mercoledì 31 ottobre 2012

Marco Morin - Deposizione del 14 luglio 1994 - Seconda

Segue dalla prima parte.  

M.M.: Passando invece alla perizia Benedetti-Spampinato, bisogna subito dare atto che gli stessi non, perlomeno nel rapporto scritto, non danno la certezza di queste comparazioni positive. Questo va a loro onore, evidentemente hanno avuto dei dubbi. Qui il discorso si fa un po' complicato, io cercherò di tenerlo, di stringerlo al massimo. L'impronta che viene lasciata dalla... in fase di incamerazione - detta anche impronta di spallamento - è un'impronta particolare che dovrebbe, in teoria, ripetersi con una certa precisione su cartucce o bossoli incamerati nella medesima arma. Non è stato fatto nessuno studio particolare su questo genere di impronta perché, in genere, i reperti, soprattutto i bossoli, hanno delle altre impronte tipo quella di percussione, estrazione, espulsione, quella lasciata dalla superficie di otturazione, che sono molto più facilmente leggibili. E quindi l'attenzione degli specialisti, in genere, va verso questo tipo di impronte. Nel caso specifico ci si è occupati di questa impronta, in quanto era, non dico l'unica, ma una delle due presenti sul bossolo della cartuccia rinvenuta nell'orto del signor Pacciani. Dunque, il discorso...  
A.B.: Quali erano, scusi... ci può dire quali sono questi due? Mi perdoni.  
M.M.: Dunque, da quello che io ho visto, sia dalle carte delle perizie, sia... sì, no, dalle carte delle perizie, si è...  
P.M.: Lei non ha visto il bossolo trovato in casa Pacciani? La cartuccia, scusi. 
M.M.: Io ho già detto che purtroppo non ho visto...  
P.M.: Sì, sì, era... no, per aver capito bene io.  
M.M.: Ecco, io ho visto le fotografie presentate nella perizia e ho visto un disegno e le fotografie contenute nella relazione tecnica fatta dal dottor Giancarlo Mei, per quanto riguarda la...  
A.B.: Dezincificazione.  
M.M.: Esatto. In quest'ultima perizia abbiamo... chiedo scusa, abbiamo un disegno che evidentemente è stato fatto dal Gabinetto di Polizia Scientifica, pagina 9, dove è segnato - disegno 3, figura 1; figura 1, disegno 3 - ed è indicata una impronta come impronta di estrazione. Quindi, evidentemente c'è anche una impronta di estrazione.  
P.M.: No, no, scusi, eh. Probabilmente non è cosi, eh. Se vuole...  
A.B.: No, è cosi, è cosi.  
P.M.: Non l'ha fatto certamente il Gabinetto di Poliz...  
Presidente: Signori...  
P.M.: Ma non l'ha fatto il Gabinetto di Polizia Scientifica.  
Presidente: Signori, diamo atto che c'è scritto "estrazione". Poi ognuno...  
P.M.: Bene, bene. No, è quell'"evidentemente" che non vorrei creasse dei dubbi.  
Presidente: Va bene. Comunque, signori, stiamo al dato obiettivo che risulta di qua. Lì c'è scritto "estrazione".  
P.M.: C'è il disegno, quindi.  
Presidente: Se poi è non è... capito?  
A.B.: Vediamo, se lo facciamo parlare.  
Presidente: Lui però... Prego.  
M.M.: Io devo basarmi solo sulle carte, e quindi non ho altra...  
Presidente: È naturale.  
M.M.: Dunque, i periti hanno comparato queste... solo le impronte lasciate dallo spigolo inferiore della superficie di otturazione, al momento in cui la cartuccia viene sfilata dalle labbra del serbatoio e spinta verso la canna. Notiamo che la cartuccia, in origine, si trova ad un livello più basso rispetto all'asse della canna, e viene portata in alto grazie ad una rampa presente sotto... se avessimo una pistola qui pres...  
A.B.: Posso, posso disegnargliela io.  
