello o no?" "A me mi pare di aver visto una specie" - dice lui - "una specie di arma, qui alla gola." E indicava anche. Perché, voi che avete seguito come noi attentamente il dibattimento, forse più attentamente di noi perché eravate anche più vicini, avete visto: il Lotti indicava, si aiutava con i gesti. Come da una persona rozza che non si sa esprimere bene e quindi si vuole aiutare. "Un'arma, lei dice? Un'arma bianca?" Il P.M. vuole sapere una specificazione. E il Presidente dice, giustamente: "Una specie di..." Perché il Presidente recepisce "una specie": "Una specie di..." Risposta: "Come un coltello." "Come un coltello". Quindi il Lotti è coerente e preciso anche in dibattimento. Messo alle strette, dice: "Come un coltello", non dice "un coltello". E prosegue il P.M. perché bisogna far chiarezza su questo punto, molta chiarezza. Perché non si deve dire che è inveritiero. Non è in veritiero si è spiegato bene, chiaro. "Come un coltello?" — Gli dice il P.M. - "Lei. lo vide bene questo coltello, o non lo ha visto?" Lotti: "No...". - Cioè: non l'ho visto bene - "Dalla mano, così, faceva così..." — Puntolini - "Sicché, anche se un sono distante, si vede bene, insomma.. . " Lì voleva dire che non era distante, ma invece era vicino. Poi ce ne siamo accorti che il Lotti era lì vicino, c'è poco da fare. Era molto vicino. Ma questo è un altro. . . Lo lascio alla vostra interpretazione. Secondo questa parte civile è chiaro che, qualora per assurdo il Pacciani avesse impugnato un coltello, per assurdo, avesse impugnato un coltello, questo sarebbe stato chiaramente visto da Lotti, che era vicino. In quanto che la mano dell'aggressore avrebbe impugnato il manico, lasciando libera e visibile tutta la lama. Ma questo è pacifico, questo è elementare. Però andava chiarito, andava riportato nel binario. Perché questa cosa era fuori binario. Anche se non è questo, non è solo da questo che questa parte civile deduce... Anche perché ormai è provato in atti che l'arma del delitto sia stato il trincetto modificato, sequestrato in casa Pacciani. E mi riferisco a quanto ho portato alle pagine, a quanto ho detto dell'esame in dibattimento del Lotti e delle sue risposte, a pagina ‘74 e ‘75, udienza, del 27/11 del '97. 

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