mercoledì 8 maggio 2013

Winnie Kristensen Rontini - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 27 giugno 1997

Presidente: Allora, il Lotti si è assentato, non c'è più. Si è assentato? 
(voce fuori microfono)
Presidente: Bene. Le parti sono sempre gli stessi. Allora possiamo riprendere. Venga il primo teste...
P.M.: Sì, Presidente, vorrei sentire la signora Kristensen Winnie Rontini.
Presidente: Buonasera. Signora, come si chiama lei?
W.K.R.: Winnie Kristensen in Rontini.
Presidente: Dov'è nata, quando è...
W.K.R.: Xxxxxxxx, Xxxxxxx, XX/XX/XX.
Presidente: Residente a Xxxxxxx. Senta, vuol leggere quel foglio che le porta il commesso?
W.K.R.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza. 
Avvocato: Scusi, Presidente, non so se la teste voglia essere ripresa. E allora magari sarà bene chiederglielo.
Presidente: Sì, ora le facciamo la domanda. Signora, vuole essere ripresa, o no?
W.K.R.: Preferisco di no, sono emotiva.
Presidente: Bene. Allora non riprendiamo la signora, per cortesia. Bene, le domande, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, grazie, Presidente. Signora, lei è la mamma di Pia Rontini?
W.K.R.: Sì.
P.M.: È stata chiamata qua oggi, signora, come teste, dal P.M., su una circostanza specifica che lei ha riferito alla Polizia Giudiziaria in tempi abbastanza recenti e poi al P.M. La domanda è questa: è relativa a quella circostanza. Lei ricorda di aver riferito, di aver visto o avere avuto la sensazione di aver visto l'imputato Vanni a Vicchio. E se sì, come le è venuto questo ricordo e quali erano le circostanze.
W.K.R.: Sì, assolutamente. Quando Vanni fu ripreso durante la testimonianza al processo di Pacciani, io ho visto la ripresa in televisione a casa e riconobbi subito di aver visto questo personaggio con assoluta sicurezza.
P.M.: Ecco, assoluta sicurezza. Riesce a spiegare meglio la circostanza del ricordo? Se è una cosa che le è venuta subito, se ne ha parlato con qualcuno, o comunque come le è venuto questo ricordo. E poi, se ci riesce, le circostanze in cui lo ha visto in Vicchio. Se il suo ricordo, su questo punto...
W.K.R.: Non...
P.M.: Andiamo per ordine.
W.K.R.: Sì.
P.M.: Prima... eh? Sennò faccio io, le dico troppe cose. Come lei dice: "l'ho visto in televisione e mi sono ricordata". Ci vuole spiegare questo, come le riaffiora? Cioè, è stata una cosa improvvisa...
W.K.R.: No... Sì, improvvisa sicurezza di aver visto quest' uomo. Quello di sicuro.
P.M.: Eh, certo.
W.K.R.: Ma però non ho...
P.M.: Però non in televisione.
W.K.R.: Ricordarsi dei luoghi e dei fatti dove lo posso avere visto, perchè sono sicura di averlo visto più di una volta. Perchè una volta sola non mi sarebbe rimasto impresso nella memoria. E certamente è stato prima della morte di Pia. E sicuramente, a Vicchio non mi muovevo se non andavo in Danimarca.
P.M.: Ecco, questo è importante il "sicuramente a Vicchio", lei capisce. Ricorda o è in grado di focalizzare qualche luogo di Vicchio o...
W.K.R.: No, no... 
P.M.: Non ha...
W.K.R.: No, non posso.
P.M.: Questa impressione, o questa sensazione, o questa certezza come dice lei, le viene appena vede in televisione...
W.K.R.: Sì, immediatamente.
P.M.: ... il Vanni Mario...
W.K.R.: È rimasto abbastanza impresso a me, anche i giorni dopo. Perché purtroppo tutto quello che uno può capire in questa situazione, è dramma. Dramma, anche aver conosciuto un personaggio.
P.M.: Effettivamente le diamo ragione che è dramma. E anzi mi scuso se torno sull'argomento. Però dovremmo essere in grado poi la Corte di valutare questo suo ricordo. Lei lo capisce.
W.K.R.: Sì, sì...
P.M.: Ecco, di questa...
W.K.R.: Addirittura...
P.M.: Prego, prego. Dica.
W.K.R.: ...rimasi così presa da questa impressione che non l'ho voluto dire a mio marito quando ritornò dal processo. Aspettai un paio di giorni, dove insieme, casualmente, si è visto in televisione. E tutti e due abbiamo detto: 'questo si conosce'
P.M.: Allora, se non ho capito male, lei ha la sensazione per conto suo e non ne parla. Poi lo rivedete alla televisione insieme e entrambi avete lo stesso...