M.M.: Ah, beh, non c'è bisogno. Comunque questo credo che anche il consulente del Pubblico Ministero concordi. C'è una rampa d'invito che fa sollevare la punta della cartuccia e la manda verso l'interno della canna. Quindi, la cartuccia stessa ha un moto dall'alto verso il basso, con una applicazione differenziata di pressione, perché ovviamente il fondello si piega al momento in cui la cartuccia si alza per entrare, e quindi queste impronte lasciate non sempre però dal... da questo spigolo vivo, prendono la forma di strie, microstrie che vanno dal bordo del - come abbiamo già visto - dal bordo del fondello verso l'interno. Ad un certo punto spariscono perché è finita l'azione. Dunque, queste impronte non sono mai state studiate, da quello che mi risulta, proprio perché c'erano, in genere, ci sono altre impronte più chiare e più caratterizzanti. Queste impronte, infatti, possono molto facilmente essere confuse... possono essere prese come impronte caratteristiche quelle che sono impronte di classe. Cioè, tutte le pistole di un certo modello, ricevono un determinato trattamento durante... subito dopo la fabbricazione, durante o nel corso della fabbricazione, e pertanto quello spigolo ha dei segni che non è facile distinguere, a meno che non ce ne sia uno particolarmente marcato che possa servire da punto di riferimento. Questo è un problema che si ha anche con i proiettili che passano attraverso la canna. E questo problema è stato studiato dagli scienziati del settore, soprattutto per quanto riguarda i proiettili. Io non voglio fare un discorso ora troppo tecnico. Ricordo soltanto che in un'opera che io cito e riporto parzialmente in allegato, ci si è accorti che, su proiettili sparati dalla stessa, dalla stessa arma, si possono trovare sino a un 40, 50 - ora non ricordo - per cento, di microstrie coincidenti. Mentre pistola della stes... su proiettili sparati da pistola della stessa marca e dello stesso modello, ma diverse, questa percentuale può arrivare fino al 20 per cento. I dati precisi sono i seguenti: allora, per proiettili sparati da armi differenti, sono state frequentemente trovate dal 15 al 20 per cento di strie corrispondenti; mentre, per proiettili sparati dalla stessa arma, la percentuale poteva andare dal 21 al 24 per cento. Quindi abbiamo un uno per cento di differenza. Allora mi si chiederà come è possibile fare delle comparazioni positive. Comparazioni positive vengono fatte tenendo conto non delle singole microstrie, ma di famiglie di strie che devono coincidere e devono coincidere per un certo numero. Questo numero è già stato indicato nel lontano 1930 in un lavoro italiano dove si dice che almeno due terzi, fra strie e gruppi di strie, devono coincidere. Allora noi ci troviamo di fronte – questo discorso, sia ben chiaro, vale per i proiettili sparati dalle canne, usciti dalle canne ricordiamo che il proiettile, quando esce dalla canna, raccoglie le impronte lasciate da asperità varie presenti su tutta la lunghezza della canna. Quindi sono estremamente caratterizzanti. Nel caso invece in oggetto noi abbiamo una impronta lasciata da un unico punto. Quindi, a maggior ragione, ci dovrebbe essere una perfetta coincidenza di microstrie molto superiori a quella che si può riscontrare nelle canne. Questo è stato sviluppato in maniera più lunga - ora non voglio tediare la Corte - in questa consulenza che verrà depositata. Il discorso finale è questo, per quanto riguarda queste comparazioni: le comparazioni presentate, allegate alla perizia Benedetti-Spampinato, hanno certamente molte microstrie coincidenti ma ritengo che non siano sufficienti per dare la certezza di equiprovenienza della cartuccia incamerata e dei bossoli corpo di reato. Questa stessa chiaramente ce l'hanno avuta anche i periti, che non hanno detto con certezza questa cartuccia è stata incamerata. E questo, ripeto, va a loro onore. Loro hanno parlato sempre di buona identità che non è un criterio scientifico. Una buona identità non vuol dire niente. O una buona coincidenza delle microstrie più profonde. Anche questo non dice niente. Alcune microstrie si trovano in posizione reciproca coincidente. Anche questo scientificamente non è possibile. Una perizia, per poter avere un valore probatorio, cioè per assumere il rango di prova, deve dire, deve dire: questa cartuccia è stata camerata da una determinata pistola, o non lo è stata. In casi molto rari i periti possono dire: non siamo in grado di dare una risposta. Perché anche questo può avvenire. Quindi, ritengo che, per quanto riguarda le comparazioni che io ho visto in fotografia, ripeto, e che quindi posso giudicare soltanto sulla carta, non vi è la prova che quella cartuccia sia stata incamerata dalla stessa pistola che ha sparato le cartucce a cui appartengono i bossoli in reperto. Non si può escludere, ma, ripeto, non c'è una prova scientifica. Le fotografie presentate non lo permettono. Io ho allegato alcune fotografie di comparazioni positive di questo genere d'impronte, sicuramente positive, e loro, confrontando quelle presenti nella perizia d'ufficio e queste qua, potranno vedere la differenza e potranno vedere forse in maniera più comprensiva quanto io sto affermando. Ho notato poi una cosa che mi ha lasciato molto perplesso. A pagina 15 della relazione peritale troviamo questa affermazione. I periti descrivono un'impronta presente alla base del corpo cilindrico, del bossolo in prossimità della faccia interna del collarino. Cioè quella che in questo disegno, che forse io erroneamente ho attribuito alla Polizia Scientifica, ma che, allegato nel... Ha fatto benissimo, per carità!  
