lunedì 30 settembre 2013

Edmondo Bianchi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 08 luglio 1997



P.M.: Vorrei sentire se è arrivato Bianchi Edmondo, che è il signore proprietario della casa relativa a quei testi Frigo... che abbiamo sentito ieri.
Presidente: Sì, sì.
P.M.: È il proprietario della casa. Il cugino.
Uff. giudiziario: (voce fuori microfono)
Presidente: Come?
Uff. giudiziario: Non vuole essere ripreso.
Presidente: Va bene. Per cortesia, niente telecamere per il teste. Non vuole essere ripreso. Bene, non vuole essere ripreso eh?
E.B.: No.
Presidente: Bene. Si chiama lei Bianchi Edmondo?
E.B.: Sì.
Uff. giudiziario: Nato a?
E.B.: Nato a Xxxxxx il XX/XX/19XX.
Uff. giudiziario: Residente?
E.B.: A Xxxxxxx. "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza".
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Signor Bianchi, può innanzitutto spiegare alla Corte qual è la sua attività?  
E.B.: Io faccio il consulente aziendale.
P.M.: Senta, lei ha un rapporto di parentela con i signori Bertaccini e con la signora Frigo?
E.B.: Sì. Parentela diciamo per via di mia moglie, che è la cugina del marito della Frigo.
P.M.: Cioè, sua moglie è cugina del signor Bertaccini.
E.B.: Esatto.
P.M.: Voi avete una casa in campagna nei pressi del luogo dove è avvenuto l'omicidio dell'84?
E.B.: Si.
P.M.: Ha presente lei dove è che è avvenuto l'omicidio. Ce l'ha presente ora?
E.B.: Sì.
P.M.: Ecco, può dirci in linea d'aria innanzitutto, come distanza, casa sua con il luogo dove è avvenuto l'omicidio è molto distante? Cioè, la sua casa è in alto e il luogo è in basso.
E.B.: Sì, sì. La mia casa è sui 400 metri di altezza e il luogo è sul piano della strada. Potrà essere 300 metri, 400.
P.M.: Quindi è molto vicino in linea d'aria. Per arrivarci invece c'è una strada..
E.B.: Sì, c'è una strada che...
P.M.: Sterrata.
E.B.: Sterrata, sì. In salita.
P.M.: Ecco, per andare a casa sua, dalla Sagginalese c'è un'indicazione
E.B.: Sì.
P.M.: La fattoria La Rena si trova, andando verso la montagna per intendersi, si trova prima o dopo la sua casa?
E.B.: Prima.
P.M.: Prima della sua casa.
E.B.: Prima della mia casa.
P.M.: Senta ancora una cosa: questa strada, che dalla Sagginalese va verso la sua casa, all'epoca - 1984 - ricorda se era percorribile fino a San Martino a Scopeto?
E.B.: A quell'epoca sì, era percorribile. È sempre un po' percorribile, però si...
P.M.: Sì, io l'ho fatta però è un po'...
E.B.: Ora è molto...
P.M.: Più accidentata.
E.B.: Sì, ora è trascurata e ci si passa male. Prima c'era il contadino, che poi è morto, e quindi è stata un po' abbandonata e quindi è una strada che ci passa poche persone.
P.M.: Ecco, da La Rena a San Martino a Scopeto sa poi se la strada passa per un posto che si chiama Bricciana dove c'è una fonte e poi torna di nuovo sulla Sagginalese verso Dicomano, o non l'ha mai percorsa lei?
E.B.: Bricciana, sì. Quando si arriva su a San Martino mi sembra che si svolti a sinistra... No, si vada un po' giù...
P.M.: Si va a diritto.
E.B.: ... sempre sulla strada asfaltata e poi, dove inizia la montagna, si volta a sinistra e ritorna giù.
P.M.: E ritorna sulla Sagginalese.
E.B.: Sì.
P.M.: Quindi, partendo dal bivio che va verso La Rena, che sale da lei, bene?
E.B.: Il bivio...
P.M.: Prendendo la strada dalla Sagginalese che viene verso la fattoria La Rena...
E.B.: Certo, certo.
P.M.: ...percorrendo tutta questa strada che ora abbiamo descritto si ritorna sulla Sagginalese un pezzo più avanti.
E.B.: Certo. Un pezzo più avanti verso Dicomano.
P.M.: Verso Dicomano?
E.B.: Esatto.
P.M.: Dopo, rispetto al bivio per La Rena, il luogo dell'omicidio, molte dopo.
E.B.: Sì, certo.
P.M.: Nel mezzo, sulla Sagginalese c'è un passaggio a livello?
E.B.: Sì.
P.M.: Grazie. Senta ancora una cosa, lei ricorda di avere parlato, subito dopo l'omicidio, o successivamente, con suo... con il signor Bertaccini del fatto dell'omicidio? Del fatto dell'omicidio, cioè, siete stati poi a vedere dov'era avvenuto l'omicidio? Voi due eh, voi due uomini.
E.B.: Mi sembra di sì. Qualcosa del genere.
P.M.: Lei ha memoria se all'epoca, ai tempi dell'omicidio, mi riferisco ai tempi antecedenti l'omicidio, il signor Bertaccini e la signora Frigo venivano a trovarvi in casa lì?
E.B.: La signora Frigo e Bertaccini, dato che oltre parenti s'era anche amici, venivano spesso a passare la domenica da noi in campagna. Spesso vuol dire delle secttimane... una domenica sì, altre no. Insommaa c'era un'assiduità delle loro visite. Poi se era prina dell'omicidio o dopo, non lo...  
P.M.: Non ha un ricordo preciso.
E.B.: Sì.
P.M.: Lei ha sentito da sua cugina un racconto relativo a cosa aveva visto la sera dell'omicidio sua cugina e il signor Bertaccini?
E.B.: Sì, infatti ce la raccontò lei, ma dopo tanti anni, quando lei vide il giornale, ecco.
P.M.: Ci vuole riferire il racconto esatto che le fece sua cugina? Che giornale aveva visto, cosa c'era e cosa vi raccontò?
E.B.: Ma lei raccontò che una sera che era stata da noi, per cui non ricordo se c'era o non c'era, ma siccome lei era frequente venire, quindi se lei ha detto che c'era ci sarà stata senz'altro.
P.M.: Sua cugina è una persona che...
E.B.: Sì, sì, sì. Non si discute.
P.M.: È una persona che se dice una cosa è quella.
E.B.: È attendibile.
P.M.: La ringrazio.
E.B.: Però io non ricordo...
P.M.: Lei personalmente.
E.B.: Non lo ricordo.
P.M.: Può invece, ecco riferire cosa...
E.B.: Lei è
E.B.: Lei dopo diversi anni, perchè dopo che diciamo è venuto fuori il fatto e i giornali ne hanno parlato...
P.M.: Il fatto, scusi, Pacciani accusato?
E.B.: Sì, il fatto Pacciani accusato. Lei, parlando con noi, ci disse che aveva visto una macchina, che aveva incrociato, una macchina mentre scendeva giù da casa nostra.
P.M.: Mentre lei scendeva aveva visto una macchina che saliva.
E.B.: Sì, una macchina che veniva su.
P.M.: E in questa macchina disse che aveva riconosciuto il Pacciani.
E.B.: Sì, mi sembra. . .
P.M.: Così disse.
E.B.: Sì, sì.
P.M.: E lei ricorda se su questa circostanza la Polizia ha sentito lei?
E.B.: Sì.
P.M.: E era una circostanza di cui le chiedevano la verifica, o era per conoscere da lei l'attendibilità di sua cugina?
E.B.: Per l'attendibilità della cugina.
P.M.: Perché le sembrò che la Polizia non la credesse?
E.B.: Sì, dice... Insomma, verteva il nostro, diciamo, colloquio verteva sul fatto che la Bertaccini avesse detto, avesse visto quello che aveva detto o meno. Ma dice se era stata quella sera più che altro. No, ho sbagliato: se quella sera, se era. stata da noi. Ci fu chiesto se quella sera la Bertaccini era stata da noi. E io ho detto...
P.M.: Quella che ha detto oggi.
E.B.: Quello che ho detto oggi: può essere o non può essere.
P.M.: Ricorda se questa richiesta, di questo funzionario o ispettore di Polizia, le è stata fatta a verbale, o telefonicamente, o in altro modo?
E.B.: No, no, ci siamo presentati all'ufficio di Polizia.
P.M.: Però non faceste dei verbali? Lei così ha detto.
E.B.: Sì, non ce...
P.M.: Non firmaste nessun atto.
E.B.: No, no.
