lunedì 31 marzo 2014

Giancarlo Lotti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 27 novembre 1997 - Nona parte

Segue dall'ottava parte

P.M.: E questo dottore come mai conosceva Pietro e cosa aveva a che fare con le cose di questi delitti. Cosa ha capito lei e cosa le hanno detto.
Giancarlo Lotti: A me mi ha spiegato così. Gli andava a prendere queste cose qui da...
P.M.: Scusi "queste cose qui", Lotti, io capisco che lei si spiega con difficoltà e che forse l'argomento è difficile. Però provi a spiegarcelo, con parole sue, ma per bene. "Queste cose qui": cosa, da chi e, indipendentemente dalla persona, come mai aveva a che fare con queste cose?
Giancarlo Lotti: Lui gl'è andato a Mercatale, questa persona, questo dottore, come m'ha spiegato Mario.
P.M.: Come le ha spiegato Mario.
Giancarlo Lotti: Poi gl'è andato a Mercatale. Se gl'è andato a prendere le cose, questo...
P.M.: Gliel'ha detta Mario questa cosa qui?
Giancarlo Lotti: Che gl'andava da Pietro a prendere le cose delle donne.
P.M.: "Le cose delle donne", che cosa? Non me lo faccia dire a me, perché...
Giancarlo Lotti: Il seno, la vagina... come si chiamano.
P.M.: Cioè, era una persona che prendeva queste cose dopo i delitti. Così le ha detto Mario. Ma lo diceva scherzando, o lo diceva seriamente?
Giancarlo Lotti: Mah, questo... Questo non lo so di preciso.
P.M.: E in cambio... C'era un motivo per cui prendeva queste cose? Gli dava qualcosa in cambio?
Giancarlo Lotti: Dice gliene pagava, poi io...
P.M.: Gliene?
Giancarlo Lotti: Dice gliene pagava questa roba qui, poi io...
P.M.: Pagava, nel senso dava i soldi.
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: A chi li dava i soldi?
Giancarlo Lotti: A quello di Mercatale.
P.M.: "Quello di Mercatale", scusi, lei ci deve dire chi è.
Giancarlo Lotti: Sì, Pietro Pacciani.
P.M.: E' vero che queste quattro persone siete. Però se lei ce lo ridice, forse è più chiaro.
Giancarlo Lotti: Sì, Pietro Pacciani.
P.M.: E, curioso com'è lei, non ha capito qualcosa, di più? Non le hanno detto di più?
Giancarlo Lotti: Mah, di più no.
P.M.: Il denaro, questo denaro chi lo prendeva?
Giancarlo Lotti: Dice lo prendeva Pietro, poi...
P.M.: A lei hanno dato mai nulla, hanno mai offerto denaro?
Giancarlo Lotti: Io mai preso niente.
P.M.: Sa se anche Vanni lo prendeva?
Giancarlo Lotti: Questo non lo so.
P.M.: Non lo sa perché non gliel'ha chiesto? O gliel'ha chiesto e lui non gli ha detto nulla?
Giancarlo Lotti: No, a me non m'ha chiesto nulla su quei soldi lì.
P.M.: No, lei gliel'ha chiesto a Vanni di questa storia di questo fatto che vendevano...
Giancarlo Lotti: Sì, me l'ha detto. Però non m'ha mica detto se li pigliava o no, anche lui o no.
P.M.: Se anche lui, Vanni, prendeva questi soldi. E gli hanno... lei gli ha mai chiesto che cifre erano?
Giancarlo Lotti: Questo non me 1'hanno detto.
P.M.: Lei gliel'ha chiesto?
Giancarlo Lotti: Io non gliel'ho chieste queste cose.
P.M.: Senta una cosa ancora, lei sa come conoscevano questo dottore, chi lo conosceva? Se era conoscente, amico, di Pietro o di entrambi? Gliel'ha chiesto?
Giancarlo Lotti: Questo l'ho chiesto, ma non m'hanno spiegato bene le cose.
P.M.: Non gliel'hanno spiegato. Gli ha chiesto chi era? Lei dice: 'il nome non me 1'hanno detto'.
Giancarlo Lotti: Mah, il nome e il cognome... niente.
P.M.: E lei questa persona l'ha vista? Lei stava parlando in una macchina in una piazza.
Giancarlo Lotti: No, ma non c'ho parlato io.
P.M.: Non c'ha parlato. E chi ci parlava?
Giancarlo Lotti: Io ero distante quante il televisore lì, vicino ai cartelli.
P.M.: E c'era questa macchina?
Giancarlo Lotti: Sicché non ho sentito bene i' che dicevano tra loro. Dopo me l'ha riferito.
P.M.: Gliel'ha riferito Vanni.
Giancarlo Lotti: Sì, che questa persona... questo dottore andava a Mercatale da Pietro.
P.M.: Ma stava andando quella sera lì che lo vedeste voi?
Giancarlo Lotti: Sì, un giorno. Ora...
P.M.: O sera, scusi. Ho detto io sera, ma poteva essere giorno.
Giancarlo Lotti: No, gl'era di notte, era sera.
P.M.: Era sera. Questo fatto era dopo l'omicidio di Scopeti, o non lo sa indicare nel tempo? Era da poco avvenuto un omicidio?
Giancarlo Lotti: Questo di preciso non è che mi ricordi bene.
P.M.: Andiamo avanti, signor Lotti. Vorrei... Lei dice quindi: 'dell'omicidio dell'81 di Calenzano so solo queste cose, io non ho partecipato'. Lei poi ha spiegato, invece, nell'incidente probatorio, di essere andato con loro - e ci ha detto tutti i particolari nell'incidente probatorio - nell'omicidio dell'82 a Baccaiano.
Presidente: Scusi Pubblico Ministero, prima di passare all'altro argomento. Questo dottore che avrebbe, secondo lui, acquistato queste parti escisse, eccetera, lei l'avrebbe visto a San Casciano insieme al Vanni?
Giancarlo Lotti: No, il Vanni parlava con questa persona in macchina ferma.
Presidente: A San Casciano?
Giancarlo Lotti: Lì vicino al bar nel piazzone.
P.M.: E era sera ha detto lei.
Giancarlo Lotti: Era sera. C'ha parlato lui, io non c'ho parla...
Presidente: Ecco.
Giancarlo Lotti: Io ero un po' distante e andavo in su piano, a piedi.
Presidente: Sì.
Giancarlo Lotti: Poi ho spiegato quello che...
Presidente: E poi com'è che ha saputo che era un dottore che andava per quello scopo lì? Come l'ha saputo?
Giancarlo Lotti: Me l'hanno detto loro: Mario e Pietro. Che gl'andava a prendere queste cose.
Presidente: Gliel'ha spiegato...
Giancarlo Lotti: Se l'ha prese là, questo io... non c'ero io, non so di preciso.
Presidente: Va be'.
Giancarlo Lotti: Loro me l'hanno spiegato così, poi...
P.M.: Che macchina era lo ricorda, l'ha vista, è in grado di spiegarcelo? Se lei l'ha vista che era a 10 metri...
Giancarlo Lotti: Le macchine le conosco però... mi pare un'Alfa.
P.M.: Un'Alfa era? Cioè un'Alfa Romeo? Mi sa che un'Alfa Romeo è una marca, quindi bisognerebbe...
Presidente: Il tipo, il tipo.
P.M.: Lei ricorda... Era un'Alfa Romeo grossa, piccola, chiara, scura?
Giancarlo Lotti: Tanto piccola no.
P.M.: "Tanto piccola no", scusi, era grossa, o media? Ci sa indica. . . Se lei le conosce, dovrà pure indicarci...
Giancarlo Lotti: Sì, le conosco, però mica tutte...
P.M.: Un'Alfa, scusi, c'ha in mente qualche tipo di Alfa che poteva essere quella?
Giancarlo Lotti: Non mi ricordo se era a quattro porte, o tre porte.
P.M.: Cioè, tre porte... o un coupé, o una berlina non ce lo sa dire?
Giancarlo Lotti: No. Di preciso no.
P.M.: Le sembrò grossa?
Giancarlo Lotti: Grossa, sì.
P.M.: Grossa. Chiara, o scura?
Giancarlo Lotti: Mi pare sullo scuro.
P.M.: Lo scuro per lei, scusi, cos'è? Nera, blu, marrone?
Giancarlo Lotti: Scura... Può essere anche nera o un altro colore.
P.M.: Nera, blu, marrone. Colori di questo genere?
Giancarlo Lotti: Su un colore così.
P.M.: Lei ha presente l'Alfetta dell'Alfa Romeo? Una macchina così?
Giancarlo Lotti: Dell'Alfe ce n'è diverse.
P.M.: Ho capito. Io ho provato a dirgliene una che mi è venuta in mente. L'ha vista lei, io non c'ero.
Giancarlo Lotti: Mi pareva a quattro porte.
P.M.: Ho capito. In questa macchina, dove poi Vanni le disse il dottore, c'era una persona sola?
Giancarlo Lotti: Io ne ho viste una. Anche se gl'era di fronte, non vedevo la persona.
P.M.: Questa macchina che lei dice era un'Alfa, era simile e la stessa, o diversa da quella che vide la sera dell'omicidio di Calenzano, o era la stessa macchina?
Giancarlo Lotti: No, quella mi pareva un'altra macchina, diversa.
P.M.: Benissimo.
Giancarlo Lotti: No, non ho visto il coso... che macchina l'era, o Alfa Romeo o un'altra. Questo...
P.M.: Però le sembrò...
Giancarlo Lotti: Quella l'ho vista un pochino meglio, quella...
P.M.: Quale?
Giancarlo Lotti: ... quella del...
P.M.: Quella che ha visto meglio.
Giancarlo Lotti: Quella a San Casciano.
P.M.: Quella la sera degli Scopeti l'ha vista meglio.
Giancarlo Lotti: No, quella a San Casciano l'ho vista un pochino meglio.
P.M.: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Ero più vicino.
P.M.: Ho capito. L'ha vista meglio, ci dice è un'Alfa. Quindi, se lei è un intenditore di macchine, ci dovrebbe dire qualcosa di più, no? Lei dice: 'sono un intenditore di macchine'. Le chiedo: non ci fece caso? Come mai non la ricorda meglio questa macchina? Ci fece poco caso?
Giancarlo Lotti: No, c'ho fatto... non tanto perfetto caso della macchina.
P.M.: Era... Lei ha detto era sera. Era tardi, era pomeriggio?
Giancarlo Lotti: Sarà stato dopo cena, la sera.
P.M.: Ma lei quella sera si trovava con Vanni e fu Vanni che andò da questo qui, o li vide per caso?
Giancarlo Lotti: Parla sempre quello di San Casciano?
P.M.: Sì, sì.
Giancarlo Lotti: No, noi s'andava su a piedi, non è che...
P.M.: Ho capito.
Giancarlo Lotti: ... e si fermò questa macchina e basta.
P.M.: E ci parlò solo...
Giancarlo Lotti: Parlò uno di noi due.
P.M.: E ci andò Vanni. 

