mercoledì 30 novembre 2011

Giuseppe Pizzo - Deposizione del 15 giugno 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

A.B.: L’asta guidamolla è piccolina vero?
G.P.: Non ho capito.
A.B.: L’asta guida molla è piccolina?
G.P.: Me lo chiede… Cioè… Non capisco la domanda.
A.B.: L’ha vista lei mai un’asta guidamolla?
Presidente: L’asta guidamolla di una pistola.
G.P.: Sono un’assistente di Polizia, in dotazione ho una pistola, credo di si, se poi lei vuole fare dello spirito facciamolo pure, racconto pure una barzelletta.
A.B.: Qua non c’è nessuno spirito…
A.F.: Lo spirito lo fate voi.
A.B.: Non c’è spirito…
Presidente: Allora passiamo alle domande perché questo discorso non c’entra niente.
A.B.: Certo, mi scusi signor Presidente, io non faccio nessuno spirito, parlava di asta guidamolla…
G.P.: Io non ho mai parlato di un’asta guidamolla.
A.B.: Mi scusi Presidente la domanda…
Presidente: Lei ne ha parlato.
A.B.: Si ne ho parlato, si parlava di asta pensavo alla guidamolla.
Presidente: Allora l’asta guidamolla non ha nulla a che fare credo…
A.B.: Con questa cosa no. Ecco Presidente si parlava sempre di aste, lei nel 1990, dice il signor Pubblico Ministero, l’ha accennato stamattina, sono state fatte delle riprese televisive…
G.P.: Si.
A.B.: C’era lei in quel periodo?
G.P.: In che…
A.B.: A Firenze?
G.P.: Si.
P.M.: Nel ’90 scusi, faccia la domanda, forse non ha capito, nel 1990, lei è venuto nel ’92 ha detto.
G.P.: Si.
A.B.: Ecco lei è venuto nel ’92 non nel ’90…
G.P.: Comunque quello che ho fatto è relazionato, c’è la mia firma quindi…
A.B.: Abbia pazienza…
G.P.: Io ho pazienza, molta.
A.B.: Lei fa il suo dovere e lo fa molto bene…
G.P.: La ringrazio.
A.B.: Io non prendo mai in giro nessuno, cerco soltanto di fare il mio dovere.
G.P.: Anch’io.
A.B.: Qualche volta cerco di alleggerire… capito?
Presidente: Va bene…
A.B.: …la severità della… della…
G.P.: Capisco.
A.B.: Probabilmente sbagliando ma insomma lo devo fare. Ecco, lei è venuto qui a Firenze quando? Nel millenovecento…
G.P.: ’91.
A.B.: ’91, quando si è occupato lei materialmente, perché comandato dai suoi superiori, di questo caso?
G.P.: Subito.
A.B.: Volevo domandarle…
G.P.: Dica.
A.B.: Quando… lei si è occupato di questo caso quando già Pacciani era uscito oppure quando ancora era dentro?
G.P.: No quando Pacciani era uscito.
A.B.: Era già uscito.
G.P.: Si.
A.B.: La casa… questa casa che era stata adibita come punto di osservazione…
G.P.: Si.
A.B.: … era già da qualche tempo punto di osservazione oppure no?
G.P.: No non era da qualche tempo, subito da gennaio.
A.B.: Da gennaio era il punto di osservazione.
G.P.: Si.
A.B.: Quindi da questa casa voi osservavate praticamente le mosse…
G.P.: Si ma non tutti i giorni, quando era disponibile la casa e quando… dal… i colleghi del gruppo di lavoro ci inviavano sul posto per un qualche cosa che usciva fuori da…
A.B.: Mi sembrava di aver capito ieri l’altro dal dottor Perugini che era una casa vuota…
G.P.: Come?
P.M.: Sono più case avvocato.
G.P.: Sono più case avvocato.
A.B.: Ah io non le so
G.P.: Comunque non era nella nostra piena disponibilità.
A.B.: Non era nella vostra piena disponibilità.
G.P.: No.
A.B.: Senta, questa… quando è successo questo fatto e lui girava erano già state effettuate una serie di perquisizioni in casa Pacciani?
G.P.: Credo di si.
A.B.: Se lo ricorda?
G.P.: Si.
A.B.: Se lo ricorda ed era stato anche, se lei ricorda, era stato già Pacciani formalmente indagato…
P.M.: Ma come fa a saperlo?
G.P.: Avvocato io…
A.B.: Lo sto domandando scusi…
Presidente: Domandiamoglielo.
A.B.: Lo sto domandando, mi pare…
Presidente: Non interrompiamo il difensore.
A.B.: Lei sapeva che nei confronti di Pacciani vi era un’imputazione, un’accusa ben precisa, di essere lui l’ipotetico autore di tutti quei misfatti, di quei delitti o no?
G.P.: Si.
A.B.: Ohooo, quindi era già stata questa casa oggetto di varie perquisizioni, se le ricorda?
G.P.: Si.
A.B.: Quindi perquisizioni già quando lui era dentro, perquisizioni quando lui era ancora dentro, perquisizioni quando lui poi uscì fuori…
G.P.: Si.
A.B.: Ecco le perquisizioni da quello che risulta dagli atti erano fatte da più persone, cioè da lei, da altri…
G.P.: No io non ho mai fatto perquisizioni.
G.P.: No da altre persone ma insomma c’erano Carabinieri e Polizia, 5,6,7 persone eppoi vi fu anche una serie di attività…
P.M.: La domanda se viene perché “vi fu un’attività” è un affermazione…
Presidente: Facciamo parlare il difensore…
A.B.: Io sto domandando…
P.M.: No è un’affermazione…
A.B.: Le sto domandando se vi fu una certa attività, perché i giornali ne parlarono, io non mi occupavo del caso Pacciani allora quindi lo vedevo sui giornali, sentivo, eccetera, vi fu un’attività di ricerca attenta, minuziosa con smantellamento di cose varie, addirittura di suppellettili, no di suppellettili proprio di mura eccetera…
P.M.: E’ un’affermazione questa non è una domanda
A.B.: S’è visto, s’è visto tutti.
Presidente: Proseguiamo, forza su.
