lunedì 30 aprile 2012

Mauro Maurri - Deposizione del 27 aprile 1994 - Quarta parte

Segue dalla terza parte. 

Il testo che segue contiene dettagli espliciti e raccapriccianti. Se ne sconsiglia la lettura a persone sensibili ed impressionabili.  

A.F.: Io vorrei concludere perché non ho concluso, ma è giusto che sia intervenuto il collega a integrare e a chiarire. All'ultima pagina della relazione voi medici legali avete fatto un quadro sinottico: Borgo San Lorenzo-Scandicci. Lei se lo ricorda? E' molto schematico. Tornando allo strumento da taglio e punta, al numero tre di questa tabella sinottica si parla prima della giovane coppia, del tempo novilunio, una; pochi giorni dopo il novilunio, l'altra; luogo, auto, in aperta campagna, auto in aperta campagna. Mezzi: per quello di Borgo San Lorenzo, arma da fuoco a proiettile unico; arma da punta e taglio. Punto. Per quello di Scandicci, arma da fuoco a proiettile unico; arma da punta e taglio con costa. Io non devo chiedere niente, se non la conferma di questo.  
M.M.: Sissignore.
Presidente: Dunque, scusi, Avvocato…
 A.F.: Prego.  
Presidente: Se no qui si fa una grande confusione. È vero che c'è scritto così, ma ieri mi pareva straordinariamente evidente, anche a un profano come sono io, come tutti…  
P.M.: L’abbiamo visto.  
Presidente: Che la costa c'era e come! Perché se no adesso la rivediamo subito.  
P.M.: Anche nel ’64. Allora rivediamola, signor Presidente, così la Corte deve essere...  
Presidente: Vogliamo rivederla? A questo punto, per favore, riprendiamo le foto...  
A.F.: E io chiederei di correggere la perizia...  
P.M.: Così lei ci può dire se sono entrambi...  
M.M.: Però io me la ricordo bene quella di ieri!  
P.M.: E lei ci disse con costa. Ci fece proprio...
M.M.: Sissignore, l'ho indicata io con la mano sullo schermo.
 P.M.: E ci disse da punta e da taglio.  
Presidente: E' quello che dice l'avvocato Fioravanti.  
P.M.: È verissimo.  
Presidente: Qui c'è stata come una differenza, ma evidentemente.  
P.M.: Poi ce l'ha spiegato con le foto che sono uguali.  
Presidente: Se no ritorniamo su quello che abbiamo fatto ieri.  
M.M.: Forse mi sono dimenticato di dire quando parlavo del primo coltello, che anche questo aveva una costa, ma l'aveva, era implicito.  
P.M.: Ecco, non è scritto, ma oggi ci chiarisce che era implicito.  
A.F.: Be', siccome non è scritto io non è che ho i salti pindarici, i voli pindarici. 
P.M.: Ma ce l'ha detto ieri, Avvocato, ce l'ha spiegato ieri. Avvocato Fioravanti ieri ce l’ha spiegato!  
A.F.: Si vede che sono duro. Per capire…  
Presidente: Le novanta coltellate vibrate alla ragazza purtroppo... ci sono, ci sono foto illustrate.  
P.M.: Io non lo so.  
A.B.: Non c’è dubbio che ci sia… Il problema era…  
P.M.: Rivediamo le foto e poi ci leviamo tutte...  
Presidente: Rivediamole.  
A.B.: Mi scusi, Presidente, ma siamo, credo, tutti d'accordo...
Presidente: Ma io non ho da scusare nessuno… Perché se no, se da ieri ad oggi ci dimentichiamo quello che abbiamo fatto...  
A.B.: No Presidente, che siamo tutti d’accordo che quella povera figliola sia stata con duemila coltellate, con un coltello a costola e lama, come si chiama, siamo d'accordo.  
P.M.: Allora non siete d'accordo voi due!  
Presidente: Rimettiamo le foto della Pettini Stefania.  
A.B.: No, siamo d'accordo tutti edue, mi scusi, la domanda era questa, quella che voleva fare e che ha fatto il collega: se l'arma che ha escisso il pube poteva essere diversa da quello che ha fatto questo.  
M.M.: In teoria lo poteva, perché per escindere il pube c'è bisogno solo del filo. Non sappiamo se dall'altra parte ci sia la costola o meno. Certo.  
A.B.: Oh, è questa la domanda!
A.F.: Siccome la domanda mia non era stata compresa, penso...  
Presidente: Riguardiamo la foto che abbiamo visto ieri. Guardi da vicino, però poi venga al microfono per piacere. Dobbiamo mettere un microfono là vicino anche. Lei indica quelle foto. Ecco, quello è il segno netto della costa dell'arma, e quello è il segno della punta.  
A.B.: Ecco, se possiamo vedere dove ha cominciato a disegnare questo signore.  
Presidente: Vogliamo vedere, abbassare, per favore...  
A.B.: Così, per riferircelo a questa... Grazie.  
Presidente: Inquadrare il pube... Ecco.  
M.M.: Mi ricordo, ieri l'abbiamo visto, assolutamente tipiche alla coscia.  
A.B.: Sì, quella della costa e taglio. Però il disegno, volevo, qui delimita già la zona sopra i peli. Comincia da qua, esattamente. Grazie, questo volevo sapere.  
Presidente: Ecco, quindi lei indica, Professore, la prima ferita in zona pubica superiore a sinistra, come quella, secondo lei, iniziale. Mi sembra la costa...  
M.M.: Questo, Presidente, non glielo so dire. Se fosse la prima oppure...  
Presidente: Ecco, ora che ha il microfono, parli lei, per piacere.  
M.M.: Comunque diciamo che tutte e cinque o sei ferite al di sopra del pube, al margine superiore...
Presidente: A raggiera, diciamo.  
M.M.: ... dei peli pubici, a raggiera - ieri dicemmo a concavità inferiore - delimitano geograficamente la parte superiore del pube.  
Presidente: Certamente, questo è un dato di fatto. E l'arma, come lei ha detto, è un'arma punta, taglio e costa.  
M.M.: Quella ferita lassù in alto è tipicamente da punta e taglio, da monotaglienti con filo e costa.
Presidente: Benissimo.  
M.M.: Nessuno di questi angoli è uguale... quello superiore è uguale a quello inferiore: uno è smusso, e uno invece è acuto. Ovunque.  
Presidente: Va bene. Il Consigliere Polvani le vuol domandare una cosa.  
Consigliere Polvani: Vorrrei sapere una cosa, se si potesse rifare un primo piano sulle ferite sul corpo della ragazza. Ecco. Abbiamo visto la ferita che mostra chiaramente l'andamento triangolare della lama, o almeno alcune ferite. Ecco, certe altre ferite però non presentano il medesimo andamento, la medesima forma così tipicamente triangolare.
M.M.: Eh, dottor Polvani, dipende un pochino anche dall'orientamento dei muscoli che sono sotto la cute. Perché naturalnente i muscoli, conservando una certa elasticità anche sul tessuto cadaverico, si deformano o si discontinuano sotto l'azione della lama in maniera diversa. Però se si guardano bene gli angoli della ferita, e sono guelli che contano, vede? qui per esempio è acuto, abbastanza; e questo è più arrotondato. Guardi questo: questo è abbastanza acuto, mentre questo è nettamente più rotondo.  
Consigliere Polvani: Certo.Ecco, però, ad esempio, in quello più a sinistra della ferita più grande, sembra addirittura una ferita rotondeggiante.  
M.M.: Sì, potrebbe sembrare, è vero. Ma è proprio questione del muscolo anche in questo caso qui.
Consigliere Polvani: E ci sono, mi dice lei, delle caratteristice ricorrenti.  
M.M.: Sì.  
Consigliere Polvani: Ecco, va bene.  
M.M.: I piani muscolari sottostanti, secondo la loro direzione, la loro robustezza, condizionano in parte la morfologia del foro.  
Consigliere Polvani: Perché cedono più o meno al taglio. Ho capito. Grazie. 
A.B.: Scusi, eh, su questo punto, abbia pazienza, Professore, però siccome mi sono... mi pare che correttamente il signor Consigliere Relatore ha fatto rilevare che vi sono alcune di queste lesioni che sono abbastanza oblique, abbastanza, come dire, lunghe, oblunghe, mentre altre sono quasi da un punteruolo o da un'arma rotondeggiante, a punta rotondeggiante. È possibile che siano diverse? Lei vede che vi sono alcune ben marcate, oblunghe...  
M.M.: Direi di no avvocato.  
A.B.: ... e altre invece piuttosto...  
M.M.: Se le guardiamo attentamente vediamo che in realtà gli angoli differiscono poco. Guardi anche questa che sembra abbastanza rotonda. In realtà, vede qui? C'è un tratto rettilineo: questa è la costola. Qui invece non c'è il tratto rettilineo.  
A.B.: Ma, Professore scusi, è stata fatta un'indagine sottocutanea, cioè per vedere, se possibile, se è stata fatta, per vedere se ci sono dei lembi ben precisi anche sotto, muscolari?  
