lunedì 16 gennaio 2012

De Marco, Contessini, Lotti - Deposizioni del 29 giugno 1994 - Prima parte

I professori De Marco, Contessini, Lotti furono ascoltati il 29 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le loro dichiarazioni.

Presidente: Bene, prego signor Pubblico Ministero, allora…
P.M.: Ritengo si possano introdurre i tre periti che hanno provveduto ad effettuare in sede probatoria…
Presidente: Non funziona il microfono, evviva…
P.M.: Tutti e tre insieme, i periti.
Presidente: Direi senz'altro di sì.
P.M.: Fra l’altro si potrebbe - la perizia ha allega… - io ne ho delle copie, allegate delle immagini - secondo me importanti - si può usare, se i periti lo riterranno opportuno, nel darci le loro spiegazioni, le solite immagini…
A.B.: Signor Presidente mi pare che il periti dovessero essere cinque, non tre.
P.M.: Son… io ne ho citati tre Presidente e ho spiegato nella mia lista… Ne ho citati tre…
Presidente: Citati sono tre, lei parla di Calleri, Caltamura certamente?
A.B.: Si certo.
Presidente: A me non risultano citati.
P.M.: Io ne ho citati solo tre.
Presidente: Non risultano nell'elenco del Pubblico Ministero.
P.M.: E quelli io ho chiesto che venissero sentiti. Sono qui, li sentirei nei modi che ho detto, tutti e tre insieme e…
Presidente: Certamente.
P.M.: Sarebbe opportuno forse utilizzare… vediamo nel corso della deposizione…
Presidente: Non esageriamo… nel senso, tanto…
P.M.: E’ già… il documento è già agli atti della Corte.
Presidente: Appunto.
P.M.: Bene non ho… allora…
A.B.: Per correttezza erano stati indicati anche Caltamura e Santi Calleri però! Nella lista del Pubblico Ministero.
P.M.: Io oggi ne ho citati tre.
A.B.: De Marco, la dottoressa Contessini…
P.M.: Ne ho citati oggi tre, Presidente.
Presidente: E’ vero.
A.B.: È! Lotti, Caltamura e Calleri.
Presidente: Vuol dire che noi…
P.M.: Lotti, no, no… chiedo scusa, manc… Lotti, De Marco e Contessini ci sono tutti e tre, i due che mancano si fanno venire alla prossima udienza, non c'è problema.
A.B.: La prossima udienza però… va be’…
A.F.: Questa è una seconda perizia.
P.M.: Presidente, sono due elaborati completamente distinti l'uno dall'altro, nel quale l'uno ha fatto un lavoro, l'altro collegio peritale ha fatto un diverso lavoro, quindi non c'è nessun problema nel sentirli.
Presidente: Signori…
A.B.: Ma sullo stesso oggetto Presidente?
P.M.: Si, esatto.
Presidente: Questo è vero, direi.
P.M.: Si.
Presidente: Temporalmente questo è successivo poi, comunque non importa.
P.M.: Il P.M. ha ritenuto necessario…
Presidente: Se sarà necessario.
A.B.: Per tranquillità, per capire, per capire.
P.M.: Credo non ci sia nulla da capire, è una cosa chiarissima.
A.B.: Va be’.
P.M.: Vorrei sentire…
Presidente: La prima perizia non fu soddisfacente com'è noto e quindi…
P.M.: Dal punto di vista tecnico, Presidente.
Presidente: Comunque signori nessun problema vero?
P.M.: Allora vorrei sentire…
Presidente: Poi nel caso li faremo tornare tutti insieme
P.M.: Il dottor Lotti, la dottoressa Contessini e il professor De Marco.
Presidente: Questo lo voglio dire, che non c'è nessuna preclusione.
P.M.: Esatto.
Presidente: Ecco allora introduciamo i periti.
Presidente: (fuori microfono) I quali vengono sentiti come testi. 
Presidente: Buongiorno, buongiorno. Benissimo allora sulle generalità non…
P.M.: Sono ampiamente negli atti.
