lunedì 13 maggio 2013

Ennio De Pace - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 30 giugno 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

P.M.: ... le mostriamo un attimo una fotografia che lei ha già visto e vediamo se riesce a individuare meglio i luoghi...
E.D.P.: Sì. Dentro io a questo viottolo, fin sotto non ci sono arrivato mai. Sono arrivato più sotto. Mi sembra che c'era una casina sotto là.
P.M.: Una cascina?
E.D.P.: Una casina, una...
P.M.: Casina?
E.D.P.: Uno scarabocchio, là che c'era. Qua all'inizio, c'era un lago, c'era il lago.
P.M.: Allora andiamo un attimo, se si riesce a vedere, è molto sfocata questa foto. Se si riesce... Si può dare un po' più di colore?
E.D.P.: Di sotto...
P.M.: Aspetti un attimo, aspetti un secondo.
(voce fuori microfono)
E.D.P.: Di là sotto, dove c'è il chiaro, c'è la strada.
P.M.: Allora vogliamo... scusi un attimo, togliamo... Scusi un attimo, proviamo a mostrare quella dal computer.
E.D.P.: Quel... Io l'ho visto quell'altra.
P.M.: Scusi... Signor De Pace, un attimo. Nel caso abbiamo la foto, gliela facciamo vedere a lei senza grandi meccanismi...
E.D.P.: Perché io sono entrato sempre dalla catena là.
P.M.: Può aspettare un secondo, perché...
E.D.P.: Perché di sotto io non lo conoscevo il posto.
P.M.: Ho capito. Ecco, questa è un po' meglio, è un po' più chiara. Lei riconosce in questa foto i posti?
Presidente: Sì, sì, questa è più chiara.
E.D.P.:Questa è la strada di sotto.
Presidente: Qua c'è la piazzola, no?
P.M.: Sì, c'è la piazzola.
E.D.P.: Quella è la piazzola. Quella là, io entravo da Chiesanuova, da dove c'è la catena.
P.M.: È lì dove c'è...
E.D.P.: Là, là.
P.M.: Questo è il bosco.
E.D.P.: Sì.
P.M.: Questo è il bosco e questa è la piazzola.
E.D.P.: Eh. Io andavo là sopra, dove c'è la B.
P.M.: Lei stava andando...
E.D.P.: Là, sopra quella collina là, stavo io.
P.M.: Sì.
E.D.P.: Io. E lui veniva di là, dove c'è la freccia andando sopra.
P.M.: (voce fuori microfono)
E.D.P.: Sì. Di là.
P.M.: Lei, la macchina, l'ha lasciata qui.
E.D.P.: Alla catena, dove c'è la catena. Perché c'è un viottolo, perché ... che si entra là dentro. Poi, di qua sotto... Permette, mi posso alzare? Mi posso alzare? C'è un viottolo…
P.M.: Si alzi pure.
E.D.P.:... alla catena che va fino a quel punto. E io, la domenica dopo, col mio figliolo e un amico dissi: 'si va a vedere dov'è stato questo omicidio?', dissi, no? E si va là a mezzogiorno a vedere... e c'erano i Carabinieri.
Presidente: No, no, spieghi bene, spieghi bene.
E.D.P.:Eh?
Presidente: Spieghi bene.
E.D.P.: E dissero i Carabinieri, dissero: 'che ci avete i fucili in macchina?' Dissi: 'sì'. 'Portateli sopra'. E vidi a terra, là, dove la strada è in discesa, un monte di ovatta.
P.M.: Un monte?
E.D.P.: Ovatta.
Presidente: Ovatta.
E.D.P.: Ovatta giallo. E c'era una busta della farmacia, quella con tutte le mani, così. E c'era tutto disteso questo ovatta. E io ho appoggiato sopra ... Ho detto: 'qua ci sono stati dei finocchi, erano stati pure qua…’
P.M.: Dei finocchi? Va be', tutta un'altra cosa.
E.D.P.: Eh...