P.M.: Lo avrà fatto il perito.  
M.M.: Non credo, perché il perito non... continua a parlare di proiettile, quando in realtà è una cartuccia...
Presidente: Va be', comunque, storicamente è quella a pagina 9 della perizia Mei, d'accordo?  
M.M.: Sì.  
A.B.: Estrazione.  
M.M.: C'è un'impronta... c'è questa impronta qua...  
A.B.: "Quest'ultima non può essere attribuita all'estrattore dell'arma, perché è molto più larga di quella che quest'organo ha prodotto sui , bossoli repertati." 
M.M.: Ecco, qui, questa cosa, questa frase, è una frase che mi ha lasciato di stucco.  
P.M.: Ma la frase del Mei?  
M.M.: No, la frase dei periti.  
P.M.: Ah, perfetto.  
M.M.: Qui c'è un vizio logico in questa frase. Credo che...  
P.M.: Ci vuol ridire la frase?  
M.M.: La frase è questa.  
P.M.: Pagina 15?  
M.M.: Pagina 15. Descrivendo quest'impronta dicono: "Quest'ultima non può essere attribuita all'estrattore dell'arma perché - vedi foto numero 40 bis - è molto più larga di quella che quest'organo ha prodotto sui bossoli repertati". Qui mi pare che i periti danno per scontato che quella cartuccia è stata incamerata nella pistola con cui sono stati sparati i bossoli. Cosa che invece loro dovrebbero provare. Non so, mi pare che ci sia questo vizio logico. Lascio la decisione...  
A.B.: No, no, scusi, eh. Abbia pazienza, questa decisione, certo, è della... Però, se loro dicono che è molto più larga di quella che quest'organo ha prodotto sul bossoli repertati, evidentemente è diversa.  
M.M.: Sì, ma loro... no, ma loro dicono che non è que... Cioè, loro fanno l'affermazione "non è l'impronta di estrazione..."  
A.B.: Sì.  
M.M.: Stia attento al loro passaggio logico. "Non è impronta di estrazione, perché è più larga di quella presente sul bossolo...”  
A.B.: Ma invece è l'impronta di estrazione, qui.  
M.M.: Come?  
A.B.: Ma invece è l'impronta di estrazione.  
M.M.: Questo non lo so, io non l'ho vista. Però...  
P.M.: No, no, forse, dato che lei non l'ha vista, dato che il problema è strettamente tecnico, sarà bene sentire il dottor Donato che lui l'ha vista. Sennò...  
A.B.: No, un momento, scusi. Qua c'è, mi perdoni, qua c'è... Sicuramente il dottor Mei ha visto, il dottor Mei ha visto questa pallottola, tant'è che l'ha disegnata a pagina 9, dove si parla di estrazione.  
M.M.: Sì.  
A.B.: Giusto? Oh. E loro fanno riferimento a questo punto, "estrazione"...  
P.M.: No... Non è cosi.
A.B.: E certamente...