Presidente: Facciamogli leggere soltanto la formula dei testimoni per favore, ognuno singolarmente. Vuole cortesemente dire il proprio nome prima di tutto.
D.M.: De Marco Salvatore, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza. Grazie.
Presidente: E’ del testimone quella? Prego, vuol dare il suo nome per cortesia?
F.L.: Lotti Franco, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Prego.
S.C.: Contessini Salvatore Susanna, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Bene, allora signori vi prego di rispondere alle domande che gli rivolgeranno le parti a cominciare dal Pubblico Ministero, magari, vediamo poi, a secondo…
P.M.: La domanda è una sola la farei innanzitutto al professor De Marco e poi gli altri li vediamo a seguito, risulta dagli atti che loro già conoscono che con ordinanza del GIP i periti furono incaricati di esaminare una scritta numerica che era sul blocco Skizzen nella parte retrostante del blocco, dove vi erano dei numeri, questi numeri erano 4 2 4 e 4,60 – divisi da una barretta. Vi erano poi delle scritture di comparazione, che avevano fornito due testimoni del processo - Lohman e Stellmacher - che dicevano di aver riconosciuto in queste scritte la loro calligrafia e furono loro stesse che fornendo dei saggi calligrafici di scritte fatte nell'epoca in cui risaliva, presumibilmente, il blocco – dissero: se ci sono dei dubbi circa il fatto che sia la nostra calligrafia sarebbe opportuno fare una perizia calligrafica. I periti oggi presenti sono gli autori di quella perizia che ha già in atti confermato quanto le due testi Stellmacher e Lohmann dicessero il vero nel riconoscere quelle scritte come proprie, vorrei che il professor De Marco innanzitutto descrivendo come il collegio è venuto a queste conclusioni, ci spiegasse non solo le conclusioni ma il metodo, anche perché del collegio fa parte il dottor Lotti che ha appunto una competenza specifica e fu individuato dal GIP, così almeno ho capito, come persona che poteva avere un'esperienza particolare nella rilevazione delle immagini o del calco delle scritte. Quindi comincerei col fare la domanda che ho detto al professor De Marco.
D.M.: Ecco allora…
P.M.: Se vogliamo possiamo proiettare le scritte che sono… c'è la foto di quelle… del blocco.
Presidente: Mah, se è necessario.
P.M.: No, per me non è necessario.
Presidente: Queste scritte, poi le conosciamo tutti a memoria.
P.M.: Benissimo, benissimo, volevo…
Presidente: Le abbiamo sotto gli occhi. Se volete, per l'amor di Dio… Sennò francamente…
P.M.: Il P.M. non ne ha bisogno, credo i periti nemmeno, prego Professore.
D.M.: Allora per obiettività di giudizio e considerata che questa era un'ulteriore perizia collegiale, collegialmente abbiamo richiesto se era possibile presentare elaborati separati sia perché la metodologia adottata magari poteva essere diversa, quella della collega Contessini è di un tipo, la mia è di un altro tipo, comunque tutte metodologie attendibili. Il dottor Lotti invece si occupava esclusivamente di rilevamento strumentale per fissare esattamente situazioni relative ai punti di partenza o di avvio delle conformazioni eccetera, per cui abbiamo appunto la possibilità di presentare elaborati distinti. Tengo anche a precisare che tra la collega Contessini e il sottoscritto non è intervenuto mai, neanche telefonicamente, un discorso di “io sono arrivato a questa diagnosi” ma il tutto è stato valutato al momento in cui entrambi avevamo