martedì 6 ottobre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 4 marzo 1998 - Nona parte

Segue dall'ottava parte.
Avvocato Mazzeo: C'è un'osservazione di Simenon, l'autore di Maigret, che dice, fa dire al commissario Maigret: la peggior cosa che possa capitare a un commissario, quando mette sotto interrogatorio qualcuno, è di trovarsi davanti una persona, diciamo, non particolarmente colta, non particolarmente sottile nel ragionamento. Perché quando una persona, diciamo, normalmente colta, capace di sviluppare un ragionamento, magari articolato, si pone il problema di rispondere alle domande che gli vengono fatte dagli inquirenti, in qualche modo adatta la sua risposta alla realtà, adatta la sua risposta ai dati che provengono dall'esperienza, cerca, si sforza di dare delle I risposte verosimili. La cosa tragica, invece, è quando insiste in una versione uno... un oligofrenico, e lì non c'è verso. Siccome lui non ha questi strumenti, lui diventa la bestia nera per l'inquirente. Perché quella versione, che a qualunque persona normale parrebbe contro ogni evidenza, per lui è quella, non la cambia, non gliene importa niente. Perché lui non ha presente l'evidenza, come la può avere una persona dotata di normali strumenti di critica e di autocritica. E' questo, eh. Questo che insiste a dire: 'l'ho visto lo squarcio qui'. Che insiste a dire: 'no, eh, non si sono abbassati'. Quando gli fanno notare che la tenda è alta 1 metro e 40, almeno a quel punto poteva tentare, dice: 'va be', non l'ho visto, non me lo ricordo'. No. "Se sono entrati abbassandosi? No, io li ho visti in piedi così.” Pagina 77. E il Presidente domanda: "Ma insomma le escissioni, a questo punto, dove le hanno fatte?" E il Lotti: "Io la ragazza non l'ho mai vista, non l'ho mai vista tirarla fuori.” Anche qui, tipica risposta di uno che non riesce ad adattare la sua menzogna ai dati che gli fornisce la realtà. Perché, insomma, è una tenda di 1 metro e 40, una canadese; ci stanno due persone sdraiate dentro e basta. Serve solo per dormire. Tu l'hai visti entrare in piedi, addirittura. Cioè, addirittura, non li hai visti entrare, tu non hai visto niente, ma siccome tu sei quello descritto dall'autore di Maigret, tu vai a diritto, tetragono. "Io la ragazza non l'ho mai vista, non l'ho vista tirarla fuori." Deduzione logica - aggiungo io - le escissioni sono state effettuate stando in tre, Pacciani, Vanni e la vittima, dentro la tenda di 1 metro e 40. Palese falsità. Anche sullo spolverino... e qui abbiamo finito con la descrizione, nei quattro capitoli che vi ho illustrato prima, sotto il profilo della intrinseca attendibilità, come insegna la Suprema Corte di Cassazione, sentenza Sezioni Unite, 21 ottobre '92: "Va valutata obbligatoriamente nella motivazione del Giudice, oltre che la credibilità e la personalità del dichiarante, l'intrinseca attendibilità del suo racconto.” Seconda operazione logica che deve, come positiva regola di giudizio stabilita dalla legge, che deve effettuare il Giudice. E allora, in base a questi parametri della intrinseca attendibilità, parametri che questo difensore vi ha esemplificato nei capitoli contraddizioni, inverosimiglianze, falsità, ridicolo - ecco, mi pare che abbiate qualche elemento di riflessione. Poi ci sono altri elementi che non sono di contorno, perché riguardano sempre situazioni e particolari riferiti agli episodi omicidiari. Per esempio quello dello spolverino. Ve lo ricordate lo spolverino? Lui dice: no, io l'ho avuto uno spolverino, facevo il postino, io c'ho avuto lo spolverino quando spazzavo con la scopa nella, immagino, la sede della Posta di San Casciano. Non lo so. 