P.M.: Noi non ne abbiamo trovati. Senta una cosa, ritornando al discorso che le aveva fatto sua cugina in questa occasione, il contenuto è quello che ci ha già riferito, o ha in mente qualche altro particolare, sul contenuto del racconto fatto da sua cugina?
E.B.: No, perché....
P.M.: Se era un'auto, che so, si era comportata in un certo modo, che tipo di auto era?
E.B.: Sì, era
P.M.: A parte che lei diceva c'aveva visto il Pacciani dentro.
E.B.: L'aveva detto era una macchina che veniva a gran velocità. Questo racconta la Maria Grazia.
P.M.: Certo, certo.
E.B.: Che veniva a grande velocità, che a momenti ci si scontrava e il discorso è finito...
P.M.: Lei ricorda se sua cugina diceva che tipo di auto era?
E.B.: No.
P.M.: No. E lei ha capito, o ha chiesto a sua cugina come mai un racconto così importante non l'aveva fatto prima e l'aveva fatto solo quando aveva visto il giornale con Pacciani?
E.B.: Sì.
P.M.: Cosa le ha spiegato?
E.B.: Perché lei ha detto, era ovvio, era una domanda che dopo tanto tempo... Lei disse: 'io vidi questa macchina che a momenti ci veniva addosso e poi insomma siamo andati via'. Poi nel futuro, quando venne fuori il giornale, la fotografia del signor Pacciani, dice: 'a me sembrò. . . sembrò, io riconobbi nell'uomo che avevo, visto quella sera per il Pacciani'.
P.M.: Perché lei diceva gli era rimasto impresso? Spiegava il perché?
E.B.: Gli era rimasto impresso. Mi disse che gli era rimasto impresso per il fatto che aveva creato questo intoppo, diciamo...
P.M.: Ma sua cugina diceva come mai come figura gli era rimasto impresso, che era proprio quello, l'aveva visto?
E.B.: Beh, l'aveva visto... Lei dice che l'aveva visto, perché il fatto che poi ha fatto la denuncia a seguito della lettura del giornale, deve averla vista.
P.M.: Se è una persona attendibile come lei ci dice non ha motivo di dubitarne, è questo il concetto?
E.B.: Sì, non...
P.M.: Invece il marito, il signor Bertaccini ha fatto a lei lo stesso racconto? Ricorda se...
E.B.: No, con... Sì, ma con il marito è stato un discorso generale perchè...
P.M.: Lui non diceva di aver riconosciuto persone, o...
E.B.: No, mi sembra che lui mi avesse detto -che in quel momento si era dovuto piegare con la macchina, dentro la macchina perché gli era cascata della roba per terra, non lo so.
P.M.: Non si ricorda il perché.
E.B.: Qualcosa del genere, che non ha visto la persona che io mi ricordi. Lui non credo che l'abbia vista, stando a quello che mi dice lui.
P.M.: Senta, lei sa o ha capito, in che punto loro avevano incontrato questa auto, in cui sua cugina aveva riconosciuto il Pacciani? Cioè, più a valle rispetto a casa sua, più verso il basso?
E.B.: Diciamo a metà strada.
P.M.: Gliel'hanno mostrato questo posto? O l'ha capito lei?
E.B.: No, mostrato no, perché non credo che ci siano più venuti dopo. Credo che me l'abbiano descritto un pochino.
P.M.: E lei ha capito questo.
E.B.: Sì, ho capito, perché ormai è tanti anni che vado lì.
P.M.: Lei ricorda se all'epoca, percorrendo la strada che da casa sua va verso la Sagginalese, c'era la possibilità, rimanendo nelle strade fra i campi, di arrivare sopra la Boschetta dove è avvenuto l'omicidio e guardare sotto? Lei ha mai avuto occasione di fare...
E.B.: No, no.
P.M.: Non
E.B.: Io faccio solo la strada...
P.M.: In su. Nemmeno una passeggiata le è capitato?
E.B.: No, no.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Parti civili? Difensori?
Avvocato Pepi: Avvocato Pepi, soltanto una precisazione signor Bianchi. Ho capito bene che la signora Frigo parlò a lei di questa vicenda, di questo fatto, circa otto anni dopo?
E.B.: Dopo che venne sul giornale. Gli anni non li ricordo, dopo che è venuto la fotografia del Pacciani.
Avvocato Pepi: Comunque dall'84, data dell'omicidio, che è il 29 di luglio del '94... dell'84, mi scusi, successivamente la signora Frigo ha frequentato sempre la sua casa anche, fo per dire, succe...
E.B.: Non... Diciamo, la frequentazione della mia casa è stata un po' un periodo che può essere limitata nell'arco di pochi mesi, poi non ricordo neanche quanti mesi. Però poi è cessata insomma, non è cessata male, sempre rimanendo...
Avvocato Pepi: Comunque ecco, mi interessava sapere questo: successivamente all'omicidio, cioè dopo il luglio '84, per un certo periodo la signora Frigo continuò a frequentare la sua casa, o no?
E.B.: Può darsi che l'abbia frequentata anche, come può darsi di no, ma non lo ricordo. Perché per me la di quel giorno - che poi fra l'altro non so neanche, ora me lo ha detto lei - non è stato un elemento che mi ha... Io ho saputo tutto dopo, dopo, quando è venuto sul giornale, perchè mi riferisce la Maria Grazia. Prima, al momento del fatto, io non sapevo di tutti questi fatti.
Avvocato Pepi: Ecco, e questa versione che le dà la Maria Grazia Frigo avviene a casa sua, o in un altro posto, casa della Frigo?
E.B.: No, credo per telefono.
Avvocato Pepi: Per telefono.
E.B.: Per telefono.
Avvocato Pepi: Comunque, ecco, lei ha detto è stata dopo sporadica questa situazione e comunque vi siete in qualche modo visti nel lasso di tempo di otto anni?
E.B.: Sì, sì, senz'altro. Ci saremo visti, non c'era...
Avvocato Pepi: Bene. Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Bene , può andare, se non ci sono altre domande.
P.M.: Una sola. Scusi Presidente.
Presidente: Sì.
P.M.: Lei ha ricordo - credo abbia già risposto ma era per capire meglio io - se... Lei dice: 'La frequentazione di casa nostra abbastanza assidua è stata in un certo periodo di mesi' e sembra di capire, da quel che ha detto, nell'estate di dell'84, era più assidua.
E.B.: Dell'84 viene come conseguenza.
P.M.: Come considerazione sulla base di quello che abbiamo detto. Lei in questo momento non sa.
E.B.: Sì, io non...
P.M.: Ecco, lei ricorda se, ad esempio l'anno successivo, c'era un'uguale intensità di frequentazione tutti i mesi... tutte le domeniche, o focalizzandola solo in un arco di tempo limitato, come ha detto, è solo quello...
E.B.: Può darsi che ci sia stata con meno frequenza. C'è stato un periodo che la frequenza era più...
P.M.: Quasi assidua, domenicale.
E.B.: ... assidua, domenicale. E poi...
P.M.: Più rare... Più...
E.B.: ... rarefatta, quindi non c'è stato un momento ben definito. C'è stato leggermente...
P.M.: Bene.
E.B.: Ma non per motivi. ..
P.M.: Particolari.
E.B.: No, no.. .
P.M.: Bene. Lei ha, in qualche modo, un riferimento a questo periodo. Ad esempio se avevate dei figli o delle bambine. Lei e i Frigo... e i Bertaccini scusi, di un'età particolare che le possano fare venire alla memoria l'anno, o non l'aiuta questo riferimento?
E.B.: No, i miei figli no perché i miei figli erano... '84... Comunque c'era da dire questo... No. Lei aveva una bambina. La Frigo aveva una bambina.
P.M.: Ecco, quando lei ricorda questa famiglia di amici, parenti che venivano da voi, questa bambina - con più frequenza - che età poteva avere? Se lo ricorda.
E.B.: Era piccina, era. Poteva avere sette-otto anni più o meno.
P.M.: Ho capito. La ringrazio, non ho altre domande.
Presidente: Può andare, grazie.