formulato una nostra diagnosi. Questo per dare la possibilità alla Corte di valutare una valutazione tecnica veramente maggiormente attendibile. Io posso quindi far cenno alla metodologia ispettivo-confrontuale da me adottata, io opero su base grafonomica, metodologia che attualmente è considerata di maggiore attendibilità, questo è stato stabilito anche in convegno di studi per magistrati nel 1981. E, per carità, metodologia che non disattende nulla di quanto può dare l’illuminate le altre metodologie: quella grafonomica e quella grafoscopica e quella psicografica o grafologica; quindi è una metodologia rivolta alla valutazione di caratteristiche generali e di dettaglio, tutte le caratteristiche che si possono enucleare da dizioni in accertamento e da dizioni comparative. È evidente che l'attendibilità di un giudizio è subordinata alla quantità e alla qualità degli elementi che si hanno a disposizione e se è vero che un segno grafico, una firma una scrittura, rappresenta l'uomo e quindi è possibile riconoscere l'individuo è altrettanto vero che in un segno qualunque, steso da qualsiasi persona, non possiamo individuare il riflesso tutto d'uomo come personalità innata e come manifestazione. Nella fattispecie tuttavia ci troviamo di fronte ad una situazione che dal punto di vista grafoscopico è ottimale in quanto la-manoscrittura in verificazione - due gruppi di numeri 4 2 4 e 6.60 – è completamente spontanea, non coartata da procedimenti simulativi o dissimulativi, quindi un prodotto estrinsecato normalmente. Nello stesso tempo abbiamo a disposizione saggi grafici redatti pur con spontaneità da due persone distinte e in parità di termini confrontuali - che cosa voglio dire? - utilizzando una matita e quindi un prodotto grafico ottenuto con un segno di grafite. Sono state esaminate i due gruppi di cifre in accertamento e già da questo esame noi abbiamo potuto enucleare elementi che avvalorano l'ipotesi che i due numeri, i due gruppi di cifre siano riconducibili a due persone distinte. Passando poi alla disamina delle manoscritture, dell’una e dell'altra persona sono scaturite convergenze di tutte le caratteristiche, sia quelle sostanziali, mi riferisco ad esempio agli indici pressori nei vari punti di tracciamento e quindi nelle varie partigrammiche a verso flessivo, estensivo, aduttivo, abduttivo; concordanze di calibro di giacitura reciproca, di spazziatura e di ovviamente indici del curvilineo; poi queste corrispondenze caratteristiche grafiche generali hanno trovato ampia convalida in numerose concordanze riguardanti peculiarità di dettaglio. A questo punto non avendo trovato nessuna caratteristica contraria, in buona sostanza un elemento che potesse costituire sospetto di un'eventuale non identità genografica è ovvio che la conclusione che abbiamo formulato era quella di, esclusivamente di identità geografica e cioè di identità di mano tra la scritta 4 2 4 e la scrittura - leggo per non dire poi… - ecco, e la scrittura di Klenner Lohman Mariane e l'identità geografica tra la scritta 4.60 e la mano di Egteton Stellmacher Annegret Magda. Potrei entrare ma non vorrei essere… appesantire – è vero - con il mio discorso, entrare a evidenziare uno per uno tutti gli elementi che giustificano un giudizio conclusivo nella fattispecie esprimibile in termini di piena certezza.
P.M.: Nessuna domanda, mi sembra che l'elaborato è già a disposizione della Corte, vorrei sentire sul fatto la dottoressa Contessini.