P.M.: Non è cosi. Il dottor Mei non è un balistico, è un chimico. Come può parlare di estrazione?  
A.B.: Ma è un dato oggettivo che si vede.  
P.M.: No, no, no.  
A.B.: Si può vedere? Mi scusi, Presidente.  
Presidente: Scusatemi...  
A.B.: La pagina... la foto 40 bis.  
Presidente: Di quale perizia state parlando, adesso?  
A.B.: Io sto parlando, il signore, il consulente tecnico della difesa, sta parlando della pagina... foto 40 bis della consulenza Salza-Benedetti.  
M.M.: No, io quella non l'ho vista.  
A.B.: Non l'ha vista.  
M.M.: No, io ho letto, ho letto la frase.  
A.B.: Il punto, e basta.  
M.M.: Il punto.
Presidente: Noi la dobbiamo andare a prendere, allora.  
P.M.: Eh, sì, Presidente, sennò non si riesce a capire nemmeno noi...  
Presidente: Al solito, ogni tanto...  
P.M.: Non si riesce a capire nemmeno di cosa si parla.  
M.M.: Ma comunque... comunque…  
P.M.: Prendiamola…  
M.M.: Sì, ma mi scusi, comunque la cosa è stranissima, perché si dice, si afferma che non può essere impronta dell'estrattore dell'arma perché sui bossoli...  
P.M.: Però non si capisce quale, scusi. Perché se non c'è... Prendiamo la foto, scusi. Finché non abbiamo la foto non si capisce di cosa si parla.  
A.B.: Loro dicono, i signori periti parlano che quest'ultima impronta non può essere attribuita all'estrattore dell'arma...  
P.M.: Ma quale? dove è questa impronta...  
A.B.: Foto 140 bis.  
P.M.: No, vediamola sul proiettile.  
A.B.: Scusi, posso farlo io... Posso chiedere io al mio consulente...  
P.M.: Come no!  
A.B.: E poi lei faccia tutte le considerazioni.  
P.M.: Perfetto.  
A.B.: Allora...  
P.M.: Io ho chiesto che sullo stesso punto venga sentito il dottor Donato perché è l'unica persona che, oggi presente, l'ha visto.
A.B.: Certamente. Però...  
Presidente: Un attimo. Adesso prendiamo le sacre carte.  
P.M.: Sennò si parla di cose che…  
A.B.: Signor Presidente, siccome pare che in questa perizia, si dice la perizia Salza-Benedetti, eccetera, che quest'ultima impronta, che poi è quella indicata a pagina 9...  
P.M.: È questq qui. Ce l'hanno spiegata a lungo i periti.  
A.B.: I bossoli repertati sono un altro, mica questi.  
P.M.: Come no?  
M.M.: No, io... forse non sono stato abbastanza chiaro.  
Presidente: Ecco, Dottore, lei faceva riferimento alla pagina della perizia Salza-Benedetti… No, dico...  
M.M.: Spampinato-Benedetti; Benedetti-Spampinato, alla pagina 15.
Presidente: Allora non ci siamo, perché qui abbiamo invece... Questa è Salza-Benedetti.  
P.M.: È quando i periti ci hanno spiegato cosa poteva essere quel segno...  
Presidente: Sì, ho capito, ma…  
P.M.: ... laterale.  
Presidente: Anche questa qui ha preso il volo per altri fascicoli.  
P.M.: No, no, come?  
Presidente: Nel senso che è di la e dobbiamo cercarla.  
M.M.: Comunque io ho scritto ripetendo verbatim quello che era... quello che c'era sulla perizia. Loro fanno riferimento ad una impronta presente alla base del corpo cilindrico del bossolo in prossimità della faccia interna del collarino. 
P.M.: L'hanno spiegata e hanno fatto vedere anche...  