venerdì 28 marzo 2014

Giancarlo Lotti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 27 novembre 1997 - Ottava parte

Segue dalla settima parte. 

P.M.: Senta una cosa ancora, di questo Giovanni lei ha detto anche di aver saputo da loro che aveva una caratteristica particolare. Lo ricorda? Una tendenza sessuale particolare.
Giancarlo Lotti: No, m'avevan detto che l'era finocchio.
P.M.: Gliel'hanno detto loro.
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: Senta una cosa, le hanno detto se e come, in che modo, aveva partecipato a questo omicidio, oltre a indicargli la coppia. Se aveva partecipato in qualche modo, prima o dopo?
Giancarlo Lotti: Mah, questo non me l'hanno spiegato a me.
P.M.: Gli hanno detto se dopo l'omicidio erano andati da lui, con lui?
Giancarlo Lotti: Sì, a casa sua.
Avvocato Filastò: Presidente, questa è la risposta. Questa è suggestiva.
Presidente: Può contestare. Può contestare perché la risposta...
Avvocato Filastò: Allora faccio la contestazione.
Presidente: Benissimo. Faccia la contestazione.
Avvocato Filastò: L'imputato ha detto: 'non m'hanno detto nulla di questo fatto'.
Presidente: Bene.
Avvocato Filastò: Allora il Pubblico Ministero tira fuori la sua carta...
Presidente: Lo so, dall'incidente probatorio, non da questo...
P.M.: Signori... Presidente, se lei lo sa dall'incidente probatorio, lo sa correttamente in questo processo, come sanno le parti. E quindi non vedo assolutamente nessun motivo per cui ci sia da prendere i verbali, l'ha già detto nell'incidente probatorio. Se lo ridice di suo bene, sennò c'è l'incidente probatorio. Sennò evidentemente ci si nasconde dietro un paravento che non esiste. Lei si ricorda in che termini le dissero che erano andati a casa sua?
Giancarlo Lotti: Ma il giorno?
P.M.: No il giorno. A fare che cosa? Lei ha già detto questo. Io le contesto, se deve essere una contestazione. 
(voci fuori microfono)
P.M.: No, ora. No, scusate un attimo.
Presidente: Scusate. Avvocato, avvocato.
Avvocato Zanobini: ... interrogatorio. E questo si può contestare.
P.M.: No, signori. Qui c'è già stato un inci...
Avvocato Zanobini: Si...
Presidente: Avvocato Zanobini, che titolo ha lei per interferire su questo non ho capito.
Avvocato Zanobini: Ho titolo sì, Presidente.
Presidente: No.
Avvocato Zanobini: Perché a me interessa che il Lotti venga interrogato...
Presidente: E allora, e allora...
Avvocato Zanobini: ... e che venga fuori la personalità del Lotti attraverso le domande.
Presidente: È inutile che vi incavolate, vi incavolate.
Avvocato Zanobini: Le domande...
Presidente: Si fanno con calma.
Avvocato Zanobini: Benissimo, però si fanno le domande, Presidente .
Presidente: E allora. Si capisce tutti come... e allora contesterà il Pubblico Ministero.
Avvocato Zanobini: Perché così si capisce tutti chi è il Lotti. Si fanno le domande.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, Presidente.
Presidente: Contesti, contesti.
P.M.: A me sembra che si possa andare avanti con molta più serenità di quello che vuole essere portato in quest'aula da qualcuno. Tutti sappiamo che su questi fatti il signore ha già deposto e che ha delle difficoltà a raccontare. La sua personalità sta venendo fuori, quindi ricordiamoci che è un imputato e quindi sarà più facile per tutti capirlo.
Avvocato Filastò: È vero che ha già deposto - avvocato Filastò, difensore di Vanni - tant'è vero che nei verbali delle indagini preliminari parla come un libro stampato questo signore.
P.M.: No.
Avvocato Filastò: No, accidenti.
P.M.: Neanche... 
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Legga il verbale del 6 marzo del '96. 
(voce fuori microfono)
Presidente: Va bene.
P.M.: Io non lo so, se crede si può andare avanti.
Presidente: Vada avanti, Pubblico Ministero, sennò non si arriva più.
P.M.: Volevo farle presente che, nel corso delle dichiarazioni rese il 26/04/96, lei dice: "Vanni e Pacciani mi raccontarono che per l'omicidio di Calenzano vi era con loro Giovanni e che dopo aver commesso l'omicidio si recarono nell'abitazione dello stesso, che abitava lì vicino, per lavarsi". È così che le dissero?
Giancarlo Lotti: No, ma ero per dillo, è stato interrotto.
Presidente: Va be', lo dica.
Giancarlo Lotti: Sì, sono andati a casa sua per lavarsi le mani.
P.M.: Ricorda questo racconto chi glielo fece?
Giancarlo Lotti: Loro due: Mario e Pietro.
P.M.: Bene. Senta una cosa, questa persona, Giovanni di Calenzano, le dissero poi se era presente in altri omicidi?
Giancarlo Lotti: Dopo. A uno di quelli di... come si chiama? Dell'85.
P.M.: Che omicidio, dove? Qual è quello del...
Giancarlo Lotti: Quello degli Scopeti.
P.M.: Cosa le dissero? Che c'era il Giovanni, in che senso?
Giancarlo Lotti: Mah, quello me lo disse quande... il giorno dopo che successe il fatto...
P.M.: Cosa le disse?
Giancarlo Lotti: Che doveva venire una persona e che era questa qui. Però me l'hanno spiegato loro.
P.M.: Quindi che doveva venire gliel'avranno detto il giorno prima?
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: Uhm.
Giancarlo Lotti: Però io quello lì non sapevo niente io.
Avvocato Filastò: Prima aveva detto il giorno dopo.
P.M.: Che doveva venire... Avvocato, mi scusi, se mi sta a interrompere allora si va poco lontano, eh.
Presidente: Va be', avanti.
P.M.: Ci vuole spiegare meglio? Vediamo se... Cosa le dissero di preciso su questa presenza del Giovanni a Scopeti? Come gliela raccontarono?
Giancarlo Lotti: Io avevo visto questa macchina, in questo punto qui.
P.M.: "In questo punto qui", scusi, lei l'ha già detto ma ce lo ridica. "In questo punto", esattamente dove?
Giancarlo Lotti: No, la macchina che era ferma, che ho visto quande, dopo partire io con la macchina.
P.M.: Sì, ce lo spieghi meglio. Ce lo spieghi meglio.
Giancarlo Lotti: Però io non sapevo mica che l'era questa persona. Me l'hanno detto il giorno dopo, non il giorno avanti.
P.M.: Bene.
Giancarlo Lotti: Il giorno dopo, dopo che gl'era successo quel fatto lì agli Scopeti.
P.M.: Bene. Cosa le hanno detto?
Giancarlo Lotti: Che gl'era un certo Giovanni di Calenzano.
P.M.: Che era lo stesso che aveva partecipato...
Giancarlo Lotti: Quello me l'hanno spiegato loro, io...
P.M.: Ma le hanno detto che era la stessa persona, il Giovanni buco di Calenzano?
Giancarlo Lotti: A me m'hanno detto così.
P.M.: Le hanno detto così. Gliel'ha detto...
Giancarlo Lotti: Se gl'è diverso, questo non lo so io.
P.M.: Gliel'ha detto Vanni, o gliel'ha detto Pacciani che c'era questa persona? Che era questa persona.
Giancarlo Lotti: Questo me l'ha detto Vanni a San Casciano.
P.M.: Gliel'ha detto il Vanni a San Casciano. E di questa macchina che c'era, ci vuole spiegare quando la vide, che macchina... in che punto era e quando l'ha vista esattamente?
Giancarlo Lotti: Quande... prima di partire lì dalla piazzola, venendo giù alla macchina mia. Comincio a mettere in modo...
P.M.: Dopo l'omicidio.
Giancarlo Lotti: Comincio a mettere in moto la macchina e vedo più in giù. Però non ho visto bene...
P.M.: Più in giù, nel senso più avanti?
Giancarlo Lotti: Più avanti, quasi in fondo alla discesa, con macchina ferma. Però mentre parto io e accendo le luce, la macchina si allontana. Sicché non fo a tempo di veder la targa o macchina i' che l'era.
P.M.: Andò avanti prima... andò via prima di lei?
Giancarlo Lotti: No, no, la macchina che era ferma l'andette via. Poi se 1'è ritornata dopo non lo so, questo...
P.M.: Quindi andò via prima che riuscisse a partire lei.
Giancarlo Lotti: Vedde che accesi i fari io. E io veddi, mentre accesi i fari e messi in moto, veddi questa macchina ferma, un po' distante.
P.M.: Ricorda che tipo di macchina era?
Giancarlo Lotti: Mah, di preciso non l'ho vista bene.
P.M.: Se era una macchina grossa, se era una macchina chiara, una macchina scura.
Giancarlo Lotti: Grossa l'era, però non son sicuro che macchina l'era.
P.M.: Grossa... di che colore?
Giancarlo Lotti: Al buio in quella maniera... scura, poi non posso decidere se l'era un altro colore.
P.M.: Lei vide se in questa macchina davanti a lei, che dice partì prima, c'erano una o più persone?
Giancarlo Lotti: Come fo a vedella. Alla guida bisogna ci sia uno per forza.
P.M.: Sì. Vide se c'era anche qualchedun altro?
Giancarlo Lotti: Per me una persona sola, poi...
P.M.: Lei la vide questa persona che guidava, la intravide? Non lo so.
Giancarlo Lotti: L'ho visto partire e basta, non intra... se c'era uno o più, questo non lo posso giudicare.
P.M.: Quando il Vanni e Pietro le raccontarono che quella sera c'era in quella macchina questo Giovanni, lei gli chiese se c'era una persona sola, o se c'erano più persone?
Giancarlo Lotti: Mah, questo non...
P.M.: Non glielo chiese. Questa macchina che partì quella sera, lei l'aveva mai vista prima?
Giancarlo Lotti: No.
P.M.: No. Senta signor Lotti, lei, nel corso dell'incidente probatorio, a questa domanda ha anche detto che c'era una macchina e c'era - lei lo dice quando fa questo racconto - un dottore. Ci vuole spiegare meglio a cosa riferisce?
Giancarlo Lotti: A me mi disse che gl'era un dottore, poi io non c'ho parlato con questa persona.
P.M.: Questo dottore...
Giancarlo Lotti: Verso la piazza di San Casciano, verso il piazzone.
P.M.: Ma non ha niente a che vedere, questo racconto, con la macchina di quella sera?
Giancarlo Lotti: No, no.
P.M.: È un'altra cosa.
Giancarlo Lotti: È un'altra cosa.
P.M.: Siccome, nel corso dell'incidente probatorio, lei introduce, quando io le faccio le domande. Allora questo dottore, con questa macchina che lei... Vanni le disse era un dottore, ci vuole spiegare meglio a che proposito e chi era questo dottore?
Giancarlo Lotti: Mah, io il nome e il cognome non lo so.
P.M.: No. Allora come mai Vanni parlò o le parlò di questo dottore? A proposito di che cosa?
Giancarlo Lotti: Gliel'ha detto quella persona che era in macchina che era un dottore.
P.M.: Sì. Io le chiedo: il Vanni le disse chi era e perché conosceva questo dottore?
Giancarlo Lotti: Mah, lo conosceva meglio quello di Mercatale, Pietro.
P.M.: Questo dottore lo conosceva meglio Pietro di Mercatale. Ma come mai loro - o Pacciani - conosceva questo dottore? Era legato, questo dottore, a questi delitti? O non c'entra nulla?
Giancarlo Lotti: Questo come fo a dillo.
P.M.: Loro cosa le hanno riferito?
Giancarlo Lotti: M'hanno detto che questo dottore andava da Mercatale, da Pietro, per prendere questa roba delle donne e basta.
P.M.: Si vuole spiegare meglio? Perché è una cosa un po' importante quella che sta dicendo. Ci faccia capire.
Giancarlo Lotti: Sì, gli andette a Mercatale, mentre si fermò lì. E poi andette verso Mercatale. Poi noi si proseguì e mi disse gl'era un dottore, così e così. Però il nome...
P.M.: Così e così... Va bene.
Giancarlo Lotti: Il nome e il cognome non me l'ha detto, insomma. 

