mercoledì 6 novembre 2013

Alessandra Bartalesi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 14 luglio 1997 - Prima parte



Presidente: Chi altro c'è?
P.M.: Bartalesi Alessandra, Presidente.
Presidente: Venga qui, venga. Signorina, senta, signorina...
A.B.: Sì.
Presidente: Qui. Vuole essere ripresa dalle telecamere, o no?
A.B.: No, possibilmente no.
Presidente: No. Allora, niente telecamere, per cortesia. Dov'è nata lei?
A.B.: A Xxxxx.
Presidente: Dove risiede?
A.B.: A Xxxxxxx. 
Segr. d'udienza: (voce fuori microfono)
A.B.: XX/XX/XX
Segr. d'udienza: Vuol leggere questa formula?
A.B.: Sì. "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza."
Presidente: Senta, lei è nipote del signor Vanni, vero?
A.B.: Sì.
Presidente: Lei, per legge, può anche non deporre. Vuole rendere la sua dichiarazione oggi davanti alla Corte, o no?
A.B.: Sì, sì.
Presidente: Va bene. Allora, prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Signorina, che lavoro fa lei? Lavora?
A.B.: Sì, sono in un magazzino a Sambuca Val di Pesa, terminale.
P.M.: Cioè lavora ai terminali?
A.B.: Sì.
P.M.: Da quanto tempo?
A.B.: Dall'89.
P.M.: Senta, lei conosce Lotti Giancarlo?
A.B.: Sì.
P.M.: Da quando? 
A.B.: Me lo presentò mio zio Mario nel luglio del '95. 
P.M.: Ricorda come avvenne questa presentazione?
A.B.: Sì. Io ero andata nella piazza del paese, San Casciano, e trovai per caso mio zio davanti ad un bar. Era con questo Giancarlo. Gli disse: 'questa è la mi' nipote. Vieni, ti presento un amico. Questo è Garibaldi'. Lui lo chiamava così, per soprannome. Insomma, cominciò questa amicizia, 'amicizia', insomma, si usciva insieme così...
P.M.: Uscivate insieme con Lotti?
A.B.: Sì, io, lui e mio zio; oppure a volte io e lui e basta.
P.M.: Lei e Lotti e basta?
A.B.: Sì. Così, sembrava una persona tanto... insomma, capiva tutto, ecco, tanto brava forse troppo.  
P.M.: Senta andiamo un attimo per ordine. Invece, prima di questa presentazione come dice lei all'estate del '95, che rapporti c'erano con suo zio, innanzitutto? Vi vedevate tutti i giorni o iniziò in quel periodo?
A.B.: No, si cominciò allora. Perché ci si vedeva molto di rado.
P.M.: Prima?
A.B.: Sì, anche una volta all'anno, radi, così.
P.M.: Come mai improvvisamente nel '95 è nata questa frequentazione così assidua con suo zio e poi con il Lotti?
A.B.: Sì, perché da parte mia, perché vedevo che mio zio, quando lo vedevo fuori era sempre ubriaco, beveva, perché non aveva considerazione da nessuno.
P.M.: Non lo considerava nessuno in paese?
A.B.: No. Sì, perché era sempre ubriaco, non sapeva quello che diceva a volte. E invece io dissi probabilmente l'è proprio per colpa di questa figliola che gli era morto, la bambina. Da piccolina.
P.M.: Quando gli era morta la bambina?
A.B.: La bambina gli nacque nel '64.
P.M.: Mi scusi fra il '64 e il '95 ci sono 30 anni.
A.B.: Sì, ma gli era morta... sto cercando di fare il conto: a sei anni. Sicché morì nel '70.
P.M.: Come mai lei si motiva così con suo zio solo nel '95 quando ha detto ora che lo vedeva solo una volta l'anno prima?
A.B.: Sì, perché prima quando lo vedevo era normale, una persona normale. Invece l'ho ritrovato nel '95, era sempre ubriaco, da bere di qua e di là.
P.M.: Le spiegò suo zio, lei cercò di capire perché era così ubriaco nel '95 e prima no?
A.B.: No, che lui m'abbia spiegato, no. Però io cioè penso di aver capito che l'era proprio questa persona che gli mancava vicino.
