venerdì 27 luglio 2012

Francesco Donato - Deposizione del 5 luglio 1994 - Settima parte

Segue dalla sesta parte

A.F.: Lo straccio a fiori: due domande semplicissime e anche... 
Presidente: Lo straccio, bah.  
A.F.: No, guardi, non vorrei far perdere tempo alla Corte.  
Presidente: No no no, Avvocato, lei faccia pure tranquillamente le domande che crede. Soltanto che siccome insistiamo su questo argomento, ogni tanto ci si ritorna, vi devo ridire che questo proprio... eh.
A.F.: Ma se il Pubblico Ministero avesse rinunciato al dottor Donato per questi argomenti, avremmo rinunciato noi a fare domande.  
Presidente: Va bene, Avvocato.  
A.F.: Ecco, io chiedo solo...  
Presidente: Ma io infatti lo dico anche al Pubblico Ministero, prima che a lei. Andiamo avanti.  
A.F.: Eh, lo so. Lo so, io sono per terzo a parlare.  
Presidente: Benissimo.  
A.F.: Dunque, comparazione - io vorrei sapere soltanto questo, non voglio entrare nel merito della probabilità che sia un pezzo di straccio che sia attinente a quello straccio che era in casa e a quello che era... che ha avvolto... Comparazione macrofotografica: che cosa significa? È una domanda questa, mi sembra.  
F.D.: È stata, sono stati posti sullo stesso piano e illuminati con la stessa fonte di illuminazione, e quindi ripresa con la stessa profondità di campo, questi frammenti per vedere se tra di loro c'era o meno compatibilità delle fibre - visto che erano lacerate. Compatibilità che è risultata in quella documentazione.
A.F.: Perfetta?  
F.D.: Perfetta. Abbiamo parlato di compatibilità. In queste cose non siamo nel campo delle identità, non siamo nel campo delle identità: parliamo di compatibilità. Quello straccio era compatibile come continuazione di quei due precedenti lembi in cui era avvolta questa famosa asta guidamolla, inviata a quell'anonimo. Basta, abbiamo parlato di compatibilità.  
Presidente: Del resto abbiamo gli occhi, possiamo vedere…  
A.F.: La ringrazio. No no... Io, anche per l'economia processuale, non voglio far perdere tempo a nessuno.  
Presidente: No no, per carità!  
A.F.: Due domande sole, modestamente. Grazie, Presidente.  
Presidente: Continuiamo.  
P.M.: Sì, grazie, Presidente. Avevo cominciato a parlare...  
Presidente: Guardate che possiamo continuare con tutta tranquillità. Non vorrei che qualcuno oggi pensasse che si deve far presto. Non ce ne importa assolutamente niente. Tranne che gli argomenti, diciamo, scontati o inutili dobbiamo saltarli. Sul resto, invece, andiamoci molto piano. Prego.  
P.M.: Ecco, io vorrei affrontare un argomento su cui andare piano, Presidente - lo dico subito così metto le mani avanti. Poi mi direte se è utile o no, ma per forza di cose per ora il P.M. ha questa visione. Vorrei parlare col dottor Donato di quegli accertamenti, a luce radente fatti sul blocco, sulle parti scritte, dove - c'è già stato detto dai periti calligrafi, ma era un accertamento che aveva fatto già lei come Polizia Scientifica, e era proprio l'oggetto del suo incarico - quegli accertamenti che hanno evidenziato, in più punti, scritte precedenti latenti con lettere dell'alfabeto di un certo tipo. Vogliamo vedere questi accertamenti; vogliamo vedere le foto cosa hanno messo in evidenza; vogliamo vedere di capire anche noi cosa si può leggere. Senza nessuna comparazione, di nessun tipo. Vogliamo vedere il dato storico, perché comparazioni, lei non è stato incaricato di questo. Lei è stato incaricato di vedere cosa si leggeva.  
A.B.: Quindi non c'è un problema, perché questo non è stato oggetto di incidente probatorio, né di esame peritale che è la stessa zuppa.  
P.M.: No, è un incarico della polizia scientifica.  
A.B.: No, perché sennò dobbiamo subito bloccarci.  