S.C.: Si, confermo quanto testè asserito dal mio collega professor De Marco, in effetti appunto, abbiamo proceduto ad operazioni peritali contestualmente ovviamente perché era a disposizione, appunto, tutto il materiale scritturale oggetto di indagine quindi sia, appunto, le scritturazioni da oggetto di accertamento, sia i saggi grafici e i reperti comparativi. Quindi abbiamo poi proceduto singolarmente a quelli che erano gli ulteriori accertamenti sulla scorta di quelle che sono le tecniche da ciascuno di noi adottate. Il mio metodo è un metodo che si basa su basi grafologiche e grafonomiche, quindi su quelle che possono essere anche la gestualità, l'interpretazione della gestualità, oltre appunto a quelli che sono dei dati prettamente tecnici relativi a dei requisiti che sono facilmente valutabili da un'attenta e rigorosa osservazione dei tracciamento di stessi. Quindi attraverso un esame condotto partitamente e sulle scritturazioni in verifica e su… quindi quelle apparenti sul block-notes e sulle scritturazioni autografe si è poi proceduto a un esame confrontuale in modo tale da evidenziare se sussistessero o meno delle eventuali analogie o meno. Quindi ulteriore accertamento è stato condotto tra le due cifre che erano oggetto di verifica per appurare se ci fossero tra le stesse omogeneità, analogie o discrepanze che potessero condurre a una tesi di eterogenesi compilativa. Quindi analizzate appunto tutte queste scritturazioni si è… sono giunta ad un giudizio, anche nel mio caso, di assoluta certezza che le due cifre comparenti sul block-notes in sequestro sono di appartenenza a due mani ben distinte tra loro e la cifra 4 2 4 è risultata appartenente alla gestualità grafica di Klenner Lohman Mariane, mentre la cifra 4.60 è risultata sicuramente riconducibile alla gestualità grafica di Etgeton Stellmacher Annegret Magda. Ovviamente, ecco, volevo semplicemente precisare questo signor Pubblico Ministero, che appunto oltre a quello che è stata la relazione descrittiva e deduttiva sono state anche poste incollazione delle riproduzioni riproduzioni fotografiche perché venisse agevolato anche un riscontro da parte di chi ci avesse onorato della lettura.
P.M.: Grazie, sentiamo il dottor Lotti sulla parte un po’ diversa da lui curata.
F.L.: Si, il mio compito è stato essenzialmente quello di fornire un ulteriore supporto grafico informativo ad uso dei periti grafologi, io sono un esperto di elaborazione di immagini, non un esperto di grafologia, questo mio contributo a consistito soprattutto nel mettere a disposizione del resto del collegio peritale una serie di rilevamenti effettuati con tecniche di tipo spettro-fotometrico e con tecniche di tipo computerizzato perché, com’è noto, le scritte erano state tracciate a matita sopra il retro di un blocco e quindi su un supporto di cartoncino grigio con pochissimo contrasto, più forse c'era stata anche un po' di usura, per cui l'evidenza delle cifre poteva offrire qualche dubbio che è stato fugato con l'aggiunta del materiale documento attivo che ho messo a disposizione del collegio.
P.M.: Bene, grazie. Presidente, vorrei aggiungere una cosa che è questa: il professor De Marco, che è un esperto nell'esame di questo tipo di scritture a cui tutti noi riconosciamo la competenza, mi ha fatto presente che avendo avuto a disposizione lui il blocco per questo esame ha notato alcune circostanze che si sente in dovere di riferire alla Corte perché la Corte giudichi se appare necessario o comunque opportuno fare ulteriori esami. Vorrei che fosse il professor De Marco che dice queste cose, che le dicesse alla Corte, che non rimanesse patrimonio conoscitivo del solo P.M.
Presidente: Di che cosa si tratta professore? Dica.
D.M.: Ecco, in fase di inizio delle operazioni peritali, presenti i colleghi, abbiamo in primo luogo sottoposto a visione stereo-microscopica, ultravioletti eccetera, le cifre che figurano nel retro della cartoncino finale ma essendo un reperto e forse per questa mia… questo mio desiderio di esaminare sempre bene tutto per fornire eventualmente qualsiasi elemento…
Presidente: Questo rientrava nell’ambito…
