martedì 8 ottobre 2013

Rossella Parisi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 10 luglio 1997 - Prima parte


Presidente: Buongiorno a tutti. Allora, Vanni c'è; l'avvocato Pepi c'è. C'è Fenies, Zanobini, Bertini. Lotti, c'è stamattina?
Presidente: Bene. Allora diamo atto che non è comparso Lotti. Parti civili, c'è in gran numero. Chi manca? Manca Saldarelli. 
Avvocato Saldarelli: No.
Presidente: Dov'è? Ah ecco, scusi, avvocato, ma era coperto e non la vedevo. Puliti. Allora, Puliti lo sostituisce l'avvocato Curandai. Va bene? Bene. Allora, Pubblico Ministero, può fare entrare i suoi testi, quelli di stamattina. Senta, signorina. Signora, non so.
R.P.: Signora.
Presidente: Signora, vuole essere ripresa dalle telecamere, o no?
R.P.: No.
Presidente: No. Allora, per cortesia, no le telecamere. Come si chiama lei?
R.P.: Parisi Rossella.
Presidente: Dov'è nata?
R.P.: A Xxxxxx il XX/XX/19XX
Presidente: Risiede a Xxxxx?
R.P.: Risiedo a Xxxxxx.
Presidente: Bene. Legga quella formula.
R.P.: Sì. "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza."
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Signora Parisi, può spiegare alla Corte qual è la sua attività? Se esercita...
R.P.: Sì, sono impiegata in una azienda di informatica.
Presidente: Parli un po' più forte, per cortesia, perché... O avvicina di più...
R.P.: Va bene.
Presidente: Ecco, sì.
R.P.: Dicevo, sono impiegata in una azienda di informatica.
P.M.: Grazie. Senta, lei in occasione dell'omicidio di Calenzano del 27/10/81, subito dopo si presentò ai Carabinieri riferendo un episodio che l'aveva in un certo senso colpita e fu redatto un identikit . Ci può spiegare come andarono le cose e come le ricorda lei?
R.P.: D'accordo. Quella sera ero fuori insieme al mio fidanzato e stavamo scendendo da Calenzano alto, praticamente. Io abitavo alla Querce, allora, per cui per tornare a casa praticamente passavamo da Calenzano e poi alla Querce. Cioè, attraversavamo il ponte della Marina e poi andavamo verso Calenzano e poi alla Querce. Nulla, praticamente quando arrivammo ad imboccare il ponticino sul fiume, lì sulla Marina...
P.M.: Mi scusi, eh, se la interrompo.
R.P.: Prego.
P.M.: Per capire io, il ponticino sulla Marina, lei poi ha capito che è molto vicino dov'è avvenuto quell'omicidio?
R.P.: Ripeto, io abitavo alla Querce, quindi Travalle lo conosco, lo conoscevo e lo conosco bene, cioè, come posto.
P.M.: Certo, sì, ma rispetto al ponticino della Marina che distanza c'è dove avvenne l'omicidio? Se lei è in grado di... Se lo ha focalizzato.
R.P.: Ci sarà... un paio di chilometri.
P.M.: Ho capito.
R.P.: Un chilometro e mezzo, più o meno.
P.M.: Bene, grazie. Mi scusi, l'ho interrotta...
R.P.: No...
P.M.: Era per capire. Poi ce lo facciamo spiegare meglio.
R.P.: Mi rimane un po' difficile quantificare le distanze.
P.M.: Certo, certo. Comunque quelli sono i luoghi.
R.P.: Certo.
P.M.: Ecco, diceva - l'ho interrotta, mi scuso - era al ponticino della Marina.
R.P.: Niente. Sì, praticamente quando abbiamo imboccato il ponticino è arrivata... cioè, da Travalle praticamente, dalla stradina di Travalle.
P.M.: Dalla parte di Travalle.
R.P.: Dalla parte di Travalle, quest'auto a velocità sostenuta ed ha imboccato praticamente il ponte in direzione opposta rispetto a quella.
P.M.: Alla vostra.
R.P.: Esatto. Che eravamo noi. Niente, andando forte, praticamente. Entrò, il ponte è stretto, per cui diciamo che Giampaolo dovette fare... mio marito attuale, dovette fare una manovra. Nel senso di...
P.M.: Per farlo passare.
R.P.: Montare sul marciapiedino, perché altrimenti insomma, si picchiava, ecco. Questo, è quanto. Per cui, niente, cioè, il fatto in realtà è tutto lì, nel senso c'è stato questo incontro e basta, insomma.
P.M.: Ecco. Però lei poi, presentandosi ai Carabinieri, descrisse una fisionomia, tant'è che fu fatto un identikit anche abbastanza particolareggiato .
R.P.: Sì.
P.M.: Può spiegare come ebbe modo di vedere la persona e come mai riuscì a focalizzare tanto bene le sembianze da poter fare un identikit.
R.P.: Certo. Perché praticamente, quando si vide questa macchina che ci veniva addosso, Giampaolo gli lampeggiò, battette i fari. Per cui, diciamo che, al momento in cui ci siamo incrociati, i fari della macchina di mio marito erano, cioè, quelli abbaglianti, praticamente
P.M.: Sì, sì.
R.P.: Per questo, per quello sono riuscito a vederlo bene, discretamente bene.
P.M.: Ecco. C'era una persona sola? Un...
R.P.: Sì.
P.M.: O almeno lei ne vide una sola.
R.P.: Io ne ho viste una soltanto, sì.
P.M.: Ce la può descrivere ora, indipendentemente... O meglio, lei evidentemente la ricordava molto bene allora, tant'è che c'è un identikit. Dopo glielo faccio vedere, se è quello che fu fatto su indicazione sua.