P.M.: Senta una cosa. Un attimo, signor De Pace, stia a sentire me.
E.D.P.: Eh.
P.M.: Lei, come è riuscito - se è riuscito - a stabilire il giorno in cui ha fatto l'incontro con questo signor Pacciani? Come mai...
E.D.P.: Lunedì mattina, perché io dovevo andare a San Casciano a bruciare l'erba.
P.M.: Sì, ma come è sicuro che fosse quel lunedì mattina?
E.D.P.: Perché la domenica sono andato a vedere la strada, la domenica dopo. E era il lunedì.
Presidente: Come?
E.D.P.: Perché la domenica tagliai l'erba. Il lunedì andai a San Casciano. Per quello sono sicuro. Che la domenica dopo andai a vedere col mio figliolo e l'altro amico andammo a vedere dove era stato... E guardai, dissi: 'può darsi pure che l'ho visto a questo qua'. Io...
P.M.: Cioè, lei la domenica successiva, si è reso conto che era stato il lunedì precedente.
E.D.P.: Lo dissi ai Carabinieri. Dissi: 'vede, questa gente vengono di là'. Perché mi resi conto quando ho visto che là c'ero io, il lunedì.
P.M.: Senta una cosa.
E.D.P.: Quando l'ho cominciato a vedere in televisione, poi sul giornale, dissi: 'proprio quello là, l'ho visto '.
P.M.: Senta un po', ma ecco, come mai non si recò dai Carabinieri subito, non lo disse ai Carabinieri subito che...
E.D.P.: Non lo conoscevo chi era questo Pacciani. Io non volevo mescolarmi dentro a questa faccenda. Quando ho visto che lo avete lasciato fuori, ho detto: 'qua non va più bene'. Io ho detto. . . Perché sono due, ora. Poi ho visto anche quell'altro, si nascondeva col giornale, quando arrivai io.
P.M.: Questo... Scusi, eh, signor De Pace.
E.D.P.: Eh.
P.M.: Lei si è presentato alla Questura, alla Polizia, diverso tempo dopo.
E.D.P.: No, io gli ho presentato, ero a casa della mia figliola a Casellina. E stavo vedendo la televisione, e si è visto che lo avevano mandato fuori. E ho visto tutta la Polizia, i Carabinieri, tutti là a cercare, proprio i pompieri... E disse, mia moglie non voleva a casa che andavo là. Disse: 'non andare, non andare, non ti mescolare in questo. .. ' 'Ma perché questa gente vuole giustizia, devo andare io. Vuole giustizia questa gente. Debbo andare'. Io avevo visto qualche cosa che non mi piaceva. l'ho visto a lui, là. E ho visto anche quell 'altro, Lotti. Non era uno solo. Questo, a Lotti, l'ho visto alla fine del mese dentro a una 500 bleu, con vestito bleu, la camicia bianca. E io ero dentro la macchina. Arrivai con mio nipote là, ci aveva 17 anni. E io, quando ho visto a questo qua che si è coperto con il giornale, ho detto: 'perché si sta coprendo ora che sono arrivato io?'.
Presidente: Ora andiamo una cosa per volta, eh. Lasciamo stare Lotti, facciamo la descrizione di prima. E poi parliamo di Lotti.
E.D.P.: Ero nascosto nel bosco per vedere di faccia quest'altro. Ho preso un viottolo e andai (incomprensibile) Disse mio nipote, dice: 'che c'è il mostro'. Dissi: 'l'ho visto di faccia'.
P.M.: Senta una cosa, scusi un attimo, eh, signor De Pace, per cercare di capire. Sua figlia, come si chiama?
E.D.P.: M. De Pace.
P.M.: E sua figlia le diceva all'epoca, lei gli aveva racco...
E.D.P.: No, no, non sapeva niente nessuno. L'ho detto dopo, quando ha cominciato, che ho visto Pacciani, ho detto: 'quello, stavolta l'hanno indovinata, è lui', poi l'hanno preso. Dissi: 'stavolta l'hanno indovinato. Il signor Vigna l'ha indovinata questa volta'.