M.M.: No. Non è stata fatta se non altro perché le ferite erano 91.  
A.B.: Basta.  
P.M.: O non è stata fatta, Professore, anche perché il dato esterno era già abbastanza evidente? Grazie.
A.F.: Io dovrei terminare, se consente il Presidente.
Presidente: Sì. Però vogliano mettere nel frattempo, mentre lei continua la foto del ragazzo? Quella in cui si vede i colpi al collo? Prego, avvocato Fioravanti.  
A.F.: Nelle pagine che seguono alla sua relazione, quindi nelle pagine conclusive, lei ripete, voi ripetete del Collegio in quattro punti, anzi in cinque punti, il carattere eventuale e la personalità fisio-psichica del responsabile del fatto. Conferma tutti questi punti? Non so se per i Giudici e per i Giurati dovrei rileggerli.
Presidente: A che pagina sono, Avvocato?  
A.F.: Ma è breve, Presidente. È breve.  
Presidente: Ce li rilegga, via.  
A.F.: Ecco, si parla di "Personalità fisio-psichica del responsabile del fatto, anche se ciò non è stato oggetto di preciso, specifico quesito. Primo. Si deve trattare di persona di costituzione scheletrica quanto meno media e di forma muscolare, del pari, quanto meno media, visto che il cadavere della Di Nuccio fu sollevato e trasportato presumibilmente a braccia per un tratto non breve. Due. L'intero episodio si è svolto in un ambito presumibilmente molto breve dal punto di vista cronologico e, vista la complessità delle azioni e dei movimenti, si deve trattare di persona non anziana, dotata di movimenti rapidi e decisi. Tre. Tenendo conto che nessuno degli otto colpi esplosi è andato a vuoto, anche se la distanza fu minima, si deve trattare anche di persona con una certa dimestichezza con le armi da fuoco e che con ogni probabilità non è uno sparatore occasionale. Quattro, si tratta inoltre di persona dotata di abilità non comune nell'uso rapido e preciso di strumenti da taglio o da punta e taglio, quali potrebbero essere trincetti, rasoi, bisturi, comunque molto affilati e monotaglienti. E tale abilità non può che derivare dall'abitualità per ragioni di lavoro o di professione nel maneggiare strumenti come quelli indicativamente nominati. Quinto. Si tratta con ogni probabilità di persona con tare sessuali che possono però risultare anche perfettamente mascherate". Io chiedevo, la persona responsabile di questo fatto potrebbe essere o può essere la stessa persona responsabile del fatto di Borgo San Lorenzo?  
M.M.: Qual è il fatto di Borgo San Lorenzo. Avvocato?
A.F.: Ieri, ieri  
M.M.: Quello di ieri?  
A.F.: Ieri, Pettini.  
M.M.: Sì, potrebbe essere.  
A.F.: Potrebbe essere. Come mai nel primo ha infierito, e l'abbiamo visto poco fa, con novantasei, novantasette colpi di arma bianca; e nel secondo invece si è accontentato di sei sette colpi di pistola e pochi di coltello?  
P.M.: Si è accontentato... Si è accontentato.  
Presidente: Ha preso anche un ricordino...  
A.F.: Tra virgolette, eh!  
P.M.: Si è portato via qualcosa, comunque se si è accontentato...  
M.M.: Avvocato, questo non lo so.  
Presidente: Sono passati sette anni.  
A.F.: Cioè il carattere. Io chiedevo, voi avete fatto una perizia quasi comparativa nelle conclusioni, sui due delitti in merito al carattere o meglio...  
M.M.: Cioè, Avvocato, ora io non lo so perché fra il primo e il secondo caso - chiamiamoli primo e secondo caso,quello di ieri e quello di oggi, tanto per intenderci - ci siano state queste differenze nel determinare lesioni postmortali sui cadaveri dei due ragazzi. È chiaro che non lo posso sapere. È chiaro però anche che questo parere che noi abbiamo espresso è un parere, direi, non vincolante, non certo apoditticamente sicuro. Voglio però solo dire che a parte certe variazioni il comportamento è identico. Ci sono certe variazioni che al limite possono essere marginali. Il fatto che su un cadavere si sia infierito per novanta volte, e su quell'altro invece ci si sia limitati o "accontentati" ad asportare la zona del pube, sono variazioni, direi, sul tema principale. Rimane quello dell'individuo che comunque infierisce ripetutamente e vistosamente su un cadavere femminile.  
A.F.: La mia domanda è d'obbligo, per tuziorismo difensivo: è una sola mano, sono quattro mani, dieci mani? Può essere più di una mano ad infierire?  
M.M.: Direi di no.  
A.F.: Quindi la caratteristica di quei fori che sembrano tutti rotondi ma sono di arma da taglio, sono uguali a quelli della De Nuccio, le due donne soprattutto, e quindi sarebbero, potrebbero anche essere di un'altra mano o di più mani?  
M.M.: Avvocato, io non sono in grado di dire se le ferite provocate su una delle donne siano opera di una mano, della stessa mano che ha provocato le seconde. Diciamo che sono opera di un'arma da taglio che ha caratteristiche morfologiche molto simili nel primo e nel secondo caso.  
A.F.: Ma non uguali?  
M.M.: Molto simili, non necessariamente uguali. Se io l'arma non la vedo, se non la posso confrontare con la morfologia delle ferite, non lo posso dire. È in entrambi i casi un'arma da punta e da taglio, robusta, della larghezza di cui abbiamo parlato ieri, con un filo e con una costa.
A.F.: Mi può rispondere a una domanda, e poi mi metto a sedere, se il Presidente me la accetta? Può essere che una persona anche dotata fisicamente, intellettivamente, possa compiere in pochi secondi o in qualche minuto...  
P.M.: E' una domanda o è una valutazione?  
A.F.: ... o in qualche minuto simili ferocie? Anche complicate in se stesse.  
M.M.: Anche, scusi?  
A.B.: Complicate.  
M.M.: Ma sì. Pochi secondi, certo no. Ma pochi minuti, altrettanto sicuramente, sì.  
A.B.: Professore, lei ha parlato, e ho finito, mi pare ho sentito, 'delirio'.  
Presidente: Prego?  
A.B.: Ho sentito 'delirio', oppure no?  
P.M.: Io non l’ho sentito.  
M.M.: Io non l'ho detto la parola 'delirio'.  
 P.M.: Meno male, grazie.  
A.B.: Probabilme… no… 'Delirio' nel senso... mi sembrava di aver sentito delirio quando si parlava di questo signore che aveva cominciato a fare queste cose, chiunque esso sia.  
M.M.: Io non ho parlato...  
A.B.: Cioè una persona che fa quel tipo di lesioni in quel modo con questa serialità, con questa cadenza, con questa costanza, è persona, così, lei è medico legale, quindi ci potrebbe dare anche un giudizio...
M.M.: Non psichiatra. Medico legale.  
A.B.: Ma, Professore, non è psichiatra, però lei collabora con gli psichiatri. Ne avrà visto, non è un fatto normale questo! Questo non è assolutamente un fatto normale nel mondo.  
P.M.: Ma insomma, un medico legale che ha fatto solo l'autopsia gli chiediamo cose di psichiatria?
Presidente: Ricordo che già queste valutazioni le avevano fatte i medici legali per conto loro, perché non erano state richieste.  
M.M.: Confesso, un po' arbitrariamente.
Presidente: Ora, dire che costui sia una persona normale non mi pare. Ma più di questo non si può dire, tanto meno...  
A.B.: Sì, ma il medico legale l'ha già detto questo, l'ha già implicitamente espresso questo giudizio. Se ce lo ripete. Se ce lo ricorda. Si ricorda che praticamente come vostra valutazione immediata dopo il primo, dopo il secondo, dopo il terzo, dopo il quarto, lei li ha visti quasi tutti, se non tutti, tranne il primo, voi avete fatto una valutazione di un certo tipo di questo personaggio. Ono? Le sembra molto normale questo?  
M.M.: Avvocato, direi che non mi sembra una persona normale…  
Presidente: Altrimenti…  
M.M.: Ma la mia è un'opinione, non dico di un profano, ma certo non di uno specialista nel campo psichiatrico o psico-sessuologico.  
A.B.: No, perché se è normale, tutti i momenti possiamo trovarci con qualcuno che ci spara e ci.. .  
P.M.: Fortuna che di questi normali ce ne sono pochi, forse nel mondo, in Italia senz'altro ce n'è uno solo per ora.  
Presidente: Comunque se questo è nomale, figuriamoci gli anormali allora!  
P.M.: Ecco, era la stessa cosa.  
Presidente: Va bene. Prego.  
A.B.: Grazie. 

