sabato 29 giugno 2013

Filippa Nicoletti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Settima parte

Segue dalla sesta parte.

Presidente: Parti civili? Niente. Difensori?
Avvocato Pepi: Avvocato Pepi. Senta signora, io le dovrò fare una serie di domande, per cui abbia un attimo di pazienza. Lei ha detto di conoscere bene Giancarlo Lotti, vero?
F.N.: Sì.
Avvocato Pepi: Senta, io vorrei sapere... innanzitutto partiamo da questo: fu il Lotti che le indicò la piazzola di Vicchio dove vi sareste appartati, o fu lei a indicarla al Lotti?
F.N.: No, fu il Lotti, perché io non guidavo, non sapevo niente.
P.M.: Senta signora, ma io le chiedo, come mai vi appartavate a Vicchio, cioè a circa 70 chilometri da San Casciano, quando vi potevate tranquillamente appartare nei boschi vicino a San Casciano?
F.N.: Il problema era questo, siccome il mio convivente non c'era, eravamo tutti e due, in quel periodo, eravamo sempre quasi ubriachi, perciò ci mettevamo in macchina e dove si andava a finire si andava a finire. Non c'era una meta.
Avvocato Pepi: Quindi signora...
F.N.: Si poteva andare anche a letto a casa mia.
Avvocato Pepi: Esatto. Però, dico, allora a questo punto, siccome lei ha detto che eravate quasi sempre ubriachi, come fa a essere certa, nel momento in cui viene a fare il riconoscimento della piazzola di Vicchio, che è quella veramente la piazzola di Vicchio e non potrebbe essere un'altra?
F.N.: Perché...
Avvocato Pepi: Tanto più che son passati molti anni, e sappiamo che quella stessa piazzola è cambiata notevolmente.
F.N.: Ho riconosciuto quel fiumiciattolo che c'è di fronte.
Avvocato Pepi: Va be', signora, il fiumiciattolo sa, non è che sia... Penso che in vari boschi si possa...
F.N.: E poi, per andare lì, c'è una bottega che vende formaggi, vende panini, questa roba qui.
Avvocato Pepi: Quindi andavate, diciamo così, un po' alla ventura.
F.N.: A dorso.
Avvocato Pepi: Eh be'. Lei, quindi, la sua giustificazione è questa qui. A quanto pare ho capito che vi eravate un po' allegri, guanto meno, e quindi dove andavate andavate, insomma.
F.N.: Sì.
Avvocato Pepi: Non c'era una scelta precisa perché il Lotti preferiva un posto invece che un altro.
F.N.: Che sappia io, no.
Avvocato Pepi: No.
F.N.: Dove mi portava, andavo.
Avvocato Pepi: Sì, va bene. Senta signora, che rapporti c'erano tra l'Indovino e la Ghiribelli?
F.N.: Che rapporto c'era?
Avvocato Pepi: Sì.
F.N.: Ma lo sapranno loro due, mica io.
Avvocato Pepi: No, io le domando se lei è a conoscenza se si conoscevano, se erano amici, si frequentavano, stavano insieme?
F.N.: Gliel'ho detto, erano amici e se poi andavano a letto insieme che ne so io, non c'ero mica.
Avvocato Pepi: Ecco. Senta signora, lei ha ricevuto, in data 24 marzo '96 alle 11.06, per essere precisi, una telefonata da parte di Giancarlo Lotti?
F.N.: Sì.
Avvocato Pepi: Ecco signora, abbia molta pazienza, perché queste sono una serie di domande che interessano molto a questo difensore. Se lo ricorda bene il contenuto di questa telefonata?
F.N.: Cosa mi diceva?
Avvocato Pepi: Sì.
F.N.: Che lo avevano interrogato.
Avvocato Pepi: Ecco.
F.N.: Che lo interrogano e vogliono sapere come stanno... E io gli ho risposto che se lui sa qualcosa, che parli, che deve dire la verità. Se uno dice la verità, non sbaglia.
Avvocato Pepi: E poi?
F.N.: E poi gli ho chiesto: 'ma tu a me me lo devi dire, se è vero che tu facevi il guardone, o che hai fatto... se hai visto ammazzare, se hai ammazzato; tu a me me lo devi dire, se sei sincero'. Questo io gli chiedevo.
Avvocato Pepi: Senta, e questa stessa telefonata, signora, lei contestò al Lotti il motivo per cui ha atteso più di dodici anni prima di rivelare queste circostanze?
F.N.: Ora, una telefonata, mi telefonava spesso, anche.
Avvocato Pepi: No, io fo riferimento solo a questa telefonata, signora.
F.N.: Se sapeva la verità prima, doveva parlare prima.
Avvocato Pepi: Ecco, lei glielo contestò, quindi, al Lotti.
F.N.: Sì: 'se tu sapevi prima, dovevi parlare prima'.
Avvocato Pepi: Senta signora, le disse anche Lotti, in questa telefonata, che era in attesa che gli attribuissero una casa e gli disse chi gliela doveva dare?
F.N.: No.
Avvocato Pepi: Non se lo ricorda, o...
F.N.: No, no, non me l'ha detto.
Avvocato Pepi: Non gliel'ha detto, signora? Bah, allora io glielo devo contestare, perché, nella telefonata, viene proprio specificatamente detto questo da parte di Lotti.
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Pepi: Eh, questa telefonata...
P.M.: Dovrebbe essere depositata, no?
Avvocato Pepi: Sì, sì. Penso di sì. 
(voce fuori microfono)
Presidente: (voce fuori microfono)
P.M.: No, io non l'ho fatto, quindi.... Non so se l'ha fatto il difensore, dato che la contesta. Credo che poi andrebbe trascritta, perché se quello è un brogliaccio.
Presidente: Questa è una trascrizione o un riassunto.
P.M.: No, è un brogliaccio.
Avvocato Pepi: È uno stralcio di conversazione.
P.M.: E' un brogliaccio, però, va trascritta. Se qualcuno ha interesse a dirla, va trascritta.
Avvocato Pepi: Certo. Va be', comunque lei questo non se lo ricorda. Allora io, sempre insistendo su questa telefonata, le chiedo se il Lotti ebbe a dirle: "Ti fanno certi colloqui, e alla fine uno non ce la fa più, e alla fine ti imbrogliano”. Se lo ricorda questo passaggio?
F.N.: Ma, come ho ripetuto sempre, io il Lotti l'ho capito sempre poco nel parlare; perciò, anche se dice le cose, non è che proprio le comprendo bene bene. Anche se si doveva stare insieme quasi quindici anni, insomma l'ho conosciuto per quindici anni, non lo capivo, 'tutututu', lui parla svelto, parlava svelto e non proprio chiaro.
Avvocato Pepi: Va be', ora...
F.N.: Perciò, anche se ha detto qualcosa...
Avvocato Pepi: No, il concetto di una frase...
F.N.: Sì...
Avvocato Pepi: Io non pretendo certo che lei si ricordi le parole esatte, ma un discorso di questo genere se lo ricorda che il Lotti gliel'ha detto?
F.N.: Sì. 'Ti fanno certe domande che poi, magari, tu | non sai...'. Mi voleva magari dire: 'tu non sai come rispondere, come fare, come non dire', insomma, una cosa del genere. Poi me ne ha fatta un'altra telefonata, sempre nel marzo dell'anno scorso, dicendomi che mi voleva venire a trovare. E io gli ho detto che avevo, per l'appunto, dovevo cambiare casa e ci avevo da fare, non lo potevo ospitare.
Avvocato Pepi: Senta signora, stiamo sempre a questa benedetta telefonata, si ricorda se il Lotti le disse... Perché lei, a un certo momento, avrebbe chiesto al Lotti: 'è vero che hai visto il Vanni fare certe cose?', e il Lotti le avrebbe risposto: 'ormai l'ho detto, non posso mica tornare indietro; è vero, ormai l'ho detto'.
F.N.: E io gli chiedevo se era vero che aveva visto uccidere...
Avvocato Pepi: Sì.
F.N.: Se aveva... e lui ha detto: 'ormai l'ho detto'.
Avvocato Pepi: "Ormai l'ho detto...", e diceva: "Ormai l'ho detto, non posso tornare indietro".
F.N.: Non può tornare indietro.
Avvocato Pepi: Eh. E' vero anche che, sempre in questa telefonata, Lotti disse a un certo punto che lui sapeva soltanto cose dell'omicidio degli Scopeti e che per quello che era il delitto di Vicchio invece non ne sapeva nulla e lo avevano imbrogliato?
F.N.: No, non mi ha detto di nessuno... omicidio, lì. Non mi ha detto che aveva visto, come aveva visto. Non mi ha detto proprio nulla. Io sapevo quello degli Scopeti, sapevo quell'altro, ma non me l'ha detto che sapeva... che sapeva, non mi ha detto niente. Diceva soltanto che: 'ti fanno certi interrogatori', e non so, un imbroglio, una cosa genere. Ma che lui aveva visto o che sapeva, non me lo ha mai detto.
Avvocato Pepi: Ecco, signora, ora stiamo andando velocemente alla fine, abbia ancora un attimo di pazienza. Verso la fine della telefonata, quindi pochi minuti, secondi prima di chiudere questa conversazione, Lotti le avrebbe detto - se se lo ricorda... Glielo leggo testualmente, così magari se lo ricorda meglio, se me lo può confermare o meno: "Ma icché ti devo dire io, non lo so come... puntini di sospensione. "Ma io... ma, fino a un certo punto, quello che ho visto lo sanno loro come fare. L'è Procuratore". Se lo ricorda questo passaggio?
F.N.: Come le dico, io, al Lotti l'ho capito sempre poco a parlare. Perciò, anche se l'ha detto, lui l'ha detto e lui l'ha sentito.
Avvocato Pepi: Ecco, comunque da questo complesso...
F.N.: Se poi è stata registrata, lo sentite meglio di me.
Avvocato Pepi: Senta, signora, ma siccome è una telefonata fatta tra lei e il Lotti...
F.N.: Eh, ma come le sto dicendo...
Avvocato Pepi: ... una conferma sua.
F.N.: ... io, il Lotti, non l'ho mai capito parlare. Perciò non posso proprio dire tutto quello che diceva, ci capivo... Ogni cento parole ci capivo dieci.
Avvocato Pepi: Comunque mi conferma - perché mi sembra che lo abbia detto - che il Lotti, più volte, in questa telefonata, si lamentava di questi tipi di interrogatori...
P.M.: No, Presidente, mi scusi, eh. Ora, si lamentava. . . di un brogliaccio di cui il difensore ha fatto l'uso che ha voluto e io sono stato zitto perché non ho niente da nascondere, ma di cui non ha chiesto la trascrizione, mi sembra si sta andando oltre le possibilità consentite.
Presidente: Va bene, va bene.
P.M.: E quindi, addirittura ora che faccia le interpretazioni, se permette, sono stato zitto per mezzora perché non c'è niente da nascondere e perché si parla di Procuratori, quindi è tutto quello che c'è, la telefonata è lì trascritta. Quindi, la prova che non c'è niente da nascondere, è in quel brogliaccio. Ma che ora si voglia far dire alla signora cose che non ha capito, interpretazioni del difensore, su un brogliaccio, mi oppongo.
Presidente: Domanda, avvocato, domanda.
Avvocato Pepi: Io domando allora...
Presidente: Comunque le osservazioni del Pubblico Ministero sono esatte, eh.
P.M.: Eh, io sono stato zitto perché... non c'è nulla da nascondere e perché il brogliaccio ce lo abbiamo messo noi. Quindi è chiarissimo che non c'è nulla da nascondere. E il difensore lo sa. Quindi, l'uso che ne fa mi sembra talmente improprio e tra 1'altro non è corretto.
Presidente: Va bene. Basta, ora. Bene.
Avvocato Pepi: Ora, sulla correttezza avrei qualcosa da...
P.M.: Eh, sì, non è corretto perché non ha chiesto la trascrizione, avvocato. E quindi non può fare lei domande su un atto che non è trascritto.
Presidente: Bene, Pubblico Ministero, abbiamo capito. Non...
P.M.: Sì. Siccome continua, allora io le spiego.
Avvocato Pepi: Io ho fatto domande soltanto se la signora si ricordava del contenuto di una certa telefonata.
P.M.: No, glielo ha letto lei il contenutor avvocato, mi permetta. La signora le ha sempre detto: 'non lo ricordo e non ho capito. E io non capivo il Lotti ' .
Avvocato Pepi: No...
P.M.: Mi scusi, avvocato.
Avvocato Pepi: No, la signora non ha detto così, fra l'altro.
P.M.: No, no, per carità, per carità...
Presidente: Pubblico Ministero, Pubblico Ministero, le può fare domande suggestive, andiamo.
P.M.: Sì, però...
Presidente: Essendo esame indiretto, lo può fare...
P.M.: No, mi perdoni...
Presidente: Comunque, non ci riscaldiamo, che non è il caso.
P.M.: No, Presidente, su trascrizioni che sono in atti non si può chiedere interpretazioni quando la signora è dall'inizio della contestazione che dice: 'io non ho capito cosa diceva'. E il difensore introduce osservazioni che fa lui. Signor Presidente, mi oppongo finché posso, con tutti i miei mezzi.
Presidente: Io non so che domande intende fare, dica avvocato. Le interpretazioni lasciamole stare, le interpretazioni lasciamole stare.
Avvocato Pepi: Io, su questo punto... Permette? Io, su questo punto ho bell'e finito.
Presidente: Bene.
Avvocato Pepi: E credo proprio di aver finito. Stavo riguardando un attimo, credo di non avere altre domande da fare.
Presidente: Altri difensori? Io volevo fare una domanda alla teste, però è un giudizio che dovrebbe darmi. E il giudizio non lo posso acquisire. Bene, può andare, signora.
P.M.: Grazie, Presidente.
F.N.: Buongiorno.
Presidente: Ci sono altri? Pubblico Ministero, altri testimoni?
P.M.: Oggi no, Presidente...
Presidente: Niente. Allora a domani mattina ore 09.00.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Nuova traduzione del Vanni.
Avvocato: Che orario si fa?
Presidente: Eh, Pubblico Ministero, domani quanti testi c'ha?
P.M.: Domani, sicuramente, il teste Nesi e altri, alcuni testi che riguardano l'S4 e che riusciamo a reperire. Alcuni sono già citati. Quanti, non glielo so dire.
Presidente: Vediamo quanti testi ci sono, sennò si va... Comunque...
P.M.: Comunque la mattinata, senz'altro.
Presidente: La mattinata sicuro; il pomeriggio non lo so, dipende dai testi disponibili. Va bene?
Avvocato: Presidente, non ho problemi, questo volevo dire.
Presidente: Sì, sì. Bene. L'udienza è tolta.