venerdì 27 settembre 2013

Teresa Buzzichini - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 08 luglio 1997


 
Presidente: Ci siamo tutti. Allora il Pubblico Ministero può riprendere coi suoi testi.
P.M.: Sì, Presidente. Innanzitutto: io ho citata per oggi, cioè ho fatto le citazioni per due testi che riguardano l'omicidio dell'83 e li ho citati come riscontro alle dichiarazioni di Lotti circa la presenza sul luogo dell'omicidio dell '83. E ho citato come testi Nenci Giovanni e Nenci Buzzichini Teresina, che sono esattamente le due persone che dicono quelle cose che ha riferita il dottor Giuttari. Volevo far presente che Nenci Giovanni - che aveva fatto una deposizione addirittura subito dopo l'omicidio del 1983 al Galluzzo, esattamente il 13 settembre, si era presentato ai Carabinieri del Galluzzo - è deceduto e quindi chiedo l'utilizzazione del verbale, che produco insieme a tutti gli atti che ho detto..
P.M.: Bene.
P.M.: È invece presente la moglie, la vedova, Nenci Buzzichini Teresina, la quale è a riscontro sia delle dichiarazioni del marito, sia su fatti a diretta conoscenza sua circa un'auto diversa.
Presidente: Bene.
P.M.: Quindi...
P.M.: Può entrare la donna.
P.M.: ... sentirei La signora aveva degli impegni di lavoro stamani, è venuta lo stesso, quindi la ringraziamo già da ora perché ha chiuso un negozio, se non ho capito male, per venire da noi.
P.M.: Signora buongiorno.
T.B.: Buongiorno.
P.M.: Vuole essere ripresa dalle telecamere, o no?
T.B.: Basta che non si rompa l'obiettivo.
P.M.: Ah, va be'. Non si rompe, non si rompe.
T.B.: Non sono...
P.M.: Va bene. Dov'è nata signora lei?
T.B.: Xxxxxx.
P.M.: Quando?
T.B.: XX/XX/19XX.
Uff. giudiziario: Residente?
T.B.: Xxxxxxxxx
P.M.: Residente sempre...
T.B.: Guardi, non mi faccia leggere nulla che non sono buona a dire una parola. So scrivere e so leggere, ma sono talmente tesa...
P.M.: Emozionata.
T.B.: ... che non so buona a dire nulla, tanto...
P.M.: Signora, purtroppo bisogna che...
T.B.: Io quello che ho detto, ammetto.
Presidente: Bisogna purtroppo leggerla, via, piano piano.
P.M.: Sta dicendo la signora che è emozionata.
Presidente: Piano piano.
T.B.: "Consapevole della responsabilità. morale e giuridica che assumo con la mia deposizione... Guardi, basta.
Presidente: No, no, su signora, continui, continui "Mi impegno a dire tutta la verità".
T.B.: Certo. "Mi impegno a dire tutta la verità".
Presidente: "E a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
T.B.: Certo.
Presidente: Va bene. Prego Pubblico Ministero.
P.M.: Signora, è molto semplice quello che le chiediamo. Sono io che parlo signora, mi guardi. Se crede...
P.M.: Lì, lì.
P.M.: Se le può essere utile eh, poi guardi chi crede.
T.B.: Sì, sì. No, siccome... Dica.
P.M.: Senta, le volevo chiedere questo: lei ricorda di avere raccontato degli episodi, sostanzialmente uno, relativo a...
T.B.: No.
P.M.: Scusi, mi lascia finire un secondo? Relativo al fatto che lei, con suo marito, ai tempi in cui fu scoperto, e prima dell'omicidio di quei tedeschi a Giogoli, passavate da quella strada.
T.B.: Sì.
P.M.: È così?
T.B.: Sì.
P.M.: Vuole spiegare. .. Suo marito è deceduto, vero?
T.B.: Sì, il XX... 'XX.
P.M.: Nel 'XX. Vuole spiegare
T.B.: Il  XX/XX/XX.
P.M.: Ho capito. Vuole spiegare un attimo alla Corte come mai passavate da quella strada? 
T.B.: Perchè noi stavamo a Giogoli.
P.M.: Voi abitavate a Giogoli .
T.B.: A Giogoli, da Brandimarte. Sicché noi quella strada la facevamo sei volte al giorno.  
P.M.: Sei volte al giorno.
T.B.: Sì, partivamo alle sette, le sette e mezzo, così, la mattina.
P.M.: Lei e suo marito.
T.B.: Io e mio marito, che poi mio marito all'otto doveva essere nel lavoro lì a Brandimarte. Sicché noi si partiva presto. Poi dopo...
P.M.: Quindi accompagnava, prima di andare da questo lavoro suo, accompagnava lei?
T.B.: Certo, perché io non guido.
P.M.: E dove l'accompagnava signora?
T.B.: Al Galluzzo.
P.M.: Ecco.
T.B.: Alla mia attività.
P.M.: Perché lei ha una lavanderia al Galluzzo?
T.B.: Ho una lavanderia.
P.M.: Bene.
T.B.: Sì. E vedevamo questi ragazzi già da una settimana, che avevano questo pulmino. Non un camper, un pulmino qualsiasi insomma. La mattina, si vedeva la radio... si sentiva perlomeno la radio, presto e...
P.M.: Cioè, quando passavate dalla strada loro...
T.B.: Erano a pochi metri dalla strada.
P.M.: Sentivate la radio accesa.
T.B.: E purtroppo era a pochi metri da via Volterrana.
P.M.: Va bene. Diceva, la mattina sentivate la radio accesa, quindi...
T.B.: Si sentiva la radio accesa. Forse l'hanno lasciata anche tutta la notte perché era due giorni che erano morti, la radia, la luce c'era sempre accesa.
P.M.: Ho capito. Andiamo un attimo a quando voi li sentivate nei giorni precedenti. Dice lei: 'era una settimana che li vedevamo'. Li vedevate la mattina, poi?
T.B.: Sì, la mattina, poi nel mezzo del giorno non c'erano e si rivedevano la sera, verso le otto, così. Lì, che stavano mangiando, insomma stavano... uno era normale, uno aveva i capelli lunghi e c'aveva un ciuffo di dietro, come li portano tutti i giovani ora. Logicamente era dell'83, comunque. Però l'aveva il pizzo, si vedeva che era un maschio. Magari di dietro...
P.M.: Si vedeva che era maschio anche se aveva i capelli lunghi, è questo che vuole...
T.B.: Anche i capelli lunghi. Perché aveva la barba, una donna credo...
P.M.: Ma lei li vedeva perché passavate di lì davanti, non è che vi fermavate?
T.B.: No, si sono fermati anche giù alla mia attività, hanno portato della roba a lavare. Però io non... erano normali clienti e basta.
P.M.: E ha riconosciuto che erano gli stessi per le figure, o per il pulmino?
T.B.: Sì, sì. Per il pulmino e per quello che portavano insomma me...
P.M.: Sì, ma come, mai è sicura che fossero loro, per la figura?
T.B.: Son sicura che fossero loro, sì, sì.
P.M.: Va be' signora, io le chiedevo solo questo.
T.B.: Sì. Che poi purtroppo, quando noi il sabato mattina, anche se veniva sempre, che allora lavoravo anche il sabato a lavorare, la mattina alle sette, sette e mezzo c'era una macchina della Polizia che li trasportavano e li portavano via.
P.M.: Questo dopo l'omicidio.
T.B.: Sì.
P.M.: Ma io volevo sapere da lei: lei ha raccontato di aver visto, prima della scoperta dell'omicidio, un'autovettura e suo marito un'altra.
T.B.: Sì.
P.M.: Ci vuole spiegare cosa avete visto...
T.B.: Prima la macchina rossa, proprio accanto al pulmino, che fu quella che il mi' marito lo intuì, insomma ebbe un che di presentimento, di andare a raccontarlo al maresciallo.
P.M.: Questo dopo l'omicidio, quando seppe che era...
T.B.: Se l'era il giorno dell'omicidio, se l'era... non lo so. Io questa macchina rossa, insomma ci dette nell'occhio. Magari lì delle macchine se ne fermavano tante, si vedevano tutti i giorni. Però quella lì...
P.M.: Era proprio vicina al pulmino.
T.B.: L'era proprio vicina al pulmino e ci dette più nell'occhio.
P.M.: Lei ricorda di questa macchina rossa qualcosa, o l'ha vista solo suo marito?
T.B.: No, l'ho vista anch'io, però lui ci stava più attento perché l'era più preso sulle macchine. A me le macchine non mi interessavano...
P.M.: Ecco. Suo marito all'epoca si presentò ai Carabinieri e disse addirittura...
T.B.: Il lunedì, sì.
P.M.: Sì. Disse addirittura che era una macchina di color rosso ma disse anche che macchina era.
T.B.: Era... Sì, disse anche che macchina era e che era anche targata Firenze. Che allora, se si stava un pochino attenti, praticamente non ce n'era centinaia di quelle macchina, si trovava subito. Se la cosa... l'è venuta fuori dopo... Io quando lo lessi sul giornali dissi, ma... Insomma, lasciamo perdere.
P.M.: Senta signora, a parte questa considerazione, lei
T.B.: No guardi, io le macchine proprio, gliel'ho detto prima.
P.M.: Fu suo marito a dirlo, l'ha riferito.
T.B.: Sì.
P.M.: Lei invece ha detto di aver visto un altro tipo di ma...
T.B.: Dopo... Il giorno dopo, una macchina chiara. Però poteva essere una Ford Fiesta, poteva essere una 127. Io lo dissi al mi' marito: 'guarda, un'altra macchina lì, Gianni, vicino a quel pulmino'. C'era una macchina che veniva in su da via Volterrana, lì, c'è pochi metri. E allora c'era una macchina, un operaio che veniva in su e dava, guardava quella macchina. Si girò così: 'davvero guarda, c'è un'altra macchina lì'. Propria accanto al pulmino.
P.M.: Lei ricorda in che orario potesse essere?
T.B.: La mattina, l'ho detto, dalle sette alle sette e mezzo, che noi si andava via presto perché il mi' marito all'otto doveva essere sul lavoro.
P.M.: Quindi la macchina rossa fu vista di sera e la macchina bianca...
T.B.: No, di mattina.
P.M.: Tutte e due?
T.B.: Tutte e due di mattina.
P.M.: E vicino a queste macchine che erano vicine al pulmino c'erano delle persone...
T.B.: Senta, potevano essere sdraiate nei sedili, potevano non si far vedere, potevano essere per i campi, io non lo so.
P.M.: Non ha visto nessuno.
T.B.: Noi non si vide nessuno.
P.M.: Senta lei...
T.B.: Che poi c'era un po' di bosco lì, c'era molti pruni... un po' di bosco.
P.M.: Ho capito.
T.B.: Lei ricorda se questi giovani... Ha detto di averli visti nella lavanderia da lei. Li ha visti anche per caso alla Coop giù al Galluzzo?
T.B.: Sì, sono stati anche alla Coop perché venivano con delle borse della Coop, sì.
P.M.: Ecco, lei... Ah, ecco, ha visto...
T.B.: Sì.
P.M.: Non ho altre domande Presidente, grazie.
Presidente: Parti civili? Difensori? Signora, può andare grazie.
T.B.: Grazie a lei.

giovedì 26 settembre 2013

Laura Mazzei - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 08 luglio 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte

P.M.: Lei ha mai saputo da Vanni che era stato con Pacciani a Prato?
L.M.: Con Pacciani?
P.M.: A Prato.
L.M.: A Prato?
P.M.: In un bar, dove lavorava la fidanzata.
L.M.: La fidanzata di Pacciani?
P.M.: Sì. Lei ha riferito questo particolare.
L.M.: Sì, mi sembra una volta che lo raccontasse : 'sì, siamo stati vedere la fidanzata di...' dal di fuori, non so se poi entrarono; questo non lo so.
P.M.: Lei si è ricordata e così abbiamo... di un bar che poteva essere o a Prato o a Campi. Però .lei disse Prato.
L.M.: Sì.
P.M.: Poi, dice, forse Campi. Lei ha ricordi più precisi o...
L.M.: No, no. Un mi ricordo di preciso. O Prato o Campi, però non mi ricordo. Mah, cosa ho detto la volta...
P.M.: Ora, ne ha parlato anche nel processo precedente. Lei ha detto, l'altra volta: "Per quel che riguarda racconti..."
L.M.: Il posto di preciso...
P.M.: "... racconti di Vanni in merito a una visita fatta con Pietro Pacciani all'ex fidanzata di quest'ultimo che aveva un bar, ho un ricordo abbastanza vago" - quindi anche all'epoca era vago - ...
L.M.: Sì, sì.
P.M.: "... di questo tipo di ricordo che era lo stesso Vanni a fare questo racconto. Ricordo che erano stati in questo bar dove lavorava la fidanzata di Pietro ma non erano entrati. Mi sembra che dicesse che questo bar si trovava a Prato. È un ricordo un po' sfumato perché a volte mi sembra che dicesse che questo bar era a Campi".
L.M.: Sì.
P.M.: "Mi sembra di ricordare comunque che questo bar era a Prato o a Campi."
L.M.: O a Campi, sì.
P.M.: Io le volevo chiedere se di questo bar di Prato, perché un bar di Prato è venuto fuori in altri racconti di testimoni in questo processo, volevo chiederle se di questo bar di Prato aveva o di Campi, aveva qualche ricordo più preciso.
L.M.: No. No, no. Come le altre volte. Uguale, non mi ricordo di preciso.
P.M.: Senta una cosa, vorrei parlare di un altro argomento di cui lei ha già detto qualcosa.
L.M.: Sì.
P.M.: Quello se ha ricevuto confidenza da Vanni circa una lettera che il Vanni aveva ricevuto mentre Pacciani era in carcere.
L.M.: Sì, una volta sì. Mi disse...
P.M.: Dove era...
L.M.: ... scritto, e lo minacciava dicendogli: 'quando esco te la fo pagare', insomma così. Mi sembra di averlo già detto questo.
P.M.: Sì, sì. Lei ha detto anche signora, glielo leggo perché l'ha detto...
L.M.: Sì.
P.M.: ... nel processo...
L.M.: Sì, sì.
P.M.: ... e io chiedo quindi l'acquisizione ex 238 di questo verbale. Lei nel precedente processo ha detto: "Sì, una volta"... La domanda è quella della lettera: le viene chiesto di spiegare in che termini e lei dice: "Il contenuto era che il Pacciani una volta che sarebbe uscito, si sarebbe ribellato a Vanni perché Vanni aveva parlato troppo di lui".
L.M.: Sì.
P.M.: La domanda che le feci io l'altra volta, era:"Lo aveva minacciato di morte?" Lei risponde:!"Sì, minacciato" E aggiunge: "Dice: 'Quando esco di carcere ti sistemo io'".
L.M.: Sì, sì. E difatti...
P.M.: Io le chiedo di morte e lei risponde: "Sì di morte". Lei ricorda qualcosa di diverso da quello che ha detto, o le cose...
L.M.: No, no. Lo stesso, sì, sì.
P.M.: Senta una cosa: “Sa perché di questa minaccia?" Lei dice: "Perchè?" Il perché l'ha chiesto a Vanni, qual era il motivo di questa minaccia piuttosto grave sembra di capire.
L.M.: Mah, no. Io chiedere, mi sembra di no.
P.M.: Ma è una confidenza che le fece in un momento particolare!?
L.M.: No, no. Era venuto...
P.M.: Era tranquillo?
L.M.: Sì tranquillo. Era venuto così, a trovarmi come altre volte e mi disse: 'mi ha scritto questa lettera e io c'ho un pò paura perchè l'è un omo, ha visto è un omo forte...' cosi. Basta.
P.M.: Senta, sempre in quel dibattimento lei ha detto che il Vanni aveva timore di Pietro. Poi le chiesi io se le aveva mai parlato il Vanni del fatto che Pietro Pacciani avesse una. pistola.
L.M.: Una volta...
P.M.: È un racconto...
L.M.: Una volta lo disse. Però io se le son... se è vero oppure no, questo io non lo posso sapere. Lo disse...
P.M.: Lui le disse così.
L.M.: Sì. Disse la teneva rinvoltata in un panno bianco, così, in macchina. Poi, se è vera o non è vera, io questo non lo posso sapere.
P.M.: Lei non l'ha mai vista? È un racconto di Vanni.
L.M.: No, no. Mai vista.
P.M.: E quando parlava di questa pistola, diceva, dimostrava di avere paura del Pacciani?
L.M.: Sì, un pò sì.
P.M.: Ma lei sa perché il Vanni frequentava ugualmente Pacciani se ne aveva paura? Gliel'ha mai chiesto?
L.M.: No, l'era amico, cosi. Si trovavan bene assieme a quanto pare. Scusi, eh? Bevo.
P.M.: Prego, prego.
L.M.: Grazie.
P.M.: Lei sa che rapporti c'erano fra Vanni e Lotti in particolare?
L.M.: Mah, amicizia, così.
P.M.: Lei il Lotti lo conosce?
L.M.: Sì. Mah, non è... ho scambiato qualche parola proprio ne La Cantinetta, così, se mi sono fermata e c'era, ma pochissime parole. Io non è che...
P.M.: Perché è un tipo che parla poco o perché lei non ha avuto occasione?
L.M.: No, non ho avuto occasione, ma non è un tipo tanto aperto. Per me, per il mio vedere. Poi...
P.M.: Vanni ha mai parlato dei rapporti che aveva con Lotti?
L.M.: No.
P.M.: Una persona che si chiama Pucci Fernando di Montefiridolfi, la conosce?
L.M.: No, non lo conosco.
P.M.: Sa chi è, indipendentemente da una sua conoscenza prima dei fatti di questo processo?
L.M.: No.
P.M.: Lei ne ha mai sentito parlare come amico di Vanni e di Lotti?
L.M.: No, io no. Noi…
Presidente: Senta signora, lei ha parlato di una pistola di Pacciani, almeno a detta del Vanni.  
L.M.: Sì.
Presidente: Il Vanni ha mai parlato che voleva acquistare lui una pistola? Se è vero, non è vero e in che termini gliene ha parlato eventualmente?
L.M.: Quando me ne ha parlato, ora son tanti anni. È parecchio tempo fa. Però, ora un mi ricordo di preciso l'anno, insomma...
Presidente: E va beh. Che cosa gli ha detto?
L.M.: Dice...
Presidente: Cosa gli disse?
L.M.: Disse che c'aveva questa pistola, porto...
Presidente: No, no. Non la pistola del Pacciani.
L.M.: Ah.
Presidente: Se Vanni voleva, lui, avere una pistola.
L.M.: Ah, no.
Presidente: Voleva acquistare una pistola.
L.M.: No, no.
Presidente: Non sa nulla di questo?
L.M.: No, no.
Presidente: Senta, lei ha detto poi che in ultimo il Vanni aveva un rotolo di denaro, di banconote eccetera.
L.M.: Sì.
Presidente: E in ultimo, quando?
L.M.: Prima di essere arrestato.
Presidente: Prima di essere arrestato.
L.M.: Sì. Che era tutti i giorni ubriaco, questo non lo può negare perché... Teneva, andava a prendere i soldi, poi gli furono fermati da sua sorella, allora in banca non glieli davano più. Ma tutti i giorni aveva i soldi in tasca.
Presidente: Beh, teneva i soldi in tasca. Lei parla di rotoli.
L.M.: Sì, rotoli, mica venti milioni per volta, eh. Saranno stati due, tre. Io un gliel'ho mica contati, eh.
P.M.: Due o tre milioni, scusi?
Presidente: Sì, due o tre milioni.
L.M.: Sì.
Presidente: Bene. Se non ci sono domande, può andare. Grazie.
P.M.: Nessuna il P.M.
L.M.: Posso andare?
Avvocato Pepi: A questo punto scusi signora, avvocato Pepi, lei ha parlato di due o tre milioni, però non li ha contati. Quindi poteva...
L.M.: No.
Avvocato Pepi: ... potevano essere anche meno.
L.M.: Sì, certamente. Quello sì.
Avvocato Pepi: E anche di più.
L.M.: O anche qualche cosa di più.
Avvocato Pepi: Allora, mettiamo... ha detto cinque milioni, visto che ha detto due o tre milioni, mettiamone sette. Dicevo, signora, lei sa se dove li prendeva 'sti soldi: se li ritirava dalla banca dove aveva un conto?
L.M.: Certo. Avrà avuto...
Avvocato Pepi: Quindi, non li andava certo a rubare.
L.M.: No. Per 1'amor di Dio!
Avvocato Pepi: Quindi, dai suoi depositi regolari ritirava i soldi...
L.M.: Certo.
Avvocato Pepi: ... che non costituisce reato.
L.M.: Certo, li ritirava dove li aveva.
P.M.: Mi perdoni Presidente, un'ultima domanda a questo proposito.
Presidente: Sì.
P.M.: È una sua deduzione che li prendesse in banca? O lei ha visto che quel denaro l'aveva...
L.M.: L'aveva, l'aveva. Ho visto il libretto anche. Sicché questo, lo posso dire.
P.M.: Ha visto... mi scusi, ha visto il libretto dove erano stati fatti dei prelievi?
L.M.: Sì.
P.M.: Ecco.
L.M.: Dove li aveva e, giustamente, li toglieva da lì.
P.M.: Cioè, lei ha visto che nel libretto c'erano i prelevamenti?
L.M.: Ho visto che c'era ancora dei soldi, però non mi son messa a leggere quando li aveva prelevati e il giorno e l'ora...
P.M.: Però dal libretto ha visto che c'erano dei prelevamenti piuttosto cospicui?
L.M.: Mah...
P.M.: Cioè, siccome lei ha detto all'avvocato, a domanda dell'avvocato Pepi che quei soldi li prendeva in banca.
L.M.: Sì.
P.M.: Io le chiedo: è una sua deduzione o lei ha visto lui materialmente prendere i soldi in banca?
L.M.: No, io non l'ho visto prendere i soldi in banca.
P.M.: Bene. Allora le chiedo...
L.M.: Io ho visto il libretto dove c'aveva dei risparmi e io penso li abbia tolti da lì. Non mi son messa a guardare il giorno, l'ora e tutto quando è stato a levare i soldi.
P.M.: Perché lei su questo libretto - mi scusi signora –
L.M.: Sì, prego.
P.M.: ... se lei lo ricorda - lei ha visto materialmente che sui libretto vi erano delle annotazioni negative di prelievi o ha visto il libretto in genere?
L.M.: No, il libretto così, in genere. Non mi son messa a...
P.M.: Quindi, lei dice esiste il libretto, esistevano i soldi: li avrà presi di lì.
L.M.: Ecco. Bravo.
P.M.: Però lei non sa se erano stati presi materialmente da quel libretto.
L.M.: No, no. Non ho guardato.
P.M.: Quindi quando lei ha risposto: li prendeva in banca, dice perché era uno che denaro ce l'aveva.
L.M.: Sì, un po' io penso...
P.M.: Però non sa dire con esattezza perché non l'ha visto lei, se quel denaro che lui aveva in quei rotoli veniva da quel libretto.
L.M.: Quello non lo so.
P.M.: Bene, grazie.
L.M.: Prego.
Avvocato Pepi: A questo punto signora, allora lei mi sembra che l'abbia già detto, comunque le rifò la domanda: lei è a conoscenza che comunque in una certa situazione, fu interdetto a Vanni di ritirare il denaro dal proprio conto corrente o libretto di risparmio quello che era. L'ha detto lei prima. libretto.. Chi è che glielo vietò?
L.M.: Io per sentito dire, eh, da sua sorella. Perché gli fu fatto luce perché tutti i giorni c'aveva i soldi in tasca, dice: 'guarda, Mario, sennò va a finire con questi soldi qualcheduno glieli prende'. Io so che sua sorella è andata in banca, per sentito dire però, non è che me l'ha, detto a me. Questa è una cosa per sentito dire.
Presidente: Sentito dire da chi?
L.M.: Così...
Presidente: In paese.
L.M.: Eh.
Presidente: Come si chiama la sorella? La sorella di lui?
L.M.: È morta.
Presidente: È morta. E quando è morta?
L.M.: È morta... quanto sarà ora? Un annetto. Più di un anno.
Presidente: Va bene. Altre domande?
P.M.: Nessuna il P.M..
Avvocato Pepi: A questo punto istanza dell'avvocato Pepi, di informazioni bancarie sul movimento del conto corrente, o del libretto di risparmio che il signor Vanni aveva e quindi chiedo che la Corte stabilisca e chieda queste informative bancarie.
Presidente: Potete... senz'altro, comunque si valuterà la conferma articolo 507. Potete produrre anche la fotocopia del libretto, non c'è problema.
P.M.: Presidente, mi sembra che sia già fra gli atti del P.M..
Presidente: Non lo so. Ora vedremo.
P.M.: Comunque ci dev'essere. Non vorrei sbagliarmi, ma anche la sorella o le sorelle furono sentite sul punto. Se ce n'è qualcuna deceduta, si producono i verbali; se qualcuna può essere sentita, il P.M. non si oppone.
Presidente: Bene. Signora, può andare. Sospendiamo dieci minuti e poi...
Avvocato: Se è possibile un quarto d'ora, Presidente.
Presidente: Bene. Un quarto d'ora.