P.M.: Quindi... Scusi, eh, sua figlia si chiama De Pace M.
E.D.P.: Sì.
P.M.: E ora abita a Firenze?
E.D.P.: Eh?
P.M.: Abita a Firenze?
E.D.P.: Sì, l'ha venduto là, tutto. Le è morto il marito. Questo è il secondo marito che gli è morto.
P.M.: Ho capito. Senta, questo problema che lei ha avuto ora, che gli ha dato sei mesi fa questo problema al volto, è stato improvviso, ha detto lei?
E.D.P.: È stata l'influenza. Ho avuto l'influenza, è venuto il dottore mi ha misurato la vista, subito cortisone. Sei punture in tre giorni, una la mattina, una alla sera. Antibiotici in quantità, e mi sono dovuto ricoverare.
P.M.: E poi è stato, di questa malattia si è curato, ha avuto ulteriori...
E.D.P.: Mi sto curando ancora.
P.M.: E che tipo di medicine prende?
E.D.P.: Per l'occhio ho la pomata. Me la devo mettere sei volte, sei volte al giorno. Poi c'ho questo cerotto che lo devo rimettere, non l'ho messo, perché di vedere, vedo. Questo cerotto, tutte le pomate...
P.M.: Lei ha qualche... Scusi, eh, signor De Pace, ha qualche per caso certificazione che riguarda che tipo di malattia ha avuto?
E.D.P.: Malattie non ho avuto nulla. Ho avuto soltanto...
P.M.: No, questo problema...
E.D.P.: No, sotto all'influenza, non c'è nulla. Mi hanno fatto tutte le visite. Fino ad ora, ultimamente, mi hanno visto di dentro... e c'è tutto sano dentro. SI, è tutto sano. Sono tutte queste medicine che mi hanno dato. E mi hanno...
P.M.: Ho capito. Presidente, io farei questa proposta alla Corte. Innanzitutto, mi sembra che qualche problema dovuto a questo stato di malattia, obiettivamente ci sia. E quindi chiederei innanzitutto di sentire, ex 507, la figlia del signor De Pace, su due questioni. Primo, quella...
E.D.P.: Non è...
Presidente: Un momento, un momento...
P.M.: Scusi, scusi un attimo, signor De Pace. Sia per quanto riguarda questo problema che è successivo al...
E.D.P.: Loro mi hanno detto, mia moglie e mia figlia...
P.M.: Di non venire. Sì, ha ragione.
E.D.P.: Mi ha detto: 'non ti mettere in mezzo a questi guai'.
P.M.: Questo lo abbiamo capito.
E.D.P.:'Non ti mettere in mezzo a questa faccenda'.
P.M.: E quindi di sentire la figlia e la moglie, nel caso se fosse necessario. E di acquisire la documentazione medica tramite i figli, relativa a questo stato del signor De Pace. Tenendo presente che le deposizioni che aveva...
E.D.P.: Ci ha tanti guai la...
P.M.: Mi scusi, ora vediamo...
E.D.P.:... c'ha due figlioli. Uno, ricoverato...
Presidente: Ho capito. Ora lasci stare, è una cosa che non riguarda la.. .
P.M.: Tenendo presente che effettivamente, insomma, qualche problema per quello che riguarda lo stato del teste. E che ci sono due verbali in atti nei quali, fra l'altro lo stesso signor De Pace fa presente che lo stato di malattia è successivo. E sono: uno, addirittura dell'anno scorso, marzo '96; e uno dell'ottobre '96, nel quale non si dà atto di questa situazione diciamo che lascia qualche problema circa la possibilità di capire oggi in che situazione fisica il teste si trovi. Quindi, chiedo di sentire la figlie e di acquisire la documentazione medica.
Presidente: Bene.
P.M.: All'esito, ovviamente, o di risentirlo, o di utilizzare i verbali in atti. Non ho altre domande, grazie.

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