giovedì 27 marzo 2014

Giancarlo Lotti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 27 novembre 1997 - Settima parte

Segue dalla sesta parte.

Presidente: Signor Lotti, quando ha bisogno di una sospensione me lo dice, va bene? ?
Giancarlo Lotti: Sì, sì.
Presidente: E se ha bisogno di bagnarsi un po' le labbra, vedo che c'è la bottiglia dietro, bere un bicchiere, questo lo può...
Giancarlo Lotti: Ho finito di mangiare gl'è poco, sicché...
Presidente: Come?
Giancarlo Lotti: ... sete ancora non credo...
Presidente: No, non è per la sete, è per bagnarsi le labbra.
Giancarlo Lotti: Ah, perché...
Presidente: Eh, delle volte può aver difficoltà.
Giancarlo Lotti: ... parlando di molto mi va via un po' la voce.
Presidente: Eh, appunto. Insomma... L'avvocato Bertini dov'è? (voce fuori microfono)
P.M.: Penso...
Presidente: Scusi, non ho capito. Dov'è l'avvocato Bertini?
(voce fuori microfono)
Presidente: Ma che è andato al ristorante, è andato fuori?
P.M.: Eh, è un'idea. (voce fuori microfono)
Presidente: Sì, ma è andato fuori, o sta qui nei paraggi?
(voce fuori microfono)
Presidente: E allora va bene, allora rientriamo e poi dopo...
P.M.: Avvertiamo noi, Presidente.
Presidente: ... appena arriva l'avvocato Bertini ci avvertite. Bene.

« DOPO LA SOSPENSIONE » 