giovedì 26 aprile 2012

Mauro Maurri - Deposizione del 27 aprile 1994 - Terza parte

Segue dalla seconda parte. 

Il testo che segue contiene dettagli espliciti e raccapriccianti. Se ne sconsiglia la lettura a persone sensibili ed impressionabili.
Presidente: Domande?  
A.B.: Si.  
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.  
A.B.: Grazie. Senta Professore lei ha visto questo scempio qui no? Senta, Professore, lei ha visto questo scempio qui, no?  
M.M.: L’ho visto, l’ho visto.  
A.B.: Non so se lo ha visto eccetera. Per fare quella escissione in quel modo, senza sanguinare, senza che ci si sporchi, cioè facendola in questo modo così perfetto, bisogna essere anche esperti di corpi vivi e di corpi morti, o no?  
P.M.: Facciamo le domande invece delle valutazioni. E' stato detto al P.M.  
A.F.: Le ha fatte fino adesso lei le valutazioni.  
A.B.: Senta io ho delle... Allora le posso leggere... Posso leggere quello che ha scritto il Professore, siccome ho la perizia.  
Presidente: Legga pure.  
A.B.: Io gliela leggo, poi lei mi dice se va bene o se non va bene. Lei ha detto questo, pagina 113: "E' stato il mezzo responsabile dell'asportazione della cute e dei peli a livello pubico e labiale attuato con ogni verosimiglianza con uno strumento tagliente a lama notevolmente affilata". Comincia lei così. "Che lo strumento in questione fosse notevolmente affilato emerge dal particolare dell'estrema nettezza dei margini di tutta la ferita". Va bene?  
M.M.: Si, sì.  
A.B.: Lei continua, non le posso leggere tutto, ma le leggo alcuni passi. Lei ha fatto la perizia con altre due persone, due suoi colleghi.  
M.M.:  
A.B.: E tutti sareste rimasti d'accordo nelle conclusioni finali. Il Giudice istruttore a suo tempo vi dette un incarico ben preciso ed in particolare di chiarire se colui che aveva fatto queste lesioni aveva una particolare abilità, e a pagina 115 della sua relazione - lei mi deve dire se conferma o non conferma - "Particolare abilità nell'uso del mezzo responsabile delle lesioni postmortali - quindi che siano postmortali non c'è dubbio - sulla de Nuccio. "Al quesito se l'escissione dell'ampio frammento pilocutaneo della regione pubica denoti particolari abilità nell'uso del mezzo adoperato, i periti ritengono di potere rispondere in maniera decisamente affermativa. Ciò per le caratteristiche presentate da una triplice - non è alleanza - serie di fattori inerenti il fatto, costituite dai fatti ambientali, dalle lacerazioni degli indumenti, dalla morfologia dell'escissione al livello del pube". Quindi sono triplici. Fattori inerenti, eccetera.  
M.M.: Ambiente, indumento e cadavere.  
A.B.: Esatto. E questi vengono così descritti da voi. Se si torna invece alla prima ipotesi più probabile che prende in considerazione, pagina 117: "Come scena del fatto, il campo immediatamente sottostante la strada - voi state chiarendo le modalità in cui si sarebbe verificato, nelle quali, di tempo e di luogo, dove si sarebbe verificata questa escissione - si deve allora pensare che colui che ha commesso il fatto si sia servito di una lampadina tascabile, più o meno potente, per ottenere l'illuminazione indispensabile. In tal caso è pensabile che per ottenere la luce senza essere visto e senza insospettire alcuno - va be', queste sono delle vostre deduzioni - egli ha poggiato la lampada per terra con la luce rivolta verso il cadavere. Non si può invece pensare che egli abbia tenuto in mano la lampada mentre praticava l'escissione perché un'operazione del genere, e così abilmente compiuta, non può essere realizzata con la sola mano che impugna il mezzo lesivo, ma ha bisogno quanto meno di entrambe le mani del responsabile". Conferma questa circostanza?  
M.M.: Sì.  
A.B.: E dice ancora: "Per di più in entrambe le ipotesi colui che ha praticato l'escissione doveva trovarsi in una posizione scomoda ed instabile".  
M.M.: Scomoda e... scusi?  
A.B.: Ed instabile "e cioè profondamente curvato in avanti od inginocchiato per terra, in modo da trovarsi il più vicino possibile alla regione pubica del cadavere. Riassumendo quanto concerne i fattori ambientali, questo è il primo, illuminazione scarsissima, necessità dell'ausilio di una fonte di illuminazione supplementare; scarsità di spazio e di tempo per agire; pericolo del sopraggiungere di persone o di macchine; posizione instabile e scomoda. Consideriamo il secondo ordine di fattori, cioè il modo in cui il responsabile ha dovuto agire per raggiungere lo scopo prefisso e cioè per denudare e successivamente escindere la cute del pube". A proposito di questo io le voglio domandare, lei ha visto quella foto, la 33, che ora non c'è...
P.M.: La rimettiamo subito.  
Presidente: Rimettiamola.  
A.B.: La foto 33 dimostra questo cadavere già vestito con questa ragazza che ha questa parte ormai...
M.M.: Scoperta e mutilata.  
A.B.: . . . scoperta e con dei pantaloni che pare siano stati trovati, che li vestiva questi pantaloni la ragazza, pantaloni e un paio di mutandine. Mi pare che sia stato detto che addirittura colui che ha commesso questo misfatto, avrebbe tagliato di netto, non solo i pantaloni e le mutandine ma anche la cinghia.  
M.M.: La cinghia, sissignore.  
A.B.: Quindi era uno strumento taglientissimo...  
M.M.: Sissignore.  
A.B.: ... ma adoperato così bene, se lei lo ricorda questo particolare, l'ha detto, perché adoperandolo con questi tre colpi netti, non ha neanche sfiorato la cute della povera figliola. E' vero questo?  
M.M.: E' vero.  
A.B.: Lo conferma?  
M.M.: Sì.  
A.B.: Oh! Allora si dice che “si imponeva per ovvie ragioni la massima rapidità, il minimo di rumore e di movimenti allo scopo di non attirare l'attenzione altrui”. Ora non vado avanti... Allora, si badi bene, "Il taglio dell'indumento è avvenuto con precisione tale da non provocare la benché minima lesione della cute al di fuori della zona escissa, il che significa precisione destrezza e sicurezza nel far sì che il filo della lama interessasse in questa fase gli indumenti, e solo essi. Ciò non può che significare - è la pagina 120 - un uso rapido efficiente e preciso del tagliente adoperato e quindi una manualità sicura e spe-ri-men-ta-ta". L'ha detto lei, l'ha scritto lei. Lo conferma?  
M.M.: Sì, sì.  
A.B.: Benissimo. “Colpiscono soprattutto, come si è già detto, l'assoluta nettezza dei margini l'abbiamo visto - per quasi tutta la circonferenza della lesione, e l'uniformità del piano muscolo-adiposo messo allo scoperto dall'asportazione dell'ampio frammento di cute e di muscoli".
M.M.: Qui non si vede tanto bene, nell'altra si vede meglio. Però non c'è dubbio.  
A.B.: Va bene quello che dice lei?  
M.M.: Sì, è un piano quasi perfetto.  
A.B.: Quindi come di persona veramente sperimentata in questo tipo di... non lo so.  
M.M.: No, in questo tipo di lesioni, no.  
A.B.: Professore, lei è un medico. Io non voglio dire che sia un medico, però è uno che sa fare molto bene questi lavori.  
M.M.: Diciamo che sa maneggiare molto bene questo strumento da punta e taglio che è stato adoperato. Non necessariamente per fare...  
A.B.: Ma che potrebbe essere uno strumento da punta e taglio molto efficiente, molto...
M.M.: Certo, deve essere stato certamente affilatissimo.  
A.B.: Il bisturi è affilato?  
M.M.: Certo che è affilato!  
P.M.: Il coltello se si affila è affilato!  
M.M.: Sissignore, certo  
P.M.: Bene, grazie.  
A.B.: Ma dopo che ha tagliato la cinghia non credo che sia molto affilato!  
M.M.: Ma anche il bisturi dopo aver tagliato la cinghia non è molto affilato!  
P.M.: Grazie, Professore, bisogna dirgliele noi, grazie.  
A.B.: Con la punta l'escissione dell'ampio lembo di cute... noi vogliamo cercare la verità, caro Pubblico Ministero...  
P.M.: Si, si…  
Presidente: Signori, scusate, non insistiamo…  
A.B.: Siamo d’accordo.  
Presidente: Anche perché vi ricordo che vedremo, purtroppo, altre foto di altri soggetti dove ci sono autentici sbrani. Addirittura in una sono in bella vista, purtroppo, le anse intestinali, quindi...  
P.M.: Quindi non abbiamo...  
A.B.: Ci stiamo occupando di questo...  
Presidente: Mi va bene tutto, però, capito? Non cominciamo, se no si ritorna con la storia del medico ginecologo, chi era, non ricordo più... È uno strumento da punta e taglio affilatissimo, che può essere qualunque cosa...  
A.B.: Tutto, certo!  
Presidente: Bene? Prego.  