W.K.R.: Sì, sì.
P.M.: E confrontate questo ricordo.
W.K.R.: Sì, sì.
P.M.: Ho capito.
W.K.R.: Scusi, posso avere un bicchier d'acqua?
P.M.: Un po' d'acqua? Sì, sì, c'è... Glielo facciamo avere subito.
W.K.R.: Grazie. Mi scusi, eh.
P.M.: E lei ricorda se ha anche visto quell'immagine, quella fotografia su carta, oltre che in televisione?
W.K.R.: Sì, certamente sì. Il giorno dopo, perché mio marito comprava tutti i giornali e c'era una foto abbastanza grande.
P.M.: E vedendo la foto ha avuto la... 
W.K.R.: La conferma su quello che avevo pensato.
P.M.: Quell'impressione.
W.K.R.: Sì.
P.M.: Io non ho altre domande, Presidente, sostanzialmente per la signora Rontini. Grazie.
Avvocato Pellegrini: Avvocato Pellegrini, signor Presidente. Signora, chissà quante volte avete rivissuto nei 13 anni trascorsi, le ore e i minuti che hanno preceduto la notizia della morte di Pia. Io le devo chiedere, nella speranza che questo possa risultare utile alla comprensione di quei fatti, di ricordare per la Corte, dicendoci tutto quello che lei sa, ricorda, di quella giornata del 29 luglio 1984 che era una domenica. Ecco, cosa ha fatto Pia, quando lei l'ha vista, quando è stata l'ultima volta che l'ha vista. Tutto quello, credo che non ci sia bisogno di farle delle domande specifiche, ma soltanto chiederle di ricordare nel modo più sintetico, ma anche più completo possibile, tutto quello che di Pia lei ricorda in quella giornata.
W.K.R.: Io purtroppo mi ricordo più quello che è successo dopo. 
Avvocato Pellegrini: Eh, certo.
W.K.R.: Però mi ricordo bene... 
Avvocato Pellegrini: Quello che è successo dopo, lo sappiamo un po' tutti.
W.K.R.: Eh, sì, purtroppo si. Pia andò a lavorare tutto quel giorno, quasi tutto, perché mancava un collega. E andò a lavorare alle nove la mattina e venne a mangiare all'una, una e mezzo venne a casa a mangiare. Poi doveva ritornare sul lavoro alle cinque. E alle quattro uscì per fare una giratina con Claudio e vennero a casa a salutare e ritornò ad un quarto alle cinque, ecco. Poi noi dovevamo accompagnarla al lavoro alle cinque esatte. Noi... 
Avvocato Pellegrini: "Noi" chi signora?
W.K.R.: Renzo.... Io e mio marito e un mio cognato. Si accompagnò sul lavoro. Poi mio marito partì per Livorno insieme a mio cognato. Poi la Pia ritornò dal lavoro, non sapevo a che ora sarebbe ritornata, perché mancava questo collega. Invece alle otto e cinque, otto e dieci, venne a casa e si è messa a mangiare. Poi l'ho convinta io di uscire perché aveva lavorato tanto la sera avanti, anche quel giorno. La convinsi io. Dice: 'no, mamma, sono stanca, rimango a casa'. Le dissi: 'vai a fare una giratina' e non l'ho vista più. Usci alle nove e cinque. 
Avvocato Pellegrini: Per quanto lei sa, si trovò con Claudio? 
W.K.R.: Sì, sì, andò a cercar Claudio. Che poi l'ha aspettata subito in piazza, con altre persone. Purtroppo da quel momento lì so solo cos'è stato raccontato e quello che ho vissuto. 
Avvocato Pellegrini: Quindi, dalle nove in poi è uscita di casa...
W.K.R.: Sì, nove e cinque. 
Avvocato Pellegrini: Non l'ha più vista.
W.K.R.: No. Mi disse, le ultime parole che ho sentito da Pia, dice: 'mamma torno subito'. 
Avvocato Pellegrini: Credo di non dover chiederle altro per non scavare ancora maggiormente nel suo dolore, signora. La ringrazio.
W.K.R.: Grazie.
Presidente: (voce fuori microfono)
P.M.: Presidente, chiedo scusa. Soltanto una circostanza sulla quale poi in fondo è indotta altra teste. Lei ricorda di aver poi parlato con una sua amica olandese...
W.K.R.: No, danese.
P.M.: Danese, chiedo scusa. Su circostanze relative ad incontri di cui questa signora era a conoscenza, fatti dalla Pia al bar? E se su questo argomento ha qualche elemento specifico, o sa soltanto quelle che ha detto soltanto questa signora e se ci può dire il nome.
