mercoledì 23 ottobre 2013

Luciano Malatesta - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 10 luglio 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

P.M.: Io volevo, invece, sapere se sua sorella - che le risulti - frequentava in qualche modo, o sua mamma, la casa di Indovino.
L.M.: Io, a quello che ho visto io, si conoscevano e parecchio veniva la Filippa, da noi; perché il suo marito...
P.M.: La Nicoletti.
L.M.: La Nicoletti, perché il suo marito, Indovino, la picchiava continuamente, ecco.
P.M.: Quindi era buona amica di sua mamma.
L.M.: Sì, sì. Più che altro si rifugiava, veniva da noi a rifugiarsi a piangere, tante volte, perché l'aveva picchiata; la picchiava selvaggiamente, insomma. Tante volte era tutta marcata, tutta segnata in viso, addosso.
P.M.: La Filippa.
L.M.: La Filippa, si, la Nicoletti.
P.M.: Lei è mai stato in questa casa di Indovino?
L.M.: Sì, ci sono entrato un paio di volte, sì, sì. Ma per telefonare, perché loro avevano il telefono, sicché ci facevano telefonare qualche volta.
P.M.: Ha visto se era frequentata da più persone, o ci stava solo lui? Ci ha mai visto persone, come numero?
L.M.: Ecco, no. Io, persone, come numero, dentro, file non l'ho mai viste. Però c'era spesso una macchina sportiva sempre ferma, e quella mi è rimasta impressa perché era tarqata Gorizia. Era una macchina sportiva targata Gorizia e quella c'era spessissimo; perché la lasciava sul lato della strada, sicché la potevamo vedere anche noi. Quella c'era molto spesso.
P.M.: Non sa a chi apparteneva?
L.M.: No, no. Il padrone, il conducente non l'ho mai visto.
P.M.: Senta, ha mai visto, o perché le son state mostrate, o sui giornali e in televisione, il Lotti Giancarlo, imputato in questo processo?
L.M.: Sì, l'ho visto ora... con questo qui. Poi, dopo era uno che era a San Casciano. Era uno...
P.M.: L'ha mai visto lì dalle parti di Indovino?
L.M.: No, lì dalla Filippa no.
P.M.: Lei non l'ha mai visto.
L.M.: No.
P.M.: Senta ancora una cosa: sa chi è Vinci Francesco?
L.M.: No. Cioè, è una persona che è stata imputata per questi delitti; insomma, so la storia.
P.M.: E che poi è deceduta, quella storia lì, ammazzata in...
L.M.: Sì, sì una settimana prima che morisse...
P.M.: Ecco, questo Vinci Francesco l'aveva mai visto da qualche parte, in vita?
L.M.: Io no.
P.M.: Ha mai sentito parlare di questa persona o da sua mamma o da sua sorella Milva?
L.M.: No, no. Assolutamente. Cioè, a me non mi hanno mai detto nulla di questo qui.
P.M.: Sa se sua sorella frequentava Prato?
L.M.: È possibile, è possibile, ha voglia. Però non ne posso essere sicuro perché lei non ci riferiva le persone che incontrava. Ne incontrava tante, perché stava via per lunghi periodi era molto indipendente.
P.M.: Lunghi periodi, cioè più giorni?
L.M.: Sì, sì, più giorni, ha voglia.
P.M.: E non diceva dove andava?
L.M.: No, non diceva dove andava.
P.M.: Con chi andava.
L.M.: No, non ci diceva niente. Ecco, le uniche persone che ho visto è stato il Limongi, che è stato con noi diverso tempo; che quando stava con noi ha conosciuto anche l'indovino... Insomma, non lo so, i collegamenti fateli voi. Comunque, nel periodo che è stato...
P.M.: Limongi conosceva Indovino.
L.M.: Si conobbero lì in quei frangenti. Fraternizzarono subito perché dice che erano stati tutti e due in galera e allora c'era una certa solidarietà. Altri rapporti non ne so.
P.M.: Ha mai sentito dire - mi rendo conto che la risposta non sarà semplice - se sua mamma per tirare avanti qualche volta si è prostituita, per. darvi una mano?
L.M.: Difficile. .. Si rende conto, forse, che a me la mia mamma non me l'ha detta una cosa del genere.
P.M.: Certo che mi rendo conto. Io le chiedo se lo sa, in qualche modo.
L.M.: Ho avuto delle voci; delle voci ma non sulla mia mamma, sulla Milva.
P.M.: Su sua sorella.
L.M.: Sulla Milva. Anche al processo che...
P.M.: No, ma al di là del processo?