M.M.: Che è la tipica posizione dell'estrattore. Loro scrivono: "quest'ultima non può essere attribuita all'estrattore dell'arma perché è molto più larga di quella che quest'organo ha prodotto sui bossoli repertati". Quindi qui loro, in pratica, dicono che, essendo... che sui bossoli repertati l'impronta è più piccola, qui è più larga, e allora non può essere l'impronta di estrazione. In questo modo loro danno già per scontato che l'arma è sempre quella. Perché? Perché se noi andiamo a vedere il disegno fatto dagli stessi periti... scala 20 ad uno, a fogliazione 59 della perizia Salza-Benedetti, vedremo che la larghezza dell'estrattore della Beretta 70, 71 e di tutta quella serie, è di circa... è superiore ai 4 millimetri. Soltanto che la superficie che viene a contatto con il bossolo varia, secondo l'asperità, secondo come è stato limato l'interno di questo estrattore. E loro hanno segnato con un... tratteggiando la zona in cui la pistola che ha sparato le cartucce a cui appartengono i bossoli repertati nei vari delitti, ha lasciato l'impronta. Che è molto più piccola, come loro potranno vedere, rispetto all'estensione totale dell'estrattore. Ma questo non vuol dire che in un'altra pistola ci possa essere o un'impronta addirittura più piccola, o una molto più larga fino a coprire tutta la dimensione dell'estrattore stesso, se questo è stato lavorato bene.  
P.M.: Ma loro hanno fatto un esperimento. E lo spiegano.  
M.M.: Su tre pistole. Un esperimento non si fa su tre pistole. Non è scientifico. E non hanno dato le dimensioni. Hanno dato solo la posizione dell'impronta. Ecco, questa qui è una cosa che lascia molto perplessi.  
A.B.: Cioè, secondo lei... Scusi, eh, per... questa striatura che c'è, quella là, quella che secondo loro non potrebbe essere, perché è più larga rispetto ai bossoli, invece è la zona comunque compatibile con l'estrattore.  
M.M.: Certo. Da quello che si vede, dai disegni in mio... dal disegno in mio possesso...  
A.B.: Ecco, perché questo...  
M.M.: ... è compatibile. E anche dalla fotografia è compatibile, perché non dimentichiamo che l'estrattore nelle pistole a chiusura labile come sono queste qui, più che funzione di estrattore, ha la funzione di cerniera al momento dell'espulsione. Cioè, quella che, quando il bossolo è tornato indietro, o la cartuccia in questo caso, incamerata, è tornata indietro, incontra l'espulsore e quindi gira in quel punto e fa da perno, e lascia questa impronta proprio caratteristica, come sembrerebbe dalla fotografia che abbiamo visto, potrebbe essere quella. Io, ripeto, finché non vedo il reperto non posso dare… 
A.B.: Comunque quella...  
P.M.: L'importante sarebbe vedere il reperto, dice lei.  
A.B.: Comunque quella fotografia mostra un... mostra questo segno, che è il segno dove normalmente c'è l'estrattore...  
M.M.: Certo.  
A.B.: ... e comunque questo segno, cosi come dicono gli stessi consulenti, è diverso per grandezza, rispetto a tutti gli altri segni che ci sono invece nei bossoli.  
M.M.: Sì, certo.  
A.B.: Quindi è un segno non solo di identificazione, ma di diversità assoluta.  
M.M.: Potrebbe essere. Bisogna esaminarlo.  
A.B.: Cioè, scusi, se questo segno...  
P.M.: Per forza! Non si può...  
A.B.: Mi perdoni. Se noi dovessimo dire, cosi come nid quod perumque accidit, va bene? questo segno che là viene lasciato nel bossolo o, nel caso di specie, nella cartuccia, è il segno tipico dell'estrattore, se questo segno tipico dell'estrattore ha lasciato... è di ampiezza diversa rispetto a tutti gli altri segni che sono identici per lunghezza dei vari bossoli, evidentemente questo segno indica una diversità.  
M.M.: Certamente.  
A.B.: Oh. Questo volevo dire.  
M.M.: Sì.  
A.B.: Una diversità di arma, una diversità di estrattore.  
M.M.: Estrattore.  
P.M.: Se è estrattore.  
M.M.: Se è estrattore.  
P.M.: Questo ancora nessuno... lei non l'ha visto e non l'ha potuto accertare.  
M.M.: Ma io faccio presente al signor Pubblico Ministero che io mi sono basato su quello che hanno scritto i periti…  
P.M.: Ma loro hanno anche scritto che non è estrattore, signor Morin.  
M.M.: Ma no, ma loro hanno detto che non è estrattore, per quale ragione?  