'C'ho avuto uno spolverino, c'ho avuto uno spolverino'. Attenzione, eh, spolverino. Perché viene fuori lo spolverino? Questo è un particolare che noi non conoscevamo. Ovvio, Signori, sui Intanto i particolari che noi non conoscevamo devono venire dal dichiarante, questo lo dice la Giurisprudenza costante e devono essere confermati - eccolo il riscontro oggettivo - ab exteriore, dall'esterno. Cioè, la fonte di conferma del particolare che prima noi non conoscevamo e che ci viene dal dichiarante, la fonte di conferma non deve essere il dichiarante esterno, deve essere un qualche cosa di esterno al dichiarante. Sennò è acqua fresca. Troppo facile. Ora, la prima domanda che tutti si sono posti di fronte a un caso giudiziario così di cronaca, così impressionante, che ha talmente colpito la fantasia di persone, di dilettanti di varia estrazione, - ma qui non siamo dilettanti, eh, voi siete i professionisti, voi siete i professionisti del giudizio, voi siete i Giudici, basta con i dilettanti - i dilettanti di qualunque estrazione e natura hanno sempre detto: mamma mia! Con sbranamenti, con squartamenti di quel calibro, con operazioni di quel genere, questo poi come faceva a tornare a casa, ammesso che magari... beh, lo poteva fermare un posto di blocco, la psicosi del "mostro" ve la ricordate tutti, siete abitanti di qui: "Occhio ragazzi!", "SAM", Squadra Anti Mostro. Quei disgraziati di Baccaiano si erano ridotti a fare all'amore sulla strada. E quindi, chiunque lo immagina, dice: ma, insomma, si ferma a un posto di blocco, lo trovano inondato di sangue. Quanti sono i litri di sangue umano? Quanti litri può contenere un corpo umano? 7-8 litri. Inondato di sangue. Quindi si sono tutti sperticati nell'immaginazione, romanzieri più o meno professionisti, professionali, eccetera, commissari, eccetera, dicono: avrà avuto qualcosa addosso, avrà avuto, per esempio uno spolverino. Qualcuno dice una tuta da sub, qualcuno... Ma sono ipotesi, sono i famosi sospetti, le famose suggestioni; le famose ipotesi che non devono trovare ingresso in un consesso di professionisti come questo. Però perché dico questo? Perché, insomma, lo spolverino dice: Lotti ha detto che c'aveva lo spolverino. Va be', ha inventato l'acqua calda. Si è posto un problema, dice: ma insomma, Vanni, che tra l'altro c'ha anche la moglie, quando poi dopo tutto questo sbranamento - perché è Vanni, no, secondo il Lotti, dice "mostro Vanni", quello che faceva gli squartamenti - poi tornava a casa, ma insomma, come faceva? E ha trovato anche una risposta abbastanza rudimentale, perché voi mi insegnate, specie i Giudici togati, che di .fronte a operazioni come quelle che voi avete potuto apprezzare nelle relazioni medico-legali e nelle fotografie, non basta neanche uno spolverino. A che serve uno spolverino? Uno si fa un bagno di sangue con quell'operazione. Le scarpe, le calze... Lo spolverino dove arriva? Sopra il ginocchio, sotto il ginocchio. Ma scherziamo! E quindi, anche, proprio, è debole, è deboluccia anche l'immagine che lui oltre lo spolverino... E perché lo spolverino? Perché, per l'appunto, siccome si frequentavano, uno spolverino gliel'ha veduto da qualche parte. E quindi, quand'è che Vanni lo indossa questo spolverino? Dunque, a proposito di Vicchio, udienza 28 novembre, fascicolo 55, pagina 51. Dice... Sì, ce l'ha a Vicchio. "Vanni indossava lo spolverino celeste?" "Sì." Udienza 28/11, fascicolo 55, pagina 51. All'udienza precedente, il 27/11 invece... anche questa vedete, pur essendo banalissima come escamotage, vien fuori anche questa, faticosamente e male e sbagliata, perché il giorno prima, il 27/11, fascicolo 53, pagine 64, aveva detto: "Insomma, ce l'aveva a Vicchio lo spolverino?" "Mah," - aveva detto - "quella sera, mi pare, un/avesse lo spolverino." "Un'avesse", nel linguaggio parlato toscano, se non sbaglio, significa, "non avesse". "Un", - apostrofo - "avesse", così è