lunedì 29 giugno 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 23 febbraio 1998 - Settima parte

Segue dalla sesta parte

P.M.: Io, per quanto riguarda la figura di Vanni, a questo punto, non posso assolutamente pensare che tutti questi elementi possano essere letti da voi in maniera diversa da un pieno coinvolgimento provato, tranquillo, gravissimo nei confronti di questo imputato; un coinvolgimento che difficilmente viene, in termini di fatti e di responsabilità, portato davanti a una Corte d'Assise con una dovizia di prove come in questo caso. Direi che l'atteggiamento di Vanni di non rendere l'interrogatorio nel corso del dibattimento è un atteggiamento perfettamente in linea con la sua partecipazione, direttamente proporzionale alle sue gravi responsabilità, le quali sono quelle indicate dai racconti di Lotti come partecipazione da un uomo il quale ha compiuto - e è provato in questo dibattimento - quei gesti e • quelle escissioni soprattutto perché è una figura connotata dalle gravi perversioni che il dibattimento ha descritto. Passerei, a questo punto, all'esame della posizione di Faggi Giovanni e direi che è una posizione obiettivamente più semplice, perché è una posizione, innanzitutto, più semplice dal punto di vista degli stessi elementi di accusa, delle stesse imputazioni. È imputato dell'omicidio del 1981 di Calenzano, quello dell'85 a Scopeti e del reato di associazione per delinquere di cui diremo più avanti. Ma Faggi risponde solo di questi fatti, nella misura descritta nel capo di imputazione. E' un Faggi che noi non abbiamo visto in faccia. Ha fatto anch'egli una scelta, più che legittima, quella di affidarsi alla difesa tecnica che è stata espletata in questo processo: lui ha ritenuto opportuno, legittimamente, di non dirvi nulla. Anche questo comportamento va valutato. Ma noi sappiamo qualcosa? Noi sappiamo tante cose sul Faggi. Abbiamo la prova oggi, cercherò di spiegarvelo in sintesi, ovviamente il mio pensiero, quello dell'accusa, di un sicuro coinvolgimento, totale, in questi fatti. Nella misura che noi riusciremo a indicarvi, per vedere se questo coinvolgimento è un coinvolgimento sicuro e certo, oppure è un coinvolgimento sul quale noi ci troviamo con un foglio di carta velina davanti, ci manca qualcosa. Vediamolo, perché è bene sempre essere obiettivi. Credo che finora almeno una valutazione di obiettività non mi possa essere negata, sia pure rappresentando l'accusa pubblica. Direi che Faggi è coinvolto in questi fatti, noi non abbiamo motivo per pensare che al dibattimento abbia detto qualcosa di diverso. Come mai? Basta vedere come nasce questa accusa nei confronti di Faggi. Non è un personaggio che entra in questa storia per caso, è un personaggio identico, all'inizio, al Lotti e a Faggi e a Vanni, perché è un personaggio che viene fuori addirittura nelle famose indagini che iniziano nell'89-'90. È un personaggio che ha destato fin dal primo momento l'interesse degli investigatori, non nel 1996, ma nel '90. Se voi guardate gli atti che avete nel fascicolo, perché ci sono - atti irripetibili, come le perquisizioni e i sequestri del '90 - vediamo che è un personaggio che quando si indaga Pacciani, ve lo ha ripetuto poi a lungo il dottor Perugini, è un personaggio che venne subito agli occhi degli investigatori come amico di Pacciani. È persona, fra l'altro, che dai primi accertamenti, non solo è più compatibile con la personalità di Pacciani e di Vanni, ma è una persona che, per quello che ne sappiamo, è più che identica: ha un suo lavoro, più che dignitoso, senz'altro un lavoro diverso, ma è persona che per quanto riguarda il soggetto, l'intimo, il proprio intimo è identico. Cosa gli viene sequestrato? Nel '90, no quando la Squadra Mobile di Firenze, il dottor Giuttari, ritornano sul Faggi, ma all'epoca, nel corso della perquisizione del '90 viene trovato in possesso... due perquisizioni, addirittura - l'attenzione era molto forte su Faggi all'epoca, più che senz'altro di Vanni che nel '90 non lo perquisisce nessuno e di Lotti che nel '90 non lo perquisisce nessuno - ma Faggi desta subito l'attenzione perché gli vengono trovate: riviste pornografiche in abbondanza, non è certo un delitto; gli vengono trovati anche a lui strumenti particolari, non è certo un delitto, addirittura un fallo di legno e uno di gomma. Dna situazione personale che lo vede già all'epoca descritto come persona legata da una amicizia di tipo maschile di vecchia data, che poi viene chiarita nelle successive indagini. Una