D.M.: …che possa servire e mi pare che rientri anche se il quesito era formulato in un determinato modo, fra l'altro, suggerito un po' dalla difesa perché in fase di formulazione del quesito da parte del GIP la difesa mi ha detto: “ma questo reperto qui porta un'annotazione del 1981 mentre il fatto è dell'83!”. Io, ricordavo questa affermazione, in fondo poteva essere questo elemento un transfert negativo per il tecnico, perché il tecnico poteva immaginare che quelle cifre non fossero provenienti dalle due persone, in quanto un reperto che non aveva niente a che vedere con l’anno 1981. Questa non è una valutazione, Presidente, che io faccio è semplicemente un desiderio di vedere il perché succedeva questo e allora disponendo il mio studio di alcune strumentazioni e nella fattispecie di illuminazioni con fasci di fibre ottiche eccetera, non dispongo di un E.S.D.A. perché è troppo costoso ma avendo una certa esperienza nel merito, senza volermi dare le arie, insomma, avendo partecipato ad altre indagini di questo tipo presso il Bundes Kriminal Amt ho cercato comunque di visualizzare un qualche cosa che anche i colleghi avevano visto, in buona sostanza delle tracce grafiche invisibili, cioè dei solchi ciechi o solchi pressione o solchi latenti, come si vuol dire, delle tracce grafiche quindi trasferite da un foglio allora sovrastante quello attualmente visibile da tutti contenente la scrittura in biro, trasferite, ripeto, e visualizzanti una determinata scrittura. Con i colleghi però abbiamo detto: - E’ inutile che noi presentiamo un elaborato in tal senso perché ovviamente a noi compete di rispondere al quesito che è stato posto dal magistrato - e allora io mi assumo la responsabilità di questo, io ho fatto alcuni rilevamenti fotografici luci radenti e ho ottenuto alcune dizioni manoscritte. Queste dizioni manoscritte porterebbero all'ipotesi, ripeto, ipotesi - perché solo un E.S.D.A. fatto molto bene, con una strumentazione idonea ci può dare un risultato attendibile - ma l'ipotesi è, da quello che ho rilevato e in parte documentato, che ci siano scritte in italiano e scritte in tedesco. Pertanto io lascio alla Corte l'eventualità, se crede opportuno, di approfondire questa indagine…
A.B.: E’ già stata approfondita, forse non lo sa il signor Consigli… il signor perito, è stata approfondita proprio dal Pubblico Ministero perché è stata fatta un esame E.S.D.A. su questo blocco, il Pubblico Ministero lo conosce, non so se lo conosce il tribunale; è stato approfondito addirittura anche per verificare se una doppia vu potesse appartenere a quel signore che è morto ed è stato del tutto negativo, è vero signor Pubblico Ministero?
P.M.: Non è proprio così, la realtà è questa: che è stato fatto un esame, è negli atti, ne parlerà diffusamente il consulente tecnico del P.M. quando sarà chiamato. Il professore, da quello che ha detto a me, faceva presente che sulle scritte in tedesco c'è un laboratorio molto più attrezzato del nostro ha Wiesbaden il quale potrebbe fugare tutti quei dubbi che sono rimasti in questo tipo di indagine sul fatto che ci siano scritte in tedesco. Mentre è pacifico, è provato e lo proverà il consulente tecnico - perché l'elaborato c'è già - è pacifico che le scritte che il professore ha rilevato, scritte latenti di una precedente scrittura per quello che riguardano le date, sono già state ampiamente documentate in un elaborato del consulente tecnico sul quale il dottor Donato sarà chiamato a testimoniare nei prossimi giorni. Sul fatto della possibilità di fare un'indagine più approfondita, che noi non abbiamo potuto fare, il professore mi ha ripetuto stamattina c'è un laboratorio, diverso dal nostro, quello di Wiesbaden che lui conosce per esperienza, che potrebbe fare quel - se la Corte lo ritiene - quell'accertamento sulle scritte latenti in tedesco che noi non abbiamo provato, per i mezzi che abbiamo, e delle quali c'è solo una traccia nelle carte del dottor Donato. E’ provato, sempre con la consulenza tecnica del P.M., che ci siano scritte ripetute, latenti, che hanno lo stesso contenuto delle scritte visibili a biro. Quindi sono due accertamenti diversi uno c'è, è pacifico è stato fatto dal dottor Donato, l’altro c’è ma non è stato potuto approfondire non avendo i mezzi che il professore De Marco stamani ci ha evidenziato. Tutto qua. Gli atti ci sono, i documenti ci sono, il dottor Donato che oggi non è potuto venire sarà sentito quanto prima dal P.M. su questo punto.
A.B.: Ecco chiedo scusa, io mi oppongo a questa sorta di introduzione anomala nel processo di una consulenza tecnica di parte senza che nessuno, né l'imputato, né i difensori ne sapessero nulla, su questo punto. E’ una consulenza tecnica abbiamo poi avuto modo di leggere noialtri…
P.M.: E’ un 359, regolarmente i atti.