giovedì 27 giugno 2013

Filippa Nicoletti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Sesta parte

Segue dalla quinta parte.

P.M.: Senta, io le mostrerei un disegno fatto da una persona, uno schizzo fatto male della casa di via Faltignano. Lei mi vuol vedere se la riconosce? È un disegno fatto dal Galli, per l'esattezza.
F.N.: Sì, sì.
P.M.: Possiamo mostrare quel disegno?
(voce fuori microfono)
P.M.: No, forse è meglio lì, così indica... Grazie.
(voce fuori microfono)
P.M.: È effettivamente uno schizzo di difficile comprensione, però lei riesce a capire se era la casa... Cioè, ci può descrivere la casa? Come si entrava.
F.N.: Qui c'era la scala, si saliva; lì c'era la cucina, poi c'era la camera da letto...
P.M.: La cucina era subito entrando dalla scala.
F.N.: Sì.
P.M.: Di fronte, sulla destra, c'era la cucina, c'era un lavello, c'era qualcosa?
F.N.: No, in fondo c'era...
P.M.: È quello indicato in alto a destra?
F.N.: Sì, lì c'era il lavandino.
P.M.: Bene.
F.N.: E poi c'era un gabinetto.
P.M.: Bene. La camera dov'era, rispetto alla porta d'ingresso?
F.N.: Sulla sinistra.
P.M.: È quella che è indicata....
F.N.: Sì.
P.M.: E il letto dov'era? Ecco, dov'è...
F.N.: Il letto, quando sono andata via io, era messo di qua. Poi, dopo che sono andata via io, l'hanno messo di quest'altra parte, lì:
P.M.: Ecco. E la porta? Era accanto al letto, praticamente.
F.N.: Sì.
P.M.: Senta, e oltre questa camera c'era un'altra stanza?
F.N.: C'era un'altra stanza, che era in fondo.
P.M.: E' quella lì?
F.N.: C'era un lettino, c'era un armadio vecchio, c'era di tutto; c'erano damigiane di vino...
P.M.: Lo scrittoio, qualcosa, un tavolino?
F.N.: No, non ce l'ho visto.
P.M.: Non ce l'ha visto.
F.N.: Finché c'ero io no.
P.M.: Senta, quando lei ha frequentato quella casa - sia perché ci abitava, sia perché è andata dopo a trovare Indovino - ha mai trovato, in casa, segni di attività di magie, candele, cose di questo genere?
F.N.: Ma io, candele non ho visto niente.
P.M.: No. Cose simili?
F.N.: No, roba di magia non ho visto.
P.M.: Cartelli con numeri e lettere, quelli che si usano per fare questo tipo di attività? Su una parte solo lettere dell'alfabeto, su un'altra parte numeri, al centro scritte "Sì" o "No". Cose di questo genere le ha mai viste?
F.N.: Magari che le ho viste, ma non mi ricordo proprio.
P.M.: Forse stava dicendo che l'ha viste.
F.N.: No, no. Io non c'ho niente da nascondere.
P.M.: Ecco, lei dice, le pare, ma...
F.N.: Ma quel fatto che scriveva l'alfabetico ce l'aveva anche quand'era in carcere che mi aveva fatto uno schizzo anche a me, 'Nicoletti Filippa', poi ci aveva messo tante parole, non so che...
P.M.: Ecco, volevo arrivare proprio a quello.
F.N.: Eh.
P.M.: Lei ricorda che dal carcere le scrisse una cosa in particolare di questo tipo?
F.N.: Sì, che diceva... Ma ora non me lo ricordo, comunque con la "N" ci faceva un articolo con la "Fi"...
P.M.: Le posso leggere...
F.N.: Affettuosa, una cosa del genere.
P.M.: Le posso leggere cosa ha detto?
F.N.: Sì, sì.
P.M.: Forse era più dettagliato.
F.N.: Sì.
P.M.: Lei dice, a proposito di Manuelito: "L'ho conosciuto, era uno che stava dalle parti di piazza San Marco, faceva il mago. Sono stata una volta a casa sua, mi ci ha portato Salvatore".
F.N.: Sì.
P.M.: E' così?
F.N.: Sì.
P.M.: Dice: "Dall'84 non l'ho più rivisto. Salvatore l'aveva conosciuto nel carcere di Firenze nell'81. Ricordo, inoltre, che quando era in carcere Salvatore ini scriveva dicendo che si era messo a studiare psicologia e che era in grado di fare una specie di scheda con le iniziali dei nomi delle persone", è così? "Me l'ha fatto anche a me ed è riportato in una delle lettere che mi sono state sequestrate. Diceva che con questo metodo ricavava il carattere delle persone e mi invitava a mandargli i nomi delle persone da me conosciute", è così?
F.N.: Sì.
P.M.: "Non so se, essendo in carcere insieme, queste cose le avesse imparate da Manuelito". È così.
F.N.: Sì.
P.M.: Quindi lei ricorda un cartello di questo tipo, con le lettere, che può servire a questo, o sono due cose diverse?
F.N.: Io non mi ricordo.
P.M.: Non si ricorda. Sa se in via di Faltignano, prima o dopo, a qualcuna di queste ragazze che venivano faceva le carte, faceva i tarocchi, queste cose qua?
F.N.: Non lo so.
P.M.: C'erano mazzi di carte in casa di via Faltignano?
F.N.: Sì, per giocare, sì; parecchi. Ci giocava questo Luciano, con questa Grazia, giocavano sempre. Quando arrivavo lì, magari ce li trovavo, avevano fatto una spaghettata, poi si mettevano a giocare. Giocavano a Scala 40. Le carte c'erano, sì.
P.M.: Ma con queste carte ha visto se questa Grazia, come ha riferito qualcuno, faceva le carte, non intese come carte da gioco, a qualcuno?
F.N.: Non lo so.
P.M.: Prediceva il futuro, non so che si fa con...
F.N.: No, no.
P.M.: Non lo sa.
F.N.: Non lo so.
P.M.: Il Pucci Fernando lo conosce?
F.N.: L'ho visto una volta col Lotti, che è venuto a casa mia.
P.M.: Cosa sono venuti a fare?
F.N.: Ah, non lo so. Era un pomeriggio, loro han detto che si trovavano a passare.
P.M.: Son venuti a trovarla?
F.N.: Sì.
P.M.: Le hanno parlato di qualcosa?
F.N.: No.
P.M.: Sicura?
F.N.: Sicurissima. Ci avevo anche un amico a casa, che ora è morto. Li ho mandati a comprare della roba, hanno mangiato, hanno bevuto e poi sono andati via.
P.M.: Ha mai parlato con il Lotti, per telefono, del fatto che lui potesse essere coinvolto in qualche modo nei fatti poi addebitati...
F.N.: Ultimamente, è stato anche l'anno scorso, sì nel '96, che mi ha telefonato dicendo che l'avevano interrogato e mi diceva: io, la mia risposta era quella di dire la verità, se lui sapeva poteva, doveva parlare, doveva dire la verità.
P.M.: Lui le ha fatto capire che sapeva qualcosa?
F.N.: No, se avessi saputo io, mi avesse fatto capire che sapevo qualcosa, ero la prima a andare alla Questura a denunciare anche a lui.
P.M.: Lui le ha mai parlato del fatto che lui era, la sera dell'omicidio di Scopeti, con la sua macchina lì?
F.N.: No.
P.M.: Per telefono, successivamente, ne avete parlato?
F.N.: No, non me ne ha parlato mai.
P.M.: Lei ha avuto questo sospetto?
F.N.: Io?
P.M.: Sì.
F.N.: No, non mi è passato; però vedevo il Lotti in cinque, sei mesi, dal '95 - sì è stato nel ' 95 l'ultima volta che è venuto a casa mia - lo vedevo un po' più strano. Non guardava in faccia come parlava una volta; prima ti parlava in faccia. A parte che io, il Lotti, non lo capisco tanto bene nel parlare, perché lui parla fiorentino fiorentino, io... E quel poco che intendevo glielo facevo ripetere più di una volta.
P.M.: Ha sospettato qualcosa, lei, Filippa?
F.N.: Ma che lo vedevo un po ' strano, lo vedevo un po' più cupo, non lo vedevo più...
P.M.: Rispetto al passato.
F.N.: Rispetto di prima.
P.M.: Questo quando la Polizia lo stava interrogando?
F.N.: Sì.
P.M.: Ecco, e lei di queste cose ha parlato per caso, e ha manifestato i suoi sospetti, con la Ghiribelli?
F.N.: Qualche volta, sì.
P.M.: E avete detto insieme che avevate capito che il Lotti era lì quella sera, o qualcuno aveva detto qualcosa del genere?
F.N.: No, questo no.
P.M.: Ma lei, dal tono di alcune telefonate sembrerebbe così.
F.N.: Con le telefonate? Infatti le è stato contestato e lei ha detto, dice, dunque: "Può essere che commentando con la Gabriella al telefono, io le abbia detto che la Polizia sospettava del Lotti, o meglio che sappia qualcosa il Lotti e che non voglia parlare. Mi è venuta questa idea, perché si sentono tante cose." "Fattole presente che alla Gabriella sarebbe stato detto che la Polizia sospettava del Lotti perché era la sua macchina, perché la sua macchina era stata vista agli Scopeti, dice": "Con chi era lì il Lotti, era con me?" Ricorda di aver fatto questo tipo di discorso?
F.N.: Sì.
P.M.: Chiestole dal P.M. come mai, commentando con la Gabriella, ha fatto riferimento ai sospetti della Polizia, anche dal fatto che la macchina del Lotti sarebbe stata vista agli Scopeti, dice: "È una cosa che ho pensato io".
F.N.: Ho pensato io, sì.
P.M.: Come mai ha pensato questo fatto del Lotti?
F.N.: Ma pensavo, pensavo... dicevano che avevo sentito per telefono, per il televisore...
P.M.: No. Questo è dopo, signora. Lei fa le telefonate prima.
F.N.: Sì.
P.M.: Come mai a lei viene questa sensazione? Perché vede il Lotti cupo, perché le ha fatto qualche discorso in proposito il Lotti?
F.N.: Perché aveva fatto questo discorso che era stato interrogato più di Una volta.
P.M.: Quindi lei dice: successivamente, questo.
F.N.: Sì.
P.M.: Ho capito. Con il Lotti, di fatti specifici di questo tipo non ne ha mai parlato direttamente.
F.N.: No.
P.M.: Però gli ha detto: se sai, parla. Avete fatto questo tipo di discorso e le è sembrato, lei dice, più cupo.
F.N.: Sì.
P.M.: "Più cupo” cosa intende dire: più chiuso?
F.N.: Più chiuso, sì.
P.M.: Aveva paura?
F.N.: Aveva paura, sì.
P.M.: Lei dice, però, a un certo punto le viene contestato questo fatto, ed è esattamente questa la contestazione, le viene detto che varie persone dicono che il Lotti era, quella sera dell'omicidio, in via Scopeti, le viene detto. E che lei, Nicoletti, ha detto che parlando al telefono con la Gabriella, le disse che la Polizia poteva sospettare del Lotti - siamo tutto a livello di sospetti, eh - e che il Lotti sapesse qualche cosa, perché quella sera era passato dagli Scopeti. Le viene chiesto di dire la verità, e lei dice: "Può essere che questo fatto degli Scopeti me l'abbia detto lo stesso Lotti, ma non sono sicura al cento per cento". Io le richiedo: in questo atteggiamento cupo del Lotti, per caso qualche mezza ammissione...
F.N.: No, non l'ha fatta.
P.M.: E allora come mai dice: "Può essere che me l'abbia detto lo stesso Lotti, ma non ne sono sicura al cento per cento"?
F.N.: Può darsi che me l'abbia detto, ma non sono sicura al cento per cento.
P.M.: Benissimo. Questo volevo sapere. Quindi può essere che gliel'abbia detto. Io, allo stato, non ho altre domande, Presidente.

mercoledì 26 giugno 2013

Filippa Nicoletti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Quinta parte

Segue dalla quarta parte.