stato trascritto dal... lo spolverino. "Mi pare un'avesse." Poi, il giorno dopo dice: "Sì." Baccaiano. A domanda dell'avvocato Filastò: "Quando Vanni scende dalla macchina, ce l'aveva questo spolverino?" E dice: "Sì, quella sera sì." Udienza 3 dicembre, fascicolo 57, pagina 54. Nell'85 non aveva lo spolverino. E poi c'è l'udienza 27/11 - scusa, me la puoi prendere - perché sembrerebbe di capire che, invece, all'udienza 27/11, fascicolo 53, pagina 69, abbia detto: nell'85, cioè agli Scopeti, Vanni l'aveva invece lo spolverino. Se, senza perdere troppo tempo, riesco a chiarirvela, 27/11, pagina 69, oh, eccolo qui. Sì, benissimo. Dunque, pagina 69, udienza 27/11, fascicolo 53: "Mah, non son sicuro se l'aveva o no." Vediamo di che cosa stanno parlando. Stanno parlando... "Ha detto non ce l'aveva"... Presidente... Baccaia... "Ha detto che non ce l'aveva"... "Non l'ho detto ora io"... "Ma Santo Cielo, allora...", "Si vede ho sentito male, anzi..." Allora, quella sera non c'aveva lo spolverino. Di quale sera stiamo parlando? "Non son sicuro se l'aveva o no." E allora dice: "L'ha detto altre volte che aveva lo spolverino?" - domanda del Presidente - "Quali altre volte l'aveva?" - oh, eccolo - "Quali altre volte l'aveva?" E risponde lui: "Nell'85." Presidente: "Ma l'85 deve venire ancora l'85, siamo all'84." Stiamo parlando allora di Vicchio, ecco. Imputato Lotti: "Sì." Pubblico Ministero: "Presidente, se lui l'ha visto una volta, una volta sola e ci dice..." Presidente: "Va bene, l'aveva nell'85." Lotti: "Sì. Ma nell'84 non sono sicuro se l'aveva o no. Questo." Presidente - insiste "Vicchio, Vicchio, non l'aveva lo spolverino?" Lotti: "Non sono sicuro." Presidente: "Allora gli serve l'85." Interviene il Pubblico Ministero: "Presidente, sta dicendo 'non sono sicuro', eh." Presidente: "Va bene, è un imputato che racconta queste cose..." E qui, a questo punto, quindi, il risultato qual è? Che questo è uno spolverino fantasma, come il fantasma del Vanni. Già ce l'ha un po' l'aspetto, secco, no, allampanato, mi scusi, eh, Vanni. Vanni che entra nella tenda, che esce dalla tenda, che entra dallo squarcio di 40 centimetri dove non potrebbe entrare neanche un bambino, solo un fantasma ha questi poteri. E anche questo spolverino un po' fa pensare a un fantasma, no. Ce l'aveva, non ce l'aveva. A cosa gli servisse non si è capito bene, perché se uno si vuole veramente, seriamente, uno che poi torna a casa dove c'ha la moglie, questo lo sappiamo, preoccuparsi di non farsi un bagno di sangue -cosa che peraltro alcuni maniaci sessuali desiderano proprio, e lo vedremo, sotto il profilo del movente - farsi un bagno di sangue con la vittima, perché è il loro modo distorto di concepire il rapporto che in modo normale non riescono a avere con le persone. Qua di Vanni sono riusciti a provare che andava a prostitute, che usava degli aggeggi - liberamente in vendita - che aveva delle preferenze per certe posizioni. Poi si è parlato anche di un mago con un mantello rosso in una stanza, non ho capito bene di che si tratta. Insomma, andare a dire che è uno di questo genere... che questi sono indizi - attenzione Signori, perché poi... - che sono indizi che possono portare alla perversione del Vanni, che è accusato di aver compiuti questi bagni di sangue che sappiamo; insisto, è come voler paragonare un topolino - e ciascuno di noi potrebbe essere quel topolino - a un elefante. Anzi, no a un elefante: a un dinosauro. Dieci Allora, i feticci. Perché i feticci, nella ricostruzione dell/accusa, diventano una cosa...
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Mazzeo: Prego?
Presidente: Possiamo fare una sospensione? Va bene?
Avvocato Mazzeo: Grazie, Presidente.
Presidente: Un quarto d'ora.

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