A.B.: Ecco questa era già stata fatta questa quando… si ricorda quando fu fatta questa attività di ricerca…
G.P.: La maxi-perquisizione?
A.B.: Si la maxi-perquisizione.
G.P.: Questa al termine del servizio.
A.B.: Quando fu? Se lo ricorda? Dopo questa…
G.P.: Dopo, certamente.
A.B.: Dopo quel servizio.
G.P.: Si.
A.B.: Ecco però erano state fatte anche altre perquisizioni o no?
G.P.: Sicuramente.
A.B.: Sicuramente, lei ecco, mi scusi, lei ha dato una idea abbastanza onomatopeica si dice…
G.P.: No io non do idee, io quello che vedo scrivo, non do idee.
A.B.: L’idea attraverso quello che…
Presidente: Avvocato adesso sono io a dirle di fare la domanda.
A.B.: Si, ha dato un’idea di questo signore che cerca no?
G.P.: Non idea, ho visto Pacciani…
A.B.: Ha dato a me un’idea, scrivendo lei mi da un’idea…
G.P.: Si, comunque le ricordo, signor avvocato le ricordo che non è che io ho visto Pacciani sondare…
A.B.: Ah…
G.P.: E’ stato un vicino di Pacciani…
A.B.: Ah!
G.P.: Che ci ha informato.
P.M.: Ce l’ha detto.
A.B.: Ah si, cioè che faceva? Che sond…
Presidente: L’ha già detto avvocato.
G.P.: Sondava avvoca…
A.B.: Che sondava? Va be’… Si metteva nel… Girava intorno alla… Sondava il terreno, il terreno incolto o colto? Non lo so se era…
G.P.: Avvocato colto, incolto non lo so.
A.B.: Va be’ non si arrabbi, scusi io le sto facendo la domanda…
G.P.: Io non mi arrabbio.
A.B.: La domanda è ben precisa… va bene, basta, volevo sapere da lei queste cose, lei me le vuol dire, non si preoccupi…
G.P.: Come no io voglio dire tutto, dica.
A.B.: E allora basta, l’ha già detto.
Presidente: Avvocato questa è un’opinione sua, il teste risponde…
P.M.: ha risposto fin’ora da cosa deduce che non glielo vuol dire scusi?
G.P.: Io ho detto non me lo vuol dire?
P.M.: Così abbiamo capito.
A.B.: Io non ho detto…
P.M.: Così abbiamo capito.
Presidente: Avvocato tutto potrà dire al teste tranne che il teste non risponde, ha sempre risposto…
A.B.: Nooo assoluta…
Presidente: Forse le risposte non saranno state di suo gradimento, non lo so…
A.B.: Non voglio gradimenti nelle risposte, voglio capire.
Presidente: Gliene faccia… faccia altre domande.
A.B.: Voglio soltanto capire e basta, niente, lui l’ha saputo da questa persona che lui sondava.
G.P.: Sondava.
Presidente: Lo aveva già detto.
A.B.: Basta, grazie.
G.P.: Prego.
A.F.: Dovrei fare un’altra domanda signor Presidente.
Presidente: Prego avvocato Fioravanti.
G.P.: Dica.
A.F.: Senta, questo signore che guardava dalla finestra e che ha riferito a lei, due punti, che Pacciani scavava una buca, che sondava, gli ha detto anche o vi ha riferito anche che Pacciani ha vangato tutto l’orto?
G.P.: Dunque che scavava l’abbiamo visto noi e documentato con fotografie, per quanto riguarda altro no.
A.F.: Sondava.
G.P.: Si.
A.F.: Lei ha detto sondava.
G.P.: Sondava.
A.F.: lei ha detto scavava… Prima sondava…
G.P.: Scavava lo abbiamo documentato e visto noi il giorno 27.
A.F.: Si.
P.M.: La sonda il giorno 23.
G.P.: Si.
A.F.: Ma a me della sonda non mi interessa, a me interessa se vicino alla buca che Pacciani ha fatto c’era un’acacia per terra? Ve l’ha raccontato quel signore?
G.P.: No.
A.F.: Non ve l’ha raccontato?
G.P.: No.
A.F.: V’ha raccontato tutto e questo no? Grazie.
G.P.: Ha raccontato solo del Pacciani che sondava il terreno il giorno 23.
A.F.: O ha raccontato altre cose e voi non l’avete annotate?
G.P.: Avvocato io annoto tutto, sono un’assistente della Polizia di stato.
A.F.: Ah benissimo, grazie, grazie no, no io son convinto della sua diligenza.
G.P.: Anch’io della sua.
Presidente: Avvocato Colao.
A.F.: Siamo convinti tutti e difatti io sto cercando la verità…
A.C.: Prego, scusi, sulla sonda lei ha avuto modo di vederla? In mano, l’ha presa in mano la sonda?
G.P.: No, purtroppo no.
A.C.: L’ha sentito per riferito.
G.P.: No l’abbiamo notata poi quando il vicino ci dice che nei giorni precedenti il Pacciani sondava con una sonda questo terreno, ci fa notare che la sonda è ancora conficcata al centro del terreno stesso, quindi la sonda era ancora lì. Purtroppo era a molti metri da noi, cinque/sei metri da noi.
A.C.: Ecco, come è alta la sonda? Com’è lunga? Com’è grossa? Lei prima ha mostrato l’asta lì…
G.P.: Si.
A.C.: Ma ci può dire come…
G.P.: Si più o meno usciva un metro dal terreno, più o meno un metro.
A.C.: Come finisce…
G.P.: No era una sond… cioè un ferro, un ferro nero.
A.C.: Ecco e a contrasto con corpi duri avrebbe dovuto…
G.P.: No questo…
A.C.: Dare la sensazione se c’erano o no corpi duri…
G.P.: Purtroppo non eravamo presenti alla…
Presidente: Questa è una conclusione sua avvocato, questa è una deduzione sua.
A.C.: Si.
G.P.: Non posso dirlo.
P.M. (fuori microfono): Bravissimo questo ragazzo, speriamo sia uguale a quegli altri...
A.C.: Capisco, va bene grazie.
G.P.: Prego.
Presidente: Altre domande al teste signori?
P.M.: No grazie.
Presidente: Possiamo licenziarlo grazie.
P.M. (fuori microfono): Eccezionale.
G.P.: Buongiorno a tutti.
P.M. (fuori microfono): Bravissimo.