A.B.: "L'escissione dell'ampio lembo di cute può essere avvenuta mediante una iniziale incisione circolare delle strutture tegumentarie, con la punta o con il filo taglientissimi, sì da delimitare la zona di cute e di peli che immediatamente dopo sarebbe stata scollata dai piani sottostanti". Lei parla di scollamento, quindi come di persona che sa, chiedo scusa, che sotto i peli c'è il tegumento, poi quello di Malpighe, non mi ricordo come si chiama, poi c'è il grasso e poi tutto il resto. O no?  
M.M.: Sì. Voglio dir questo: forse non so se è estremamente chiara quella frase, ma in pratica volevo dir questo, che per escindere una superficie di cute sottocutanea discretamente vasta come questa, è chiaro che si deve fare un'incisione preliminare torno torno con il coltello impugnato da una mano; questo non basta, perché per scollarla si deve poi agire di piatto con il filo e l'altra mano deve tirare su i tessuti molli che vogliamo siano scollati, appunto per facilitare l'opera del coltello.  
Presidente: Il quale coltello poi segue all'interno mano mano che si tira, penso...  
M.M.: Certo.  
Presidente: E' un movimento quasi naturale.  
M.M.: Sì, certo. Se io afferro i tessuti molli con una mano, con l'altra traccio la lesione iniziale e poi scollo.
A.B.: Esatto, va bene.  
Presidente: Comincia a tirare piano piano...  
A.B.: Lei poi ancora dice a pagina 122: "È' evidente che si deve essere trattato di persona estremamente abile e precisa nell'uso di quel tagliente - non sappiamo quale sia - proprio per la perizia e la precisione con cui l'escissione è stata attuata e per l'ovvia necessità di agire in fretta". E conclude, io leggo queste ultime parole sue, pagina 123, cioè che "l'azione indica l'intervento di una persona di abilità assolutamente eccezionale, e per quanto riguarda l'uso del tagliente - questo l'ha detto lei - i periti in base all'esame diretto dei reperti cadaverici e dall'accurata analisi delle relative fotografie, ritengono di dover espressamente insistere sul particolare, forse di decisiva importanza, dell'eccezionale abilità con cui fu agito per mettere a nudo la regione pubica del cadavere della ragazza ed ancor più per attuarvi le riscontrate mutilazioni". Firmato Maurri, firmato Bonelli, firmato...  
M.M.: Marello.  
A.B.: Marello. Conferma questa circostanza?  
M.M.: Sissignore.  
A.B.: Grazie, Professore, non ho altro.  
A.F.: Avvocato Fioravanti  
Presidente: Avvocato Fioravanti, prego.  
A.F.: Grazie. Professore, lei ha firmato anche dalla pagina 130 alla pagina 136 della stessa perizia insieme agli altri due professori periti, e nelle conclusioni rispondeva a un quesito sulle analogie di due degli ultimi, cioè dell'ultimo delitto del '74, di cui ha risposto ieri mattina, con questo; e io non vorrei leggere tutto perché sarebbe noioso, ma sulla conclusione delle analogie tra questi due e delle difformità - o disformità, come si dice qui - lei dice: "Vi sono inoltre da notare ulteriori analogie fra ambedue i casi, fra le quali l'uso di due tipi di armi, rispettivamente da fuoco a proiettile unico, e da punta e taglio. Inoltre in entrambi i casi venne adoperata una pistola dello stesso calibro 22 - questa è una delle analogie - . L'omicida infieriva sulla vittima di sesso femminile, dopo aver ucciso il ragazzo, colpendola ripetutamente con un'arma da punta e taglio su tutto il corpo, ed in particolare dopo la morte - entrambi - a livello della regione pubica; mentre nel caso di Scandicci l'omicida mutilava la vittima dopo la morte". Mutilava entrambi dopo la morte, l'infierimento veniva fatto.  
M.M.: Sì.  
A.F.: "La differenza invece - questa era l'analogia - saliente fra i due casi - ed è molto importante questo per la difesa - è costituita dalla particolare abilità nell'uso dell'arma - sono un po' ripetitivo del collega, avvocato Bevacqua –  
Presidente: Prego, prego.  
A.F.: “…dell'arma da taglio, che per la coppia del 1974 non appare evidente. Infatti sul corpo della ragazza sono rilevabili ferite inferte in direzioni molteplici, e mediante l'infissione dello strumento tagliente. Solo in due ferite lo strumento è stato usato quale arma da taglio, ferite localizzate al volto della vittima. Le abbiamo viste ieri queste.”  
M.M.: Li abbiamo visti ieri.  
A.F.: Altra differenza, che è molto più importante, è costituita dall'arma da punta e taglio che nel caso di Scandicci, come deducibile dalle lesioni inferte al collo del Foggi, presentava una costa. Non era la stessa arma, non era lo stesso tipo di arma, mentre quella...  
P.M.: Un attimo, facciamoglielo dire, non è scritto così, eh!  
A.F.: Lo sto chiedendo.  
P.M.: È allora… Facciamo la domnada!  
A.F.: Io vorrei che... non ho interrotto il Pubblico Ministero, vorrei non essere interrotto, se il Presidente lo consente.  
P.M.: Interrompo per dire di fare le domande, come sono stato giustamente interrotto io.  
A.F.: Io sto leggendo, quando ho finito di leggere, se il Presidente mi dice di smettere di leggere...
Presidente: Prosegua, prosegua, avvocato Fioravanti prosegua se no non finiamo più.  
A.F.: La domanda è implicita: l'arma...  
M.M.: Scusi, Avvocato, se la interrompo, mi dica quando finisce il testo della nostra relazione, e quando comincia la sua domanda.  
A.F.: Fra un rigo e mezzo.  
M.M.: No, no, me la legga. Ah, ecco, si.  
A.F.: Fra un rigo e mezzo, poi c'è un'altra cosa. "E' costituita dall'arma da punta e taglio che nel caso di Scandicci, come è deducibile dalle lesioni inferte al collo del Foggi, presentava una costa". Quindi le due armi bianche erano uguali o differenti?  
M.M.: Erano uguali, perché ieri abbiamo detto che l'arma di ieri aveva un filo e una costa; quella di oggi ha un filo e una costa.  
P.M.: Quindi non era la stessa arma lo stava aggiungendo lei quando l'ho interrotta lei, Avvocato. Era solo quello che volevo dire: che lei stava leggendo cose che non sono scritte.  
A.F.: Io stavo leggendo cose che non sono scritte? Presidente, mi consente di depositarlo al Pubblico Ministero, se non ce l'ha? È se non ce l’ha!  
P.M.: "Non era la stessa arma" non c'è scritto!  
A.B.: "Non era la stessa arma" non c'è scritto, però...  
P.M.: Ma lei gliel'ha detto due volte.
Presidente: Va bene via, non stiamo... Professore, deve dire qualche altra cosa su questo punto?  
M.M.: No. Se è chiara la risposta, non devo dire nient'altro.  
A.B.: Scusi, Presidente...  
P.M.: Ce la ripete la risposta?  
Presidente: Quello che è scritto è scritto.  
A.B.: Scusi, Presidente, abbia pazienza, il collega mi pare che abbia fatto una domanda ben precisa, cioè se le due armi fossero diverse. Lei ha detto che non erano diverse perché c'era la costa allora, va bene, e ci poteva essere la costa anche oggi. Perché, mi scusi, fino a quando ho letto io, lei ha detto che quello strumento che ha escisso il pube era sicuramente a punta e taglientissimo, ma non le abbiamo domandato - perché non lo sappiamo nessuno, né io, né lei, credo - se questo stesso strumento avesse anche la costola. Non lo sappiamo!  
M.M.: No. Però, se non mi ricordo male, l'avvocato Fioravanti mi ha letto delle caratteristiche morfologiche riferite sul cadavere dell'uomo, non della donna.  
A.F.: Di tutti e due. Di tutti e due.  
A.B.: Dell'uomo hanno una caratteristica particolare. Il problema è questo, scusi, Professore: se lo strumento che ha escisso il pube alla ragazza può essere o non può essere anche da punta semplice o da punta e taglio. Questo non lo sappiamo. Sappiamo per certo, credo, perché lei non l'ha detto, sappiamo per certo che gli strumenti o lo strumento che ha colpito quella ragazza di ieri, quella che abbiamo visto ieri, era da punta e taglio. Bene?  
M.M.: Certo.  
A.B.: Quindi mi pare che questa sia la risposta che lei ci può dare.  
M.M.: Sì.  
A.B.: Questo è quello che... AW. Fioravanti:: E io voglio aggiungere...  
A.B.: Un attimo e poi finisco e parli tu... Su questo punto volevo domandarle, e poi veramente mi cheto, non voglio sopravanzare su nessuno, scusami tanto...  
A.F.: Non ti preoccupare. Non ti preoccupare.  
A.B.: Ieri abbiamo fatto una domanda a proposito dell'idea di questo maniaco, chiunque esso sia.  
M.M.: Della idea?  
A.B.: Cioè questo comincia con quell'omicidio di ieri a punteggiare, a tratteggiare, a disegnare nella sua mente, comunque, con dei colpi ben precisi, la zona circostante...  
M.M.: A delimitare.  
A.B.: A delimitare. Grazie, Professore. Ecco, ricorda esattamente dove inizia questa delimitazione della zona? È pressoché uguale alla zona di inizio della escissione di questo...? Pressoché.  
M.M.: Direi di sì, perché siamo al limite superiore dei peli del pube, in tutti e due i casi.  
A.B.: Grazie, Professore.
Segue...