persona che sicuramente viene posta all'attenzione degli investigatori come amico di Pacciani, come persona che ben poteva essere colui che aveva indicato la coppia - come poi ci ha detto Lotti - da uccidere nell'81 a Calenzano, perché era vicino a casa sua. Ma addirittura all'epoca, sempre nel '90, nelle prime indicazioni, il Faggi, quando non aveva da difendere posizioni personali, ci dice: 'sì, Pacciani lo conoscevo, ma lo conoscevo limitatamente, perché lo avevo trovato una volta in un ristorante a Scarperia nel '78, nel '79 e forse non ricordo bene la data, non ricordo bene il ristorante, ma ci conoscevamo sicuramente' - lo dice egli stesso - 'in epoca antecedente'. Poi cercherà di sminuire la portata di queste dichiarazioni, ma 1'amicizia con Pacciani è esistente. Dice: 'io lo andai anche a trovare a Montefiridolfi, gli portai delle piastrelle perché questo era il mio mestiere, è il mio mestiere, Pacciani stava ristrutturando la casa di Montefiridolfi’. Ha, importantissimo, perché venne fuori questo personaggio Faggi e perché l’attenzione sul suo conto fu forte? Perché abitava, lo abbiamo sentito quasi da tutti, a qualche centinaio di metri, un chilometro - non ha importanza - dal luogo dell'omicidio, in linea d'aria, in macchina, a piedi, in bicicletta. Non è una persona che abita chissà dove. Perché l'attenzione su Faggi fu molto forte? Abitava in quel di Calenzano, Le Bartoline, Travalle. Era lì, i campi... finite le case, ce l'ha detto il maresciallo di Calenzano, finite le case l'agglomerato, il rione, il quartiere di Calenzano dove abitava Faggi è limitrofo al luogo dove è avvenuto l'omicidio. Che sia poi un chilometro, due, tre, non è questo l'importante. È lì. Cinque minuti, ci hanno tutti raccontato il tempo che ci voleva. Susanna Cambi e Stefano Baldi erano lì vicino a casa sua quella notte. Quindi, attenzione, quando Lotti ci racconta, insieme a Pucci: 'guardate io ho saputo da Vanni che era lui che l'aveva individuate', vedete come la compatibilità è piena. E quindi è solo, ovviamente, un'ipotesi che nel processo Pacciani si affaccia e è un'ipotesi tutta ai danni di Pacciani in quell'epoca, perché la circostanza era molto forte: conoscenza antecedente al delitto; abitudini sessuali quanto meno simili; luogo di abitazione, vicinanze. Nessuno - come poi Lotti ha fatto - aveva parlato di un coinvolgimento di Faggi. Quindi rimasero giustamente delle sole ipotesi, delle impressioni, o comunque una amicizia che poteva spiegare come Pacciani e Vanni si fossero recati così lontani da casa o dai luoghi a loro conosciuti per compiere un fatto simile. Quindi, quando arrivano nel 1995-96 le dichiarazioni di Pucci e di Lotti, molto precise, il Faggi non è uno sconosciuto; anzi, queste dichiarazioni sia pure con le caratteristiche de relato che hanno - perché Lotti e Pucci hanno sempre parlato di dichiarazioni avute de relato, almeno sul coinvolgimento - sono dichiarazioni che nascono in un terreno di obiettiva ricostruzione molto già fertile. Cosa dicono in sintesi, prima Pucci e poi Lotti, dice: 'guardate, la notte dell'omicidio dell'85' -plinto fondamentale - 'vicino alla piazzola c'era un'auto. E noi, l'auto l'abbiamo vista e comunque Vanni e Pacciani' - riferisce in prima persona Lotti - 'hanno detto che quella notte all'omicidio aveva assistito l'amico di Calenzano di Pacciani, di nome Giovanni "Buco" che noi conoscevamo come quello che possedeva una FIAT 131'. Questa è la descrizione, l'identificazione, la fotografia: 'sì, è lui'. Attenzione, dicono: 'aveva una FIAT 131'. Possedeva, è identificato, il Faggi Giovanni, come il possessore di una FIAT 131. A entrambi viene chiesto: 'ma voi che avete visto quella macchina sapete dire che macchina era?' 'Macchina scura'. Noi non sappiamo che macchina era, quindi il punto fondamentale è anche questo sulla FIAT 131, sul quale poi il dibattimento si è diffuso e ha avuto gli apporti di conoscenza che ha fornito alla difesa sul punto, attraverso l'esame di alcuni testi. Però c'è ancora una emergenza sicura: entrambi riconoscono l'amico di Calenzano proprio in quel Faggi delle fotografie, in quello poi che viene sentito nel processo Pacciani. Quindi, l'identificazione Giovanni "Buco" di Calenzano, che comunque ha una FIAT 131, è secca, precisa: è quel Faggi lì. E poi dicono entrambi che avevano saputo che quella sera di Scopeti nella macchina c'era il Faggi. Qui è de relato, perché sia Lotti che Pucci dicono: 'abbiamo visto una persona7 - Pucci dirà: 'ne ho viste due'; vediamo ancora fra un po' meglio, comunque - 'abbiamo saputo che quella persona che era in quella macchina, ci hanno detto era sicuramente Faggi'. 