mercoledì 25 settembre 2013

Laura Mazzei - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 08 luglio 1997 - Prima parte


Presidente: Può entrare l'altro teste.
P.M.: Sì, grazie Presidente. Vorrei sentire Mazzei Laura.
Presidente: Guardi, che la domanda che ho fatto io era nell'interesse del Vanni. Non era perché il Presidente della Corte ha interesse alla giustizia, non ha interesse né alla condanna e né all'assoluzione. Questo per chiarire una volta per sempre questo.
Avvocato Pepi: Presidente, io non ho contestato la sua domanda. Ho contestato la domanda dell'avvocato Curandai.
Presidente: E allora.
Avvocato Pepi: Io ho contestato la domanda dell'avvocato Curandai.
Presidente: Io ho sentito il bisogno di chiamare il teste per chiarire questo particolare. È sempre una domanda proprio a favore del Vanni. Ma no perché mi è simpatico il Vanni, per giustizia. Prego, come si chiama signora?
L.M.: Mazzei Laura.
Presidente: Mazzei Laura. Vuole essere ripresa dalla telecamera, signora?
L.M.: No.
Presidente: No. Per cortesia, no la telecamera. Dove è nata?
L.M.: A Xxxxx il XX/XX/19XX
Presidente: Residente dove?
L.M.: Xxxxx, via Xxxxxx.
Presidente: Bene.
L.M.: "Consapevole della responsabilità. morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a neon nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza".
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Signora, può... lei conosce il Vanni?
L.M.: Sì.
P.M.: Può spiegare come mai? Avete un rapporto di parentela?
L.M.: È parente di mia madre.
P.M.: Ci può spiegare?
L.M.: Cugino della mamma mia.
P.M.: Cugino della sua mamma.
L.M.: Sì.
P.M.: Lei lo frequenta, lo ha frequentato il Vanni negli anni?
L.M.: Normale, da parenti.
P.M.: Cioè, vi frequentavate le famiglie, in casa o una cosa abbastanza saltuaria?
L.M.: No, in casa, sì. Qualche volta saliva, così, ma come si farebbe cosi. Poi ci si incontrava fuori.. . Non proprio di dire siamo stati a cena insieme: no, questo no.
P.M.: Senta una cosa: lei conosce la moglie del Vanni?
L.M.: Sì.
P.M.: Ha mai ricevuto... anzi, scusi, la domanda è diversa: conosce che rapporti ha il Vanni con la moglie? Se sono rapporti buoni o rapporti...
L.M.: Mah... tempo indietro non tanto buoni. Quando era a casa insomma...
P.M.: Beh, ora non c'è.
L.M.: Sì, certamente.
P.M.: Ora non c'è, son quelli che sono. Non sono né buoni e né cattivi, signora.
L.M.: Eh, certo.
P.M.: Allora, quando erano poco buoni in che senso erano poco buoni?
L.M.: Mah, non so... si bisticciavano un pò per tante, diverse cose.
P.M.: Ci può spiegare quali cose?
L.M.: Quello che so io, vero, poi in casa quando non ci siamo non si può dire molte cose. Però, per quello che so io, lui si bisticciava. anche per la ragione che sua moglie è molto malata. Rapporti fra marito e moglie, non ne voleva sapere, e delle volte si bisticciavano anche per questo. Poi, altre cose - come gli ripeto - ...
P.M.: Si è mai lamentato il Vanni con lei di questa mancanza di...
L.M.: Sì, qualche volta
P.M.: Le ha detto se lui andava, frequentava prostitute o l'ha saputo per questo motivo?
L.M.: No, da qualcuno l'andava senz'altro perché se la moglie non era mai... non, insomma... capito come voglio dire, no?
P.M.: Capito benissimo.
L.M.: Ecco. Allora, da qualcuno andava senz'altro. Però...
P.M.: Gliel'ha detto lo stesso Vanni che frequentava le prostitute? Parlando incidentalmente? Lei così ha riferito al P.M.
L.M.: Sì, qualche volta sì. Ma però non so nemmeno da chi, ecco. Quello non lo so.
P.M.: Se andava a Firenze o a San Casciano o a Montefiridolfi?
L.M.: Mah, dove non lo so. Sarà andato a Firenze, sarà andato... ma dove, di preciso...
P.M.: Sa se andava con qualcuno? Chi erano i suoi amici stretti lo sa?
L.M.: Amici di Mario?
P.M.: Sì.
L.M.: Mah, andava insieme qualche volta con Pietro col Pacciani...
P.M.: Pietro Pacciani?
L.M.: Sì. Poi, non lo so, il Lotti l'ho visto poco, insomma, li ho visti così a bere un bicchiere insieme, a La Cantinetta. Però se andavano in altri posti insieme, io non lo so.
P.M.: Le chiedo: sa se frequentava una donna a Montefiridolfi o se ha mai sentito da qualcuno parlare del fatto che essendo postino, frequentava le case e qualche volta se capitava ha intrattenuto qualche relazione?
L.M.: Mah, sarà senz'altro.
P.M.: No, no "sarà". Io le chiedo se lei lo sa e se lo sa da chi. Se lei lo presume...
L.M.: Mah, io non lo so.
P.M.: Però: lei ha detto, ha fatto un discorso del genere, lei dice esattamente in data 6 maggio '96, dice: "Qualche volta Vanni è venuto a casa mia, i rapporti non erano... ci frequentavamo raramente”. Dice: "I rapporti di Vanni con la moglie sono sempre stati disastrosi..."
L.M.: Sì, per lo meno...
P.M.: "... a suo dire. Lui ha sempre detto che con la moglie non voleva avere rappo... che la moglie non voleva avere rapporti con lui, né ovviamente con altri. Lo stesso..."
L.M.: Certo. Questo l'ho detto...
P.M.: "Lo stesso Mario diceva che per questo motivo frequentava le prostitute. Ho sentito anche parlare, non so se da lui direttamente di frequentazioni con donne compiacenti di Montefiridolfi ove faceva il postino". Lei dice: "Non so se da lui..."
L.M.: Senta, io...
P.M.: "Non so se da lui", lei dice, quindi può darsi che l'ha saputo da lui o da altri.
L.M.: Io, quello che ho detto, tutto non mi ricordo.
P.M.: Io le sto...
L.M.: Sicché...
P.M.: Ora che glielo dico, se lo ricorda? Ora che glielo leggo, se lo ricorda di aver detto questo?
L.M.: Sì, sì. Va bene. Sì, sì.
P.M.: Come le è venuto in mente questo discorso? Quando l'ha fatto, perché era un discorso che le aveva fatto Vanni?
L.M.: Mah, me lo pole aver fatto anche lui. Però, tutto insieme al Vanni o a Pacciani?
L.M.: Sì, sì.
P.M.: Erano insieme?
L.M.: No, Pacciani meno. Pacciani l'ho visto poco insieme a La Cantinetta. Forse andavano in altri posti, mah... da qualche altra parte...
P.M.: Va beh, il "forse"...
L.M.: Quella di San Casciano, è più facile l'abbia visto Lotti insiema a Mario bere un bicchiere, ha visto, così.
P.M.: Senta, sa... ha mai visto il Lotti e il Vanni in compagnia di una parente di Vanni, di una vostra parente? Quella ragazza, Alessandra?
L.M.: Ho capito. Alle cene delle Feste de L'Unità, dello Sport...
P.M.: Li ha visti loro tre insieme?
L.M.: Sì. E sua sorella, che ora è deceduta, sorella di Vanni.
P.M.: Ecco.
L.M.: Loro li ho visti spesse volte a cena insieme.