L.M.: Sì, qualche voce si sentiva dire, però... sa, non ci si vuole credere, finché o si ha le prove dirette qualcosa di ben preciso. Son solo voci che potrebbero essere tante cose, capito?
P.M.: Sì.
L.M.: Se ne sente dire tante. Se n'è sentite tante di figliole che dovrebbero esser prostitute, poi dopo sono bravissime.
P.M.: Lei ricorda se nella casa alla Sambuca abitava nei pressi una signora che si chiama Adriana Cencin?
L.M.: Sì. Stava lì vicino: Adriana...
P.M.: Frequentava casa vostra?
L.M.: Sì.
P.M.: Conosceva sua mamma, suo padre?
L.M.: Sì, sì, ci conoscevamo bene. Eravamo buoni amici. Non ho altre domande. Grazie, Presidente.
Presidente: Parti civili?
Avvocato Colao: Senta, scusi, signor Malatesta.
L.M.: Dica.
Avvocato Colao: Lei ha detto che il Vanni faceva delle pressioni, intimidazioni, psicologiche e anche violenze materiali nei confronti di sua madre.
L.M.: Sì, pressione fisiche, sì.
Avvocato Colao: Pressioni fisiche. Cosa intende per pressioni fisiche, la picchiava?
L.M.: Cioè, mia mamma è piccola, lui era alto ed era anche più giovane, quindi aveva una certa prestanza, e le faceva vedere che... la spingeva, le faceva pesare la sua prestanza fisica. Ora picchiare non l'ho mai vista, però ci sono state delle spinte, insomma, c'è stata un po' di alterco.
Avvocato Colao: Senta scusi, dunque, il suo babbo naturalmente manifestava una gelosia.
L.M.: Sì.
Avvocato Colao: Lo ha dichiarato lei, no?
L.M.: Sì, sì, naturale.
Avvocato Colao: Per questi fatti.
L.M.: Era una cosa reciproca, eh.
Avvocato Colao: Sì.
L.M.: Si rimproveravano entrambi di tradirsi.
Avvocato Colao: Sì. Questa gelosia l'ha mai manifestata? Cioè,l'ha mai visto in colluttazione il, suo babbo col Vanni col Pacciani? Si ricordi bene.
L.M.: Io no. Io né col Vanni, né col Pacciani. Però la mia sorella Laura mi ha riferito una volta, io purtroppo non le ho creduto, che fu picchiato da due persone il mìo babbo.
Avvocato Colao: E chi erano queste due persone?
L.M.: Questo due persone... I nomi non me li disse, però ora abbiamo capito che Andreaccio, che era un nostro zio, insieme al Pacciani.
Presidente: C'era un Andreaccio?
L.M.: C'era l'Andreaccio insieme al Pacciani che picchiarono il mio babbo, e arrivò la mia sorella - la Laurina - e quando li vide si mise a piangere, e allora loro lo lasciarono e lo minacciarono - lo racconta la mia sorella - lo minacciarono ohe l'avrebbero ucciso appena l'avrebbero trovato da solo.
Presidente: Va bene.
Avvocato Colao: Senta, scusi ancora, so che son questioni delicate e mi duole anche a me di intervenire in questo, però è la verità.
L.M.: No, almeno lei è delicato. C'è gente, invece, che ci si diverte.
Avvocato Colao: Va be', questa gente sbaglia in pieno e quindi ha tutta la mia solidarietà..
Presidente: Va be', avvocato, via...
Avvocato Colao: No, no. Ma vengo alla domanda, Presidente.
L.M.: Sì, sì.
Avvocato Colao: Dicevo, lei ha mai sentito da sua sorella Milva che ha assistito a delle scene di violenza nei confronti di suo padre?
L.M.: No. No, la Milva era chiusa. Prima di tutto era chiusa, come carattere, e poi dopo... no, no, non mi ha mai rivelato. L'unico episodio di violenza verso il mio babbo, che tra l'altro era una persona anche abbastanza tranquilla, inoffensiva, non era nulla di... fu questo episodio raccontato dalla Laura: che era stato picchiato da queste due persone, che ora si sa chi sono: il Pacciani con Andreaccio. Avvocato Colao: Va bene, grazie, non ho altre domande.
Presidente: Altri difensori?
Avvocato Bagattini: Signor Malatesta, lei prima ha usato un termine per definire le persone che in qualche modo avevano rapporto con Pacciani, no, e ha usato il termine banda. Si ricorda, no?
L.M.: Sì, sì.
Avvocato Bagattini: Ecco.
L.M.: Perfettamente.
Avvocato Bagattini: Quindi in questa banda lei ravvisava anche la persona che vide alla televisione, che poi ha ravvisato all'interno di quella macchina scura nel 1979.