Avvocato Bertini: Presidente, chiedo scusa, ma un piccolo impedimento... ho fatto una corsa.
Presidente: Va bene. Lotti lo potete far rientrare. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, Presidente, grazie.
Giancarlo Lotti: Scusi, posso fare una domanda?
P.M.: Una?
Giancarlo Lotti: No, una domanda al Presidente.
Presidente: Dipende. Mi dica.
Giancarlo Lotti: No, perché di molte volte mi...
Presidente: Mi?
Giancarlo Lotti: Non mi riesce di esprimermi bene sul parlare delle cose.
Presidente: Lei si esprima più chiaro possibile, con calma, usi pure le sue parola, basta faccia capire.
Giancarlo Lotti: Tante volte non mi riesce di...
Presidente: Prenda pure tempo quando ha difficoltà, usi le parole che sa, poi vediamo.
Giancarlo Lotti: Sì, va bene.
Presidente: Non deve aver timore di nulla.
Giancarlo Lotti: No, no, no.
Presidente: Bene. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente.
Presidente: Si ricordi che quando ha bisogno di acqua, c'è lì la bottiglia.
Giancarlo Lotti: Sì, sì.
Presidente: Bene.
P.M.: Signor Lotti, io vorrei passare a un altro tipo di domande... di circostanze, mi scusi. Lei è mai stato in vita sua a Calenzano? Ricorda di essere mai stato a Calenzano?
Giancarlo Lotti: Anni indietro sì, una volta.
P.M.: È stato... Ricorda in quale occasione e perché?
Giancarlo Lotti: Sono andato da un certo dottore che faceva i' vetrinaio.
P.M.: Faceva?
Giancarlo Lotti: I' vetrinaio di bestie.
P.M.: Di bestie.
Presidente: Il veterinario.
P.M.: Il veterinario.
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: E...
Giancarlo Lotti: No, c'andetti a prendere della roba per Mario Vanni.
P.M.: Per conto di Mario.
Giancarlo Lotti: ... poi io non ci sono più ritornato.
P.M.: C'è stato una volta sola. Ci vuole spiegare meglio, scusi:' da un veterinario per conto di Mario Vanni, cioè? Ci spieghi meglio.
Giancarlo Lotti: Sì, che doveva... prendere della roba, non mi ricordo se erano braciole o salsicce, questa roba qui.
P.M.: Della carne.
Giancarlo Lotti: Sì, della carne.
P.M.: Per conto di Vanni. E Vanni mandò lei.
Giancarlo Lotti: Sì, ma allora non avevo mezzi di nulla, andetti con la Sita.
P.M.: Andò con la Sita a Calenzano.
Giancarlo Lotti: Da Firenze andando là. Sicché questo gl'è un fatto di parecchi...
P.M.: Tanti anni fa, quando non aveva la macchina.
Giancarlo Lotti: No, non avevo...
P.M.: Non aveva nemmeno la patente ancora?
Giancarlo Lotti: No, allora no. Questo gl'è prima... Ah, scusi.
P.M.: Questo veterinario si ricorda come si chiamava?
Giancarlo Lotti: Non mi viene in mente di preciso.
P.M.: Non se lo ricorda.
Giancarlo Lotti: Dottore... Mi ricordo bene, dottor Bicchielli.
P.M.: Bicchielli. E stava a Calenzano?
Giancarlo Lotti: Abitava là.
P.M.: E come mai Mario lo conosceva? Lo sa lei perché lo conosceva?
Giancarlo Lotti: Lo conosceva perché di molte volte veniva a San Casciano per le bestie, a fare... così.
P.M.: Ah, era uno che da Calenzano veniva. . . Era di San Casciano e stava a Cale...
Giancarlo Lotti: Gl'è stato a San Casciano, poi gl'era andato a Calenzano, poi gl'è ritornato in qua.
P.M.: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Sicché gl'ha fatto un po' di coso.
P.M.: Quindi lavorava ai macelli?
Giancarlo Lotti: Sì, sì.
P.M.: E lei andò a prendere questa carne per conto di Mario ai macelli, o a casa di questo signore?
Giancarlo Lotti: No, andetti da questo dottor Bicchielli.
P.M.: A casa?
Giancarlo Lotti: Sì, lui faceva queste cose qui.
P.M.: Uhm. E Mario le indicò l'indirizzo?
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: Lei ricorda come ci andò, come lo trovò?
Giancarlo Lotti: Mah, andetti là e domandai, perché lui gl'era ai macelli, a domandare alle persone indo' gl'aveva il coso... indo' gli stava di casa.
P.M.: E lo trovò?
Giancarlo Lotti: E piano piano lo trovai.
P.M.: E prese questa...
Giancarlo Lotti: Questa roba che portai a Mario Vanni.
P.M.: E come mai andò lei e non andò Mario? Eravate in così rapporti che lei gli ci andava.
Giancarlo Lotti: Mah, lui doveva fare il lavoro, io ero libero quei giorni lì e allora andetti io.
P.M.: Mario lavorava invece. Mario Vanni. Senta, quindi lei dice c'è stata questa volta sola.
Giancarlo Lotti: Sì. Prendendo questa roba qui, roba... salsicce, non mi ricordo, o se 1'erano braciole.
P.M.: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Insomma, carne, roba così.
P.M.: Senta, lei, parlando invece degli omicidi, ha detto dell'omicidio di Calenzano, nel corso dell'incidente probatorio : "Io so solo cose raccontate, io non c'ero", è così?
Giancarlo Lotti: Sì, quello me l'hanno raccontato loro.
P.M.: Loro chi?
Giancarlo Lotti: Mario Vanni.
P.M.: Le hanno raccontato, o le ha raccontato Mario Vanni, o il Pacciani, se loro conoscevano qualcuno a Calenzano?
Giancarlo Lotti: Un certo Giovanni Faggi.
P.M.: Lo conoscevano loro.
Giancarlo Lotti: Come m'hanno riferito parlando, lo conoscevano bene, poi...
P.M.: E questa persona aveva partecipato all'omicidio?
Avvocato: (voce fuori microfono)
P.M.: La domanda.
Giancarlo Lotti: Come m'hanno spiegato loro.
Avvocato: Questa è la risposta.
Presidente: Che c'è?
P.M.: Avvocato, mi perdoni.
Avvocato: Mi scusi. Mi scusi, mi è scappato ma è così, è così. Questa è una contestazione, anche se non mi interessa, io la devo.
P.M.: Io non la capisco.
Presidente: Fate parlare, fate parlare. Scusi, Corsi cosa c'entra con Faggi?
Avvocato: No, è... Presidente.
(voce fuori microfono)
Presidente: Eh?
Avvocato: Questa è una risposta, non è la domanda. Se la vuol risentire, è così.
Presidente: Sentiamola, va.
P.M.: La domanda prima era se conosceva qualcuno. E ci ha detto...
Presidente: E lui ha detto Giovanni Faggi.
P.M.: La domanda era: questa persona, secondo il racconto, era coinvolta nell'omicidio?
Giancarlo Lotti: Quella perso... quella che ho detto innanzi.
P.M.: Questo Giovanni.
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: In che termini, cosa aveva fatto?
Giancarlo Lotti: No, doveva fare questo qui, però gl'erano insieme e lui gl'ha detto questo fatto qui di...
Presidente: Lui chi?
Giancarlo Lotti: Questo Giovanni Faggi.
P.M.: Gli ha detto che cosa?
Giancarlo Lotti: Che c'era questa coppia vicino lì, a Calenzano.
P.M.: Si vuole spiegare meglio? Cioè, gliela aveva indicata?
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: Ecco. Lei ha effettivamente delle difficoltà a esprimersi. Provi con parole sue, altrimenti può...
Presidente: Ma lei come l'ha sapute queste cose qui, Faggi... come si chiama, Lotti?
Giancarlo Lotti: Me l'hanno detto loro. Io...
Presidente: Loro. Loro... ma chi sono loro? Lo deve dire chi, nome e cognome.
Giancarlo Lotti: Mario Vanni e Pacciani.
Presidente: Le avevano detto queste cose qui?
Giancarlo Lotti: Io non l'ho mica dette io di mio, me l'hanno spiegato loro.
Presidente: Racconti un po' meglio come sono andati i fatti.
P.M.: Presidente, abbiamo tutti capito il modo di esprimersi di questo signore, quindi dobbiamo anche tener presente che, pur essendo imputato, è uno che viene qua e ci spiega...
Presidente: Sì, sì...
P.M.: Ovviamente il linguaggio è il suo. Noi, per evitare di fare domande particolari, siamo costretti a ottenere risposte di questo genere.
Presidente: Appunto.
P.M.: Però rendiamoci conto che la personalità di questo signore è questa, non possiamo pretendere che ce lo venga a dire in perfetto italiano.
Presidente: Però più chiaro... può essere più chiaro, più dettagliato?
P.M.: Noi ci proviamo.
Presidente: Bene.
P.M.: Vuole spiegarci meglio come lo conoscevano questo signor Faggi?
Giancarlo Lotti: Frequentava la parte lassù di San Casciano, l'hanno conosciuto così.
P.M.: Gliel'hanno detto loro?
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: Ecco. Era uno che veniva dalle parti di San Casciano. Sa che mestiere faceva? Loro gliel'hanno detto?
Giancarlo Lotti: Un certo rappresentante, m'hanno detto così.
P.M.: Era amico di entrambi, o più di uno o più di un altro? Se gliel'hanno detto.
Giancarlo Lotti: Mah, di tutti e due.
P.M.: Di tutti e due.
Giancarlo Lotti: Come m'hanno spiegato loro, preciso così, poi... Io non l'ho mai vista questa persona, non lo conosco nemmeno.
P.M.: Ho capito. L'ha vista... C'ha mai parlato, o l'ha vista da qualche parte?
Giancarlo Lotti: No, io questa persona non l'ho mai vista.
P.M.: Ho capito.

mercoledì 26 marzo 2014

Giancarlo Lotti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 27 novembre 1997 - Sesta parte