P.M.: Cioè, Lotti, Vanni e quest'Alessandra e questa sorella di Vanni deceduta?
L.M.: Sì, sì. Che è deceduta, sì.
P.M.: Non è la mamma di questa Alessandra?
L.M.: No, no. Sorella di Vanni.
P.M.: Ricorda il nome di questa che è deceduta?
L.M.: Evelina
P.M.: Evelina. E questa Alessandra come si chiama di cognome?
L.M.: Alessandra... Bartalesi, può essere?
P.M.: Sì, sì. Lei sa che età ha questa Bartalesi?
L.M.: Questa ragazza? Mah, io non lo so di preciso.
P.M.: Giovane o dell'età del Lotti e del Vanni, o più giovane?
L.M.: No, più giovane. Molto più giovane. Però, ora di preciso io non so quanto...
P.M.: Fra i venti e i trent'anni.
L.M.: Sì, sì. Penso di sì.
P.M.: È una ragazza che ha avuto un incidente?
L.M.: Sì, sì. Ha avuto un male, è rimasta un po' impedita.
P.M.: Lei ha capito o sa perché frequentava questa ragazza il Lotti e il Vanni?
L.M.: Mah, no. Io non lo so. Io li ho visti a cena insieme, però non so cosa ci sia stato fra loro.  
P.M.: Senta, sa se in questo periodo o in altri, il Vanni era spesso pieno di soldi? Lei dice: "Aveva rotoli di soldi con sé".
L.M.: Sì, in ultimo sì. Aveva, sì. Aveva soldi, sì.
P.M.: Come mai?
L.M.: Non so come mai, non glielo so dire. Teneva i soldi in tasca. Io glieli ho visti anche...
P.M.: Cosa vuol dire...
L.M.: ... qualche milione.
P.M.: Qualche milione con sé aveva.
L.M.: Come dice?
P.M.: Lo ha visto con rotoli con...
L.M.: Sì, sì.
P.M.: Non gli ha mai chiesto come mai
L.M.: Mah, sa ha visto... son cose... io gli ho detto: 'come mai tu porti questi soldi tutti dietro?', perché ha visto, tante volte li fai vedere, sa, nel mondo che si vive... dice: 'così, devo far dei regali, qui, sotto e sopra'. Basta.
P.M.: Quando c'aveva questi soldi, c'era anche Lotti?
L.M.: No.
P.M.: Era da solo?
L.M.: Quando l'ho visto io, sì. Poi se... capito? un ero mica sempre presente io. Sicché quando l'ho visto io...
P.M.: Sa se queste cene che facevano con queste, persone che lei ha descritto, pagava Vanni?
L.M.: Credo, sì. Sì, questo sì.
P.M.: Cioè, sembra di capire da questo discorso che era un periodo di grande prodigalità di questo...
L.M.: Sì, sì.
P.M.: Lei è riuscita a capire, glielo richiedo: perché?
L.M.: Mah, per conto mio l'era perché e' beveva un pò troppo. Faceva queste cose perché...
P.M.: Sa in che periodo...
L.M.: ...perchè non era lui che comandava, l'era i' vino. Per conto mio...
P.M.: Per conto suo. Sa in che periodo... e qualcuno se ne poteva approfittare, secondo il suo discorso. Va beh. Sa il periodo di tempo in cui avvenivano questi fatti? Quello dei soldi, in che epoca siamo? Prima dell'arresto recente, dopo il processo Pacciani, prima del processo?
L.M.: Mah, prima dell'arresto, di quando fu arrestato. Poco prima.
P.M.: Quindi '96, '95.
L.M.: Sì, poco prima.
P.M.: Da qualcuno...
L.M.: Scusi, eh?, posso avere un pochino d'acqua? C'ho un po' la bocca...

martedì 24 settembre 2013

Paolo Santoni - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 08 luglio 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

Presidente: Santoni, non l'avvocato Santoni, eh, Santoni... Santoni Franchetti. Senta signor Santoni, lei ha detto che era un frequentatore del bar della stazione. 
P.S.: Sì.
Presidente: Bene. La Rontini Pia la conosceva? 
P.S.: Sì.
Presidente: Frequentava anche il suo bar. È lo stesso bar di cui parla? Bar della stazione, è il bar dove c'era la Rontini Pia? localizzare nel tempo l'incontro di quel signore lì, del Vanni, che noi sappiamo essere il Vanni. Bene. Quando c'era la Rontini Pia a lavorare al bar, l'ha visto in quel bar lui o no? 
P.S.: No. Credo...
Presidente: Non era in quel periodo lì. E quando era? Molto prima, insomma non in quel periodo. 
P.S.: Adesso non mi ricordo. È passato un sacco di tempo.
Presidente: Se lo ricorda bene questo? 
P.S.: Non me lo ricordo. Cioè nel senso... non so se prima o dopo. Non mi ricordo. Perché anche, poi la ragazza c'ha lavorato poco lì.
Presidente: Sì, appunto c'ha lavorato poco. Proprio per questo. 
P.S.: Eh, un mi ricordo se era prima o dopo.
Presidente: Lei diceva, quante volte l'ha vista grosso modo? Che distanza di tempo, se lo ricorda?  
P.S.: Io me lo ricordo di una volta in particolare che appunto, passeggiava, lì fuori dal bar, entrava e usciva. Poi l'ho rivista in paese, sempre lo stesso giorno e basta.
Presidente: Quindi, due volte. In due volte l'ha vista. 
P.S.: Sì.
Presidente: Esclude che possa essere avvenuto quando la... non c'era la Pia? 
P.S.: Questo non mi ricordo.
Presidente: Va bene. Altre domande? 
Avvocato: Nessuna Presidente.
Avvocato Curandai: No, Presidente. Su questo punto una domanda. Avvocato Curandai.
Presidente: Sì.
Avvocato Curandai: Vorrei richiamare un attimino l'attenzione del signor Santoni su questo punto, cioè: lei ha visto più volte il Vanni in Vicchio. Ecco, per focalizzare un po' meglio la sua memoria, l'ha visto prima o dopo l'omicidio della ragazza?
Avvocato Pepi: No, no.
P.M.: Ha già risposto prima...
Presidente: No, no. ... alla stessa domanda, l'è uguale, andiamo.
Avvocato Pepi: Presidente, si vuol far dire ai testi quello che fa comodo
Avvocato Curandai: Per niente.
Presidente: Avvocato, avvocato. Questo non lo permetto assolutamente. Non lo permetto assolutamente che lei si esprima in questi termini.
Avvocato Pepi: Il modo di condurre di questo processo: ai testi si cerca di far dire quello che fa comodo all'accusa...
Presidente: Stia attento a quello che dice! Stia attento! Benissimo.
P.M.: L'ha fatto finora l'avvocato Zanobini, io ho provato a mettermi nel mezzo e mi son chetato subito. Quindi questa è un'affermazione ... Scusami ma è...
Avvocato Pepi: Più che altro aver parlato cosi chiaro, scusa eh.
Presidente: Avvocato, avvocato. È lui, al limite ripeterà le stesse cose. Però, lei come difensore e come legale non può esprimersi in quei termini, stia attento. Io rispetto lei, ma deve rispettare la Corte e la funzione che la Corte ricopre. Qui non c'è nesssun interesse a niente. Solamente alla giustizia. E mi spiace, ma il potere ... ce l'avete voi. Andiamo. 
P.S.: Appunto, non mi ricordo precisamente.
Avvocato Curandai: La ringrazio. Non ho altre domande.
Presidente: Bene, può andare. Grazie. 
P.S.: Posso andare?
Presidente: Sì, sì.

lunedì 23 settembre 2013

Walter Ricci - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 08 luglio 1997 - Sesta parte

Segue dalla quinta parte.  