P.M.: No. Senta una cosa, lei ricorda se una volta ha trovato in casa, o ha saputo che c'erano in casa delle persone che facevano capo alla setta degli Hare Krishna?
F.N.: No.... O sì, una volta. Ma che ho sentito per telefono, perché io gli telefonavo e ho sentito anche per telefono che c'erano... una coppia era: una ragazza e un ragazzo, che erano scappati dagli Hare Krishna, ma non che erano dagli Hare Krishna. Lui diceva che erano scappati dagli Hare Krishna e l'aveva ospitati lui.
P.M.: Lo diceva Salvatore, o lo diceva questo ragazzo?
F.N.: No, lo diceva Salvatore.
P.M.: Uhm.
F.N.: Che erano due ragazzi, una coppia, che erano degli Hare Krishna e erano scappati, e lui li aveva ospitati in casa.
P.M.: Perché erano scappati lei lo sa?
F.N.: Eh, perché non ci volevano stare più dagli Hare Krishna.
P.M.: Lei sa chi erano queste persone?
F.N.: No, no. Non l'ho mai viste.
P.M.: Salvatore gliene ha parlato?
F.N.: Me ne ha parlato, ma non li conosco, non l'ho visti io.
P.M.: Lei...
F.N.: Me n'ha parla...
P.M.: Prego.
F.N.: Me n'ha parlato che c'erano queste persone, ma io non l'ho visti.
P.M.: Lei ricorda in che epoca siamo? Questo episodio. Lei dice 'era scappata', quindi riesce a focalizzarlo.
F.N.: Che ero scappata chi?
P.M.: Lei dice...
F.N.: Io...
P.M.: ... 'ero via, telefono e trovo un Hare Krishna'.
F.N.: No, questo è stato dopo che io sono andata via, dopo dall'84.
P.M.: Ah, questo è dopo.
F.N.: Si.
P.M.: Questo è dopo, ho capito.
F.N.: Sarà stato l'85.
P.M.: Senta, lei è mai stata da questi Hare Krishna?
F.N.: Una sera, sì, che aveva bevuto e volevo andare ad Alessandria quella sera. Allora avevo capito qualcosa un po' di strano, che voleva combinare Indovino con un suo amico.
P.M.: Chi è questo suo amico?
F.N.: Venturini.
P.M.: Cosa voleva combinare?
F.N.: E si volevano portare una donna a casa, praticamente.
P.M.: Oh.
F.N.: Allora io volevo...
P.M.: Tanto strano, oramai, in questo discorso non è .
F.N.: Eh. E allora io dovevo partire per andare ad Alessandria e allora un po' avevo bevuto e ero gelosa, anche, fradicia di questo Indovino; salgo su un treno e riscendo. Lui torna a casa, non so se sono andati a prenderla o non sono andati a prenderla, questa donna. Comunque io mi metto a girovagare fra Firenze. Praticamente, poi, incontro una persona che non so nemmeno chi sia stata questa persona, e gli dico se mi portava a San Casciano. A San Casciano mi ci ha portato. Passiamo da casa di Indovino e ho visto che c'era la macchina anche di Venturini. Praticamente, sapendo che Indovino mi picchiava ogni volta che combinavo una qualche marachella, perché lui...
P.M.: Che se ne andava?
F.N.: Che mi picchiava, che io ero andata via, che dovevo andare a trovare i miei figli ad Alessandria, questo è successo esattamente il 2 di luglio dell'81.
P.M.: Sì.
F.N.: Invece io torno a casa, vedo che c'era la macchina di lui, torno a casa, mi faccio portare da questa persona, che se dovrei vederla non la riconoscerei nemmeno perché son passati tanti anni e poi è stata una persona occasionale, così, che ho incontrato alla stazione di Firenze... Allora, passiamo davanti casa, ho visto la macchina di Venturini e la macchina di Indovino. Allora gli ho detto: 'no, a casa non ci vado, perché sennò stasera sono botte'. E mi sono fatta accompagnare a questa Hare krishna.
P.M.: Come mai proprio lì?
F.N.: Perché non sapevo dove andare a dormire. Ormai quello lì l'avevo...
F.N.: C'ero stata quando lo avevano inaugurato e allora ero andata a vedere com'era e come non era. Erano le due, due e mezza di notte, suono il campanello, poi mi son venuti a aprire e lì dentro ho sentito un odore di zolfo...
P.M.: Di zolfo?
F.N.: Di zolfo, odori strani, e non so cosa volevano farmi. Come infatti dovevo entrare dentro una stanza e mi dovevo levare le scarpe. Davanti questa porta c'erano cinque, sei paia di scarpe e io ho pensato in me - anche perché l'alcool già, un po', era sfumato a quell'ora - ho detto: 'ma se ci sono quelle scarpe lì, vuol dire che cinque, sei persone sono lì dentro'. Allora ho detto: 'mi sento male, mi sento male' e sono scappata, quella notte.
P.M.: Sì.
F.N.: E sono ritornata a casa. Vado a casa, arrivo a casa e urlavo per la strada e lui è scappato nudo di casa: 'cosa succede, cosa succede?', poi gli ho detto quello che era successo, insomma. Son parti...
P.M.: Quindi quella sera... c'è stata più giorni o una sera soltanto?
F.N.: No, no, soltanto quella notte.
P.M.: Senta, tornando ai suoi rapporti con il Lotti...
F.N.: Sì.
P.M.: Lei ci ha focalizzato che con il Lotti è sicuramente stata in macchina in quelle due piazzole che abbiamo detto. 
F.N.: Sì.
P.M.: Lei ha mai raccontato, il Lotti, se lui gli era capitato di andare a vedere coppie in macchina che facevano l'amore?
F.N.: No.
P.M.: Le ha mai parlato chi erano i suoi amici e se alcuni suoi amici facevano questo?
F.N.: No.
P.M.: Lei dice, le contesto: "Col Lotti ho avuto un buon rapporto e tuttora talvolta, quando ha soldi, viene da me. Mi ha confidato che lui non aveva mai fatto il guardone, mentre sapeva e gli risultava che due suoi amici, Pacciani Pietro e Vanni Mario, andavano ad osservare le coppie in auto mentre queste erano appartate in intimità in campagna o nei boschi. Mi disse anche che il Pacciani e il Vanni andavano sugli Scopeti a fare i guardoni, ma a riguardo non so se questa circostanza il Lotti la sapesse direttamente, ovvero perché riferitagli dai suoi amici". Ricorda questi discorsi di Lotti?
F.N.: No, questi discorsi, se me li ha fatti il Lotti, me li ha fatti dal '94-'95.
P.M.: Dopo. Quindi glieli ha fatti, o non glieli ha fatti?
F.N.: Parlando, discutendo così, sì.
P.M.: Ho capito. Il Manuelito sa, o ha saputo da qualcuno se faceva filtri d'amore, se avvicinava persone che stavano insieme, se cercava di fare unioni, se faceva filtri o magie di questo genere?
F.N.: Se lo so io?
P.M.: Se qualcuno gliel'ha riferito, o se lo sa lei; non che l'abbia fatti a lei.
F.N.: No, no, o non lo so.
P.M.: Non l'ha mai sentito dire da nessuno. E questa sua attività di magia, che avrebbe invogliato poi Indovino a fare anche lui il mago, in cosa consisteva, lei lo sa?
F.N.: Che ne so, io non lo so.
P.M.: Non lo sa. Tornando al discorso di Ghiribelli e Galli che frequentavano la casa di via Faltignano, lei ce li ha visti prima e dopo che lei è andata via? Sia prima dell'84 venivano, o solo dopo?
F.N.: Dopo l'84.
P.M.: Quando c'era lei, non ha mai visto la Ghiribelli...
F.N.: Fino all'84, no.
P.M.: No. Sapeva che esisteva una Ghiribelli nella "vita" - fra virgolette - di Salvatore?
F.N.: SI, dall'81.
P.M.: Come mai ce lo vuole spiegare?
F.N.: Perché nell'81 Indovino è stato ricoverato all'ospedale di Prato, che aveva un braccio ingessato. Esattamente dopo che è uscito del carcere, il 4 di dicembre dell'81 si è rotto un braccio e è stato ricoverato all'ospedale di Prato e ha conosciuto la Ghiribelli all'ospedale di Prato.
P.M.: Questo da chi l'ha saputo lei?
F.N.: L'ho saputo perché la Ghiribelli ogni tanto telefonava dicendo che: lui mi picchiava, mi maltrattava; praticamente c'era già il rapporto fra lui e lei. Non lo so di preciso...
P.M.: Quindi la Ghiribelli aveva un rapporto, presume lei, già all'epoca col Salvatore?
F.N.: Sì. Però in casa mia non l'avevo mai vista, io. Io l'ho vista dopo l'84, dopo che sono andata via di casa.
P.M.: Ecco, prima, quindi, gli telefonava e non sa dove si trovavano.
F.N.: No.
P.M.: Però ha capito che c'era una relazione.
F.N.: Una relazione con questa.
P.M.: Nata in ospedale.
F.N.: In ospedale.
P.M.: O comunque...
F.N.: In ospedale, in ospedale.
P.M.: E lei sa se la Ghiribelli esercitava la prostituzione?
F.N.: Che esercitava?
Presidente: La prostituzione?
F.N.: Sì, sì.
P.M.: E il Galli lei l'ha conosciuto?
F.N.: Quando ho conosciuto la Ghiribelli, ho conosciuto il Galli.
P.M.: E lei li ha visti in casa di Indovino, dopo che lei è andata via, in particolari ore del giorno? Di giorno, di sera, venivano la notte, la sera tardi a fare le iniezioni?
F.N.: Quando c'ero io, perché io ci son capitata qualche volta, ma io capitavo di mattina e andavo via la sera. Quando Indovino stava male, malissimo, come infatti poi finiva che lo portavamo all'ospedale, allora io ci restavo anche qualche notte, lì. Per poter...
P.M.: E quindi è capitato che, rimanendo di notte, sono arrivati il Galli e la Ghiribelli.
F.N.: E Ghiribelli.

martedì 25 giugno 2013

Filippa Nicoletti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Quarta parte

Segue dalla terza parte.

