martedì 10 aprile 2012

Vittorio Sifone - Deposizione del 27 aprile 1994 - Prima parte

 
L'ex Brigadiere Vittorio Sifone fu ascoltato il 27 aprile 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Bene, signor Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie.
Presidente: Possiamo riprendere coi testi.
P.M.: Sì, io passerei, come dicevo, a esaminare il sopralluogo, esaminare quindi gli ufficiali di Polizia giudiziaria che provvidero a quel sopralluogo, alla notizia relativa al fatto del 1981. Esattamente siamo al 6 giugno, la località è Mosciano di Scandicci, le vittime sono Foggi Giovanni e De Nuccio Carmela. Il primo teste che voglio sentire è uno degli ufficiali di Polizia giudiziaria che intervenne per primo, esattamente si tratta dell’allora Brigadiere Sifone Antonio.
A.B.: ‘81?
P.M.: Siamo nell’81, si.
Presidente: Bene, si accomodi. Si accomodi, prego.
V.S.: Mi chiamo Sifone Vittorio, sono nato il x/xx/xx a San… provincia di Xxxxxxx. In atto assolvo le mansioni di sovrintendente capo presso la questura di Firenze, in attività di servizio. All'epoca dei fatti ero Brigadiere della pubblica sicurezza.
Presidente: Benissimo. Vuole leggere quella formula, per cortesia?
V.S.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Bene, prego, signor Pubblico Ministero, le domande.
P.M.: All’epoca dei fatti era Brigadiere…
V.S.: Esatto.
Presidente: Non funziona il microfono, o sbaglio?
P.M.: Ora?
Presidente: Benissimo, ci siamo.
P.M.: Ecco. Era Brigadiere della Polizia. Ci può raccontare come mai, cosa faceva, come mai scoprì questo fatto?
V.S.: Prima di tutto, se mi è consentito, devo fare una premessa.
P.M.: Prego. Se serve ai fini dei fatti, sì.
Presidente: Avviciniamo il microfono.
V.S.: Il sopralluogo vero e proprio e i relativi atti di Polizia non furono eseguiti dal sottoscritto, ma bensì dai colleghi della squadra mobile che successivamente sono sopraggiunti sul posto.
P.M.: Della Polizia scientifica, se non sbaglio.
V.S.: Esatto.
P.M.: Che abbiamo citato, e sentiremo dopo.
V.S.: Come sono venuto a conoscenza di questo fatto…
P.M.: Se non sbaglio lei, da quell'atto che c'è...
V.S.: Esatto, sì.
P.M.: È la persona che per primo dette l'allarme, diciamo?
V.S.: Descrivo dettagliatamente. Alle ore 9:00 circa in compagnia di mio figlio Massimiliano, di allora, quattro anni...
P.M.: Scusi, ho perso... alle ore 9:00 circa?
V.S.: Alle ore 9:00 di quella domenica 7 giugno 1981.
P.M.: Ecco, era una domenica.
V.S.: Uscii di casa in compagnia del mio proprio figlio Massimiliano di allora quattro anni a bordo della mia propria autovettura, e mi recai nella campagna di Scandi… di Roveta per un prelievo di acqua potabile a una fonte ubicata in quella zona.
P.M.: Lei veniva da Firenze?
V.S.: Prego?
P.M.: Lei veniva da Firenze?
V.S.: No, a Scandicci, io abitavo a Scandicci allora.
P.M.: Benissimo. Benissimo. Benissimo.
V.S.: Fatto il prelievo dell'acqua a una fonte che è posta sotto a un boschetto su una strada che porta da via Dell’Arrigo a Mosciano, ritornai indietro, in compagnia di mio figlio naturalmente. Arrivato a metà strada il bambino mi invitò a fermarmi perché aveva intenzione di raccogliere dei fiori. Arrivato a un certo punto c'è una strada laterale a sinistra di via Dell’Arrigo, una strada sterrata che si ricongiunge, dopo circa 60/70 metri, con un'altra strada che porta più a fondo di via Dell’Arrigo e che va verso il contadino in fondo alla valle, il vecchio mulino.
P.M.: Quindi siamo distanti dalla strada asfaltata un...?
V.S.: 50 metri, 50/60 metri.
P.M.: Bene.
V.S.: Parcheggiata l'autovettura, presi il bambino con la mano e mi avviai verso i campi. Appena oltrepassato un piccolo dosso di questa strada sterrata...
P.M.: A piedi?
V.S.: Prego?
P.M.: Voi siete a piedi?
V.S.: Io a piedi, io è il bambino a piedi per la mano, siamo a piedi.
P.M.: Bene. Bene.
V.S.: Vidi una macchia di colore rosso scuro, rosso ferro, ora non ricordo bene.
P.M.: Che macchina era lo ricorda?