Avvocato Zanobini: Le contesto.. . Lei ha detto: 'perché me ne aveva parlato a quell'epoca', quindi vuol dire nel novembre del '95, cioè nel '95 o poco prima. Le contesta che nel novembre del '95, quando lei è stato interrogato, testualmente sul punte ha risposto: "Ricordo in particolare che quando Vanni mi parlava di queste lettere faceva caldo, forse era settembre. Mi ricordo anche che diceva che doveva andare dall' avvocato" ... vedete qui.. .
Presidente: Ma lei faccia le domande, però. Non gli legga...  
Avvocato Zanobini: Questa è la contestazione, sì...
P.M.: No, gliel'ho già fatta io questa contestazione e ha già risposto!  
Avvocato Zanobini: No, allora...
P.M.: Io gliel'ho fatta...  
Avvocato Zanobini: Posso terminare? Non capisco, io, perché quando fai le contestazioni tu, eccetera eccetera, non vieni interrotto...
P.M.: No, scusa.  
Avvocato Zanobini: . . . quando faccio la contestazione io vengo interrotto dal Presidente che mi fa le considerazioni. Le considerazioni si faranno in discussione, si metteranno sentenza. Me la volete far fare questa contestazione?
P.M.: Come no!
Presidente: Guardi che non è una considerazione, è un dato di fatto. Non è che il testimone, quando compare davanti al Pubblico Ministero o davanti al Giudice, può dire quello che gli pare.  
Avvocato Zanobini: No, scusi...
Presidente: Risponde alle domande.
Avvocato Zanobini: Mi scusi, Presidente, abbia pazienza...
Presidente: Ha capito, non è che...
Avvocato Zanobini: Allora io non sono stato...
Presidente: Non è che questo vuole essere...  
Avvocato Zanobini: ... non sono stato chiaro.
Presidente: Eh.  
Avvocato Zanobini: Ribadisco: lui, nel novembre del '91 ha detto: "Vanni non mi ha mai parlato di lettere ricevute dal Pacciani dal carcere" Nel novembre del '95, lui mi ha detto che lui l'ha detto nel novembre del ' 95 perché gliel'ha avrà detto allora. Io gli contesto che invece è stato lui stesso a dire che gliene aveva parlato nel settembre del, '91, prima che uscisse dal carcere. Che era di pomeriggio, era settembre e faceva caldo. Questa è la contestazione che io gli faccio, e quindi chiedo anche l'allegazione di questo verbale.
Presidente: Bene.  
Avvocato Zanobini: Ultima domanda. Quindi lei ha visto tutto questo suo procedere dal '91 al '95. Le chiedo: come mai solo oggi - 8 maggio '97 - lei ha ricordato - 8 luglio '97 - lei ha ricordato addirittura di questo colloquio a solo - avvocato Corsi e Vanni - del giorno dopo in cui il Vanni aveva parlato a lei della lettera, che era del...
Presidente: Ha capito la domanda?
W.R.: Sì. Prima di tutto non ho detto il giorno dopo subito; prima di tutto ho detto: o uno o due giorni o tre giorni. Ci siamo, questo, va bene? Poi, se fosse che parlava il Vanni di questa lettera insieme al Corsi in piazza, io questo non lo so, l'ho già detto e lo riferisco un'altra volta.  
Avvocato Zanobini: No, io le chiedo... Allora le faccio un'altra domanda. Era la prima volta che lei vedeva, un giorno o due giorni dopo...
W.R.: No...  
Avvocato Zanobini: ... l'avvocato Corsi parlare con il Vanni in piazza a San Casciano? O era una delle tante volte?
W.R.: Una delle tante volte.
Avvocato Zanobini: E come mai oggi ha ricordato soltanto quella volta lì?
W.R.: Guardi, il lunedì - come le preciso - se la va a San Casciano - e l'avvocato Corsi esercita il lunedì...
Avvocato Zanobini: Sì, sì.
W.R.: ...lo sa con quante persone la lo vede a parlare da solo?  
Avvocato Zanobini: Sì.
W.R.: E allora? Tutto qui.
Avvocato Zanobini: E perché se lo ricorda? Perché era un lunedì anche quello, allora?
W.R.: Ma io se era lunedì o martedì o mercoledì, ora non me lo ricordo. Ho detto un giorno così.  
Avvocato Zanobini: Comunque non era l'unica volta che il Vanni...
W.R.: No...  
Avvocato Zanobini: ... e il Corsi parlavano insieme.
W.R.: Sì.  
Avvocato Zanobini: Da soli a San Casciano.
W.R.: No.  
Avvocato Zanobini: Tante altre persone di San Casciano hanno parlato da soli in piazza...
W.R.: Ma mi sembra di averlo già detto.  
Avvocato Zanobini: Ecco.
W.R.: Tutto il paese.  
Avvocato Zanobini: Ecco. Lei compreso.
W.R.: Anch'io.  
Avvocato Zanobini: Senta, quando ha detto che c'eran queste cene, no, a cui partecipava anche lei, vero?
W.R.: Due volte.  
Avvocato Zanobini: Ecco, due volte. C'era anche l'avvocato Corsi?
W.R.: Sì.
Presidente: Venticinque.
W.R.: ... una trentina, venticinque.  
Avvocato Zanobini: Che tipo di cene erano?
W.R.: Così: 'ora si fa una cena, bene, via, che vieni anche te?'  
Avvocato Zanobini: No, dico, erano cene di tipo folcloristico dove si cantava?
W.R.: Sì.
Avvocato Zanobini: Lei suonava anche?
W.R.: No, no. Mai.  
Avvocato Zanobini: Mai.
W.R.: Mai suonato uno strumento.  
Avvocato Zanobini: Va bene, comunque ci partecipavano tante persone di San Casciano.
W.R.: Sì.  
Avvocato Zanobini: Quindi non soltanto l'avvocato Corsi e il Vanni.
W.R.: No.  
Avvocato Zanobini: Ecco. Lei sa se l'avvocato Corsi e il Vanni sono mai andati a cena da soli?
W.R.: No.  
Avvocato Zanobini: Al di là delle cene?
W.R.: Non lo so.  
Avvocato Zanobini: Grazie, non ho altre domande. Presidente...
Presidente: Ah.
Avvocato Zanobini: C'è il Vanni che voleva fare una dichiarazione
Presidente: Avanti.
Mario Vanni: Senta signor Presidente io non ho mai parlato di...
Presidente: Come ?
Mario Vanni: Non ho mai parlato di pistole e non ho mai visto una pistola al Pacciani, mai.
Presidente: Pistolone no? Va bene. Senta signor Ricci.
W.R.:
Presidente: Lei ha detto che un giorno dopo o due giorni dopo, tre giorni dopo vide parlare il Vanni con l'avvocato Corsi in piazza, lì a San Casciano.
W.R.: Sì.
Presidente: Dopo lei ci ha parlato lei col vanni? Cosa gli ha detto? Gli ha parlato?
W.R.: No...
Presidente: Allora con l'avvocato Corsi cosa gli ha detto? Ha riferito qualche discorso o no?
W.R.: Non gli ho mai richiesto niente, sia della lettera o che faceva a parlare col Corsi, se è stato dall'avvocato. Non gli ho mai chiesto niente.
Presidente: Quindi non ha fatto più discorsi con...
W.R.: No, no.
Presidente: Della lettera né dell'avvocato Corsi.
W.R.: No.
Presidente: Bene. Senta, sua moglie come si chiama?
W.R.: Mia moglie?
Presidente: Eh.
W.R.: Laura.
Presidente: Laura, come?
W.R.: Mazzei.
Presidente: Mazzei.
P.M.: È il prossimo teste.
Presidente: Sì, sì. Volevo sapere... ha detto che il Vanni si confidò anche con sua moglie di questa lettera. Prima.
W.R.: Ora, gli ho detto...
Presidente: In casa.
W.R.: Sì, mi sembra che gliel'abbia detto anche a mia moglie.
Presidente: Perché lui frequentava la sua casa. Il Vanni frequentava la sua casa.
W.R.: Sì, sì. È stato anche a cena, non una volta, più di una volta, a casa mia.
Presidente: Senta, un'ultima cosa. Lei ha detto che frequentava il giorno, al termine del lavoro, La Cantinetta; vedeva il Lotti, il Pacciani, il Vanni e altri personaggi.
W.R.: Sì.
Presidente: Eccetera, eccetera.
W.R.: Come tutte le sere.
Presidente: Ecco, vorrei sapere se ha mai visto questa persona qui.
P.M.: (voce fuori microfono)
Presidente: Sì, sì. Dopo facciamo vedere chi è.
W.R.: (voce fuori microfono)
Presidente: Questo qui. È un volto noto, o non è un volto noto?
W.R.: L'ho visto qui al processo, mi sembra.
Presidente: No, a La Cantinetta, io parlo insieme a loro.
W.R.: No.
Presidente: Altrimenti da altre parti.
W.R.: Mi sembra di no.
Presidente: No, bene. Si tratta, gli viene mostrata al teste la foto dell'imputato Faggi… È avvenuta la verbalizzazione o no? Ripeta, per cortesia, cos'ha detto di questo signore.
W.R.: Mi sembra di no.
Presidente: Non l'ha mai visto a San Casciano insieme al Lotti, ai Vanni...
W.R.: Mi sembra di non averlo mai visto.
Presidente: E a loro.
W.R.: No, no.
Presidente: L'ha visto al processo, al processo Pacciani.
W.R.: L'ho visto qui al processo, sì.
Presidente: Bene. Allora, se non ci sono altre domande il teste può andare.
P.M.: Nessuna il P.M., grazie.
Presidente: Senta, per cortesia il Santoni.
W.R.: Posso?
Presidente: Può andare, sì.
W.R.: Buongiorno.

venerdì 20 settembre 2013

Walter Ricci - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 08 luglio 1997 - Quinta parte

Segue dalla quarta parte.