P.M.: Ho capito. Senta, nella casa di Indovino, quando vi abitava lei, ricorda chi erano i suoi amici, parenti, che venivano?
F.N.: Ricordo sì.
P.M.: Ce li può raccontare? L'ha già...
F.N.: Erano i fratelli, il fratello di Indovino, le sorelle, poi...
P.M.: Il fratello come si chiama?
F.N.: Sebastiano.
P.M.: Cosa faceva, lei lo sa?
F.N.: Ultimamente lavoravano anche insieme, non so, da Berlusconi, dicevano. Io non è che andavo proprio a controllare che faceva.
P.M.: Che tipo di lavoro faceva?
F.N.: Ma, mettevano i cavi, mi sembra, una cosa del genere.
P.M.: Ho capito. Senta, c'era qualchedun altro?
F.N.: Che c'era Roberto Venturini...
P.M.: Era un altro suo amico.
F.N.: Sì.
P.M.: Poi?
F.N.: Poi, veniva un certo Luciano con la sua donna, una certa Grazia.
F.N.: Sì. Ma, il cognome della donna non lo so, non me lo ricordo, non ce l'ho mai sentito dire, non lo so.
P.M.: Poi?
F.N.: Poi c'era una sorella di Salvatore, che veniva a trovarla, la Enza, il su' marito, la su' sorella Maria. Venivano tutti.
P.M.: Persone... altri uomini? Un certo...
F.N.: Altri uomini veniva Domenico Agnelli...
P.M.: Con una donna?
F.N.: Sì, quando c'era.
P.M.: Era un siciliano?
F.N.: Sì. Quando c'era insieme la Margherita.
P.M.: Una che si chiamava Margherita.
F.N.: Ma che poi la Margherita è sparita, non so che fine... non so, cioè, non l'ho più rivista io, poi sono andata via nell'84...
P.M.: Il Domenico Agnello l'ha rivisto?
F.N.: No.
P.M.: Poi? Un mago, non si ricorda?
F.N.: Manuelito l'ho visto un paio di volte. Non di più.
P.M.: E veniva a trovarlo?
F.N.: A trovare lui, sì.
P.M.: Faceva il mago, aveva un...
F.N.: No, che sappia io, a me non me l'ha fatte mai le carte.
P.M.: Però sapeva... lui diceva di essere un mago. Raccontava, si spacciava...
F.N.: Raccontava così.
P.M.: Diceva di essere un mago.
F.N.: Così diceva, ma non so io.
P.M.: Aveva un camper?
F.N.: Sì. E' venuto qualche volta col camper. Quelle poche volte che è venuto, che l'ho visto io, insomma.
P.M.: Per caso qualche donna di San Casciano veniva lì in casa a farsi fare qualcosa da Manuelito?
F.N.: Che sappia io no. Mentre c'ero io no.
P.M.: Fino all'84 che c'era lei, no.
F.N.: Sì.
P.M.: Senta una cosa, la Milva Malatesta...
F.N.: Sì.
P.M.: ... quella che abitava accanto, che aveva 20 anni, lo conosceva bene Salvatore?
F.N.: Sì.
P.M.: Aveva una relazione anche con Salvatore.
F.N.: Aveva avuto una relazione, sì. In un periodo che esattamente è stato nell'82, che io ero andata via di casa, insomma, sempre col mio alcool. E allora, praticamente, sono mancata di casa una ventina di giorni, anche forse ventuno, e allora, nel frattempo che io non ero a casa, questa Milva Malatesta, essendo che la casa piccola - dove abitavano loro era piccola - lui l'ha ospitata in casa. Poi che c'è stato non lo so io, non ero più lì.
P.M.: Ha trovato indumenti di questa...
F.N.: Sì. Quando sono tornata a casa ho trovato degli indumenti di questa Milva Malatesta a casa, allora gliel'ho fatti volare sulla piazza di casa, insomma.
P.M.: Quindi aveva capito inequivocabilmente.
F.N.: Sì, sì.
P.M.: Senta una cosa, a proposito del fatto che Indovino faceva il mago - lei ha già detto l'ha sentito dire dopo l'84 - lei ricorda c'era una lettera dal carcere di Indovino scritta a lei, in cui lui comunicava che voleva fare il mago nell'81? È una lettera che le abbiamo mostrato. 
F.N.: Sì.
P.M.: Allora, lei l'ha saputo dopo nell'84 dalle persone, e da lui direttamente aveva ricevuto nell'81, mentre lui era in carcere, una lettera in cui lui diceva che avrebbe voluto fare il mago. E' così?
F.N.: Sì, che aveva conosciuto a questo Manuelito dentro il carcere.
P.M.: Ecco, quindi gli era venuta...
F.N.: L'idea, non so.
P.M.: L'idea di fare il mago anche lui. Però esce dal carcere nell'81 e in tutti gli anni in cui sta con lei il mago non lo fa...
F.N.: No, no.
P.M.: ... e lo fa dopo.
F.N.: Sì, sì.
P.M.: È verosimile, questo? La dobbiamo credere?
F.N.: E' vero, sì.
P.M.: La dobbiamo credere?
F.N.: A me mi dovete credere, perché finché ho abitato io con quell'uomo, non ha fatto niente.
P.M.: Ma...
F.N.: Non ci ho visto fare niente, se poi lo faceva mentre che io ero a Firenze, oppure ero...
P.M.: Ecco, ecco...
F.N.: ... non lo so.
P.M.: Sì.
F.N.: Ma in casa non ci ho visto niente.
P.M.: Così va già meglio. Senta una cosa, Indovino portava ragazze giovani in casa, straniere? Dava ospitalità?
F.N.: Una volta, tornata a casa io con lui, abbiamo incontrato due ragazze vicino al Galluzzo.
P.M.: Due ragazze?
F.N.: Due ragazze, sì, due donne.
P.M.: Bene.
F.N.: Straniere.
P.M.: Bene.
F.N.: Sulla strada prima di arrivare al Galluzzo, insomma, in quella salita. Facevano l'autostop e allora lui ha detto: 'le portiamo a casa e le ospitiamo noi, poverine; stanotte stanno fuori'. E le abbiamo ospitate a casa. L'indomani mattina gli abbiamo fatto il caffè e sono andate via.
P.M.: E' capitato altre volte?
F.N.: No.
P.M.: Io le contesto, signora, che...
F.N.: Sì, me lo dica, perché ora...
P.M.: Lei dice: "Tornando al discorso dell'ospitalità, devo dire che dopo aver lasciato Salvatore, seppi da altre persone.. . "
F.N.: Ah, dopo che l'ho lasciato sì.
P.M.: Ecco.
F.N.: Dopo che l'ho lasciato, ogni volta che tornavo da Salvatore, ci trovavo una donna nuova, ma non sapevo chi erano.
P.M.: Ma ci trovava perché erano relazioni, o erano cose...
F.N.: Era lì, ci dormivano lì.
P.M.: E sa chi erano queste donne?
F.N.: No, no, non lo so.
P.M.: Lei ha detto, in pratica:"... dove le trovava purché fossero sbandate e sole le portava a casa per dare loro ospitalità senza far pagare nulla". È così?
F.N.: Sì, sì.
P.M.: Da chi l'ha sapute queste cose?
F.N.: Lo sapevo perché era fatto così, non c'era bisogno.
P.M.: E il motivo per cui se le portava era quello di aver compagnia, o c'erano altri motivi?
F.N.: Ma io penso per aver compagnia, io penso; per altri motivi... Ma poi nell'84, malato in quelle condizioni, non lo cosa può fare fino all'86 che è morto.
P.M.: Erano ragazze giovani?
F.N.: Ragazze giovani, vent'anni, ventidue, ventitré.
P.M.: Lui era malato e che età aveva in quell'epoca?
F.N.: Aveva sessant'anni.
P.M.: E quindi può darsi che c'era anche qualchedun altro in casa, quando ospitava queste, lei lo sa?
F.N.: Qualche volta, qualche volta, come ho detto, ho trovato il Galli con la Ghiribelli.
P.M.: Cosa facessero con queste ragazze o se c'era qualche motivo diverso lei lo sa?
F.N.: No.
P.M.: Nell'ospitalità.
F.N.: No, non lo so.

lunedì 24 giugno 2013

Filippa Nicoletti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.

P.M.: Lei è andata con questa macchina, con il Lotti, nella... innanzitutto con il Lotti, nella piazzola di Scopeti?
F.N.: Sì, ci fermavamo, sì.
P.M.: E nella piazzola di Vicchio, dove c'è stato l'omicidio?
F.N.: Eh, qualche volta sì, ma che proprio mi ricordi bene, non lo so. Come dico, ero sempre bevuta anch'io .
P.M.: Aspetti un attimo. Lei in questa piazzola di Vicchio poi c'è stata riportata...
F.N.: Sì.
P.M.: ... abbiamo fatto un sopralluogo...
F.N.: Sì.
P.M.: L'ha riconosciuta?
F.N.: L'ho riconosciuta.
P.M.: Era quella dove andava con il Lotti?
F.N.: Sì. la macchina?
F.N.: Sì, prima la... faceva il giro, la metteva con culo verso... che c'erano delle erbe, lì non era come l'ho vista ora io.
P.M.: Prima c'era l'erba, e invece quando l'ha vista lei come...
F.N.: Ora è pulita, insomma, ci sono quelle lapidi ma prima era tutto...