martedì 24 aprile 2012

Mauro Maurri - Deposizione del 27 aprile 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte. 

Il testo che segue contiene dettagli espliciti e raccapriccianti. Se ne sconsiglia la lettura a persone sensibili ed impressionabili. 

P.M.: Bene, vogliamo allora vederle le foto relative alla donna?  
M.M.: La donna aveva altre lesioni anche di minore entità.  
P.M.: Ecco, vogliamo raccontarle, poi le vediamo nella foto.  
M.M.: Di tipo, direi, escoriativo, superficiali, del tutto ininfluenti per quello che riguarda la causa di morte, ma che un certo interesse medico ¬legale ce lo avevano.  
P.M.: Ce lo può far capire?  
M.M.: Sì, ce n'è una collo che a tipo di...  
P.M.: Scusate un attimo, scusate...
M.M.: Ecco, forse con la foto si vede meglio.  
P.M.: Si vede meglio con la foto?  
M.M.: Sì.  
P.M.: Allora cominciamo con le foto della ragazza.  
Presidente: Sì, indichiamo che foto è innanzitutto.  
P.M.: Vogliamo leggere il numero? E' la foto 33  
Presidente: Foto 33.  
P.M.: Professore, mi sembra di vedere innanzitutto che la ragazza arrivò con i vestiti così come era sul luogo, questo lo vediamo noi, lei sul luogo andò? Lo ricorda?  
M.M.: No, mi sembra di no.
P.M.: Benissimo. Glielo dico io, lo constatiamo noi. Vogliamo allora vedere se… cominciare con le ferite d'arma da fuoco se lei...  
M.M.: Qui, ecco, questa è una ferita d'arma da fuoco all'arto superiore destro direi...  
P.M.: La direzione...  
M.M.: Direi che dovrebbe essere un'uscita, sarebbe interessante vedere quella che c'è sulla faccia opposta del braccio.  
P.M.: Va be', vediamo se abbiamo la foto corrispondente. Ora andiamo avanti se ne vediamo qualche altra.
M.M.: Sì.  
P.M.: Sì, sempre colpi di arma da fuoco. L'escissione lasciamola fare cortesemente, ora non ci serve.
M.M.: Non mi sembra di vederne altre. Al collo c'è una colatura di sangue, ma non riesco a capire...  
P.M.: Possiamo ingrandire per vedere se è una colatura o se è qualche altra cosa?  
A.B.: È a destra.  
P.M.: Lei ci ha parlato di un colpo cranico, se non sbaglio, no?  
M.M.: Sì, però qui siamo a destra.  
P.M.: Bene, allora andiamo avanti poi lo vediamo dopo.  
M.M.: Direi di no, non mi sembra un colpo di arma da fuoco.  
P.M.: Lo vediamo dopo. Andiamo avanti. Sempre diciamo il numero della foto, grazie. La 35; Bene. 34 allora. Vediamo la 34 e rimaniamo alle ferite al...  
M.M.: Arto superiore sinistro. L'altro foro da arma da fuoco sull'avambraccio, direi che questo è un ingresso. Dall'altra parte ci dovrebbe essere l'uscita.  
A.B.: No ma questo è l'altro braccio.  
M.M.: Sì, è il sinistro. Quello che abbiamo visto dianzi è il destro.  
P.M.: Quindi questo è un colpo che stando, se questa era seduta, gli viene da sinistra?  
M.M.: Sì, probabilmente gli viene da sinistra anche quello che prende il braccio destro.  
P.M.: Era quello che volevo farle dire.  
M.M.: Sono ferite, diciamo da difesa e probabilmente sono le prime che colpiscono la ragazza perché questa è ancora in grado di muoversi, di gestire, di fare un gesto istintivo...  
P.M.: E' proprio quello che io credevo e volevo fare dire a lei. Vede altro?  
M.M.: Si.  
P.M.: Se noi ingrandiamo il capezzolo sinistro, per cortesia.  
M.M.: Non è sufficientemente chiaro.  
P.M.: Sembra un'entrata di qualcosa. No, va be', vedremo poi i particolari.  
M.M.: Non sono sicuro, non vorrei che fosse il foro dell'emitorace sinistro che è andato poi a colpire il cuore.  
P.M.: Vediamo allora se vediamo visivamente altri colpi.  
M.M.: Mi sembra che qui si vedesse bene il mento.
P.M.: Allora vediamo il mento. Ecco.  
M.M.: Ecco, si vede quella zona rosso scura, quella è proprio, direi, il semicanale prodotto dal proiettile che sfiora il mento senza penetrare.  
P.M.: Anche sul collo c'è qualcosa?  
M.M.: Ma forse è una colatura di sangue.  
P.M.: Bene, andiamo avanti sulla foto dopo che...  
M.M.: A meno che, scusi, dottor Canessa...  
P.M.: Scusi un attimo.  
M.M.: Sul collo non vedo bene se è una colatura di sangue che viene dalla ferita al mento o se è uno di quei repertini di cui si parlava, di cui ho fatto appena cenno. Forse in qualche altra fotografia si vede meglio.
P.M.: Andiamo avanti sulla successiva che è la… se non sbaglio, 35.  
M.M.: Ecco, qui si vede molto bene la ferita del mento, proprio regione sottomentoniera che è piuttosto ampia, ma superficiale. E' una pallottola che ha interessato tangenzialmente i tessuti.  
P.M.: Vogliamo andare avanti? Foto successiva.  
M.M.: No, lì c'era solo il sangue, direi non c'era...  
P.M.: Ecco, la numero? 36. Ecco, qui sono un po' più chiare, se sono colature o colpi.
M.M.: Ecco, direi che lì al centro c'è un foro ovalare che potrebbe essere il foro d'ingresso del proiettile, quello che è penetrato nel collo e ha interessato il midollo spinale.
P.M.: Uno di quelli più mortali?  
M.M.: Ma for. . . Sì, sì. Però è poco chiara. Invece tutto quell'arrossamento circostante non è solo dovuto al sangue che è colato di lì, ma sono lesioncine dell'epidermide, quindi superficialissime con un colore rosso molto chiaro, quindi non vitali che direi di attribuire alla cosiddetta fauna cadaverica.  
P.M.: Prego?  
M.M.: Fauna cadaverica, cioè, in altre parole, questo cadavere è stato all'aperto, in campagna su un prato per diverse ore notturne e allora questa è l'opera microtraumatizzante di formiche o animaletti del genere.
P.M.: Bene, non ci interessa, andiamo avanti.  
Presidente (fuori microfono): Non ci interessa.  
P.M.: Vediamo, questo è il braccio.  
M.M.: Non riesco a vedere se è il superiore destro o il sinistro.  
Presidente: Questa è la 37 comunque.  
M.M.: Avambraccio destro.  
P.M.: Dice avambraccio destro. La provenienza di questi colpi ci testimonia che è sempre l’arma da sinistra o non possiamo dire nulla?  
M.M.: Si può dire poco perché questo in basso sembrerebbe il foro d’ingresso ma quello in alto sembrerebbe il foro d’uscita… quindi sembrerebbe quasi parallelo all’asse maggiore dell’arto, però quella sopra è poco chara. Anche perché ce n’è un’altra zona accanto, anche quella potrebbe essere da fauna cadaverica. Direi che è un colpo che comunque ha interessato l’arto superiore destro, penetrando e uscendo dall’arto stesso.  
P.M.: Vogliamo andare avanti. Ecco, abbiamo le due parti… la 38…  
M.M.: Ecco, polso destro con il foro. Non sono in grado di dire… eh, l’ho detto già dianzi, se è d’ingresso o di uscita perché è poco chiara.  
P.M.: Lei ci ha rappresentato comunque una situazione di spari eventualmente da sinistra con qualcuno che si difende…  
M.M.: Si.  
P.M.: La ragazza che si difende.  
M.M.: Si. Che istintivamente mette le mani avanti, come si suol dirsi.  
P.M.: Mi sembra che…  
M.M.: Quindi questa è la mano destra, può aver messo la mano in questa posizione e in tal caso…  
P.M.: Oppure anche nella posizione opposta.  
M.M.: O l’ha messa così… in tal caso potrebbe essere d’uscita.  
P.M.: Andiamo avanti con la 39, grazie.  
M.M.: Anche questo è l'arto superiore destro. E' la stessa foto, mi sembra, no? Cioè la stessa lesione a ingrandimento maggiore.  
P.M.: Sembra...  
M.M.: Sarei più propenso a dire che è un ingresso.  
P.M.: Sembra un ingresso, vero?  
M.M.: Sembra un ingresso.  
P.M.: Bene, andiamo avanti. Questo è sempre, è il braccio destro, dico bene?  
M.M.: E' il braccio, sì. Vede anche qui ci sono, intorno alle ferite maggiori d'arma da fuoco, ci sono delle piccole disepitelizzazioni, distacco dell'epidermide. Formiche o roba del genere sul cadavere. Fauna cadaverica.  
P.M.: Bene, andiamo avanti.  
Presidente: Numero?
P.M.: La...  
Presidente: 41.  
P.M.: 41.
M.M.: Questo è l'arto superiore sinistro, anche qui con un foro d'ingresso e un foro di uscita. Direi che quello sulla sinistra sembra più un foro d'ingresso. Sulla destra è poco chiaro, dovrebbe essere l'ingresso, l'uscita.  
P.M.: Bene, vogliamo andare ancora avanti, se abbiamo ancora foto. Le abbiamo. Abbiamo il braccio a una distanza più ravvicinata, è la 42.  
M.M.: Questo sembrerebbe, allora un ingresso sulla sinistra e un'uscita sulla destra della fotografia.  
P.M.: Del braccio...  
M.M.: Ingresso sulla faccia estensorea dell'arto e uscita sulla faccia flessorea.  
P.M.: Del braccio sinistro. Bene. Ecco, qui abbiamo sia quel... è la 43.  
M.M.: E' lo stesso braccio.  
P.M.: E abbiamo quel segno sul seno che forse è un po' più chiaro, se lo mettiamo a fuoco cosa...  