L.M.: Eh, '79-80. Io le spiego, queste sono immagini; immagini di un bambino, sono spezzoni; son spezzoni: io vedevo questa persona, ho visto il postino, ho visto queste cose qui, questa macchina. Poi dopo la connessione è stata fatta da quelle che son state le indagini.
Avvocato Bagattini: Quindi, comunque, lei...
L.M.: Cioè, questa è una mia considerazione alla luce di quello che so ora, capito? Mi si è aperto un universo già - già eran tragiche le nostre vicende - mi si è aperto un mondo, un abisso.
Avvocato Bagattini: Quindi ha dato un significato a quel ricordo di quando lei aveva dodici anni, alla luce di quello che successivamente lei ha conosciuto.
L.M.: Sì, sì. Questo naturalmente. Cioè, questo avevo dei pezzi di questo mosaico...
Avvocato Bagattini: Io voglio dire: di per sé, signor Malatesta, quel ricordo — fino a quando lei non ha conosciuto gli avvenimenti successivi - era un ricordo, come dire?
L.M.: Isolato.
Avvocato Bagattini: Neutro.
L.M.: Sì, infatti. E' per questo...
Avvocato Bagattini: Aveva...
L.M.: Per questo non l'ho riferito al primo processo.
Avvocato Bagattini: Ecco.
L.M.: Perché era una cosa a sé stante.
Avvocato Bagattini: Io voglio dire, era la visione di un bambino di dodici anni, in relazione a un fatto, come dire, normale.
L.M.: Sì, cioè, poteva essere una cosa assolutamente indipendente da quello che poteva essere...
Avvocato Bagattini: Ecco, quindi...
L.M.: ... l'andamento...
Avvocato Bagattini: Se io dico, signor Malatesta, che quel passaggio, anche se ripetuto, di quella macchina nel 1979-80, quando lei, ripeto, aveva dodici anni, era un fatto che in quel momento era insignificante, dico cosa giusta.
L.M.: Eh, poteva esser una cosa neutra. Poi bisogna vedere la dinamica dei fatti qual è stata.
Avvocato Bagattini: Ho capito.
L.M.: Per quale motivo veniva fatto.
Avvocato Bagattini: Quando nel 1993-94 lei vede una certa persona, che viene in qualche modo indicata in relazione al Vanni e al Pacciani, allora il ricordo si qualifica...
L.M.: Cioè, io l'ho detto perché...
Avvocato Bagattini: ... perché c'è il processo.
L.M.: Io l'ho detto perché ho capito a che punto... Non era più un ricordo neutro, poteva essere un pezzo di qualche cosa che poteva mancare per fare una fotografia: la fotografia di questa indagine.
Avvocato Bagattini: Il fatto insignificante del '79 si qualifica nel 1994.
L.M.: Eh, acquista...
Avvocato Bagattini: Acquista un significato.
L.M.: ... un significato.
Avvocato Bagattini: Ecco. Senta, lei parlava di una macchina, a proposito di questa persona. Si ricorda con quali termini definì alla Polizia questa macchina?
L.M.: Sì, era... Cioè, ora io detto "era una macchina grossa", ora poi, dopo, c'è scritto berlina; ma io, sinceramente, berlina: la differenza... non mi intendo tanto di macchine. Mi ricordo questa macchina, che era una macchina grossa, elegante, scura, questa persona vestita elegantemente sopra, con questo viso.
Avvocato Bagattini: Ecco, lei disse una "grossa berlina scura".
L.M.: Ecco.
Avvocato Bagattini: Il significato di berlina non sa quale sia?
L.M.: No, non lo so, perché questo non è stato scritto. Io ho detto che era una macchina grossa e scura, ecco...
Avvocato Bagattini: Qua c'è scritto berlina, eh.
L.M.: Io berlina non l'ho detto.
Avvocato Bagattini: Non l'ha detto. Quindi è un'aggiunta...
L.M.: È un'aggiunta.
Avvocato Bagattini: ... scritta dalla Polizia.
L.M.: Penso di sì. Perché io non ho detto berlina, io ho detto "macchina grossa e scura".
P.M.: Ha descritto la macchina e loro...
Avvocato Bagattini: E allora sentiamo se è in grado di dire...
L.M.: Cioè, io...
Avvocato Bagattini: ... qual era la forma di questa grossa berlina scura.
L.M.: Era una macchina, come posso dire?, una macchina elegante e lunga, scura.
Avvocato Bagattini: ... signor Malatesta, a parte lo scuro che lo vediamo tutti, una macchina con il cofano ovviamente davanti e una bauliera di dietro.