P.M.: Noi non ci blocchiamo, fra l'altro esiste il 501.  
A.B.: Noi bloccarci noi in difesa ci blocchiamo, ci indirizziamo…  
Presidente: Ha il valore che può avere.  
A.B.: Va be', Presidente, ha un valore che si sta discutendo in dibattimento...  
Presidente: La polizia...  
A.B.: ... e la prova si forma in dibattimento, mi scusi, Presidente.  
Presidente: La polizia scientifica...  
A.B.: Quindi io ho delle perplessità totali sul punto, ecco.  
F.D.: Dunque nel... posso, Presidente?  
Presidente: È argomento di discussione, sono documenti...  
P.M.: Sono fatti.  
Presidente: ... se sono agli atti; probabilmente il Dottore è il consulente del Pubblico Ministero.  
A.B.: Certamente, ora vediamo cosa ci dice, certamente.  
P.M.: No, Presidente, in questo caso...  
Presidente: È il consulente del Pubblico Ministero, quindi può parlare lui; potrà poi parlare il vostro.  
A.B.: Certo.  
Presidente: Non c'è nessun problema, voi potete contestare.  
P.M.: Chiedo scusa...  
A.B.: Il nostro non ce lo abbiamo, Presidente.  
Presidente: Non importa, potete contestare...  
A.B.: Noi non abbiamo nulla per ora, perché per noi è un fatto nuovo.  
P.M.: No, no, è agli del P.M.  
A.B.: No, no, no, sul piano dell'indagine probatoria questo è un fatto nuovo; lei ha fatto delle indagini, eccetera.  
P.M.: Che sono regolarmente agli atti...  
A.B.: Certamente...  
P.M.: ... e io parlo di queste indagini attraverso l'escussione di testi.  
A.B.: Post rinvio a giudizio, fra l'altro, alcune...  
P.M.: No, no, no, ante rinvio a giudizio...  
P.M.: Avvocato, Avvocato…  
Presidente: Sono indagini fatte su incarico del Pubblico Ministero, su cui il consulente, che non è teste, riferisce; e liberi voi di contestarlo naturalmente. Lei l'ha fatto come consulente del Pubblico Ministero o come Ufficiale di P.G.? 
F.D.: No, no, no, questa attività è come attività di Polizia Giudiziaria.  
Presidente: Ah...  
F.D.: Come attività d'ufficio.  
Presidente: Meglio che mai, ancora meglio, meglio che mai.  
P.M.: Io... era la cosa che stavo per dire: cioè questa è un'attività di polizia scientifica, e allora io in qualche modo avendone interesse, la vorrei documentare alla Corte. Mi sembra che siamo...  
Presidente: Meglio che mai allora, ancora meglio... 
P.M.: Siamo talmente nell'ambito del... poi chiederò se il Dottore ha fatto dei documenti; chiederò alla Corte se è possibile consultarli, e via dicendo, nei limiti di quello che credo sia consentito.  
Presidente: Comunque questi sono agli atti di già.  
P.M.: Oh appunto, questo volevo dire. Allora Dottore...  
F.D.: Si.  
P.M.: Dopo le nostre disquisizioni, vogliamo venire al merito di che cosa lei ha visto in questa lettura un po' più particolare rispetto alla lettura...  
F.D.: La squadra SAM infatti ci ha fatto pervenire in laboratorio questo blocco con lo scopo di evidenziare, oltre le cifre che erano sul retro, alcuni segni che si osservavano sul foglio - già che conteneva delle manoscritture - che non erano ben identificabili. Anche in questo caso abbiamo adoperato il tecnicismo della luce radente, che è quella che serve per vedere i solchi in depressione; e come documentato in questa relazione, al rilievo 1 abbiamo evidenziato alcuni grafemi, diciamo noi, che non sono compiutamente decifrabili, e che comunque lasciano l'interpretazione a dei caratteri grafici non propri di quella stessa grafia che si vedeva delle manoscritture su quel foglio stesso.  
P.M.: Oh questo è il punto più importante che vorrei chiarisse.  
F.D.: In effetti...  