A.B.: …relativa ad una attività di indagine circa una perizia spettro-grafica, con la quale perizia avrebbe rilevato l'esistenza sottostante di alcuni grafemi, uno dei quali secondo l'accusa, in particolare secondo la Polizia, poteva appartenere ad uno dei morti. Grazie a Dio, per la difesa, questa sorta di comparazione ha dato un esito del tutto negativo e quindi non so che cosa debba ancora venire a dire qualcuno, dato che vi è stato un esito di questo tipo, dato che praticamente questo accertamento è stato effettuato, va bene ai sensi del 359 ma quando noi… credo che già fosse addirittura conclusa l'indagine preliminare. Sono due cose diverse, sono due accertamenti diversi, noi non sapevamo assolutamente nulla. Quindi far venire un consulente tecnico su un accertamento, che fra l'altro per la difesa è positivo però si vorrebbe far insinuare, chiedo scusa signor Presidente se esprimo a voce alta i miei pensieri, anche al consulente d'ufficio che non è stato su questo punto interessato, addirittura che può esistere una compatibilità di una scrittura anomala o di una scrittura che si sarebbe intravista in questi fogli e che potrebbe essere compatibile con una scrittura, con un grafema di uno dei due morti, mi pare...
P.M.: No, no mi sembra che il dottor De marco non abbia detto questo avvocato.
A.B.: Va be’, siamo lì!
P.M.: No, scusi, non siamo lì! Il professore ha sempre detto, l'ha detto a me, l'ha detto alla Corte - ci sono delle scritte in tedesco, se volete vanno guardate con gli strumenti idonei –
A.B.: Ci sono già, ci sono… c’è già l'indagine su questo punto ed è negativa. Punto e basta. Sennò se ne deve fare un'altra, la Corte…
P.M.: La Corte può fare quello che crede grazie a Dio.
Presidente: Signori, un attimo di silenzio.
P.M.: Non è vincolata da me o da lei.
Presidente: Professore?
D.M.: Presidente io mi permetterei di aggiungere una nozione tecnica, esclusivamente tecnica. Quando si opera su solchi latenti e cioè su solchi di scrittura vergati su foglio sovrastante, dobbiamo ovviamente tenere presenti questi elementi: Primo. Questa scrittura era sul foglio subito sovrastante? Pppure questa scrittura era su altro foglio, cioè su un terzo foglio che ora non esiste? Perché questo? Perché è evidente che i solchi pressione lasciati direttamente da un foglio a quello successivo sono visibili e si rendono visibili con una normale E.S.D.A. mi perdoni questa… Mentre quelli invisibili eventualmente esistenti sul foglio ancor più lontano sono pressoché invisibili e richiedono da parte della polizia scientifica, io, ripeto, ho l'esperienza solamente quella di Wiesbaden avendo fatto parte del processo Ludwig in sostanza e quindi ho avuto modo di vedere… e non si limitano solo a fare immediatamente un E.S.D.A. ma sottopongono il reperto – come si può dire? – ad una… lo mettono in una specie di frigorifero, in sostanza ecco, non mi è stata data la possibilità di vedere, di scoprire cosa esattamente fanno, non deturpano niente perché non si rovina la natura fisica documentale ma con ogni probabilità potenziano quei solchi che sono troppo leggeri per essere evidenziati da un E.S.D.A.. Ecco quindi la necessità di fare un accertamento è estremamente minuzioso e quindi evidenziare determinate dizioni. Poi se le dizioni sono parzialmente visibili, anche dell’E.S.D.A., difficilmente è possibile operare una disamina grafonomico comparativa e stabilire a chi appartenga quella dizione perché abbiamo solamente una visione parziale dell'elemento e quindi un tracciamento può essere completamente - anche in buona fede - considerato valido invece è errato.
Presidente: Va be’ mi sembra che il professore abbia dato questi chiarimenti, le parti ne faranno l'uso che credono.

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