P.M.: Le lapidi dove...
F.N.: Sì, sì.
P.M.: Prima era piena di erbe?
F.N.: Tutto... e di erbe di sterrato, insomma...
P.M.: Voi mettevate la macchina dove ci sono ora le lapidi?
F.N.: Eh, su per giù lì.
P.M.: Con la parte
F.N.: Col muso verso la strada.
P.M.: E il dietro verso la montagna.
F.N.: Sì, sì.
P.M.: E andavate di giorno o di sera?
F.N.: Di giorno.
P.M.: Lei ricorda di esserci stata più volte?
F.N.: Ma non mi ricordo bene ora, proprio a dir tante volte non lo so.
P.M.: Lei ha detto, ora glielo leggo, signora...
F.N.: Sì, sì.
P.M.: ... così vedrà si ricorda meglio. Allora, dice... Nel corso del sopralluogo che abbiamo fatto, lei dice : "Avuta la presenza della Nicoletti, lei dice, veniva inviata all'ufficio a indicare il luogo, se era quello dove ci si trovava. Nicoletti l'ha già detto. Dichiarava che si trattava proprio del luogo nel comune di Vicchio dove si era già recata in passato in compagnia di uomini. E di cui aveva già parlato al P.M. nelle precedenti deposizioni." Poi dice: "Dopodiché precisava che in tale luogo era stata due otre volte appartata in macchina con Lotti Giancarlo, che l'aveva portata sul posto a lui precedentemente conosciuto" È così?
F.N.: Sì, sì.
P.M.: Poi ha detto: "Dichiarava, in particolare, che si era ivi recata con il Lotti sempre di giorno...", e lo sta dicendo anche oggi...
Presidente: Scusi, "... da lui precedentemente conosciuto", si riferisce al luogo o al Lotti?
P.M.: Al luogo, al luogo.
F.N.: Al luogo.
P.M.: II... "precedentemente conosciuto", il Lotti e il luogo, Presidente. Il verbale è così fatto.
Presidente: No, chi è che conosceva il luogo, il Lotti o lei?
F.N.: Il Lotti conosceva il luogo.
P.M.: La signora ha sempre detto che lo conosceva il Lotti quel posto.
F.N.: Che io no. Io come facevo a andarci. Il Lotti mi c'ha portato la prima volta.
Presidente: È il Lotti che l'ha portata in quel posto. Ha detto: 'andiamo lì a Vicchio, in quel posto...'
F.N.: No, mi portava. Ero in macchina con lui, mi fermava lì. Io non son pratica, non guido io, non guidavo a quei tempi. Perciò non sapevo dov'era, se era Vicchio, se era San Casciano, se era gli Scopeti, non lo so mica dov'era.
Presidente: In quel punto l'ha portata il Lotti.
F.N.: Sì.
P.M.: Ecco, lei poi ha detto, signora: "Sempre di giorno e in date che non ricordava". Lei dice dall'81 e poi successivamente nell'82 e forse in periodi successivi che non ricordava. Poi lei dice di essersi recata in quel luogo con il Lotti che conosceva la strada.
F.N.: Che conosceva la strada.
P.M.: Ecco, lo dice lei. "Ricordava inoltre che il Lotti a quell'epoca aveva l'auto sportiva di colore rosso sbiadito."
F.N.: Sì.
P.M.: Ricorda di esserci stata con quella macchina lì.
F.N.: Sì, sì, quella lì.
P.M.: Senta una cosa, e lì nei pressi vi fermavate per stare insieme, e poi vi fermavate a mangiare al fiume, v'è mai capitato?
F.N.: Ci fermavamo anche a prendere un caffè, se c'era un bar, se c'era qualcosa.
P.M.: Lei ricorda che con la...
F.N.: Un caffè... un vermouth, un cognac, no?
P.M.: Lei ricorda che con la Polizia avete poi visto un luogo vicino a La Casa del Prosciutto dove lei ha detto che vi eravate fermati a mangiare.
F.N.: Sì, mi ricordo, sì.
P.M.: È così? Lì vicino...
F.N.: Sì. Che ci aveva fatto fare due panini.
P.M.: Vi siete fatti fare i panini. Lei ricorda se c'era un fiume davanti dove a volte vi siete rinfrescati?
F.N.: Sì, c'era un fiume, un fiumiciattolo, insomma...
P.M.: Più davanti. Ho capito.
F.N.: Dall'altra parte però della...
P.M.: Della piazzola.
F.N.: Della piazzola.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, e invece nella piazzola di Scopeti, ricorda di esserci stata anche con altre persone?
F.N.: Sì.
P.M.: Ricorda con qualcuno in particolare?
F.N.: Con questo che è stato per un anno e mezzo il mio convivente. Ci fermavamo lì anche per mangiare un gelato, praticamente. Sempre nel pomeriggio.
P.M.: La piazzola dove è avvenuto l'omicidio dello...
F.N.: L'ultimo omicidio, sì.
P.M.: Quindi, lei è stata con il Lotti in quella di Vicchio, e con questo signore nella piazzola di Scopeti? Il nome ce lo dovrebbe fare però, signora.
F.N.: Il Sadatti l'avete già...
P.M.: Sadotti. Eh, ma la Corte non lo sa.
F.N.: Il Sadotti.
P.M.: E l'ha confermato. Ho capito. Senta ancora, in questa piazzola di Vi..., chiedo scusa, di Scopeti, è mai capitato che siate stati importunati da guardoni?
F.N.: Sì.
P.M.: Ricorda la circostanza?
F.N.: Si stava lì seduti che si stava mangiando un gelato, era d'estate... Perché questo Sadotti a me m'ha conosciuto nell'82, fino all'84 che non sono andata via con lui capitava il pomeriggio di domenica, di sabato, quando poteva capitare, e s'andava a fare una girata, praticamente, come le dicevo, che Indovino era d'accordo di questo rapporto che io avevo con questo Sadotti, perché sapeva che lui stava male. E allora ci fermavamo lì, prima d'arrivare a casa, a fare due chiacchiere e anche a mangiare un gelato. Perché non c'era motivo d'andare in quella piazzetta anche per avere rapporti, si poteva andare benissimo anche a casa.
P.M.: Ho capito. E questa occasione in cui siete stati molestati da dei guardoni la ricorda meglio, ricorda qualche particolare?
F.N.: Sì, si è visto che dal greppo veniva una persona, allora...
P.M.: Dal greppo, cioè dalla macchia?
F.N.: Sì, dalla macchia, perché noi s'era sulla piazzetta, dalla strada saliva una persona.
P.M.: Lei l'ha vista questa persona?
F.N.: No, perché io... l'ho vista però non me la... proprio in faccia non l'ho vista. Era uscito quest'uomo, questo Sadotti, allora lui è scappato, non so se era col motorino, se era con qualcosa, ora non mi... comunque è scappata questa persona.
P.M.: Il Sadotti le ha detto se aveva visto le caratteristiche fisiche di questa persona?
F.N.: No, non m'ha detto niente.
P.M.: Ricorda questo episodio se era di giorno o di sera?
F.N.: Del pomeriggio.
P.M.: Pomeriggio. Ricorda se era estate o inverno?
F.N.: Estate. Si mangiava il gelato quel giorno.
P.M.: Quindi era epoca in cui lei stava in casa con Indovino, o successiva?
F.N.: No, no, quando stavo ancora con Indovino.
P.M.: Quindi siamo in epoca quantomeno...
F.N.: Verso l'83 i primi... l'83, nell'estate dell'83.
P.M.: L'estate dell'83. Può darsi che erano due i guardoni, o era uno solo?
F.N.: Una volta erano anche due, sì.
P.M.: Quindi, siete stati - io glielo contesto perché nel verbale effettivamente lei ha detto erano due...
F.N.: Due, sì. Uno da una parte e uno dall'altra, erano spuntati.
F.N.: Un'altra volta eravamo più su degli Scopeti, non in questa piazzetta. C'era poi una stradina su su, e si era andati su.
P.M.: Allora, la volta in cui eravate nella piazzola del delitto era...
F.N.: Era uno.
P.M.: ... un solo guardone. Un'altra volta...
F.N.: Erano due.
P.M.: . . . eravate in una piazzola diversa, sempre agli Scopeti...
F.N.: Sì, sempre sugli Scopeti, sì. 
P.M.: ... e erano due. E in quella volta lì voi avevate una coperta sulla macchina, può essere?
F.N.: Sì, c'aveva messo una coperta, copriva i finestrini.
P.M.: Era in un periodo di tempo vicino alla volta precedente o era tutto in un'altra occasione?
F.N.: Ora non lo so, perché siamo stati quasi due anni a avere questo rapporto...
P.M.: In macchina.
F.N.: In macchina... non in macchina, s'andava, s..
P.M.: Va be', in cui usavate la macchina, scusi, volevo...
F.N.: Ecco, sì, sì.
Segue...