R.P.: Certo.
P.M.: Mi interessava ora cercare di ricostruire insieme a lei quelle che sono le caratteristiche della fisionomia di questa persona che le rimasero impresse. Lei ha descritto addirittura...
R.P.: Ora... va beh...
P.M.: Quelle più importanti, quelle che le sono sembrate...
R.P.: Più importanti. Va be', la forma del viso, l'espressione degli occhi...
P.M.: Ce li vuol descrivere? Cioè?
R.P.: Cioè, praticamente lei faccia conto, una persona che guarda e non vede, cioè, nel senso, mentre noi ci spaventammo abbastanza del fatto insomma che questa macchina ci stava venendo addosso, cioè, la persona che guidava quell'auto li viaggiava come se non vedesse nulla. Cioè...
P.M.: Cioè, imbambolata, assente, una cosa di questo genere?
R.P.: Sì, ora non so trovarle il termine esatto.
P.M.: Lei li ha trovati. Vediamo se...
Presidente: Ma lei, lo vide di fronte, o di profilo?
R.P.: No, lo vidi davanti. Cioè, non...
Presidente: Cioè, la macchina veniva dalla sua sinistra o dalla sua destra?
R.P.: Sulla sinistra. Io stavo...
P.M.: Dalla sinistra.
R.P.: Ero seduta praticamente a fianco a mio marito, perché guidava lui. Per cui la macchina mi veniva incontro, sicché ce l'avevo sulla sinistra. Però, diciamo, io la persona non l'ho vista quando le due macchine erano affiancate, ma prima. Cioè, leggermente prima, capito?
P.M.: Cioè, quando
R.P.: Sì.
P.M.: Lei ha detto, qualche tempo fa, dice: "Di quella persona mi colpì in particolar modo l'espressione degli occhi. E cioè il suo sguardo fisso, come se fosse assente. Tanto che ebbi la netta impressione che non avesse visto neppure la nostra macchina".
R.P.: È vero.
P.M.: È così?
R.P.: È vero.
P.M.: Questo è, grossomodo... Senta, e sul tipo di persona, se... Lei l'ha un po' descritto il suo ricordo alla Polizia Giudiziaria.
R.P.: Sì.
P.M.: Ce l'ha ancora questo ricordo, o è meglio che glielo leggo io?
R.P.: Molto... molto più vago, sinceramente.
P.M.: La aiuto. Beh... Lei dice: "Ebbi modo..." - prima fa la descrizione dell'incrocio, dei fari, eccetera, poi dice "Ebbi modo, proprio perché mio marito illuminò quella macchina con i fari per richiamare l'attenzione del suo guidatore, di vedere che alla guida vi era una persona di un'età che poteva oscillare tra i 45 e i 55 anni, di corporatura robusta, scuro di capelli. E mi diede l'impressione che fosse anche abbastanza alto, perchè con la sommità della testa ha..."
R.P.: Non riuscivo à vederla, sì.
P.M.: Ecco.
R.P.: Infatti fu un problema... cioè, durante l'identikit perché mi chiedevano se aveva capelli lunghi, corti, o che. però, in quella sede, non riuscivo a spiegare...
P.M.: A focalizzarlo.
R.P.: A focalizzarlo, proprio perchè non riuscivo a vederlo tutto.
P.M.: Perché lei dice: "Abbastanza alto, perché con la sommità della testa arrivava al limite del finestrino", lei disse.
R.P.: Sì.
P.M.: “Questa particolare posizione della testa non mi diede la possibilità di vedere se l'individuo fosse calvo, oppure solamente stempiato".
R.P.: È vero.
P.M.: "Dissi questo particolare anche in occasione in cui venne realizzato l'identikit, precisando, quando lo compilarono e vidi che era piuttosto calvo, che di ciò non ero completamente sicura per i motivi che ho spiegato".
R.P.: Esatto.
P.M.: "L'unica cosa certa è che, come ho potuto vedere, quell'individuo era sulla fronte sicuramente abbastanza stempiato.".
R.P.: È vero.
P.M.: È così. 
P.M.: Circa l'auto, ricorda qualcosa?
R.P.: Per quanto ricordiamo io e mio marito, lo dicemmo già a suo tempo, noi la identificammo come una GT dell'Alfa Romeo, rossa.
P.M.: Perché era una macchina che conoscevate, o perché glielo disse suo marito, o lei ha presente le carat...
R.P.: No, l'avevamo presente tutti e due, perché all'epoca, cioè, qualche anno prima, quelle macchine li facevano anche i rally insomma, noi seguiamo...
P.M.: Ecco,era una macchina nota.
R.P.: Ecco, esatto.
P.M.: E quindi le sembrò che fosse una macchina di quel tipo, o e una, solo una sensazione?
R.P.: No, no.
P.M.: Ecco, voi avete avuto...
R.P.: È più di una sensazione.
P.M.: Bene. Lei ricorda quanto tempo dopo andaste a fare l'identikit? Cioè, aveva ben presente il ricordo?
R.P.: Qualche giorno.
P.M.: Qualche giorno.
R.P.: Perché, diciamo, il giorno dopo venimmo a conoscenza del fatto. Perché praticamente il cugino di Stefano abitava di fronte a casa mia. E per cui, nulla, praticamente tornando da lavorare si seppe questa cosa. Lì per lì non ci pensammo neanche, poi parlandone insieme, insomma, coincideva un po' tante cose. Un pò' l'ora, un po '... E allora decidemmo di...
P.M.: Di farvi vivi con chi indagava.
R.P.: Esatto, esatto.

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