Segue dalla quinta parte

P.M.: Vorrei tornare al discorso della lettera, che lei dice la vide. Lei, nel corso delle indagini, al P.M. che glielo chiedeva, il 12/03/96 dice: "La vidi, ma potei leggere solo qualche parola. E il Vanni gli diceva che Pacciani lo minacciava di ammazzarlo se parlavo". Cioè, lei lesse qualche parola, in che senso? L'indirizzo, o dentro il contenuto della lettera?
Giancarlo Lotti: Mah, io veddi solamente l'indirizzo. Dentro non 1'ho guardata.
P.M.: Allora quando lei dice: "Vidi solo qualche parola", intende l'indirizzo, o ebbe modo di vedere anche qualche parola dello.. .
Giancarlo Lotti: No, l'indirizzo e basta. Però, a me non me l'ha fatta vedere. La lettera proprio no, dentro i' che c'era scritto.
P.M.: Il dentro non l'ha visto. Lei sa se questa lettera conteneva minacce solo a lui, Vanni, o anche a qualchedun altro?
Giancarlo Lotti: Mah, questo come fo a dillo? Non lo so.
P.M.: Non gli ha detto nulla il Vanni. Lei ricorda se il Vanni gli ha raccontato che Pacciani minacciava anche la moglie?
Giancarlo Lotti: Sì, questo me l'ha riferito, sì.
P.M.: E era la minaccia in quella lettera lì?
Giancarlo Lotti: Come m'ha riferito lui, sì. Come m'ha riferito Mario Vanni, sì.
P.M.: Vanni gli disse se questa lettera l'aveva fatta vedere alla moglie del...
Giancarlo Lotti: Questo come fo a...
P.M.: Non lo sa. Alla moglie del Pacciani intendo.
Giancarlo Lotti: Non posso mica interferire sulle cose sua.
P.M.: Lei sa se Vanni gli ha raccontato di aver fatto vedere la lettera alla moglie di Pacciani?
Giancarlo Lotti: No, questa lettera l'hanno mandata a Mercatale.
P.M.: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Però non l'ho portata io, l'ha portata un certo Renzo Nesi.
P.M.: La lettera fu poi portata alla moglie, come lei lo sa. Lei l'ha saputo dal Nesi, o dal Vanni?
Giancarlo Lotti: Sì, dal Vanni.
P.M.: Dal Vanni. E le disse, il Vanni, cosa aveva detto la moglie di Pacciani di questa lettera, o del fatto che gliel'avevano portata?
Giancarlo Lotti: Questo... la portonno, non lo so i' che gl'hanno detto. Questo non...
P.M.: Senta una cosa, lei ha mai avuto occasione di vedere Vanni e l'avvocato Corsi parlare fra sé in piazza?
Giancarlo Lotti: Sì. In un momento c'ero anch'io, in quel momento... E allora, parlavano così: di star calmo, di non aver paura, di lui, di Pietro, e basta.
P.M.: Lei era presente e parlavano quindi di queste minacce e di non aver paura...
Giancarlo Lotti: Per l'appunto ero lì vicino e ho sentito anch'io. E, allora...
P.M.: Ci spiega meglio cosa sentì? Lei è stato ricco di particolari, su questo. Ci vuole raccontare esattamente cosa sentì? Lei era vicino e parlavano l'avvocato Corsi e...
Giancarlo Lotti: No, parlavano sempre di questo fatto qui della lettera, dice di star calmo, che 'non ti succede nulla'.
P.M.: Chi è che diceva di star calmo?
Giancarlo Lotti: L'avvocato.
P.M.: Al...
Giancarlo Lotti: A Mario.
P.M.: A Mario. E l'avvocato si accorse che lei era presente?
Giancarlo Lotti: Ero lì vicino, s'era insieme.
P.M.: Ho capito. L'avvocato tranquillizzò anche lei?
Giancarlo Lotti: A me, le minacce venivano a lui, non so...
P.M.: Ma lei era presente quando l'avvocato Corsi tranquillizzava Vanni?
Giancarlo Lotti: Sì, ero insieme lì con loro. Per l'appunto ero insieme.
P.M.: Ho capito. E dopo queste parole con cui, se lei ha capito bene, l'avvocato Corsi tranquillizzava Vanni, Vanni era più tranquillo, o era sempre impaurito?
Giancarlo Lotti: No, a quel punto lì pareva impaurito.
P.M.: Pareva impaurito lo stesso.
Giancarlo Lotti: Per me. Poi se gli dice: 'stai tranquillo, non ti succede nulla'. Ma se uno gl'è impaurito, che fai?
P.M.: Ho capito. Quindi non si tranquillizzava. Io vorrei andare di nuovo al contenuto di questa lettera, visto o raccontato...
Presidente: Pubblico Ministero, Pubblico Ministero. Chiariamo un punto. A proposito di questo incontro Pacciani-Vanni...
P.M.: No Pacciani. Vanni-Corsi.
Presidente: Sì, giusto, Vanni-Corsi. Lapsus mio. L'avvocato Corsi avrebbe detto: 'stai tranquillo, stai calmo', eccetera. Ma ha fatto riferimento alla lettera, o diceva un discorso così, generico?
P.M.: Parlavano della lettera...
Giancarlo Lotti: Mah, sempre su quella lettera lì.
P.M.: Parlavano. Ho capito.
Giancarlo Lotti: Come ho sentito io, vicino, ero lì. Non so...
P.M.: Quindi era Vanni che diceva: ho paura perché questo mi minaccia, mi vuole ammazzare.
Giancarlo Lotti: Per questa cosa qui. Per questa...
P.M.: E il Corsi gli diceva: 'non ti preoccupare'.
Giancarlo Lotti: Dice: 'stai calmo, non ti succede nulla'.
P.M.: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Ero vicino io, ho sentito.
P.M.: E che lei ebbe modo di capire, o di vedere, quando avveniva questo colloquio il Vanni aveva la lettera in mano, o non ce l'aveva?
Giancarlo Lotti: No, in quel momento lì...
P.M.: In quel momento... Quindi è un momento diverso. Senta una cosa, lei dice che Vanni aveva paura che lo ammazzasse. Il Vanni gli ha mai spiegato meglio il contenuto di questa lettera? Cosa doveva fare perché non lo ammazzasse?
Giancarlo Lotti: Mah, io... Questo che m'ha detto lui gl'è così. Quello... e basta, non c'è altro. Non lo so.
P.M.: Lei però dice - le contesto e stimolo il suo ricordo su questo - dice: "Quando Pacciani era in carcere, Vanni aveva una grande paura" - interrogatorio 12/0 6/96 - "che succedesse qualcosa anche a lui, Vanni, e che Pacciani parlasse. Aveva paura di finire in carcere anche lui, Vanni. Lotti aggiunge che Vanni diceva sempre: 'se fo così, bene, sennò vado dentro anch'io'. E che lo stesso Vanni gli aveva spiegato che Pacciani voleva che facesse un omicidio per farlo uscire e che lo minacciava che altrimenti prima o poi lo avrebbe ammazzato; e che avendo paura di ciò era andato più di una volta dall'avvocato Corsi". È così?
Giancarlo Lotti: Quello che m'ha spiegato, è così.