P.M.: È una calligrafia apparentemente per lei non corrispondente.  
F.D.: Non corrispondente a quei grafemi invece che erano scritti come manoscrittura, direttamente, per azione diretta. Mentre queste sono per azione di calco quindi sono i cosiddetti solchi ciechi, quelli che vengono impressionati per scritture pregresse. E allora abbiamo cercato di dare delle interpretazioni: qui abbiamo visto che c'è una vocale con due puntini in alto che potrebbe essere...  
P.M.: Una vocale con due puntini: una dieresi, diciamo.  
F.D.: Una dieresi.  
P.M.: Ci può far vedere i puntini per capire? Bene. E sotto cos'è una "u"?  
F.D.: Una vocale, una "u". Quella invece potrebbe essere - si parla al condizionale - una "w". Potrebbe essere. Questa potrebbe essere una "in", però se la si vede in questo modo. Oppure si può pensare a scritture sempre pregresse in cui il blocco era capovolto, e allora anche quella potrebbe essere una “w”, una doppia v. Quell'altro era un segno non decifrabile. Abbiamo fatto sempre delle altre riprese poi per vederne ancora meglio. Qui abbiamo evidenziato un po' con gli indici colorati per rendere, appunto, anche al profano riuscire a far capire tutti questi segni, che senz'altro evidenziano delle scritture pregresse e che non erano in sintonia, almeno come omogeneità di struttura, sia di struttura che morfologica, con caratteri che erano presenti direttamente sul foglio.  
Presidente: Con i caratteri del Pacciani.  
F.D.: Almeno io non so se erano i caratteri quelli del Pacciani sul foglio. Ignoravo. Io l'esame lo faccio in modo molto asettico.  
P.M.: In quel momento lei non sapeva…  
F.D.: Non sapevo di chi erano. Io ho visto che...  
P.M.: Non aveva scritture di comparazione del Pacciani, quindi per lei era un blocco...  
F.D.: Per me era un foglio con delle scritture non sapevo neanche...  
P.M.: Bene.  
F.D.: Se giriamo, ecco, vediamo ancora altri caratteri: quella potrebbe essere, potrebbe una lettera "d"; oppure, se la intendiamo capovolta, potremmo avere una "w" e una “B”. Se proviamo a capovolgere rende anche l'idea, anche se c'è una foto - ecco qui - che è chiaro che una lettera, pur facente parte dell'alfabeto internazionale, anche italiano però non...  
P.M.: Almeno "wp" non viene in mente alcuna parola.  
F.D.: Appunto.  
P.M.: Del nostro vocabolario.  
F.D.: Sì, due consonanti vicine, mi sembrava appunto...  
P.M.: Fra cui un "w". Bene.  
F.D.: E niente poi qui ci siamo fermati...  
P.M.: Questo era quello che volevo chiedere.  
F.D.: Abbiamo dato le possibilità. Poi su quello c'è stato un prosieguo per l'attività investigativa...  
P.M.: Successiva.  
F.D.: Successiva...  
P.M.: Con una consulenza...  
F.D.: Con una consulenza tecnica...  
P.M.: Di cui parleremo fra breve. Io su questo argomento, su questo punto non ho altre domande, prima di passare all'altro argomento.  
Presidente: Signori Avvocati di parte civile, avete domande,? Prego Avvocato...  
A.B.: Ecco, mi scusi lei ha redatto una...  
Presidente: Bevacqua.  
A.B.: Bevacqua si. Ha redatto una relazione tecnica per il signor Pubblico Ministero, che poi è agli atti, dove ad una certa pagina - in particolare il rilievo numero 6 - cercando di girare da una parte e dall'altra, prima da una parte e poi dall'altra, certi grafemi, ha detto esattamente questo: "Maiuscola W autografa del Meyer..."
F.D.: Ah sì, è vero.  
A.B.: E poi fra piccoletto - se si può ingrandire mi fa un piacere - a mano, perché era già convinto, si era già convinti che potesse essere non corrispondente al grafema - ecco mi può ingrandire quel "non piccolo", per cortesia.  
F.D.: Si, certo.  