M.M.: Questo non lo so se è il foro che è penetrato nel torace. Sembrerebbe un foro d'ingresso.
Presidente: Comunque è un foro?  
M.M.: Sì.  
P.M.: Se leggiamo la didascalia, ci può aiutare. Dice: "Particolare della metà superiore sinistra del torace col riferimento alla ferita da arma da fuoco, foro di entrata di proiettile...  
M.M.: E' l'ingresso di quello che ha ferito il cuore.  
P.M.: ... sulla mammella sinistra, con ritenzione del proiettile". È un colpo...  
M.M.: Allora questo è uno dei due fori dei colpi mortali, questo ha colpito il cuore.  
P.M.: Ha centrato quella zona della mammella.  
M.M.: Sì.  
P.M.: Andiamo avanti. Ecco, qui è un po' più particolareggiato, forse ci leva quei dubbi che. . .  
M.M.: E' chiaramente un ingresso.  
P.M.: È chiaramente un ingresso.  
Presidente: Che numero è?  
.M.: È centrato al massimo come colpo alla mammella, c'è poco da dire. Andiamo avanti.  
Presidente: Scusi, Professore, il Giudice a Latere voleva...  
Giudice a latere: Una domanda per cortesia. Questo attrezzo funziona? Si, si. Il foro che c'è sulla mammella sinistra, se si può vedere, si può inquadrare per cortesia, ha tracce di affumicamento o di tatuaggio, per capire se si tratta di un colpo inferto intenzionalmente in loco oppure che casualmente ha attinto...  
M.M.: No, non ci sono tracce di affumicatura, né di tatuaggio, per quanto è visibile. Ora non sono sicuro se la foto sia stata fatta prima o dopo che il cadavere era stato lavato, ma così com'è non ci sono tracce.
Giudice a latere: Sì, però sul cadavere ci sono segni, tracce di sangue, quindi verrebbe da pensare che la foto sia stata fatta prima dell'eventuale lavaggio altrimenti avrebbero asportato...  
M.M.: Sì, è vero, c'erano le colature e le altre lesioni.  
Giudice a latere: Grazie.  
M.M.: Mi ricordo che c'è un problema anche dell'abito, della camicetta che indossava la ragazza.  
P.M.: Qual è il problema scusi, Professore?  
M.M.: No, non il problema, scusi, la parola è inesatta: il particolare della camicetta che aveva un alone, se non mi ricordo male, aveva un alone di affumicatura.  
P.M.: Ora vediamo la camicetta, noi non l'abbiamo apprezzato, lo vediamo se troviamo la camicetta. Andiamo avanti. Quindi scusi, se così fosse l'alone camicetta vorrebbe dire colpo sparato molto da vicino?
M.M.: Eh, sì. Quasi a contatto.  
P.M.: Poi lo vediamo. La 45: “Particolare della regione sottomammellare destra”, dovrebbe essre il foro d’uscita, no? Se c’è. No. Ah no, non è uscito è una…  
M.M.: Mah…  
P.M.: È una zona…  
M.M.: Non mi sembra un foro d’usc… ah, quello lì…  
P.M.: Non è un foro…  
M.M.: No, lì c’è un’echimosina. Quel reperto a sinistra direi forse un artefatto. Qui c’è una piccola ecchimosi. Siamo a destra?  
P.M.: La mammella è descritta come la destra…  
M.M.: La destra, si.  
P.M.: Il corpo sembra un po’ piegato.  
M.M.: Potrebbe esserci il proiettile entrato a sinistra che ha attraversato il torace e che si è fermato, come si dice in fiorentino: sottopelle.  
P.M.: Voi dite proprio questo in una… fate questo tipo di discorsi.  
M.M.: Evidentemente poi è stato estratto di lì il proiettile.  
P.M.: Se lei ce lo s… Va be’ andiamo avanti. Sembra così insomma dal…  
A.B.: (fuori microfono)  
P.M.: Sono lì le foto avvocato, scusi. Avere o non avere, lì sono le foto. Poteva avere no! È lì.  
Presidente: Questa è la 46. Signori…  
M.M.: Mi sembra che sotto la mammella destra, dove c'è la freccia alla lettera B...  
P.M.: Ohh, leggiamo cosa c'è scritto così ci leviamo i dubbi.  
M.M.: ... ecchimosi.  
P.M.: 46. "Metà superiore del torace. A foro di entrata del proiettile; B il punto ove il proiettile è ritenuto". Ha visto? Il Professore ci aveva spiegato bene. Andiamo avanti così le foto ci danno quanto meno l'obiettività del caso. Vediamo la foto successiva. 47. "Particolare della zona scapolare sinistra con ferita da arma da fuoco". Vogliamo vedere se riusciamo a capire qualcosa?  
M.M.: Questo è un ingresso scapolare sinistro d'arma da fuoco. E questo penetra.
 P.M.: Ci può ipotizzare o spiegare qualcosa?  
M.M.: Sto ripensando agli altri due fori del torace.  
P.M.: Era la stessa cosa che cercavo di stimolare.  
M.M.: Questo sicuramente penetra; è a sinistra e quindi è probabile che abbia interessato il cuore e che sia quello che è rimasto sotto pelle che abbiamo visto nelle penultime fotografie. Allora, mi viene fatto di pensare che il forellino trovato sotto la mammella sinistra non penetri.  
A.B.: Non?  
M.M.: Non penetri. Abbia battuto lì senza penetrare o penetrando molto superficialmente.  
P.M.: Qual è l'entrata però, Professore?  
M.M.: Dal braccio, potrebbe aver attraversato il braccio...  
P.M.: Rimaniamo un attimo nelle possibilità  
M.M.: Rimango con questo punto interrogativo. In effetti rimango con questo punto...  
P.M.: Va be'.  
M.M.: Al torace ci sono tre fori, uno di troppo per poter ammettere una penetrazione. Uno è penetrato di sicuro, è quello scapolare sinistro e potrebbe essere quello che è finito sotto la mammella destra, attraversando quindi il torace.  
P.M.: Però quello sulla mammella, mi scusi, se lo vogliamo rivedere, lei ce lo aveva un po' descritto come di entrata, no?  
M.M.: Quello della mammella sinistra.  
P.M.: Ah, scusi, la mammella sinistra, sì, sulla destra non c'è nulla.  
M.M.: E in realtà più che un...  
P.M.: E' un segno non è un foro.  
M.M.: Sì, è una spia che sotto la pelle c'è qualcosa che non dovrebbe esserci.
P.M.: Bene. Invece sulla sinistra è di entrata?  
M.M.: Sembrerebbe di entrata, ma non vorrei che fosse una semplice escoriazione e cioè non un...  
P.M.: E' descritto Professore, come di entrata se non…  
M.M.: È scritto come di entrata, è vero.  
P.M.: Va be'.  
M.M.: Si potrà, credo, chiarire leggendo il verbale di microscopia.  
P.M.: Va bene, lo lasciamo alla Corte. Noi abbiamo fatto quel che potevamo. Andiamo avanti. Ecco, qui c'è - queste le abbiamo fatte - c'è l'escissione, è lì. Ci ha da aggiungere, ha da aggiungere qualcosa su quei concetti, su quelle circostanze relative al fatto che l'escissione è "post mortem"?  
M.M.: Direi di no, dottor Canessa, tranne per un piccolo particolare.  
P.M.: Niente da aggiungere?  
M.M.: Tranne un piccolo particolare, se posso.
P.M.: Prego, prego.  
M.M.: Ecco, se si ingrandisce un po'. Facendo conto che questo sia il quadrante di un orologio, esattamente fra le 11.00 e le 12.00 c'è quel piccolo lembo di cute che sporge. Questo sembrerebbe abbastanza importante perché ci dice che l'opera di mutilazione è cominciata in quel punto.
P.M.: L'opera di?  
M.M.: Di mutilazione, di asportazione del pube.  
P.M.: Sulle... scusi, se ce lo ridice?  
M.M.: Non lì. Aspetti.  
A.B.: A ore 10:00.  
M.M.: Ingrandisca di più per favore.  
A.B.: Ore 10:00.  
M.M.: Questo.  
P.M.: Benissimo  
M.M.: Direi che lopera di escissione ha avuto inizio in questo punto e con andamento orario, terminando poi, fatto il giro...
 P.M.: Ritornando su se stesso.  
M.M.: Su se stesso allo stesso punto, ma un po' sopra. Ecco perché c'è quel...  
Presidente: Lo ridica al microfono, Professore, sennò... Lo ridica al microfono perché...  
M.M.: Direi che allora siamo verso mezzogiorno. Va bene, insomma c'è questo triangolino di cute che sporge.  
Presidente: Sicuro, si vede benissimo, sulla sinistra in alto della foto.  
M.M.: Esattamente. Allora, l'azione per escindere, si vede un po' meno bene qui, l'azione per escindere ha cominciato da quel punto lì e ha proseguito in senso orario, facendo il giro completo e terminando allo stesso... - no, non la spostiamo per favore - terminando allo stesso punto, ma un po' di sopra ed ecco che allora il triangolino di cute rimane fra l'inizio dell'escissione e la fine. 
Presidente: Capisco, capisco. Quindi in senso orario, quindi da sinistra verso destra con il senso, diciamo, circolare.  
P.M.: C'è un'altra foto pressoché identica. Non ne abbiamo altre. Come non detto. Quel particolare della camicia, cioè del fatto che si possa. . . è un ricordo che lei ha che questo colpo era sparato da vicino sulla mammella sinistra.  
M.M.: Sì, io mi ricordo per averlo riletto che c'era sicuramente un alone da affumicatura sulla camicia dell'uomo. Mi sembra di ricordare, ma in questo non posso essere altrettanto sicuro che ci fosse anche su quella camicetta della donna.  
P.M.: Va bene, se lo ha scritto lo vedremo nella… Non ho altre domande, grazie.