Avvocato Zanobini: Avvocato Zanobini, per l'avvocato Corsi. Senta signor Ricci, lei ci ha mai parlato in piazza di San Casciano con l'avvocato Corsi?
W.R.: In piazza, al bar, ha voglia.  
Avvocato Zanobini: Da solo anche?
W.R.: Cioè, ho parlato certamente anche da solo.
Avvocato Zanobini: Ha visto anche altre persone, oltre il Vanni, oltre lei, parlare da solo in piazza a San Casciano?
W.R.: L'avvocato Corsi?  
Avvocato Zanobini: L'avvocato... Altre persone di persone di paese che parlavano da sole in piazza di San Casciano con l'avvocato Corsi.
W.R.: Tanti.  
Avvocato Zanobini: Tanti?
W.R.: Tutto il paese, si può dire, insomma.  
Avvocato Zanobini: Quindi non era, per lei, una cosa particolarmente significativa vedere il Vanni parlare da solo con l'avvocato Corsi in piazza di San Casciano.
W.R.: No, no.  
Avvocato Zanobini: Bene. Lei ha detto che ha visto, però, l'avvocato Corsi parlare da solo col Vanni in piazza a San Casciano il giorno dopo che gli aveva - il Vanni - a lei parlato della lettera.
W.R.: Sì, si.  
Avvocato Zanobini: Ho capito bene?
W.R.: Sì.  
Avvocato Zanobini: Senta, mi dice quante volte lei è stato interrogato su questa vicenda, se lo ricorda?
W.R.: Mah, diverse volte mi sembra. Ora, il numero non lo so.  
Avvocato Zanobini: Ecco, glielo posso ricordare io. Lei è stato sentito la prima volta il 5 novembre del '91. Può essere, se lo ricorda?
W.R.: Sì.  
Avvocato Zanobini: Si ricorda se il 5 novembre del '91 lei parlò della lettera o delle lettere che il Vanni aveva ricevuto?
W.R.: Mah, pole essere.  
Avvocato Zanobini: Pole essere? E io le dico che non pole essere, perché le contesto - e quindi questo verbale viene, diciamo, allegato in senso negativo - perché il 5 novembre del '91 il teste Ricci non ha mai parlato in tutto...
P.M.: Nessuno gliel'ha chiesto.  
Avvocato Zanobini: Sì, glielo chiedo io.
P.M.: Il senso negativo, mi perdoni...
Avvocato Zanobini: Glielo chiedo io, gliel'ho chiesto io. Gliel'ho chiesto io.
P.M.: Sì, ma il senso negativo?  
Avvocato Zanobini: Aspetti, scusi...
P.M.: Non vedo la contestazione, comunque il verbale...
Avvocato Zanobini: No, siccome ha detto "può essere", che abbia parlato...
W.R.: Pole essere, non ho detto di sì, avvocato.  
Avvocato Zanobini: Le dico che non ne ha parlato e per dimostrare che non ne ha parlato io produco... 
Presidente: Va be', non ne ha parlato. Non gli han fatto la domanda e non ne ha parlato.  
Avvocato Zanobini: Se mi diceva che non ne aveva parlato io non chiedevo l'allegazione. 
Presidente: Bene.
P.M.: Era già allegato, perché le contestazioni le ha fatte il P.M....
Avvocato Zanobini: È già allegato il verbale del 5 novembre? Non mi pare.
P.M.: Ho fatto le contestazioni io.  
Avvocato Zanobini: Ah, bene. Allora, ricorda se è stato interrogato anche il 13 novembre '91?
Presidente: Le date non può umanamente ricordarle.  
Avvocato Zanobini: Va bene, è stato interrogato...
Presidente: Facciamogli la domanda per bene.  
Avvocato Zanobini: Sì. Ricorda se... 
(voci sovrapposte)
Presidente: ... il 10 febbraio.  
Avvocato Zanobini: Sì. Ricorda se il 13 novembre '91... Presidente, hanno un senso, le spiego perché. Perché sono neppure a due, tre mési di distanza da quando lui ha collocato il colloquio con il vanni in cui si sarebbe parlato della lettera. Allora, io...
P.M.: Chissà quante cose...  
Avvocato Zanobini: Allora io voglio chiederle, signor Ricci, come mai anche nel secondo interrogatorio del novembre '91 lei non ha parlato della lettera.
W.R.: Che ne so. Non me lo ricordo.
P.M.: Sono risposte a domande, avvocato.  
Avvocato Zanobini: Sì.
P.M.: Mi perdoni, ma...  
Avvocato Zanobini: Scusi... No, Pubblico Ministero, abbia pazienza...
Presidente: Va be', non ne ha parlato avvocato, ma non vedo il problema. Non ne ha parlato, basta.  
Avvocato Zanobini: Non ne ha parlato.
Presidente: Non ne ha parlato, basta.
P.M.: Non ne ha parlato spontaneamente.
Presidente: Via, andiamo.  
Avvocato Zanobini: Allora... 
(voci sovrapposte)
P.M.: ... spontaneamente, perché le domande sono lì.  
Avvocato Zanobini: Posso concludere.
P.M.: Chissà di quante altre cose non ha parlato che riguardan sempre...  
Avvocato Zanobini: Posso, Presidente?
Presidente: Sì, sì. Faccia la domanda, per cortesia.  
Avvocato Zanobini: Sì, no, la domanda gliel'ho già fatta, gli faccio la contestazione. Che nel verbale del 13 novembre '91 lei non solo non ha parlato della lettera, ma testualmente ha escluso che il Vanni le avesse parlato della lettera, e le cito la frase da lei riferita: "A me il Vanni non ha mai detto di aver ricevuto lettere dal carcere da parte di Pacciani." Siamo al 13 novembre '91.
Presidente: Ci sono anche le ritrattazioni, eh.
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Zanobini: Prego?
Presidente: Ci sono anche le ritrattazioni...
P.M.: (voce fuori microfono)  
Avvocato Zanobini: Sì, Presidente, c'è tutto, ma a me basta rappresentare guesta situazione.  
Presidente: Sì, si, come no.
P.M.: (voce fuori mircrofono)  
Avvocato Zanobini: Mi sembra che sia significativa: nel novembre '91 non si parla della lettera. La prima volte che si parla di questa lettera è il 27 novembre '95.
Presidente: Bene.  
Avvocato Zanobini: Bene. È la prima volta, oggi, al dibattimento - e quindi a quanti anni di distanza lo potete calcolare voi, la Corte - viene a dire che il giorno dopo che aveva parlato col Vanni della lettera ricorda di aver visto l'avvocato Corsi e il Vanni parlare da soli a San Casciano, come a dire che si sarebbe dovuto parlare di questa lettera. Chiedo io: come mai lei ha parlato per la prima volta della lettera nel novembre del ‘95?
W.R.: Perchè mi è stato chiesto, perché me lo disse in quell'epoca lì.  
Avvocato Zanobini: Come?
W.R.: Lei vedrà che...  
Avvocato Zanobini: No. Lei ha detto, nel novembre del '95 - scusi, abbia pazienza - nel novembre del '95, le contesto, è una contestazione, Presidente, mi pare di proseguire con il pieno rispetto delle regole.
Presidente: No, ma vede quando un teste viene interrogato per la prima volta, io non lo so se è avvenuto questo in occasione dell'esame di lui...  
Avvocato Zanobini: Ma scusi Presidente, abbia pazienza...
Presidente: ... però gli fanno delle domande e lui risponde.  
Avvocato Zanobini: Sì, ho capito...
Presidente: Non è che può andare a dire il rosario.
P.M.: (voce fuori microfono)  
Avvocato Zanobini: Scusi...
P.M.: Può darsi che il P.M. non lo sapesse.  
Avvocato Zanobini: E allora... Ma queste son considerazioni che lei poi mi farà in sentenza, non è che mi possa dare la risposta al teste...
P.M.: No, sono considerazioni che sta facendo lei.  
Avvocato Zanobini: Allora scusate... 
(voci sovrapposte)
P.M.: Eh, sennò...
Avvocato Zanobini: Abbiate pazienza, io devo proseguire.
P.M.: Sennò si fa opposizione formale.  
Avvocato Zanobini: No... Va be' fai opposizione formale e...
P.M.: Certo!  
Avvocato Zanobini: ... poi io, dopo, chiedo la contestazione.
Presidente: Bene, bene.