P.M.: Ho capito. Però lei, signorina, di questo fatto, di questa che era la persona vicino, lo dice oggi per la prima volta. Come mai non l'ha detto prima? Lei ha spiegato che voleva aiutarlo - poi vedremo come e glielo contesterò - oggi introduce questo fatto della bambina. Lei non l'ha mai detto.
A.B.: No, questa è una cosa che ho pensato io. Cioè...
P.M.: Ecco. Però, capisce che era 30 anni o 20, quel che è, e quindi...
A.B.: Insomma, avendo una persona vicina ora, a distanza di tanto tempo lui poteva pensare: avessi avuto una bambina gli potrei essere stato vicino così...
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, lei ci ha detto: le presentò il Lotti e cominciaste a uscire. Ci vuol spiegare in cosa consistevano queste uscite e quanto sono durate e in che periodo?
A.B.: Sì, dal luglio del '95 a agosto praticamente. Tutto agosto sempre del '95, che andavamo la sera a mangiare una pizza a qualche festa, da qualche parte, così, in qua e in là...
P.M.: Quindi...
A.B.: ... quel giorno mi trovavo, cioè lo vedevo in paese il Lotti, si scambiava due parole così.
P.M.: Con il Lotti, quindi, vi vedevate il giorno e la sera anche?
A.B.: Sì, spesso sì. Sia il giorno che la sera dopo cena.
P.M.: Che tipo di rapporto è nato con il Lotti?
A.B.: Mah, c'era questa amicizia, sembrava un'amicizia profonda.
P.M.: Lei ha detto che il Lotti 'dopo un po' credeva di essere quasi il mio fidanzato'. È così?
A.B.: Cioè, si comportava quasi come se fosse un mio fidanzato. Però, probabilmente, era più un fatto di quello che sentiva dire dalla gente. Vedendoci insieme, tutti dicevano: 'siete fidanzati?' che invece c'è la sua differenza tra amicizia e fidanzamento.
P.M.: Senta una cosa ancora: è mai capitato che siete andati fuori Firenze lei e il Lotti?
A.B.: Sì, una volta siamo andati al mare.
P.M.: È stata un'iniziativa sua o un'iniziativa del Lotti?
A.B.: No, questa fui più io. Perché il mio fidanzato era via, era dalla sua famiglia in bassitalia, era dalla famiglia sua, un giorno dissi, voglio andare al mare. Dice: 'ti accompagno io'. 'Va bene'.
P.M.: Sa spiegarci, ha capito lei in quel periodo che rapporti esistevano fra il Lotti e suo zio Vanni, che tipo di rapporto c'era? Erano amici da tempo, da poco?
A.B.: Sì, io ho capito che si conoscevano da tempo. I rapporti... insomma, li vedevo così, sulla battuta dello scherzo, salutarsi, oppure parlare di qualsiasi cosa, ma...
P.M.: Erano molto amici quindi? 
(...)
P.M.: Lei sa spiegare quali, perché lo sa lei, quali erano i rapporti di suo zio con la moglie?
A.B.: Con la moglie, cioè non che andessero tanto d'accordo. Però, trovavan sempre il modo di riappacificarsi, se succedeva qualcosa.
P.M.: Lei ha detto: 'mio zio è sposato solo sulla carta con la moglie'. In che senso? Se l'ha detto, come ha detto?
A.B.: Perché a volte si vedevano uno da una parte, uno da un'altra, oppure se doveva trovare a parlare, un andavan d'accordo, un si trovavan d'accordo su niente.
P.M.: Ha mai sentito Vanni e Lotti parlare in sua presenza di donne? Dei loro rapporti con le donne?
A.B.: Magari qualche volta su una battuta per scherzare, così, non è che ci ho fatto neanche caso.
P.M.: Ha sentito qualcosa... che tipo di battute facevano o cosa diceva?
A.B.: Mah...
P.M.: Era per loro un problema? Mi riferisco al Lotti.
A.B.: No. Ah, forse sì, pe' i' Lotti sì.
P.M.: Cioè?
A.B.: Perché diceva sempre un so... l'aveva... parlava di una, della sorella, d'una sua amica di Firenze dal qual'é gl'andava sempre. Però l'era sempre lì a San Casciano con me. 'ma come tu parli di questo?'...