lunedì 23 aprile 2012

Mauro Maurri - Deposizione del 27 aprile 1994 - Prima parte

  

Il professor Mauro Maurri fu ascoltato il 27 aprile 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Il testo che segue contiene dettagli espliciti e raccapriccianti. Se ne sconsiglia la lettura a persone sensibili ed impressionabili.

Presidente: Bene. Chi facciamo entrare ora?  

P.M.: Il professor Maurri.  
Presidente: Il professor Maurri.Si accomodi, Professore. Anche oggi è insieme a noi.  
P.M.: Il Professore sarà chiamato più giorni, tanto lui lo sa, dipende da quanto se ne è occupato. Non possiamo fare a meno di lui.  
Presidente: Allora, si accomodi, Professore.
M.M.: Se è possibile non domani.  
P.M.: Poi vediamo, Professore.  
M.M.: Mi darò latitante.
P.M.: La Corte penso non sia di questo avviso, che ha bisogno di lei anche domani. Il P.M. di certo. 
A.B.: Tutti i giorni abbiamo bisogno di lei professore! 
P.M.: Be', vediamo, vediamo.  
Presidente: Bene, Professore. Sentiamo le domande del Pubblico Ministero. Prego.  
P.M.: Le domande sono grossomodo quelle di ieri, su un caso diverso, Professore. Noi abbiamo una serie veramente abbondante di foto fatte in occasione dell'autopsia dei cadaveri di Foggi Giovanni e De Nuccio Carmela. Abbiamo un lungo elaborato che lei ha fatto insieme a dei suoi colleghi e vogliamo qua cercare di vedere con lei quali sono i colpi di arma bianca, quali sono i colpi di arma da fuoco, quali quelli mortali, quali quelli non mortali. Lei ha un ricordo, perché lo ha riguardato, di questo caso?  
M.M.: Sissignore, l'ho riguardato recentemente.  
P.M.: Ecco. Allora, prima di arrivare alle foto che sono chiarissime, le faranno venire in mente quel che eventualmente le manca. Vogliamo vedere di sintetizzare un attimo quali furono questi colpi? Cominciando dall'uomo. Come abbiamo fatto ieri. Il Foggi Giovanni.  
M.M.: Sì. Dunque, sul cadavere dell'uomo c'erano, anche in questo caso, ferite da arma bianca e ferite da arma da fuoco a proiettile unico. Le ferite di arma da fuoco erano fondamentalmente tre: due alla regione cranica e una alla regione del torace.  
P.M.: Quindi, due alla regione cranica e una del torace.  
M.M.: Sì.  
P.M.: Vogliamo vedere un attimo se riusciamo a capire traiettoria, provenienza, cioè direzione, e se fu possibile per voi dargli una successione e quale era mortale. Se ce ne sono state...  
M.M.: Sì, per i tre colpi di arma da fuoco direi che il foro d'ingresso era per tutti e tre sulla sinistra del cadavere, con direzione da sinistra a destra. Con obliquità più o meno marcata. Dei due cranici, dei due colpi cranici, uno non è penetrato, non ha superato il tavolato cranico ed è scivolato un pochino verso il basso, verso la colonna vertebrale. L'altro invece è penetrato nel cranio e ha determinato comprensibilmente uno sfacelo notevolissimo dell'encefalo. 
P.M.: Sicuramente mortale.  
M.M.: Sicuramente mortale. Mentre il primo no. Il primo non in ordine cronologico. Diciamo... 
P.M.: Il primo, il numero uno. 
M.M.: Uno dei due non mortale, l'altro sicuramente mortale. Quello al torace, penetrato anche questo da sinistra lievemente verso destra sul cadavere, sempre.  
P.M.: Sempre...  
M.M.: E dall'alto, un pochino dall'alto verso il basso, ha preso il cuore, e quindi mortale sicuramente. 
P.M.: Quindi tre colpi di arma da fuoco.  
M.M.: Sissignore.  
P.M.: Tutti nella regione alta del corpo. Però ci sono... tutti da sinistra.  
M.M.: Tutti da sinistra.  
P.M.: Uno meno violento, da quel che sembra.  
M.M.: Meno penetrante, meno lesivo.  
P.M.: Può essere, come ci ha ipotizzato il dottor Castiglione, esperto balistico, che sia stato un po' fermato dal finestrino rotto? Questa possibilità, questa ipotesi, l'avete fatta?  
M.M.: A me sembra una ipotesi sostenibile, perché altre ipotesi... un'altra ipotesi che si potrebbe fare, ma non so se possa essere suffragata con uguale validità...  
P.M.: Questa è più che sostenibile.  
M.M.: Sì, questa è più che sostenibile. 
 P.M.: Poi ci ha detto che ci sono, e poi vediamo le foto, due colpi, due segni di arma bianca. Due, o più? Lo ricorda? Allora, diciamo dei colpi...  
M.M.: Tre. Tre...  
P.M.: Ho sbagliato io. Tre colpi. Ce li vuole descrivere un attimo?
M.M.: Sì, due sono alla regione del collo, ravvicinate fra loro e per quanto mi ricordo anche in direzione parallela. La terza, se non mi ricordo male, anche questa è al torace. 
P.M.: Quindi, tutta questa serie di colpi, tre e tre, tre d'arma da fuoco e tre bianca, sono tutte nella parte superiore del...  
M.M.: Sì, quelle al torace, a sinistra. Le due al collo avevano scarsa capacità di penetrazione. Erano, direi, più vistose dal punto di vista della superficialità. Quella al torace, invece, anche questa è penetrata. Però, essendo a direzione fortemente obliqua, dall'alto verso il basso, dal torace, attraversando il diaframma, sempre a sinistra, è andata a finire nell'addome e ha colpito la milza.  
P.M.: Senta, è possibile stabilire cronologicamente qualcosa fra colpi di arma da fuoco e colpi di arma bianca, o non si può dire niente?  
M.M.: Credo di sì. Perché...  
P.M.: Se crede di sì ce lo può anche spiegare, perché ieri lei con noi è stato chiarissimo, almeno col P.M. e apprezziamo questo suo modo per farsi capire. Almeno il P.M. lo apprezza.  
M.M.: Direi che i tre colpi d'arma da fuoco sono tutti e tre sicuramente mortali. Quindi sparati quando la persona era ancora viva. Presumibilmente, visto che almeno due su tre erano mortali, a brevissima distanza di tempo l'uno dall'altro. Per i tre colpi d'arma bianca invece non posso dire lo stesso. Si notò, a suo tempo, che quelli del collo avevano ancora un certo residuo di vitalità, di sangue circolante. Quello più in basso, che era anche quello più grave, quello verso la milza, tanto per intendersi, invece di circolazione residua ne aveva ben poco. Per cui si dedusse che i primi due potevano essere stati inferti "in limine vitae", nel momento in cui la persona non è ancora…  
P.M.: Molto probabilmente dopo i colpi di arma da fuoco…  
M.M.: Di sicuro.  
P.M.: Sicuramente.  
M.M.: Sicuramente dopo i colpi di arma da fuoco e dei tre colpi di arma bianca l’ultimo, con ogni verosimiglianza, è stato quello della milza.  
P.M.: Molto meno probabile che fosse in vita.  
M.M.: Si. Morto da pochissimo ma morto. Circolazione ormai esaurita.  
P.M.: Oh, perfetto, era questa… Quindi si capisce noi, come grosso modo ci spiego lei ieri, l’arma usata sicuramente dopo l’arma da fuoco… non sappiamo il motivo, al momento non ci interessa. È un dato di fatto che sia ieri per la donna, sia oggi per l’uomo, l’arma bianca è successiva con probabilità, oggi, che sia dopo la morte.  
M.M.: Sissignore.  
P.M.: Vogliamo vedere le foto dell’uomo? Cortesemente. Verifichiamo quello che ci ha detto che mi sembra, con le foto, corrisponde pienamente.  
Presidente: Al solito non fotografiamo né inquadriamo i corpi.  
P.M.: Possiamo andare direttamente alla parte superiore del corpo... no, no, scusi, rimaniamo su quella foto. Dicevo alla parte superiore del... ecco, perché è lì che ci ha detto, oltre quello all'addome... Vogliamo vedere se li riconosciamo quei colpi che ci ha descritto? Se è possibile, eh, sennò andiamo avanti. Ecco. 
M.M.: Quello che era stato segnalato ora, quello sotto la clavicola accanto, tanto per intendersi, con un aspetto tipicamente a occhiello, quello è un colpo d'arma bianca. 
P.M.: Di arma?  
M.M.: Bianca. Colpo di arma bianca.  
P.M.: E' l'ultimo.  
M.M.: Sì, con penetrazione dell'arma in quel...  
P.M.: Quello che quasi come ci descriveva lei "post mortem", ma insomma, siamo lì. 
M.M.: Sì, sì.  
P.M.: Bene.  
M.M.: Colorito giallastro dei tessuti sottocutanei, con scarsissimo o in pratica nulla infiltrazioni di sangue.
P.M.: Perfetto. Abbiamo la dimostrazione di quello che ci ha detto. Vediamo quelli del collo, sempre di arma bianca.  
M.M.: Qui si vedono un po' peggio. In questa fotografia...  