A.B.: Ecco, abbia pazienza, perché tutto serve per capire come ci si arriva. Mi alzi un po' di più. Alzi, alzi, ecco. Non scritto, ecco, più ingrandito: "Grafema del Meyer non corrispondente al rispettivo grafema impresso per decalco sul foglio". E se mi può fare anche la pagina 7, rilievo numero 7. "Idem, come sopra - piccolino, piccolino – non corrispondente alla minuscola 'n' autografa del Meyer". Dottore, lo ha fatto lei questo?  
F.D.: Certo.  
A.B.: Grazie, non ho altre domande.  
Presidente: Bene, Avvocato Fioravanti, voleva fare una domanda?  
A.F.: Si.  
Presidente: Prego.  
F.D.: Ecco, volevo precisare. Ha riferito di due rilievi fotografici. Questo per dire come l'accertamento è stato fatto in maniera a 360°, obiettiva. Abbiamo detto le cose che corrispondevano e le cose che non corrispondevano. Nei rilievi fotografici segnalati dalla difesa in questo momento, in effetti, non c'era corrispondenza. Ci sono un'altra serie di documentazioni fotografiche in cui queste corrispondenze per inclinazione...  
P.M.: Io, sono le domande che faccio io, possiamo approfittare ora e farle vedere ora.  
F.D.: ... invece corrispondono. Basta vedere il rilievo numero 5.  
P.M.: Lo vogliamo vedere così...  
A.B.: Anche il numero 8 rigirato, però.  
F.D.: Questo per dire però, non è che si parla di corrispondenze. Qui siamo in un campo veramente dove...
P.M.: Lo abbiamo detto fin dall'inizio.  
Presidente: È un campo opinabile.  
F.D.: Anche perché abbiamo pochi, ecco qui in questo campo veramente siamo nella disomogeneità dei termini, quindi ovviamente non ha poi, abbiamo una carenza di materiale per poter fare un esame compiutamente di analisi grafica. Quindi ovviamente con quello che c'era si è potuto fare delle rapportabilità, dei rapporti: nella minuscola "w" ci sono delle corrispondenze per quanto riguarda l'inclinazione e la parte basale... 
P.M.: Vogliamo allargare per cortesia. Ecco.  
F.D.: E lo stesso dicasi nel rilievo numero 8, se a quel valore gli si dà la lettera "p" abbiamo una analogia - ecco, vede che qui uso il termine non di identità, perché non si può parlare di identità - qui si può parlare di analogie di corrispondenze, proprio perché i limiti dell'indagine son quelli che sono. E lo stesso dicasi, e qui adoperiamo un termine di corrispondenza, perché c'è una maggiore corrispondenza, e non una analogia, nel rilievo numero 9, dove è presente il grafema "d", dove è caratterizzato da un'apertura dell'ovale. E questa è una caratteristica che si incontra sia nella scritta in decalco evidenziata con quel tecnicismo, sia sulla scritta di comparazione che appartiene al Meyer.  
Presidente: Però insomma entriamo nel campo veramente con quello che abbiamo a disposizione…  
F.D.: E' troppo poco.  
P.M.: Mi sembra onesto come lavoro l'ha detto fin dall'inizio...  
F.D.: Troppo poco.  
Presidente: Lei pensa che con quel sistema - come si chiamava? - L'ESDA...  
F.D.: Le dico subito, siamo anche noi in Italia in possesso dell'ESDA, e con questo tipo di strumento queste evidenziazioni non hanno dato nessun esito. Queste evidenziazioni siamo riuscite a farle con il tradizionale...
Presidente: Avete provato anche con L'ESDA?  
F.D.: SI, e non viene nulla. Non solo, ma le dico di più: i colleghi della SAM, quando sono andati in Germania, hanno portato questo lavoro perché io conoscendo i miei limiti e conoscendo come lavorano anche a Wiesbaden, ho detto io, proviamo se in Germania hanno qualcosa di meglio. Sono andati, e l'esame ESDA fatto in Germania è stato negativo. I colleghi della Germania si sono meravigliati per come a Firenze si riusciva a fare un tipo di lavoro di questo tipo.  