P.M.: Ora vediamo, andiamo per ordine. Lei sa che tipo di rapporti c'erano, se c'erano, fra suo zio e Pacciani Pietro?
A.B.: No, questo non lo so.
P.M.: Nn lo sa direttamente o l'ha sentito dire da qualcuno?
A.B.: No, non posso dire una cosa...
P.M.: Signorina, lei ha detto: "È vero ciò che ho già riferito alla Polizia e cioè che Giancarlo mi disse una volta che mio zio Vanni andava a casa del Pacciani che conosceva, a mangiare ed anche a dormire".
A.B.: Sì, una volta, mi sembra che l'ho sentito dire, sì, da Giancarlo che l'era stato...
P.M.: L'ha sentito questo discorso...
A.B.: Sentito dire.
P.M.: ...dal Giancarlo?
A.B.: Dal Lotti.
P.M.: Lei sa come si chiamava quest'amica di Lotti di Firenze da cui andava?
A.B.: Ohi ohi, ora a ritrovare i' nome! Lo sapevo, ma…
P.M.: Lei ha riferito si chiamava Gabriella.
A.B.: Gabriella, sì. Gabriella. Di cognome non lo so. Mi diceva sempre: 'telefono alla Gabriella'.
P.M.: Le ha mai proposto il Lotti di fidanzarsi con lei? o qualche discorso simile?
A.B.: Si, una volta c'arrivò vicino, dicendo che i' mi' fidanzato secondo lui un era all'altezza di potermi... con icché avevo avuto io di potermi trattare...
P.M.: Si faceva avanti lui, Lotti?
A.B.: Eh!
P.M.: Di questo atteggiamento di Lotti nei suoi confronti suo zio ha mai manifestato qualche... era favorevole?
A.B.: Lui vedeva dal di fori. Un sapeva mica quello che mi diceva, che ci dicevamo.
P.M.: Era contento che voi usciste insieme o vi ostacolava?
A.B.: Sì, sì. Mi sembrava abbastanza contento.
P.M.: Senta una cosa, mi rendo conto che le faccio delle domande un po' particolari e forse intime, ma deve pensare che riguardano per noi l'imputato Lotti...
A.B.: Certo.
P.M.: ...e lei su questi fatti ha già risposto. Vorrei chiederle: ha mai avuto modo di capire o di sapere dal Lotti se aveva problemi sessuali. lui?
A.B.: Si
P.M.: Ci vuole spiegare come li ha capiti lei e quali erano?
A.B.: Sì, una volta ci si trovò, insomma dopo aver mangiato tanto in un posto che lui voleva fa' qualcosa, ma... un c'é... cioè, da lì capii che l'era, impotente lui! E nonostante questo, lo sapeva e voleva fa' lo stesso.
P.M.: E capì che era impotente?
A.B.: Sì. E dava la colpa al vino che aveva bevuto. Lui beveva altro che vino.
P.M.: Senta ancora: lei ha avuto modo di sapere dal Lotti o da altri o da suo zio direttamente, che anche suo zio aveva problemi simili?
A.B.: No, questo non lo so.
P.M.: Lei però, signorina, ha fatto questo tipo di discorso, subito dopo aver detto, io glielo leggo: "L'unica volta che mi son lasciata andare, ha avuto il Lotti problemi - lei dice di erezione - non credetti come lui diceva che era perché aveva bevuto. Quella volta era proprio un ciuco" - lei disse. Poi aggiunge: "Anche mio zio a volte faceva apprezzamenti sul Lotti e sul nostro rapporto dicendo 'è un bel ragazzo, robusto, andate sempre d'accordo, ci stai bene insieme'. Qualche volta ho capito ma solo da mezzi discorsi che anche mio zio aveva problemi come quelli del Lotti, ma gli occhi li aveva buoni". E poi ha aggiunto. "E quando vedeva passare una bella sposa, faceva apprezzamenti. Da quel che ho capito frequentando mio zio e il Lotti assiduamente, mi sono accorta che tutti e due cercavan compagnie femminili perché si sentivano entrambi emarginati e stavano soli da una parte." È così?
A.B.: Eh, sì, probabilmente sì. 

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