venerdì 21 giugno 2013

Filippa Nicoletti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte. 

P.M.: Senta, lei sa se quando... ci può dire se quando abitavate insieme, o successivamente, l'Indovino aveva intrapreso un'attività di mago, cose del genere?
F.N.: Non che io sappia.
P.M.: L'ha sentito dire da qualcuno?
F.N.: Ma, io finché non...
P.M.: Dopo la sua morte l'ha saputo da qualcuno che faceva il mago?
F.N.: No, no.
P.M.: Però lei, signora dice che vuol confermare quel che ha detto. Io le dico che la prima volta che è stata sentita...
F.N.: Sì.
P.M.: ...il 27 novembre, a domanda lei dice: "Ho saputo dopo la sua morte che l'Indovino, dopo la nostra separazione, faceva il mago od una cosa del genere. Io, quando stavamo insieme, non l'ho mai visto fare il mago”.
F.N.: Certo. Ma per sentito dire, no che io me ne ...
P.M.: Io, la domanda che le facevo era se l'aveva sentito dire. Lei l'ha sentito... da chi l'ha sentito dire?
F.N.: Chiacchiere di paese, di San Casciano. Non...
P.M.: Perché lei, dopo questa separazione dell'84 frequentava comunque, qualche volta... lo andava a trovare?
F.N.: Lo andavo a trovare, sì, perché ero sempre innamorata di lui.
P.M.: E era malato?
F.N.: Sì.
P.M.: Molto?
F.N.: Gravemente. Gravemente malato, sì.
P.M.: Qualcuno lo assisteva in quel periodo?
F.N.: Ma, io c'ho trovato qualche volta la Ghiribelli, col Galli.
P.M.: L'assistevano nel senso lo...
F.N.: Gli facevano una puntura, non so, perché io non ci stavo tanto tempo. Ci potevo arrivare la mattina e la sera andavo via. E poi quando è stato qualche volta più grave, sono stata all'ospedale insieme a lui.
F.N.: Stava per morire, sì. Sono andata anche in Sicilia, esattamente il 15 d'agosto dell'86, e son tornata indietro a Castiglione il 5 di settembre... 5-6, insomma roba di giorni, sempre dell'86, che poi lui è morto.
P.M.: Senta, in quel blocco di via Faltignano dove abitavate voi, accanto abitava la signora Malatesta?
F.N.: Sì.
P.M.: Si ricorda con chi abitava?
F.N.: Ma, con uno che si chiamava Vincenzo che faceva lo spazzino, poi il cognome non lo so, non me lo ricordo.
P.M.: Trancucci, per caso?
F.N.: Ma, mi sa.
P.M.: Non se lo ricorda.
F.N.: Non me lo ricordo.
P.M.: In questa... la signora Sperduto abitava con qualche altro familiare oltre che con il...
F.N.: C'erano le sue figliole.
P.M.: Si ricorda come si chiamavano?
F.N.: La Milva e l'altra, non mi ricordo, l'altra Laura, insomma...
P.M.: C'era anche un maschio?
F.N.: Sì, un maschio, ma ora non mi ricordo il nome.
P.M.: La Milva è quella che poi è morta, è stata trovata...
F.N.: Sì. Che sappia, insomma, che ho sentito dire, sì. Perché io non so...
P.M.: Quando abitava lì che età aveva?
F.N.: Ma, avrà avuto una ventina d'anni, 18, 19, non lo so, non c'ho mai fatto...
P.M.: Senta, Lotti Giancarlo lei lo conosce?
F.N.: Sì.
P.M.: Come l'ha conosciuto?
F.N.: Sfortunatamente sì. L'ho conosciuto perché il mio convivente era stato arrestato nel luglio dell'81...
P.M.: Il suo convivente, mi perdoni... Indovino.
F.N.: Indovino. È stato arrestato a luglio dell'81 - il 26, il 25, che sia stato ora proprio di preciso non mi rinvengo - e io l'ho conosciuto i primi di agosto dell'81 il Lotti, alla piazza del Mercato di San Casciano.
P.M.: E come l'ha conosciuto?
F.N.: Così, chiacchierando e scherzando. Perché fra me e il Lotti c'era anche il bottiglione di mezzo. Praticamente c'era l'alcool, e con l'alcool non si...
F.N.: Sì.
P.M.: Molto?
F.N.: Parecchio, sì.
P.M.: Come mai?
F.N.: Come mai, dispiaceri, voglie, piacere di bere.
P.M.: L'aiutava anche a fare quel mestiere?
F.N.: Può darsi, sì. In qualche caso sì.
P.M.: Senta una cosa, con il Lotti vi siete frequentati a lungo?
F.N.: Fino al '95. A settembre è venuto a trovarmi a Castiglion Fiorentino.
P.M.: Ha avuto, si può dire anche, una relazione con il Lotti, avete avuto rapporti?
F.N.: Certo.
P.M.: Veniva nella casa di Indovino quando lui era in carcere?
F.N.: Quando lui era in carcere sì.
P.M.: E l'Indovino sapeva di questa sua relazione con il Lotti?
F.N.: Che glielo abbia detto io no, però nelle lettere che lui mi scriveva qualcuno glielo aveva fatto sapere, non so chi, comunque, glielo avevano fatto sapere.
P.M.: Con il Lotti il rapporto era anche di natura economica? Lui le dava qualcosa?
F.N.: Chi? Lotti?
P.M.: Sì.
F.N.: Qualche volta sì.
P.M.: Ricorda che macchina aveva il Lotti? Se ha avuto più macchine?
F.N.: Sì, ha avuto più macchine.
P.M.: Le ricorda?
F.N.: Macchine rosse. Io ora incomincio a conoscere le macchine perché, essendo senza patente, non conoscevo neanche le macchine. So che erano macchine rosse, macchine blu...
P.M.: Una macchina coupè...
F.N.: Sì, la prima, mi sembra.
P.M.: ...128, se la ricorda?
F.N.: Mi sembra la prima.
P.M.: Se le mostro una foto è in grado di riconoscerla?
F.N.: Sì.
P.M.: Possiamo far vedere quella foto di lato, anzi il dietro. Senta una cosa, lei ricorda i periodi in cui aveva queste macchine?
F.N.: Ma, ne ha cambiati tanti, per cui... Che poi dall'81 all'84 che io ho abitato lì poi sono andata via.
P.M.: Quindi il periodo in cui l'ha frequentato di più è l'81-'84. Poi l'84 lei va a stare con quest'altra persona a Castiglion Fiorentino e lì il Lotti la viene a trovare.
F.N.: Sì, ogni tanto mi viene a trovare, però fino a che io...
P.M.: La veniva a trovare.
F.N.: Fino che io convivevo con quest'altra persona, perché con quest'altra persona io c'ho vissuto dall'aprile dell'84 al dicembre dell'85.
P.M.: Ci può dire chi è? Il nome di questa persona?
F.N.: No.
P.M.: L'ha già fatto, signora.
F.N.: L'ho già fatto, sì, ma qui non mi piace nominarlo.
P.M.: Ho capito. È un po' una difficoltà questa, Presidente. Può vedere lei? Io... il nome l'ha fatto. C'è un motivo particolare?
F.N.: Ma no, perché è una persona che non ha a che fare... io ci sono stata un anno e mezzo, sono stata in qualche modo.
P.M.: Per ora io non ho motivo di insistere, vediamo dopo. Era una macchina così quella del Lotti? F.N.: Sì.
P.M.: Senta, lei è stata su questa macchina con il Lotti?
F.N.: Sì, sì.
P.M.: Lei ricorda se con il Lotti in questa macchina siete andati anche in qualche piazzola?
F.N.: Sì, s'andava sempre a giro. Quando eravamo specialmente tutti e due bevuti si girava tutto San Casciano.
Segue...