P.M.: Ho capito, ma...
Presidente: Cioè, cosa? Cosa ha spiegato?
P.M.: È una minaccia piuttosto forte. Cioè, gli chiedeva di fare un omicidio?
Avvocato Zanobini: No, no, no.
P.M.: No, no. Sì, sì, scusi. Io ho letto...
Avvocato Zanobini: No.
P.M.: Io ho letto un verbale...
Avvocato Zanobini: Aspetti. Lo fa rispondere, per piacere?
P.M.: No, scusi. Calma un attimo, perché io ho letto un verbale e poi risponde.
Avvocato Zanobini: Può rispondere.
P.M.: Scusi un secondo: "no, no, no, no", lo dice dopo che ha risposto.
Avvocato Zanobini: Appunto, ma siccome continua...
P.M.: No, io continuo a leggere il verbale.
Presidente: Avvocato Zanobini, lasciamo stare. Lotti, spieghi un po' questo discorso.
Giancarlo Lotti: Quello delle minacce...
Presidente: Eh, quei discorsi che ha letto il Pubblico Ministero. Come sta la cosa?
Giancarlo Lotti: Sì. Come c'è scritto lì...
Avvocato Zanobini: No, no.
Presidente: Ce lo ripeta lei.
Giancarlo Lotti: Che lo minacciava, sennò lo faceva... lo ammazzava.
Presidente: Lo minacciava...
Giancarlo Lotti: No, sennò lo ammazzava... sul punto della lettera.
P.M.: Io le chiedo... Le ho contestato che lei ha riferito che nella lettera ci sarebbe stata una richiesta di Pacciani a Vanni di fare un omicidio. È così?
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: Lei ques. ..
Giancarlo Lotti: Ma questo fatto quando sarebbe?
P.M.: Non ne ho la più pallida idea io, l'ha detto lei.
Giancarlo Lotti: No, ma dico, sul delitto o altra cosa della lettera?
P.M.: Non lo so. 
(voci sovrapposte)
Presidente: No, sulla lettera, sulla lettera. Parliamo della lettera ora.
Avvocato Filastò: Il Pubblico Ministero interrogato dal Lotti. Ho detto bene?
Giancarlo Lotti: No, sennò poi...
P.M.: Lei ricorda questi discorsi quando glieli ha fatti? Innanzitutto se glieli ha fatti. Secondo, quando glieli ha fatti.
Giancarlo Lotti: Questo, come fo a ricordammi preciso quande.
Presidente: Ma gli ha fatto un discorso di questo tipo, riferendosi alla lettera? O gli ha fatto un discorso di quel tipo indipendentemente dalla lettera?
Giancarlo Lotti: Sì, indipendentemente dalla lettera.
Presidente: Eh, allora ci spieghi come. Cosa gli ha detto il Vanni.
Giancarlo Lotti: Che lo minacciava sul fatto della lettera, così.
Presidente: Quello, lo abbiamo capito.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Siccome lei dice, secondo il Pubblico Ministero, che avrebbe parlato anche di, diciamo di un ordine i dato dal Pacciani di ammazzare un'altra persona per farlo uscire dal carcere. È vero questo? E se è vero, in che termini è vero. Cosa sa di questo punto lei?
Giancarlo Lotti: Che doveva sortire una persona, ma lui doveva sortire?
Presidente: Lui, Pacciani.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: E il Vanni cosa doveva fare?
Giancarlo Lotti: Che doveva fare? Questo...
Presidente: Gli ha detto qualcosa il Vanni, o no? Lei ha riferito una versione al Pubblico Ministero, che l'ha letta ora il Pubblico Ministero.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Ecco. Noi gli chiediamo di spiegarci un po' meglio questa storia. Perché sembrava che fosse detto in quella lettera.
Giancarlo Lotti: Non mi ricordo di preciso quello che ho detto.
Presidente: Scusi, aspetti un po'. Sembrava che fosse detto in quella lettera di cui ha parlato. Ora dice: 'in quella lettera no'. Allora, cosa gli ha riferito il Vanni di questo, diciamo, desiderio del Pacciani dal carcere?
Giancarlo Lotti: No, riferiva che doveva sortire uno, una persona di dentro. Però non so chi doveva sortire: se doveva sortire Pietro, o no. Questo non riesco a' spiegare. Non lo spiego bene io.
P.M.: Sono...
Presidente: Non lo spiega bene no.
P.M.: No, non lo spiega per niente bene Lotti.
Presidente: Eh.
P.M.: È un discorso che è relativo a quella lettera, o è un discorso che non ha niente a che vedere con quella lettera?
Giancarlo Lotti: Per me c'ha a che vedere la lettera, compreso questo fatto.
P.M.: È nel discorso della lettera. Ho capito. E erano discorsi che le faceva Vanni e che lui, Vanni, aveva paura di essere ammazzato dal Pacciani se non faceva qualcosa.
Giancarlo Lotti: Sì, se non faceva qualcosa.
P.M.: Qualcosa era fare un omicidio.
Avvocato Filastò: Sì, ma insomma, ha già risposto tre volte no. Insomma, vogliamo far così, continuare in questo modo?
Presidente: Va bene, va bene.
Avvocato Filastò: Anche al dibattimento. E' uno spettacolo indecoroso.
Presidente: No, no, avvocato, per nulla indecoroso. Questo è un giudizio suo. Giudizio molto sommario e irriverente anche.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: No, no...
Avvocato Filastò: Si sta continuando in questo mo... Non si può interrogare...
Presidente: Niente. Stiamo chiarendo un episodio. Stiamo chiarendo l'episodio. E allora!
Avvocato Filastò: Sì, sì, certo. Va bene, Presidente.
Presidente: Eh. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Vorrei passare a un altro argomento.
Avvocato Filastò: Questo pover'uomo sta dicendo delle cose pianamente, lasciamolo parlare lui.
Presidente: Infatti, sta parlando.
Avvocato Filastò: E forse arriveremo a qualche cosa.
Presidente: Sta parlando.
Avvocato Filastò: E' anche una brava persona a vederlo.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
Avvocato Filastò: Fa pena, fa compassione.
P.M.: Avvocato, per cortesia.
Giancarlo Lotti: No, non fo compassione.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente.
Presidente: Lotti, quando è stanco me lo dice. 
Giancarlo Lotti: Come?
Presidente: Se ha bisogno di un po' di riposo me lo dice.
P.M.: Forse, dato che passiamo ad altri argomenti, glielo chiedo io.
Presidente: Allora sospendiamo a questo punto mezzora.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: E poi riprendiamo alle tre.
P.M.: Bene.
Presidente: Alle ore 15.00.
Segue...