P.M.: L'hanno documentato che non è estrattore.  
M.M.: No, loro hanno detto che non è estrattore perché la dimensione è diversa, non per altro. Se loro...  
M.M.: Non sono... non sono mica dei mesticatori, sono della gente che guarda quel tipo d'armi. L'ingegner Benedetti, non so, è 25 anni che è a Gardone. Se proprio lui dice non è estrattore, avrà fatto il suo accertamento, no?  
A.B.: Mi scusi, l'accertamento...  
P.M.: Quindi, se ha detto che non è estrattore, non è che l'ho detto io. Ne conviene?  
M.M.: No...  
P.M.: E lui, mi scusi, ha visto il proiettile.  
A.B.: Signor Pubblico Ministero, il discorso è molto diverso.  
P.M.: No, no…  
A.B.: Il problema è questo: o in quella zona normalmente si lasciano impronte dell'estrattore, oppure no. In quella zona si lasciano impronte dell'estrattore. Quindi il signor consulente, suo consulente, non ha dato...  
P.M.: No, no, il mio consulente? Quello è consulente del GIP.  
A.B.: Consulente del GIP e non ha dato…  
P.M.: E non ha...  
A.B.: Non ha dato una spiegazione.  
Presidente: È perito, eh. Perito, chiamiamolo col suo nome.  
P.M.: Perito, perito.  
A.B.: Il perito non ha dato una spiegazione, non ha detto che questo è stato ammaccato.  
P.M.: Ma saprà lui che cos'è un estrattore. L'avrebbe detto, no? se era un estrattore.  
A.B.: No, non l'avrebbe detto, non l'ha detto. Lui ha detto che è un estrattore, ma diverso.  
P.M.: No, no, no.  
A.B.: Come no?  
Presidente: Se del caso, riconvocheremo i periti.  
P.M.: Perfetto.  
Presidente: Anche perché poi tutto questo sarebbe stato meglio farlo in un unico contesto.  
P.M.: Ecco, io questo dicevo.  
Presidente: Lo so, lo so. Ma non è colpa di nessuno.  
A.B.: Presidente, ma non è colpa di nessuno...  
Presidente: Non è colpa di nessuno, certamente.  
A.B.: ... perché anche il Pubblico Ministero l'ha mandato dopo il suo...  
P.M.: No, no, calma. È stata fatta una perizia dal GIP. Ma che scherziamo? In cui sono stati dati avvisi a tutti. Io il mio consulente me lo sono nominato.  
A.B.: ... spiegato, non...  
Presidente: Noo, non avete capito!  
P.M.: Perbacco.  
Presidente: Nel dibattimento sarebbe stato forse meglio.  
A.B.: Il dibattimento è un'altra cosa.  
Presidente: Sentirli tutti insieme. È chiaro.  
P.M.: Ma quando c'erano i periti, il consulente tecnico era presente. Quindi se lo voleva dire, lo poteva dire. Quindi non è certo addebitabile a me. Chiarissimo? Ecco. No, siccome mi si dice che andava fatto in un unico contesto, il signor Morin era presente, se aveva qualcosa da dire lo diceva in faccia al Benedetti. Non si viene a dire dopo mesi, dopo dieci giorni.  
Presidente: Va bene, va bene, andiamo. Lasciamo perdere le polemiche.  
P.M.: No, siccome si dice che andava fatto e andava fatto meglio...  
A.B.: Ma Pubblico Ministero...  
P.M.: Bene.  
A.B.: Ma dobbiamo... lei è parte imparziale del processo, no? Lei deve apprezzare la verità.  
Presidente: Comunque se ci sono dubbi, se ci sono dubbi...  
P.M.: Io sono... appunto. Ecco, ecco. Esatto, quello, non si può mettere in dubbio l'attività dei periti stando lontani, e loro non ci sono. Bisogna contestarlo a loro, insisto. Poi chi contesta deve averlo visto. Siccome quelli l'hanno visto, eh! direi, chiamiamo loro, ecco. Questo è il succo della vicenda. 
Presidente: Va bene, se necessario li richiameremo.  
P.M.: Certo, se necessario, ovviamente.

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