W.K.R.: Pia non mi ha mai riferito niente in merito.
P.M.: Ecco...
W.K.R.: Qualcosa. . . il nostro rapporto era molto amichevole, oltre madre e figlia. Penso mi avrebbe fatto capire qualcosa in merito, oppure non sarebbe andata contenta a lavorare. Invece a lei le piaceva lavorare.
P.M.: Quindi, su questo...
W.K.R.: Soltanto l'anno scorso, questa mia amica danese mi ha detto che...
P.M.: Chiedo scusa, questa sua amica danese, questa circostanza gliel'ha detta di sua spontanea volontà?
W.K.R.: Sì, parlando della Pia. Era in circostanze, il suo compleanno l'anno scorso che sono venuti a trovarci. E mi ha detto che Pia le aveva detto che c'era qualcuno che le dava noia. Però io non le ho dato più ascolto a questo discorso, perché non ci credo. Non ci volevo credere, non sono capace...
P.M.: Non ci voleva credere.
W.K.R.: Non ci volevo credere. Per cui non volevo stare ad ascoltare. Poi invece in seguito venne fuori nella indagine che erano seguiti. Allora gli telefonai a questa mia amica per chiedere ulteriori chiarimenti in merito. E quindi mi ha detto che Pia per telefono le aveva detto che persone le davano noia. Però non mi ha saputo spiegare né chi era... Aveva solo consigliato alla Pia di smettere di lavorare lì.
P.M.: Questa signora avrebbe consigliato Pia di smettere di lavorare.
W.K.R.: Di smettere, sì.
P.M.: Invece a voi Pia non aveva detto niente di questa circostanza.
W.K.R.: Niente, niente, niente. la Pia era abbastanza aperta, non era una ragazza che. . . Specialmente cose che le potevano dare fastidio...
P.M.: Ecco, questa sua amica... Ci vuol dire il nome? Chiedo scusa.
W.K.R.: Ha voglia! I.V.P..
P.M.: Ecco, vede, lo dice più facile lei di quanto possa farlo io, quindi ho approfittato, lo ammetto.
W.K.R.: È più semplice.
P.M.: Eh, sì. Questa signora aveva dei rapporti con Pia, si conoscevano abbastanza?
W.K.R.: Sì, sì.
P.M.: Avevano avuto modo di...
W.K.R.: Molto intimi, sì, sì.
P.M.: Ecco, era questa. Ci vuole spiegare in quale circostanza?
W.K.R.: Il motivo è che mio marito ha lavorato con il marito di questa signora per tanti anni ed è rimasta una amicizia immensa. Che poi sono sempre venuti in Italia a trovarci e lì, piano piano, hanno conosciuto anche la Pia. E l'ultima volta che sono venuti a trovarci è nell'83. E si parlò che Pia voleva smettere di studiare perché voleva un intervallo. Gli sarebbe piaciuto fare la cuoca e si mandò in questa scuola in Danimarca, internazionale da cuochi, che era vicino alla casa di queste persone. Per cui l'hanno custodita loro quando era libera da questa scuola. Ed è entrata in amicizia. Loro non hanno figli, per cui per loro era come avere una figlia.
P.M.: Questa amicizia che può essere sfociata nella confidenza, così come ci dice questa signora, è durata qualche giorno, qualche...
W.K.R.: No, la Pia è rimasta lassù cinque mesi.
P.M.: Ecco, era...
W.K.R.: Peccato, voleva fare un corso di dieci, forse sarebbe stato meglio. Andando, su nell '84. Il 19 di maggio.
P.M.: Signora, io non ho altre domande. Grazie.
W.K.R.: Posso andare?
Presidente: Sua figlia non parlò a lei nemmeno di essere seguita da qualcuno...
W.K.R.: No.
Presidente: No, nulla, eh?
W.K.R.: No. Poi non credo che era seguita fuori. Questo discorso che fa questa mia amica risulterebbe all'interno del bar. Però quello può capitare. Uno che magari ha bevuto qualcosa in più, può anche disturbare con parole. Non credo la Pia avrebbe ricevuto...
Presidente: Insomma, a voi non ha detto nulla di...
W.K.R.: No, no. E poi generalmente la sera, quando tornava a casa, c'era mio marito o sennò la riaccompagnavano amici, insomma, veramente conoscenti.
Presidente: Sì, sì. bene.
W.K.R.: E penso la Pia me lo avrebbe detto. Oppure era talmente tranquilla che non ha mai...
Presidente: Sì, sì. Va bene. Non ci sono altre domande. Lei può andare, signora.
W.K.R.: Grazie.
Presidente: Bene, grazie.
P.M.: Grazie, signora, buongiorno.

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