martedì 25 marzo 2014

Giancarlo Lotti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 27 novembre 1997 - Quinta parte

Segue dalla quarta parte. 

P.M.: Vorrei passare a un altro argomento, di cui non abbiamo parlato approfonditamente nel corso dell'incidente probatorio. Io non gliel'ho chiesto e invece, nel corso delle indagini, ne ha parlato. E è l'argomento della lettera di minacce - della lettera, mi scusi, lei ha detto di minacce nel corso dell'incidente probatorio, quindi io ho già anticipato questo - che il Vanni ha ricevuto da Pacciani. Io le chiedo: lei sa il motivo... Anzi, sa se a seguito di queste minacce Vanni aveva paura, era impaurito?
Giancarlo Lotti: Su questo fatto sì.
P.M.: Aveva paura.
Giancarlo Lotti: A vederlo anche di faccia, si vedeva che un po' di paura, su questa lettera...
P.M.: Aveva un po' di paura. Lei ha mai avuto occasione di vedere, dopo la scarcerazione di Pacciani, il Vanni in piazza che vedeva Pacciani?
Giancarlo Lotti: Sì, li ho visti una volta. A sedere, dove c'è una specie di... come si chiama? Che c'è dei fiori, c'è una pianta, non lo so.
P.M.: E si misero a parlare, o il Vanni tenne un. . .
Giancarlo Lotti: No, no. Lo vedde, da principio rimase un po'... non tanto contento. Insomma rimase un po' come perso, come dire... E lo vedde sedere in questa cosa, in queste cassette che c'è dei fiori.
P.M.: La panchina con una cassetta?
Giancarlo Lotti: No, son tutte le cassette grande, che mettano quando fanno il mercato. Cassette grandi così.
P.M.: In piazza a San Casciano.
Giancarlo Lotti: Sempre nella parte del piazzone.
P.M.: Lei con chi era quel giorno?
Giancarlo Lotti: Io ero con lui.
P.M.: Con lui chi?
Giancarlo Lotti: Con Mario. Mario Vanni.
P.M.: E vedeste Pacciani.
Giancarlo Lotti: E vedde lui Pietro.
P.M.: Era giorno, era sera?
Giancarlo Lotti: No, era giorno, giorno.
P.M.: Uhm. E cosa successe?
Giancarlo Lotti: Nulla perché non ci andette là, perché disse: 'non ci vado là io'.
P.M.: Come mai? Le sembrò che avesse paura, o spiegò il perché...
Giancarlo Lotti: Come veddi io, gl'aveva paura.
P.M.: Fece finta di non vederlo, si allontanò? O...
Giancarlo Lotti: No, perché lui gl'era distante. Noi s'era indo' mettano i fogli delle votazioni. C'è un cartello a posta al bar, dalla parte di qua.
P.M.: Al muro.
Giancarlo Lotti: Noi s'andava in su a piedi e vedde questa persona. Io non l'avevo nemmeno visto che l'era Pietro.
P.M.: Da lontano.
Giancarlo Lotti: Sì, ma gl'era distante quanto in fondo all'aula qui, non era di molto distante. E allora lì vedde lui e disse: 'si torna indietro?' 'Mah, scusa i' che ti fa? Che hai paura di lui, ci sono io'. Insomma, non c'è stato verso, non c'è andato, non c'è passato da quella strada.
P.M.: Non ci volle passare.
Giancarlo Lotti: No.
P.M.: E cosa faceste?
Giancarlo Lotti: Eh, si ritornò Verso la piazza.
P.M.: Il Pacciani vi vide, o non lo sa se vi vide?
Giancarlo Lotti: Non lo so, l'avrà visto di certo.
P.M.: Vi venne incontro?
Giancarlo Lotti: No, no, gl'era a sedere lì. Però non so se gl'era venuto a prendere della roba a San Casciano. Questo io...
P.M.: Le ha mai parlato, il Vanni, di aver ricevuto telefonate dal Pacciani?
Giancarlo Lotti: Due telefonate mute e una minacciosa.
P.M.: È molto preciso. Come mai le ricorda così bene? Gliel'ha raccontate...
Giancarlo Lotti: No, perché me l'ha dette precise lui. L'ha dette lui, sicché. Io dico quello che m'ha detto.
P.M.: Certo. Una minacciosa, in che senso?
Giancarlo Lotti: Sarà stata per via della lettera. Questo...
P.M.: E che minaccia gli faceva?
Giancarlo Lotti: Gli diceva che... di star zitto sennò gli faceva... insomma...
P.M.: Di star zitto?
Giancarlo Lotti: Minacce che lo ammazzava.
P.M.: Minacciava di ammazzarlo e di stare zitto.
Giancarlo Lotti: Questo io non me la spiego...
P.M.: Così disse Vanni. Lei ricorda, sa collocare nel tempo, sa quando avvenne questa telefonata di minacce, o non lo ricorda?
Giancarlo Lotti: L'anno...
P.M.: Era stato scarcerato il Pacciani, ha detto?
Giancarlo Lotti: No, ma io a quell'epo... credo gl'era dentro, credo.
P.M.: Allora la telefonata sarebbe arrivata mentre Pacciani era in carcere.
Giancarlo Lotti: Non lo so...
P.M.: Così le hanno...
Giancarlo Lotti: Non so se si possono fare le telefonate. Quello non lo so io.
P.M.: Il racconto che lo ricorda lei... Possono, hanno il permesso di farlo, certo.
Giancarlo Lotti: Questo io non lo so.
P.M.: Quando i parenti non vanno, si può convertire il diritto di colloquio con la telefonata. Senta ancora una cosa, e della lettera di minacce di cui ha parlato nell'incidente probatorio - io le vorrei chiedere...
Giancarlo Lotti: Ma sempre di quella lettera per via delle minacce no?
P.M.: Sì.
Giancarlo Lotti: Sì, ho capito.
P.M.: Non so se c'è altre lettere. Io le chiedo di quella lettera di cui lei ha parlato nell'incidente...
Giancarlo Lotti: Io so di quella lettera lì.
P.M.: Ecco, lei ricorda...
Giancarlo Lotti: Poi di altre non lo so.
P.M.: Va be'. Parliamo di quella, perché a me interessa quella. Lei, ci vuole spiegare meglio, questa lettera se gliene ha parlato Mario, l'ha vista, sa se Mario ne ha parlato con qualcuno? Lei, su questi argomenti, è stato molto diffuso, nel corso delle indagini ha spiegato molte cose. Vuole rispiegarcele oggi?
Giancarlo Lotti: Sì, questa lettera io l'ho vista io, però io non l'ho letta a dire la verità.
P.M.: Non l'ha letta.
Giancarlo Lotti: No. Me l'ha fatta vedere così, e poi... Dice: 'indo' devo andare per farla guardare per...'
P.M.: Gli ha spiegato che tipo di minacce erano?
Giancarlo Lotti: Questo non me l'ha detto.
P.M.: Le ha detto che era di Pacciani?
Giancarlo Lotti: Sì, quello ho detto dianzi, le minacce... della telefonata che lo ammazzava. Non lo so pe i' che, questo non l'ho capito.
P.M.: Senta un po', in questa lettera di minacce che doveva ammazzarlo, le disse che era di Pietro Pacciani questa lettera?
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: E lei cosa ha visto? La busta, l'indirizzo?
Giancarlo Lotti: No, io ho visto la busta e basta, ma non ho m'ha fatto vedere altro.
P.M.: Quando gliel'ha fatta vedere dove eravate?
Giancarlo Lotti: Al principio lì, per andare in piazza.
P.M.: Eravate sempre lì, insomma, in piazza di San Casciano, a piazza dell'Orologio?
Giancarlo Lotti: Sì, insomma, sempre...
P.M.: Vi incontravate lì, insomma.
Giancarlo Lotti: Al principio del piazzone, andando in su verso la piazza.
P.M.: E cosa le disse? Cosa ne avrebbe fatto di questa lettera? Aveva paura?
Giancarlo Lotti: Sì, paura... A quel punto lì disse: 'indo' la devo portare?' 'Mah, portala a una persona che se ne intende un pochino... che si intende di questi affare qui', non lo so io.
P.M.: Lo consigliò lei, o ci voleva andare già da solo?
Giancarlo Lotti: No, io gli consigliai così, poi c'è andato da sé, io non ci sono andato.
P.M.: Anda... Cosa le consigliò e dove è andato?
Giancarlo Lotti: Lui gl'è andato... No, dai Carabinieri non c'è andato, perché l'ho visto andare in su, verso la parte indo' c'è l'avvocato.
P.M.: L'avvocato chi?
Giancarlo Lotti: L'avvocato Corsi. Poi se c'è andato, questo non sono sicuro io.
P.M.: Corsi, bene. Gli ha raccontato poi che era andato o meno, dall'avvocato Corsi?
Avvocato Zanobini: No, no, la domanda, la domanda. 
P.M.: Gli ha raccontato se era andato o no dall'avvocato Corsi?
Giancarlo Lotti: Sì, me lo disse gl'era andato. 
P.M.: Quindi lei non ha visto andarcelo, ma gliel'ha detto lui.
Giancarlo Lotti: Me l'ha detto lui, io come fo... Che vo a dire: 'dimmi dove sei andato?' Io non...
P.M.: Gliel'ha raccontato lui dopo. E le chiedo ancora una cosa: sa, le ha riferito il Vanni cosa l'avvocato Corsi gli aveva detto?
Giancarlo Lotti: Gli aveva detto di stare tranquillo, però lui gl'era sempre impaurito.
P.M.: Nonostante il fatto che gli avesse detto di star tranquillo, era impaurito.
Giancarlo Lotti: Su questa lettera...
P.M.: Lei, l'avvocato Corsi, lo conosce?
Giancarlo Lotti: Lo conosco, però non còme Mario. Mario lo conosce molto meglio di me. Sicché gli andavano fuori a mangiare, a fare le cene.
P.M.: Lei è stato anche a far cene con l'avvocato...
Giancarlo Lotti: Qualche volta ci sono stato. Non parecchie volte, eh.
P.M.: Mario, invece, Vanni lo conosce meglio, 1'avvocato?
Giancarlo Lotti: No... Vanni c'è stato diverse volte. Io non ci andavo...
P.M.: Andava a cena, o andava a...
Giancarlo Lotti: No, c'andava anche a cena insieme.
P.M.: Anche a cena. Qualche volta c'è andato anche lei?
Giancarlo Lotti: Qualche volta sono andato anch'io.
P.M.: C'era anche Mario?
Giancarlo Lotti: Sì, c'eran quasi tutti quelli di San Casciano.
P.M.: Cioè...
Giancarlo Lotti: Insomma, quelli che conosceva l'avvocato, non è che...
P.M.: Ho capito. Senta ancora una cosa, lei ha' mai avuto l'opportunità di chiedere prestazioni di lavoro da parte dell'avvocato? Gli ha mai chiesto...
Giancarlo Lotti: Di lavorare per me?
P.M.: Sì.
Giancarlo Lotti: No, a me no.
P.M.: Ha mai avuto motivo di andare dall'avvocato, cause, incidenti?
Giancarlo Lotti: Io c'ho avuto un incidente con un 124 celeste.
P.M.: E andò dall'avvocato Corsi?
Giancarlo Lotti: Mi dissero: 'vai dall'avvocato', gli è un avvocato...
P.M.: Lei c'è andato?
Giancarlo Lotti: C'andetti e risortii... Insomma, presi più che costava la macchina.
P.M.: Quindi le risolse il suo problema. Ho capito.
Giancarlo Lotti: Mah, la macchina che mi picchionno era una macchina straniera, sicché. Si fa tutte le pratiche e ogni cosa, ci voleva del tempo. Insomma, ce la feci a prendere i soldi.
P.M.: Quindi, l'avvocato Corsi...
Giancarlo Lotti: Presi di più di quello che costava la macchina.
P.M.: Benissimo. Lei ricorda se questo episodio, in cui lei andò dall'avvocato Corsi, era antecedente della lettera a Vanni?
Giancarlo Lotti: Questo come fo a ricordammi?
P.M.: Non se lo ricorda. 
Giancarlo Lotti: No.
P.M.: A che macchina era l'incidente? Guardiamo se si risale...
Giancarlo Lotti: La mia?
P.M.: Sì. Qual era la sua
Giancarlo Lotti: Un 124 celeste.
P.M.: Ho capito. Ci risaliamo da quello. Senta ancora una cosa...
Giancarlo Lotti: La targa ora di preciso non...
P.M.: No, no, la targa non importa. Se se la ricorda meglio.
Giancarlo Lotti: E42... però non mi ricordo... proprio in fondo no. Ne ho cambiate tante, sicché come fo a ricordammi di tutte.
P.M.: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Tutte macchine vecchie, sicché non è che... 