'Noi quella notte non abbiamo riconosciuto né la persona né la macchina'. Noi abbiamo saputo de relato che era. Però una persona nella macchina c'era. Ancora: entrambi riferiscono che avevano saputo da Pacciani e Vanni, sicuramente il tramite è Vanni, che l'omicidio dell'81 era stato fatto in quel luogo vicino a casa del Giovanni e che il Giovanni aveva loro indicato la coppia e che, anzi, dopo l'omicidio erano andati a casa sua a lavarsi. Ora vedete come l'elemento importante, ancora, di credibilità è che aveva indicato loro la coppia. Ma quale altra persona è più indicata, ovviamente, nel caso in cui ci siano riscontri forti come in questo caso, per indicare una coppia, se non una persona con delle caratteristiche come quelle di Faggi, per indicare una trasferta cosi forte in quel di Calenzano ai nostri autori materiali. Allora, davanti a queste dichiarazioni di Lotti e di Pucci così forti, così specifiche e ricche di materiale da riscontrare, il dirigente della Squadra Mobile di Firenze, dottor Giuttari, la prima cosa che fa: cerca, come sempre, di non fermarsi alle dichiarazioni, ma di vedere se ci sono ulteriori riscontri specifici. E la prima cosa che fa, perché è il suo metodo - e glielo dobbiamo riconoscere, perché è fin dal primo momento di queste indagini che l'ha tenuto - va a vedere se negli atti ci sono riscontri ulteriori di questa presenza del Faggi in quel di Calenzano che siano già emersi in passato. Le prime cose che emergono in atti già esistenti, e poi verificate con nuove assunzioni testimoniali a riscontro, sono ulteriori dichiarazioni di testi che dimostrano come è vero che il Faggi ante delitto '81 era spesso in quel di Calenzano, o comunque era in luoghi che sono molto, molto, molto significativi ai fini della ricostruzione dei fatti. Voi ricorderete le dichiarazioni di Cencin Gina sul punto, di Malatesta Luciano e quelle dello stesso Vanni che vi ho descritto prima. Cencin Gina dice... ha confermato in dibattimento di aver visto Faggi a San Casciano con Vanni e Pacciani. Beh, quando lo sappiamo, siamo in epoca, sicuramente anni '80. Malatesta Luciano è ancora più specifico. Che strano, questo ragazzo, il quale si trova a assistere a episodi così sconcertanti per un ragazzo che all'epoca era appena adolescente, e nel vedere coinvolta la mamma in episodi che in un ragazzo non possono che aver portato quello sconvolgimento che si porta ancora in viso e che è stato ben chiaro nel corso della sua testimonianza davanti a voi, è un ragazzo che dice: "Guardate, ho riconosciuto il Faggi, visto nel dibattimento Pacciani, come persona vista più volte, prima della morte di mio padre" - che voi sapete è deceduto il 23/12/80 - "nei pressi della mia abitazione" - all'epoca del ragazzo e della Sperduto e del Malatesta - "in via Chiantigiana, frequentata da Pacciani e Vanni, in un'auto, una grossa berlina scura, che da solo passava vicino a casa lentamente e sembrava spiare." Ovviamente dobbiamo metterci nell'ottica di un ragazzo così giovane che ha questo ricordo di questa macchina scura, con un personaggio riconosciuto in Faggi che frequentava casa loro, che era, guarda caso, sembra in questo racconto che anche allora era un guardone, uno spettatore, come se stesse - in ipotesi, perché non ci abbiamo elementi, ma abbiamo tutto il diritto di sintetizzare le dichiarazioni di Malatesta mentre Pacciani e Vanni erano dentro a fare quello che facevano alla madre, il Faggi ronzava intorno con la sua macchina scura. Non è lo stesso racconto identico del 1985? Non possiamo forzarlo di più, nessuno lo vuole fare. Però, guardate, che se quando si parla di macchina scura, grossa berlina, da parte del Malatesta Luciano, abbiamo un riscontro forte nelle auto del Faggi dell'epoca che aveva dei diesel scuri, dei Peugeot o quello che era; andate a controllare, aveva macchine scure di quelle caratteristiche. E strano, strano questo Faggi che nel racconto di questo ragazzo e della mamma e della Cencin era presente, amico di Faggi (N.d.t.: Pacciani) e Vanni, proprio in quella casa in epoca sicuramente antecedente alla morte del Malatesta che è morto nell'80. Quindi, abbiamo trovato successivamente un riscontro forte alla presenza di Faggi non solo in San Casciano, ma in luoghi che sicuramente sono stati frequentati dal Vanni. È questo che ci interessa. 

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