L.M.: Mah...
Presidente: Aveva due portiere, quattro portiere?
L.M.: A me parevano quattro portiere, per quello che ricordo io erano quattro portiere.
Presidente: Quattro portiere.
L.M.: Eh, per quello che mi ricordo io.
Avvocato Bagattini: Mi suggeriva il
P.M.: se in questura hanno scritto "berlina", è verosimile pensare che lo abbiano scritto perché lei ha dato una descrizione della macchina che poteva corrispondere al termine "berlina".
L.M.: Io l'ho specificato bene.
Avvocato Bagattini: Ho capito, ma ricorda...
Presidente: Lei non ha usato il termine berlina, ma ha detto che...
L.M.: Sì.
Avvocato Bagattini: Si ricorda se alla Polizia...
Presidente: ...che...
Avvocato Bagattini: Scusi, signor Presidente.
Presidente: Sì, sì.
Avvocato Bagattini: Si ricorda se lei alla Polizia, appunto, dette una descrizione della sagoma di questa macchina, che poi la Polizia ha sintetizzato in questo termine "berlina".
L.M.: Io, la descrizione che ho dato è stata una macchina grossa, scura; ora vi dico a quattro porte, se me lo chiedete. Però il tipo e la marca non me li ricordo, perché me ne intendo poco ora di macchine, a quel tempo poi... I modelli sono stati tanti. Insomma, si sta parlando...
Avvocato Bagattini: Comunque gliel'avrà descritta questa macchina.
L.M.: Sì, sì, gliel'ho descritta.
Avvocato Bagattini: E loro hanno scritto "berlina".
L.M.: Ecco.
Avvocato Bagattini: Va bene?
L.M.: Sì.
Avvocato Bagattini: Ecco. Senta, lei parlava, sempre in questi verbali, di un passaggio di questa macchina sulla via Chiantigiana.
L.M.: Sì, sulla via Chiantigiana e anche nella strada privata che viene da noi.
Avvocato Bagattini: Sì.
L.M.: Un passaggio ripetuto.
Avvocato Bagattini: Sì. Lei si è espresso in termini leggermente diversi, poi, vediamo se è in grado di chiarirceli.
L.M.: Sì.
Avvocato Bagattini: "L'ho visto più volte anche vicino a casa o sulla via Chiantigiana".
L.M.: Sì.
Avvocato Bagattini: Può darsi che voglia dire la stessa cosa, però lo spieghi, per cortesia.
L.M.: Certamente. Perché la via Chiantigiana corre a circa 200 metri da casa nostra; poi, per venire a casa nostra, nostra...
Avvocato Bagattini: Scusi, abbia pazienza.
L.M.: Sì.
Avvocato Bagattini: La via Chiantigiana corre a circa 200 metri da casa sua.
L.M.: Sì.
Avvocato Bagattini: Lei ha il ricordo, così ha riferito, di averlo visto anche sulla via Chiantigiana.
L.M.: Certamente. Perché io, per prendere qualsiasi cosa, per prendere il bussino per andare a scuola, per aspettare i miei amici che mi portavano a correre, dovevo andare in cima alla strada.
Avvocato Bagattini: E quindi, qualsiasi macchina fosse passata...
L.M.: Che passava, la notavo.
Avvocato Bagattini: ... era in condizione di vederla.
L.M.: Eh, certamente.
Avvocato Bagattini: Che fosse scura, che fosse chiara...
L.M.: Sì, sì.
Avvocato Bagattini: ... quando aveva dodici anni.
L.M.: C'avevo dodici anni... beh, tutto il tempo che dovevo andare...
Avvocato Bagattini: Ecco, quando era sulla via Chiantigiana, questa macchina passava, si ricorda se passasse?
L.M.: Era... perché mi rimase impresso - a parte il Viso che dopo è stato legato a tutto questo - perché, passava a velocità lenta, rallentava. Quando passava di fronte a casa nostra, rallentava.
Avvocato Bagattini: Senta, per andare a casa vostra c'è, immagino, un incrocio.
L.M.: Sì.
Avvocato Bagattini: E cioè, la strada di casa vostra con la via Chiantigiana.
L.M.: Sì, sì, c'è questa strada e questa derivazione che veniva a casa nostra. E io ho specificato - questo l'ho specificato - che l'ho visto sia in via Chiantigiana sia che veniva nella nostra strada e passava oltre. Capito? Passava in giù e poi doveva tornare per forza in su. Era un atteggiamento che m'è rimasto un po' colpito; poteva essere neutro, però alla luce di quello di ora.
Avvocato Bagattini: Grazie, signor Presidente.

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