lunedì 24 marzo 2014

Giancarlo Lotti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 27 novembre 1997 - Quarta parte

Segue dalla terza parte.

P.M.: Le ha mai raccontato il Vanni se loro, prima di uccidere le coppie, le seguivano? Se erano abituati a andare a vederle prima di decidere di andarle a uccidere?
Giancarlo Lotti: Questo sì.
P.M.: Come le ha raccontato, lo ricorda?
Giancarlo Lotti: Sì, andavano a vede... prima di fare il coso.
P.M.: Erano abituati a seguirle.
Giancarlo Lotti: No, semmai andava a fare... come si chiama?
P.M.: I sopralluoghi.
Giancarlo Lotti: Sì, ecco.
P.M.: Sopralluoghi, è questa la parola. E andavano lui e Pietro. Così le ha detto Vanni?
Presidente: Parli, parli.
Avvocato Filastò: Lasciamo parlare lui, però, Pubblico Ministero. 'L'ha detto Pietro', 'sopralluoghi', insomma praticamente...
Presidente: Infatti.
P.M.: Boh, tutto sommato...
Presidente: Lotti, su.
P.M.: Ricorda questi episodi come le ha raccontato il Vanni?
Giancarlo Lotti: Sì. Andavano, come si chiama? A vedere, non so, un nome che non mi viene in mente ora...
P.M.: Va be', allora, cosa facevano, al di là del nome, sennò...
Giancarlo Lotti: Come vedere le coppie così...
P.M.: Nei giorni prima.
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: Ho capito. Quando poi decidevano d'ammazzarle o le andavano a vedere in genere, facevano i guardoni?
Giancarlo Lotti: Hanno fatto i guardoni, certo.
P.M.: Senta una cosa, un altro argomento di cui lei... io non le ho fatto queste domande nel corso dell'incidente probatorio, gliele faccio ora. Le ha raccontato il Vanni come si procuravano i proiettili per questi delitti?
Giancarlo Lotti: Per la pistola?
P.M.: Sì.
Giancarlo Lotti: Mah, c'era uno di San Casciano, 'un mi ricordo il nome come si chiama, un certo...
P.M.: Cosa faceva di mestiere questa persona?
Giancarlo Lotti: Era un carabiniere.
P.M.: Lo dica apertamente, tanto l'ha già detto, poi io glielo contesto, non deve avere... eh.
Giancarlo Lotti: No, no.
P.M.: Era un carabiniere. Il nome non se lo ricorda, vediamo.
Giancarlo Lotti: Che gli procuravano questi proiettili.
P.M.: Questo gliel'ha detto Vanni o glielo ha detto anche il Pacciani?
Giancarlo Lotti: No, l'ha detto Vanni e Pacciani.
P.M.: Gliel'hanno detto entrambi, che c'era un carabiniere... della stazione di San Casciano o di un altro posto?
Giancarlo Lotti: Loro mi dissero così, che si servivano... che li serviva lui. M'hanno detto, poi io...
P.M.: Così le hanno detto. Lei questa persona, questo carabiniere l'ha mai visto?
Giancarlo Lotti: No, io l'ho visto di vista, 'un è che lo conoscessi tanto bene...
P.M.: Lei lo conosceva o no?
Giancarlo Lotti: Faceva servizio qui a San Casciano.
P.M.: Era un carabiniere di San Casciano. Ricorda se era un graduato, se era un appuntato?
Giancarlo Lotti: Questo come fo a dillo?
P.M.: Lei in fotografia l'ha riconosciuto. Ricorda che fece questo riconoscimento...
Giancarlo Lotti: Se era appuntato, se era coso, questo non so...
P.M.: Lei questa persona, questo carabiniere ricorda, geograficamente, se era toscano... per l'appunto mi è venuto il nome... se era delle nostre parti o se era...
Giancarlo Lotti: Mah, delle nostre parti...
Avvocato Filastò: Il Pubblico Ministero ... questa... Perché...
P.M.: Io gli sto chiedendo se era...
Avvocato Filastò: Ma lei ha detto: 'toscano', Pubblico Ministero.
P.M.: ... delle nostre parti o no.
Avvocato Filastò: Se era toscano... 
(voci sovrapposte)
P.M.: Avvocato, ha fatto un riconoscimento fotografico.
Presidente: Non c'è da drammatizzare.
P.M.: Ha fatto un riconoscimento fotografico.
Avvocato Filastò: Io non so... La Corte non sa che cosa abbia fatto il signor Lotti fino ad ora. Bisogna partire...
Presidente: Stiamo sentendo, stiamo sentendo.
Avvocato Filastò: Ecco, questa è la prova che si sta formando al dibattimento. Così m'hanno insegnato e vuole il Codice di procedura penale...
P.M.: Anche a me, avvocato. Ce l'hanno insegnato a entrambi.
Giancarlo Lotti: Allora, devo parlare o sta' zitto, 'un lo so io.
Presidente: No, no, deve parlare e molto. Va be', stia calmo, stia calmo, signor Lotti.
Giancarlo Lotti: Perché 'un lo so, eh.
P.M.: Stia calmo, signor Lotti.
Giancarlo Lotti: No, aspetti...
P.M.: Ho sbagliato io nel formularle la domanda.
Presidente: Va bene, stia calmo.
Giancarlo Lotti: No, so' calmo io, so' calmo.
P.M.: Ho sbagliato io.
Giancarlo Lotti: Che il nome è Toscano, poi se è toscano...
P.M.: Oh, molto chiaro, ho sbagliato io a formula...
Giancarlo Lotti: Se era siciliano no, perché la parlata mi pareva un po' diversa da quella toscana, poi...
P.M.: Perfetto.
Giancarlo Lotti: 'Un posso dire se è siciliano o napoletano. Questo...
P.M.: Ha superato tutta l'impasse, visto ci siamo accalorati per niente. Lei ricorda se questo carabiniere, che ora lei s'è ricordato si chiamava Toscano, indipendentemente dalla sua provenienza geografica. ..
Giancarlo Lotti: Lo chiamavano Toscano, poi, questo...
P.M.: Non lo sa. Se questo carabiniere sapeva che i proiettili servivano per fare gli omicidi, gliel'ha detto Mario?
Giancarlo Lotti: Mah, li serviva lui, poi non lo so se li serviva per queste cose qui.
P.M.: Sì, mi scusi...
Giancarlo Lotti: Sì, sì.
P.M.: Quando Mario le diceva: 'ce li da', Mario le diceva che questo signore era al corrente che poi li adoperavano per fare gli omicidi?
Giancarlo Lotti: Sarà stato al corrente di certo. Io non posso
P.M.: Sarà stato di certo, o gliel'ha detto Mario?
Giancarlo Lotti: Sì, me l'ha spiegato Mario.
P.M.: Mario le ha spiegato così?
Presidente: Cosa le ha spiegato?
P.M.: Cosa le ha spiegato? Dice il Presidente.
Giancarlo Lotti: No, mi ha spiegato di queste cose che faceva sempre a lui, a questo Toscano.
P.M.: E questo Toscano sapeva a cosa servivano quei proiettili? Secondo il racconto di Mario.
Giancarlo Lotti: Mah, questo a me non me l'ha detto, questo fatto.
P.M.: Dunque, lei dice...
Giancarlo Lotti: Sì, può darsi abbia detto qualche cosa, ora non me ne ricordo bene.
P.M.: Allora, lei dice: "Ho saputo, direttamente dal Vanni, che le munizioni".- siamo all'interrogatorio del 12/03/96 - "che le munizioni per la pistola venivano fornite al Pacciani da un amico e che il Vanni, insistendo, gli aveva riferito che l'amico era l'appuntato dei Carabinieri Toscano, l'appuntato Toscano. Fornendo le munizioni era al corrente dell'uso che ne veniva fatto, così mi diceva il Vanni".
Giancarlo Lotti: Sì, per l'uso... per quello che dovevano fare, per gli omicidi.
P.M.: Ho capito. Ha mai vis... Lei ha mai parlato con questo carabiniere Toscano? Lei...
Giancarlo Lotti: No, veniva al bar. Ma io non c'avevo nemmen tanta...
P.M.: L'ha visto parlare col Vanni?
Giancarlo Lotti: Mah... no, io non l'ho visto parlare.
P.M.: Non l'ha visto mai, o non si ricorda? Le contesto che lei dice, dichiarazioni al P.M. 23/03/96: "A me il Vanni disse che i proiettili il Toscano glieli aveva dati prima dell'omicidio di Vicchio. Il Vanni mi disse che gli forniva i proiettili quando c'erano omicidi da fare". E aggiunge: "Ho visto Vanni a volte parlare con il Toscano in piazza". È così?
Giancarlo Lotti: Sì, però io non c'ero lì, ero verso il bar.
P.M.: Allora, lei era lontano e ha visto questo appuntato dei Carabinieri...
Giancarlo Lotti: I' che dicevano fra sé, questo io non...
P.M.: ... che parlavano fra sé.
Giancarlo Lotti: Non è che...
P.M.: La mia domanda era: se li ha visti mai parlare fra sé.
Giancarlo Lotti: Sì, sì. Io li ho visti parlare, però io non c'ero lì vicino.
P.M.: Cosa dicevano non lo sa. Ha mai visto il Toscano parlare con il Pietro Pacciani?
Giancarlo Lotti: Mah, io non ho visto, no.
P.M.: No.
Presidente: Voce, voce.
Giancarlo Lotti: Sì, sì, mi scusi eh, Presidente.
Presidente: Ha detto di no comunque.
P.M.: Senta... Sì, sì. Lei sa, da quello che le ha raccontato Mario Vanni, che i proiettili venivano dati a Mario e poi Mario li portava a Pacciani? O se era un contatto diretto Toscano...
Giancarlo Lotti: Gli erano contatti fra lui e Mercatale, quello di Mercatale.
P.M.: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Come... gl'è spiegato così.
P.M.: E quello di Mercatale, cioè sarebbe Pacciani?
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: Ma lei questi contatti li ha visti personalmente, o li ha sentiti raccontare solo da Vanni?
Giancarlo Lotti: No, allora... Io non ho visto nessun dei due, di quelli. Né Toscano, né il coso.
P.M.: L'ha sentito raccontare da Vanni, questo?
Giancarlo Lotti: Sì, che gl'aveva cosato... gl'aveva dato questi cosi.
P.M.: I proiettili. L'ha sentito parlare in più occasioni, più volte? j
Giancarlo Lotti: No, più occasioni no.
P.M.: Ho capito. Lei dice, il 12/03/96: "Mario mi disse che il Toscano dava i proiettili a lui - Vanni - e che poi li faceva avere a Pietro, perché non stava a San Casciano, come invece abitavano Toscano e Vanni. Io, Toscano, lo conoscevo di vista, ma non ci parlavo". È così?
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Cioè, come? Vanni... I proiettili li riceveva il Vanni e poi lui li passava al Pacciani?
Giancarlo Lotti: Sì, è così. Mo, forse mi sono...
P.M.: E così come ha detto...
Giancarlo Lotti: Mi sono un pochino cosato io, da me.
P.M.: Al di là del "cosato", è come ha detto ora?
Giancarlo Lotti: Di...
P.M.: Lo dica lei.
Giancarlo Lotti: Sì, sì, sì.
Presidente: Ma no "sì". Ci dica come è avvenuto, cosa gli ha detto il Vanni. Siccome lei parla di discorsi fatti dal Vanni.
Giancarlo Lotti: Mi spiego per bene io, semmai.
Presidente: Spieghi per bene.
P.M.: Provi a spiegare meglio ancora.
Giancarlo Lotti: Lui... Vanni, insomma li recapitava a lui e poi gl'andava direttamente a Mercatale.
P.M.: Li recapitava, cioè li dava a Vanni.
Giancarlo Lotti: Sì.
P.M.: E poi Vanni li portava a Mercatale.
Giancarlo Lotti: Forse innanzi non mi sono spiegato bene io, sul fatto...
P.M.: Comunque queste sono cose che lei non ha mai visto. Sono racconti che gli ha fatto Vanni. È così?
Giancarlo Lotti: Sì, sì.
P.M.: Sono racconti che gli ha fatto anche Pacciani che... L'ha sentito dire anche da Pacciani che i proiettili li dava...
Giancarlo Lotti: Pacciani lo vedevo meno perché lui gli sta un po' distante, non è che...
P.M.: Ma al di là di vederlo, il Pacciani le ha mai detto personalmente che i proiettili li dava al Toscano? O l'ha saputo solo da Vanni?
Giancarlo Lotti: Sì, da Vanni e basta.
P.M.: Da Vanni e basta. Ha sempre detto così.