V.S.: Ma mi sembra una Fiat, ora non ricordo.
P.M.: Vabbè, non importa. Abbiamo le foto, poi le...
V.S.: Fatti alcuni passi ancora notai che alla parte esterna sinistra della macchina sul terreno c'era una borsa di colore chiaro.
P.M.: Una borsa?
V.S.: Una borsa o bianca o beige, se ricordo bene.
P.M.: Una borsa grande o una borsa piccola?
V.S.: Prego?
P.M.: Grande o piccola?
V.S.: Piccola. Una borsa che portano le signore.
P.M.: Da signora. Era fuori della macchina, lato sinistro.
V.S.: Lato della macchina, per terra.
P.M.: Lato sinistro.
V.S.: Lato sinistro.
P.M.: Vicino allo sportello.
V.S.: Vicino allo sportello al posto di guida.
P.M.: Lo sportello è chiuso o aperto?
V.S.: Tutti e due chiusi.
P.M.: Bene.
V.S.: Mi resi conto che, in quell'istante pensai che avessero rubato una macchina, l'avessero portata lassù durante la notte, asportato quello che c'era dentro, e se ne sarebbero andati via.
P.M.: Questa borsetta o borsa era aperta o chiusa?
V.S.: Mi scusi, se lei mi fa raggiungere il racconto...
P.M.: Mi scusi, vada pure lei. Mi serve dopo.
V.S.: Fermai, resomi conto di quanto poteva essere accaduto, fermai il bambino, gli dissi di non muoversi e da solo mi avviai verso la macchina. Arrivato a un certo punto ho notato una sagoma di una persona al posto di guida. E feci cenno: “Oh!”, per vedere se c'era qualcuno dentro che era sveglio, non volevo disturbarlo. Ma mi resi conto che non ho ottenuto nessuna risposta; mi avvicinai ulteriormente. Arrivato vicino alla macchina notai questo giovane con la barba.
P.M.: Al posto di guida?
V.S.: Appoggiato sul sedile, col capo verso l'interno della macchina rivolto, e ci aveva delle ferite alla gola. Ci aveva una piccola camicia con una...
P.M.: Ferite alla gola lei vede.
V.S.: Io alla gola…
P.M.: Bene, bene.
V.S.: Poi l'unica reazione che mi fece a quel punto, misi le mani nei pantaloni, non avevo neanche la pistola io. Poi mi resi conto che le ferite erano già passate di tempo, non erano recentissime, di un'ora o in quell'istante stesso. Guardai dalla parte di sopra di via Dell’Arrigo, dalla parte di sotto la strada che porta al contadino al vecchio mulino, se passasse qualcuno per farmi dare un aiuto. Perché lì ci avevo il bambino di quattro anni seduto che invocava questi fiori. Non c'era nessuno. Ritornai indietro, ripresi il bambino, monta in macchina, e raggiunsi...
P.M.: Mi scusi, quindi lei capì che questo qui o dormiva o era morto?
V.S.: Era morto.
P.M.: Lei capì che era morto.
V.S.: Già era morto.
P.M.: Bene, non l'avevo capito io.
V.S.: Ritornai indietro con il bambino, con la macchina. Dopo circa 3 km raggiunsi piazza di Vingone, dove c'è un esercizio pubblico gestito da un mio amico nonché coinquilino, al quale affidai la macchina, il bambino, con la tanica dell'acqua, con preghiera di portarlo a casa mia e di avvisare mia moglie che io sarei tornato successivamente, più tardi, perché dovevo collaborare io e i miei colleghi. Nel frattempo però telefonai alla centrale operativa, che mi mandarono subito una volante. Arrivata la volante, montai accanto al posto di guida e mi riportai sul luogo. Però non presi la strada di sopra che io avevo fatto io col bambino, ma presi questa di sotto, quella direttamente che porta al contadino. Giunti sul posto, aprì lo sportello...
P.M.: Scusi, quando lei arrivò sul posto non era mutato nulla? Era identica a come l'aveva visto prima, la situazione dei luoghi? Non era intervenuto nessun altro?
V.S.: No, no, nessuno.
P.M.: Come l'aveva visto prima, era ancora.
V.S.: Esatto. Aperto lo sportello della macchina...
P.M.: Quindi lei è il primo che apre lo sportello.
V.S.: Il primo.
P.M.: Bene.
V.S.: No, mi scusi, lo sportello della macchina mia, della volante, ho aperto io.
P.M.: Ho capito male, ma andiamo avanti.
V.S.: Aperto lo sportello della macchina, uscii e dissi: “ Ragazzi, qui ce n'è un'altra”. Vidi la ragazza di sotto alla scarpata, distesa nel terreno, che c'era un'altra persona, che era venuta un'altra persona era stata uccisa. Poi, successivamente, abbiamo informato la centrale operativa; sono giunti sul posto il dottor Federico, il sostituto procuratore della Repubblica, il dottor Izzo. Sono arrivati i colleghi poi, sono arrivati il medico di medicina legale…
P.M.: Bene, bene. Ora abbiamo capito la scena.