P.M.: Va bene, andiamo avanti. Quelli... chiedo scusa. Ecco, andiamo avanti. Quelli di arma da fuoco non si vedono, qua, no? Si vedono male. Andiamo avanti.  
M.M.: Qui non li vedo quelli di arma da fuoco.  
P.M.: La foto a sinistra. No, l'altra, cortesemente. Bene. Leggiamo un attimo. E' la foto numero 2 comunque.  
M.M.: Ecco, lì si vedono un po' meglio i due colpi di arma bianca al collo.  
P.M.: Li vogliamo vedere. Sono molto più ferite infiltrate, come...  
M.M.: Vede, quella sulla destra della foto è un pochino arrossata. L'altra lo è meno. Per cui è da presumere che quella prima, ancora un pochino rossa, sia stata inferta quando un residuo di circolazione sanguigna c'era.  
P.M.: Un residuo però anche subito "post mortem", o residuo... Non lo sa.  
M.M.: Dottor Canessa, è difficile dirlo, perché...  
P.M.: No, no, io non glielo voglio far dire, Professore, voglio solo chiarire il concetto.  
M.M.: Sì. Se è "post mortem" è immediatamente "post mortem". Noi scrivemmo nella relazione "in limine vitae".  
P.M.: Bene, bene.  
M.M.: In quella terra di nessuno, diciamo, nel tempo di nessuno.  
P.M.: La sinistra invece...  
M.M.: A sinistra è già un pochino più chiara, e sono però tutt'e due un po' più scure della terza che si vede in basso.  
P.M.: Perfetto. Abbiamo... almeno il P.M. ha capito benissimo. Vediamo se troviamo quelle di arma da fuoco, se qui si vedono.  
M.M.: Qui mi sembra si veda poco. 
P.M.: Si vede poco. Andiamo avanti.  
M.M.: Non so se è quella lì che ha segnalato ora. 
 P.M.: Andiamo avanti, Professore, andiamo avanti.  
Presidente: Vogliamo dire intanto che foto era questa? 
P.M.: Sì, era la numero... chiedo scusa, la numero 30.  
Presidente: Numero 30. Bene.  
P.M.: Andiamo alla 31. Foto 31. Qui mi sembra, Professore, che ci siamo spostati sempre al cranio.
M.M.: Qui siamo al cranio in regione occipitale, direi a sinistra della linea mediana, e le due dita divaricano un po' i capelli, e si vede non molto bene, ma insomma si vede... 
P.M.: No, direi abbastanza chiaramente.  
M.M.: Ecco. Questa soluzione di continuo rotondeggiante a margine un pochino sfrangiati, che è sicuramente un foro d'ingresso di un proiettile d'arma da fuoco a proiettili unici.  
P.M.: Bene. Vogliamo andare avanti con la 32?  
M.M.: Ecco. Qui sono stati rasati i capelli, e direi che è la stessa ferita vista nella foto precedente. La rasatura naturalmente è fatta da noi per evidenziare la localizzazione dei caratteri morfologici...  
P.M.: Circa la vicinanza dell'arma, o meno, cioè, quei discorsi che ci faceva ieri sull'affumicatura, tenendo presente che abbiamo capito che ci sono i capelli, e quindi è più difficile, si può dire qualcosa sulla distanza, o è anche questa terra in cui è bene non addentrarsi perché non abbiamo certezze?  
M.M.: Direi che la ferita, così considerata al centro di quest'area di rasatura, non presenta segni né di affumicature né di tatuaggio per cui dovrebbe essere stata esplosa da oltre i trenta centimetri. Però, non vorrei ma mi sembra di no, per quanto mi ricordo. Non vorrei che ci fosse stato eventuali depositi di queste polveri sui capelli, ma non le abbiamo descritte, per quanto mi ricordo, quindi non credo che ci siano state.
P.M.: Vogliamo andare alla foto successiva? Dell'uomo non ci sono altre foto... Sicuro che non c’è un altro fascicolo? Scusi eh! Andiamo alla donna, non c'è problema, mi sembrava ci fossero altre foto dell'uomo. C'è un secondo fascicolo, perché mi sembra che i colpi sono altri, quindi ci dovrebbe essere...  
M.M.: Ci dovrebbe essere quella del torace, almeno.  
A.B.: Io la vorrei poi rivedere questa foto…  
P.M.: Sì, sì.  
A.B.: Questa qua con…  
P.M.: Bene, allora passiamo al fascicolo...  
A.B.: Che numero è questa? Mi scusi.  
P.M.: Quella di cui parlavamo era la 32  
A.B.: No questa qua. La 33 voglio.  
P.M.: Scusi, la 32 è l'uomo.  
A.B.: No, io voglio la donna, 33.  
P.M.: Aspetti, la donna non l'abbiamo ancora cominciata. Scusi, non ci siamo fatti nemmeno dire quali colpi aveva la donna.  
A.B.: Ho sbagliato. 
P.M.: La vogliamo spengere questa, scusi, eh? Professore, ci siamo fermati qui. I colpi lei ce li aveva descritti a voce, quelli dell'arma bianca li abbiamo visti, quelli dell'arma da fuoco sulle foto ne abbiamo trovati uno solo. Per ora ci fermiamo qua se non ne troviamo altri. Passiamo alla descrizione dei colpi sulla donna e di quello che lei ha rinvenuto come tracce...  
M.M.: Sì, allora, la donna aveva fondamentalmente cinque ferite d'arma da fuoco. Una di queste era una ferita a livello del mento a semicanale, tangenziale. 
P.M.: Stiamo parlando di quelle di arma...?  
M.M.: Arma da fuoco.  
P.M.: Benissimo, sì, sì, quello volevo.  
M.M.: Una, ripeto, era al mento, era una ferita tangenziale, quasi di striscio. Poi ce n'erano due, una per ciascuno degli arti superiori. Queste degli arti superiori, tutt'e due caratterizzate da un foro d'ingresso e un foro di uscita.  
P.M.: Agli arti?  
M.M.: Agli arti superiori.  
P.M.: Uno a sinistra e uno a destra.  
M.M.: Uno a sinistra e uno a destra. Se non mi ricordo male, tutti e due all'altezza degli avambracci.  
P.M.: Sia a sinistra che a destra, avambracci. 
M.M.: Sì. Una delle due entrava, non mi ricordo se la destra o la sinistra, ma comunque una delle due, diciamo che penetrava dalla faccia dorsale e usciva da quella ventrale. L'altra l'opposto. Però non mi ricordo quale delle due fosse a destra, quale a sinistra, ma è scritto.  
P.M.: Poi le vediamo, queste foto le abbiamo.  
M.M.: Quindi queste sono le tre ferite d'arma da fuoco. Poi ce n'era un'altra a livello, diciamo, cranio-cervicale che penetrava nell'interno del corpo, arrivava alla colonna vertebrale e ha leso in parte anche il midollo dell'interno della colonna vertebrale. Questa era la quarta. Ce n'era una quinta, anche questa mi sembra a livello toracico.
P.M.: Di arma da fuoco?
M.M.: Arma da fuoco. anche questa con lesione del cuore. 
P.M.: Quindi cinque?  
M.M.: Cinque.  
P.M.: Poi le vediamo nelle foto. Quindi da come ce le ha descritte lei come posizione è anche possibile vedere quali sono quelle mortali e quali no? Le due alle braccia le escludiamo da soli. 
M.M.: Escludiamo le due alle braccia e invece prendiamo in considerazione quella cranica - perché ripeto arriva al midollo e quindi lede il midollo e quindi anche se non direttamente mortale è tuttavia di gravissime entità tale da produrre una paralisi immediata degli arti - e poi quella penetrante al livello del torace con interessamento del cuore, anche questa mortale. Quindi anche in questo caso direi due ferite mortali; anche in questo caso una a livello cranico, cranico-cervicale e l'altra a livello toracico.  
P.M.: Ecco, al di là di quella che è l'escissione, di cui parliamo a parte, alla donna, la donna presenta lesioni oltre quelle d'arma da fuoco, in altre parti del corpo, con arma bianca? Se lo ricorda? Cioè dobbiamo cominciare a vedere quando, come e in che situazione fu fatta l'escissione.
M.M.: Senta, per quanto mi ricordo, non mi sembra che ci siano altre lesioni d'arma bianca, però non sono matematicamente sicuro.  
P.M.: Ora le vediamo. Vediamo se nel suo ricordo invece c'è una possibilità di dire oggettivamente che l'escissione, in quale momento fu fatta, cioè "post mortem".  
M.M.: Questa è stata fatta sicuramente "post mortem"; se non altro perché è un'escissione estremamente ampia di tessuti molto ricchi di vene e di arterie quindi molto ricchi di sangue che in pratica non hanno sanguinato.  
P.M.: Oh, quindi l'escissione è fatta...  
M.M.: ... sicuramente mortale. 
P.M.: Ecco, quindi quando qualcuno anche in quest'aula ha detto che l'autore era tutto imbrattato quando faceva l'escissioni, contrasta un attimo questa sua affermazione.  
M.M.: No, può darsi in realtà si fosse imbrattato, non tanto per uno spruzzo di sangue derivante da qualche vaso leso, ma per contatto degli indumenti delle mani con la zone che bene o male un po' di sangue ce l'aveva, intendiamoci. Quindi non escluderei un imbrattamento, però da contatto, non da getto attivo di sangue.