P.M.: Bene, mi sembra che è agli atti della rogatoria, Presidente, se lo vogliono controllare.  
Presidente: Siccome ne avevamo parlato ieri volevo capire.  
P.M.: Si, si è pacifico.  
Presidente: Vogliamo andare avanti con le domande?  
P.M.: Non so, io andrei avanti su altri argomenti. C'era il difensore...  
Presidente: Sì, forse però la difesa non ha esaurito. Prego.  
A.F.: Sì, io vorrei rivedere la prima foto rovesciata. Cioè quella “m”... quella “w” rovesciata ad “m”.  
F.D.: La foto 3.  
A.F.: La foto 3. Io non ho visto i numeri.  
Presidente: La foto 3 la foto 3. Quella, eh.  
A.F.: Ecco.  
Presidente: Cosi, Avvocato?  
A.F.: "M" sì.  
Presidente: È la foto 3 rovesciata quella "w" sembra una “m”.  
A.F.: Sembra una "m".  
F.D.: Una "m" una “n” ma infatti nella didascalia della foto che cosa...  
Presidente: "M" come Milano.  
F.D.: ... che cosa diciamo nella didascalia noi alla scientifica: “singoli caratteri che sembrano potersi ricondurre a due distinte consonanti "d" o "n", se lo scritto lo si considera posizionato nello stesso verso delle manoscritture che si osservano. Se lo consideriamo capovolto al rilievo 4, diventa “w” e “p”. E quello, purtroppo più di quello non si poteva dare, perché in effetti L'evidenziazione di tracce, di solchi ciechi purtroppo...  
A.F.: Ma io per quanto posso...  
Presidente: Prego.  
A.F.: Per quando possa occorrere, io ritengo che quello, lei può ritenere che quello sia una "M” maiuscola?
P.M.: La parola è di difficile lettura.  
A.F.: Sì, la parola... Tutto è di difficile lettura quando è a ricalco.  
F.D.: "W", "M", "P", che...  
A.F.: Sì, no, no, io la "m". Io guardo la "ra". Ecco, io deposito al Tribunale, e darò una copia al Pubblico Ministero una lettera del Pacciani indirizzata a me e firmata - non è una lettera anonima - 09/09/1990, dove ci sono rilevate almeno venti "m" di quel tipo.  
F.D.: Accanto a “w”, o simili?  
A.F.: Guardi, a me del "w" non mi interessa assolutamente niente; a me interessa che quella pagina sia al suo stato naturale cioè come "m". Perché a me nessuno mi dice che quella sia rovesciata a "w". Quindi io la posso far vedere al Pubblico Ministero, depositare, fare la fotocopia...  
P.M.: La può depositare, io non ho bisogno di vederla sono...  
Presidente: Avete nulla in contrario, signori?  
P.M.: No. Il consenso assoluto!  
A.F.: Io ho quaranta lettere di questo, di Pacciani.  
P.M.: Anche quarantuno.  
A.F.: Ne deposito una, una ne deposito.  
Presidente: Bene, ce la produca pure.  
F.D.: No, volevo precisare che nessuno di noi ha dato una certezza di attribuibilità al tipo di grafema; ma abbiamo parlato in condizionale...  
Presidente: Siamo nel campo dell'opinabile. Va bene. 
Presidente: (fuori microfono): Si, certamente, ora vediamo. Mah… noi ce ne abbiamo cinquecento… va be’…  
P.M.: Ti abbiamo apprezzato… ti abbiamo apprezzato – almeno io apprezzato – nella qualità delle domande di oggi fatte da solo.  
A.F.: Possono anche esserci segreti epistolari, ma sono autorizzato dall'imputato Pacciani a depositarla.
Presidente: Comunque, va bene. Poi di lettere del Pacciani ne abbiamo a bizzeffe insomma.  
P.M.: Sì, Presidente, per questo dicevo non c'è problema.  
Presidente:  Bene, vuol fare la fotocopia? L'originale lo teniamo noi. E allora acquisiamolo, per quanto può valere. Lo possiamo acquisire. Bene andiamo avanti, Pubblico Ministero, prego.
Segue...

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