giovedì 20 giugno 2013

Filippa Nicoletti - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997 - Prima parte


 

 « DOPO LA SOSPENSIONE »

Presidente: Ci siamo tutti? Allora si può riprendere.
P.M.: Sì, Presidente, abbiamo la teste Nicoletti.
Presidente: Può entrare la teste.
P.M.: Sì. Una richiesta soltanto, Presidente, che facevamo con i difensori, sia per perfezionare le citazioni per domani mattina, sia per quelle della prossima settimana: possiamo un attimo fare il calendario della prossima settimana, se è possibile?
Presidente: Ecco, bravo.
P.M.: Fermo restando che io so che domani c'è udienza, no? Regolare.
Presidente: Domani c'è udienza. Quello che posso dire di certo è che venerdì 11 non possiamo tenere udienza, perché il Tribunale delle Libertà ha bisogno di sostegno, quindi i Giudici vanno lì al Tribunale delle Libertà. Stamattina abbiamo parlato con il Presidente che ha bisogno di...
P.M.: Allora, possiamo vedere per fare io le citazioni, essere tempestivo, quali sono i giorni della prossima settimana in cui facciamo udienza?
Presidente: Per me si può fare tutti i giorni. O si fa tutta la mattina o si fa mattina e pomeriggio alternato, come preferite.
P.M.: Io preferirei, se lei crede, se è possibile, la mattina soltanto, tutti i giorni o...
Presidente: Allora, facciamo la mattina soltanto tutti i giorni.
P.M.: Tutti i giorni escluso venerdì.
Presidente: Escluso venerdì.
P.M.: Bene, Presidente.
Avvocato Pepi: Ci sarebbe, Presidente, però un problema solito di concomitanza...
Presidente: Quel giorno ha bisogno lei.
Avvocato Pepi: Con l'altro processo, mercoledì c'è un collaboratore di giustizia, Romeo, che è fondamentale per...
Presidente: Allora, mercoledì, per un favore a lei, perché c'è l'altro difensore, saltiamo, va bene?
Avvocato Pepi: Bene.
P.M.: Allora, facciamo 7, 8 e 10.
Presidente: 7, 8 e 10, sì.
P.M.: Bene, grazie. Allora facciamo introdurre Nicoletti Filippa. Domani, allora, i testi che abbiamo... cioè domani allora spostiamo il teste Nesi e alcuni testi che riesco a citare per domani.
F.N.: Sono spente le telecamere?
Presidente: Lei non vuole essere ripresa dalle telecamere vero?
F.N.: No, no, no, no.
Presidente: Bene. Come si chiama... Allora, niente telecamere per cortesia. Come si chiama?
F.N.: Nicoletti Filippa.
Presidente: Dove è nata?
F.N.: A Xxxxxxx, provincia di Xxxxxxx
Presidente: Quando, vuol sapere la segretaria.
F.N.: Il XX/XX/XX.
Presidente: Risiede dove?
F.N.: A Xxxxxx. "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di guanto è a mia conoscenza."
Presidente: Ha capito signora, si impegna a dire tutta la verità e a non nascondere nulla, eh? Nel suo interesse.
F.N.: Certo.
Presidente: Oltre a quello della giustizia. Bene, Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Signora, che attività svolge lei?
F.N.: Io, la casalinga faccio, sono pensionata.
P.M.: Ha abitato, ha detto ora, abita a Xxxxxx?
F.N.: A Xxxxxxx.
P.M.: Da quando?
F.N.: Dall'84.
P.M.: Lei ricorda esattamente il periodo, il mese dell'84 in cui...
F.N.: Esattamente nel mese di agosto mi sono regolata col Comune e in aprile sono andata a abitare a Xxxxxxx, nell'84.
P.M.: Prima di Xxxxxxx dove ha abitato?
F.N.: A San Casciano”
P.M.: Ricorda l'indirizzo?
F.N.: Via Faltignano numero 7.
P.M.: Quindi, lì ha abitato fino all'aprile dell'84.
F.N.: Fino al 30 di aprile dell'84. Di marzo, no d'aprile.
P.M.: Di marzo. Ricorda quando era andata ad abitare in via Faltignano a San Casciano?
F.N.: Nel marzo del '78. 
P.M.: Quindi ha abitato circa cinque anni.
F.N.: Cinque-sei anni.
P.M.: Quando è andata... In questa casa con chi abitava lei?
F.N.: Con Indovino Salvatore.
P.M.: Ha detto era andata lì nel '78.
F.N.: Sì.
P.M.: Da dove veniva lei?
F.N.: Da Alessandria.
P.M.: E era venuta via da Alessandria in concomitanza, o era stata in posti diversi prima?
F.N.: No, prima abitavo col mio ex marito che fu a Reggio Emilia. Da Reggio Emilia ci siamo trasferiti a Alessandria. Di Alessandria, poi, ho conosciuto Indovino sono andata a vivere con Indovino a Firenze, qui a San Casciano praticamente.
P.M.: Come la trovaste questa casa a San Casciano lei lo ricorda?
F.N.: Io non lo so. L'ha trovata Indovino, io non so niente.
P.M.: Indovino che lavoro faceva?
F.N.: All'inizio abbiamo lavorato tutti e due insieme come domestici in una famiglia. Dopo che abbiamo trovato questa casa, io ho lavorato in albergo e anche lui per un po ' ha lavorato in albergo, un po' con i muratori, insomma, qualcosa la faceva.
P.M.: Quindi per tirare avanti lavoravate così?
F.N.: Sì. Io ho lavorato nell'albergo come cameriera ai piani.
P.M.: Quando è venuta via da Alessandria che lavoro faceva lei?
F.N.: A Alessandria?
P.M.: Sì.
F.N.: A Alessandria facevo la mamma e la moglie.
P.M.: Quando è venuta a Firenze con Indovino ha dovuto anche arrangiarsi per tirare avanti?
F.N.: Sì.
P.M.: In che modo?
F.N.: In che modo, quello che fanno quasi tutte le donne. Quasi, insomma, la maggior parte delle donne per poter tirare avanti. Non c'è bisogno che lo riconfermi ancora. Poi io ho già detto tutto nelle sedute precedenti. Io non c'avrei proprio tanto da dire.
P.M.: Allora cominciamo... Le volte in cui è stata interrogata dalla Polizia e dal P.M. lei ha detto la verità.
F.N.: Sì.
P.M.: E l'ha già detta e quindi se fosse possibile conferma...
F.N.: Confermo tutto quello che ho detto.
P.M.: Si, ho capito. Io però avrei bisogno di farle qualche domanda...
F.N.: Sì, me la faccia.
P.M.: ... e di stimolarle il ricordo.
F.N.: Sì.
P.M.: Fu Indovinmo che la indusse a fare questa attività che lei dice fanno tutte le donne in difficoltà?
F.N.: Certo, sì.
P.M.: Perché non avevate come campare.
F.N.: Certo.
P.M.: Senta, lei come mai poi nell'84 è venuta via dalla casa di Indovino?
F.N.: Sono venuta via perché Indovino era ammalato e sapeva che doveva morire. Praticamente io avevo conosciuto nel giro una persona a cui si era innamorato.
P.M.: Nel giro del suo lavoro.
F.N.: Sì. È una persona che cui se ne era innamorato parecchio di me e allora si sono messi d'accordo e questo qui mi voleva portare via. E Indovino nello stesso tempo pensava che questa persona mi poteva anche salvare, nello stesso tempo, perché io ero adebita all'alcool. E andando via da Indovino, Indovino sapeva che doveva morire, e questa persona, praticamente, lui lo faceva più che altro anche per il mio bene. Ma io non ero innamorata di quest'uomo. Amavo Indovino, anche con tutti i suoi maltrattamenti, io ero innamorata di Indovino.
P.M.: Cioè, avete avuto delle discussioni?
F.N.: Sì.
P.M.: Ha avuto anche delle vicende giudiziarie? O i Carabinieri, cose di questo genere.
F.N.: Ma, roba da poco.
P.M.: Quindi, maltrattamenti.
F.N.: Maltrattamenti, sì, solo questo.
P.M.: Quindi lei accettò questo consiglio di Indovino malato di andare a stare con questo signore che le dava un futuro.
F.N.: Più sicurezza...
P.M.: Sicurezza per il futuro.
F.N.: ...più sicurezza, sì.
P.M.: Questo è il motivo per cui lei lascia la casa di Indovino.
F.N.: Sì.
Segue

mercoledì 19 giugno 2013

Fausto Vinci - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 03 luglio 1997