V.S.: Mi dica.
P.M.: Quello che voglio chiedere a lei è che da quando voi arrivate con questa volante, siete lei e dei suoi colleghi, poi arrivano gli altri, nessuno tocca nulla?
V.S.: Nessuno, assolutamente.
P.M.: La macchina non viene toccata.
V.S.: Assolutamente.
P.M.: Voi presidiate, come si suol dire, la zona in attesa delle persone che...
V.S.: Mi scusi, l'unica cosa che è stato fatto, ecco, è stato prelevato un documento di riconoscimento, non so se era patente di guida o carta d'identità, non ricordo ora, per identificare le persone. È l'unico...
P.M.: È stato prelevato sia dall'uomo che dalla ragazza?
V.S.: È venuto fuori quello della ragazza.
P.M.: È stato prelevato sia dall'uomo che dalla donna?
V.S.: Sì.
P.M.: Per vedere chi erano?
V.S.: Chi erano.
P.M.: Benissimo. Quindi poi toccaste solo per fare quest'operazione. La fece lei questa operazione?
V.S.: Io e un altro collega che era sopraggiunto sul posto.
P.M.: Ecco, fatta questa operazione, i documenti li trovaste addosso?
V.S.: No, no, la borsa era aperta.
P.M.: Oh, ecco. La borsa era fuori della macchina già aperta.
V.S.: Già aperta, sì.
P.M.: Non la aprì lei.
V.S.: No, non la aprii io, era già aperta.
P.M.: Bene, lei...
V.S.: Poi il collega successivamente si interessò di identificare la persona che era al posto di guida chi era.
P.M.: Quindi la donna fu identificata dal documento che era nella borsa già aperta.
V.S.: Si
P.M.: L'uomo fu identificato da un documento che aveva addosso?
V.S.: No, questo lo fece il collega mio, io non lo feci.
P.M.: Non lo sa.
V.S.: Non ricordo bene.
P.M.: No, le volevo chiedere se questo corpo sia pure ai fini di tirar fuori il documento - non so se era in tasca, non ne ho la più pallida idea - se fu mosso.
V.S.: Prego?
P.M.: Il documento dell'uomo lei non lo sa come e chi?
V.S.: No, non l'ho preso.
P.M.: Non ha fatto altro?
V.S.: No, ho...
P.M.: È stato lì, sì. Ma dico, ai fini...
V.S.: Sono stato lì, ho collaborato perché su disposizione del dottor Izzo ho dovuto coadiuvare i miei colleghi alla ricerca dell'eventuale arma che probabilmente si era disfatto l'assassino.
P.M.: Ecco, trovò nulla? Questa ricerca che esito ebbe?
V.S.: Negativo.
P.M.: Quindi niente, negativo.
V.S.: Però poi debbo aggiungere, se mi è...
P.M.: Prego.
V.S.: ... ancora consentito, che notai che i bossoli delle pallottole sparate al giovane che era al posto di guida si trovavano all'esterno della macchina; mentre quelle che aveva sparato alla ragazza si trovavano parte internamente alla macchina. Perché l'assassino, dalla parte esterna, quando ha sparato alla ragazza si è dovuto allungare con la mano perché lei probabilmente, la ragazza, la prima reazione che ha avuto...
P.M.: Queste sono sue deduzioni, queste che ci sta dicendo?
V.S.: Sì, mie deduzioni.
P.M.: Bene, bene.
V.S.: Quindi se mi consentite che lo dico, se no...
P.M.: No, no, è consentito perché lei è arrivato. Poi vogliamo vedere…
V.S.: La ragazza, l'unica cosa che ha avuto, la reazione sua è quella, è stata in un primo momento quella di difendersi. E poi, per potersi proteggere da questo assassino...
P.M.: Va bene.
V.S.: Perché lei dall'interno l'unica cosa che ha trovato a portata di mano per potersi difendere, gli ha buttato la borsa. O cercava qualcosa nella borsa, o gli ha buttato la borsa dentro la macchina…
P.M.: Ma la borsa è dalla parte dell'uomo.
V.S.: Dalla parte dove operava l'assassino, per terra.
P.M.: Sì, mi scusi. La borsa lei la trova dalla parte dove c'è l'uomo, sul lato...
V.S.: Al posto, al lato sinistra del posto di guida.
P.M.: La donna lei la trova fuori
V.S.: Fuori.
P.M.: Della macchina. La donna!
V.S.: Era di sotto alla scarpata.
P.M.: Oh, benissimo. Questo volevo...
V.S.: Sì.

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