P.M.: Presidente chiedo di introdurre il dottor Vinci, dirigente della Sezione Omicidi della Squadra Mobile.
Presidente: Bene. La Nicoletti c'è?
P.M.: Penso di sì. Ora volevo vedere per l'orario, perché è una teste un po' complessa.
Presidente: Eh, ma più tempo passa e peggio è. Perché noi, io fino alle tre posso stare, dopo no.
P.M.: Ecco, volevo capire se facevamo una interruzione o se andavamo a diritto.
Presidente: No, no si va a diritto.
P.M.: Bene, bene. 
Presidente: Si chiama lei?
F.V.: Vinci Fausto, nato a Xxxxxx il  XX7XX/XX.
Presidente: Della Squadra Mobile di Firenze, eh?
F.V.: SI, della Squadra Mobile di Firenze.
Presidente: Può leggere la forma, per cortesia?
F.V.: Sì. "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”.
P.M.: Presidente, quando crede noi siamo...
Presidente: Prego, prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Dottor Vinci, può innanzitutto, spiegare alla corte qual è esattamente il suo incarico all/interno della...
F.V.: Sì, sono il responsabile della Sezione Omicidi della squadra Mobile di Firenze.
P.M.: Da quando?
F.V.: Dal dicembre del '95.
P.M.: Quindi lei si è occupato, questa sua veste, insieme al dirigente della Squadra Mobile, di queste indagini.
F.V.: Si, congiuntamente al dottor Giuttari ci siamo occupati di questa indagine.
P.M.: Senta, io vorrei chiedere oggi a lei una sola circostanza, riservandomi di chiamarla su altre circostanze, d'accordo con i difensori in un secondo momento. Volevo sapere se lei ha fatto accertamenti mirati, specifici sia al PRA che in qualsiasi altro modo lei sia riuscito a farli, in merito alla proprietà e al possesso di una FIAT 128 da parte del Lotti. E, nel caso, le caratteristiche di questa macchina e esattamente il periodo in cui l'ha posseduta. Come era, da chi l'ha acquistata?
F.V.: Sì, sì. Allora abbiamo svolto accertamenti sulla FIAT 128 Coupé targata Firenze B56735, leggo qui gli atti del PRA.: Dagli accertamenti effettuati, abbiamo accertato che Lotti ha posseduto questa macchina dal 16 febbraio del 1983 fino al 19 marzo dell'86. Il primo accertamento è stato quello del PRA. Dagli atti del PRA che ho qui, risulta scritta la macchina che è di, con l'anno di costruzione del 1972. Quindi, una macchina diciamo, già di qualche anno.
P.M.: Quindi, nell'83 aveva già undici anni.
F.V.: Sì.
P.M.: Bene
F.V.: E la macchina è targata Firenze B5673S ed è stata registrata per l'acquisto al PRA, il 30 marzo dell' 83 da Lotti Giancarlo. Questa macchina aveva precedentemente un'altra targa, era targata Gorizia 84888. Abbiamo poi svolto accertamenti riguardo la precedente proprietaria, che abbiamo sentito: Zini Roberta di Scandicci, la quale ci ha confermato che aveva venduto questa autovettura acquistata da lei nel '73, aveva venduto questa... Anzi, aveva dato in permuta all'autofficina Bellini di San Casciano, questa macchina prendendone un'altra indietro, insomma nell'82, fine '82-'83. La signora non si ricordava precisamente, prendendo un'Alfa Romeo e ha lasciato in permuta questo 128. Abbiamo sentito anche quello dell'autofficina, il quale ci ha detto che, effettivamente, il Lotti che era un suo cliente, gli aveva appunto acquistato questa macchina dalla signora Zini, lui aveva fatto da tramite. Gli aveva indirizzato per la registrazione dell'atto dal notaio, il notaio Marconcini di San Casciano. Siamo andati dal notaio e abbiamo visto che effettivamente la registrazione della proprietà, dalla Zini a Lotti era datato 16 febbraio 1983 .
P.M.: 16 febbraio. Scusi l'omicidio dell'83 ricorda in che epoca è. lei?
F.V.: Sì, quello dell '83, ottobre, se non sbaglio.
P.M.: Quindi alcuni mesi prima.
F.V.: Sicuramente, mólti mesi prima dell'omicidio dell'83, di quello di Giogoli, insomma.
P.M.: Dove c'è un teste che dice che aveva visto, una...
F.V.: Dove c'è un teste che diceva che era targata Firenze, se non sbaglio.
P.M.: Bene. Quindi era già targata Firenze.
F.V.: Già, la targa è, la targa Firenze era nella PRA, c'è infatti anche la registrazione precisa della data di registrazione della targa, cioè da Gorizia a Firenze, che è il 28/04/1983. Cioè, nell'aprile dell'83, ritarga la macchina, è targata Firenze; Quindi molti mesi prima del delitto di ottobre dell'83.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa: circa, lei dice, avete appurato che questa macchina nell'83 quando viene reimmatricolata, presa in proprietà da Lotti, aveva già undici anni. Circa il colore di questa macchina, qualcuno vi ha detto qualcosa? Se era...
F.V.: Sì, ci ha, sia la signora ci ha detto che era un rosso un po' sbiadito. E poi un'altra cosa che... il prezzo pattuito era, che poi registrato sull'atto notarile era di un milione.
P.M.: Lei, di questa auto del Lotti, ha trovato traccia, che fine ha fatto, l'avete potuta reperire per vederla?
F.V.: Sì. No, perché è stata demolita proprio il 19 marzo dell'86, cioè quando la cessazione sul PRA infatti è scritto che insomma la,: cessazione della circolazione per demolizione. Noi abbiamo effettuato delle, siamo riusciti a trovare una macchina che ha le stesse caratteristiche del 28 Coupé rossa e abbiamo effettuato delle foto.
P.M.: Ce le può far mostrare, per favore?
F.V.: Forse...
P.M.: Era una macchina diversa, non è quella del Lotti...
F.V.: Non è quella del Lotti, ma ha le stesse medesime caratteristiche.
P.M.: Sia di colore
F.V.: Di colore, di...
P.M.: Indubbiamente lo sbiadito o meno è un'altra cosa. Il colore...
F.V.: Il modello è identico.
P.M.: Il modello è identico e il colore almeno...
F.V.: Almeno, cioè il colore originario diciamo FIAT.
P.M.: Bene, vediamole.
Presidente: Senta, nel frattempo, può dire la targa iniziale, Gorizia, come?
F.V.: Allora, 84888.
P.M.: Presidente, sarebbe interesse e intenzione del P.M. fornire i documenti del PRA e depositarli, così...
Presidente: Sì, va bene, va bene. E quella di Firenze?
F.V.: Firenze è D56735. Questi sono gli atti ufficiali che abbiamo acquisito dal PRA.
Presidente: FI D56735,va bene?
P.M.: Il P.M. chiede di poter produrre.
F.V.: Sì, ed è stata targata il 28 aprile '83 Firenze.
Presidente: Sì, sì.
P.M.: Questa è la fisionomia di quel tipo di macchina. Non è in quella del Lotti è un'altra ma è quello...
F.V.: Sì. Con... cioè stesso modello, stesso tipo, eccetera.
P.M.: Vogliamo vedere dietro?
F.V.: Eh, sì. Classica, che dietro molto...
P.M.: Senza bagagliaio.
F.V.: Esatto.
Presidente: Ora non si vede nulla dietro.
P.M.: Vogliamo rigirare...
Presidente: Una fotografia un po' meglio.
P.M.: ... per la Corte lo schermo, sennò.
Presidente: No, è la fotografia...
P.M.: Ma, forse quella è più grande. Rigiriamo quelle più grandi, sì, magari il dottore si sposta un attimo. Abbiamo anche una foto della parte posteriore?
F.V.: SI, dovremmo averla.
Presidente: Questa è di lato, lato sinistro.
F.V.: Sì, questa è di lato che si vede dietro...
Presidente: Eccola qua, e ora si vede meglio.
F.V.: ... che era una caratteristica tipica del 128 coupé.
P.M.: Un due volumi, quello si chiamava due volumi.
F.V.: Due volumi, esattamente. Senza, diciamo, il bagagliaio posteriore.
P.M.: Abbiamo una parte dietro?
Presidente: Eccola qua.
F.V.: Qui si vede meglio.
Presidente: Ovviamente quella è un'altra macchina.
F.V.: Cioè, la macchina è lo stesso modello, identico modello, solo chiaramente questa!..
F.V.: Non ho altre domande. Grazie, Presidente.
Presidente: Bene. Parti civili? Difensori? Nessuno. Può andare, grazie dottore.
F.V.: Buongiorno.
Presidente: Buongiorno.
P.M.: Presidente, se ho capito bene lei dice andiamo a oltranza.
Presidente: Sì, sì.
P.M.: Noi abbiamo un teste, la signora Nicoletti Filippa, se mi concede cinque minuti, tanto abbiamo quello soltanto, ha detto...
Presidente: Va be', Nicoletti...
P.M.: ... arriva fino alle tre, sono le 12.30.
Presidente: Cinque minuti però che siano cinque minuti, eh?
P.M.: Presidente, abbiamo un teste soltanto.
Presidente: Noi fra cinque minuti torniamo.
P.M.: Benissimo, grazie.
Presidente: Bene, sospendiamo per cinque minuti.