martedì 29 novembre 2011

Giuseppe Pizzo - Deposizione del 15 giugno 1994 - Prima parte

Giuseppe Pizzo fu ascoltato il 15 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
Presidente: Prego signor Pubblico Ministero.
P.M.: Si, sentirei gli agenti… gli assistenti Pizzo e Colagiacomo della Criminalpol… lei è? Pizzo.
Presidente: Si accomodi, vuol dare il suo nome? Buongiorno, sieda pure, consente la ripresa televisiva?
G.P.: Si.
Presidente: Pizzo Giuseppe nato a?
G.P.: xxxx xx xxxxx, provincia di Caserta il xx.xx.  ’xx.
Presidente: Lei è? Assistente…
G.P.: Assistente della Polizia di stato.
Presidente: Polizia di stato, legga per cortesia…
G.P.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero e poi a quelle dei difensori?
G.P.: Si.
P.M.: Signor Pizzo lei ha detto è un assistente della Polizia di stato…
G.P.: Assistente della Polizia di stato.
P.M.: Dove opera normalmente?
G.P.: Presso la direzione centrale della Polizia criminale servizio Polizia scientifica di Roma EUR.
P.M.: A Roma, ha mai operato a Firenze?
G.P.: Si per sei mesi.
P.M.: Dove esattamente?
G.P.: A San Casciano Val di Pesa.
P.M.: Ci vuole spiegare il periodo e quali sono state le sue mansioni?
G.P.: Il periodo è stato da dicembre a maggio ’91.
P.M.: Dicembre ’91, maggio?
G.P.: ’92.
P.M.: E vuole spiegare in questo periodo qual è stato il suo incarico programmato e cosa ha fatto in concreto?
G.P.: Si, programmato è quello di installazione di apparecchiature per… in pratica microspie
P.M.: Per intercettazioni ambientali.
G.P.: Per intercettazioni ambientali, poi riprese video e documentazione fotografica in più seguivamo tutti gli spostamenti del Pacciani.
P.M.: Senza farvi vedere ovviamente.
G.P.: Ovviamente.
P.M.: Da dove facevate questa operazione?
G.P.: Mercatale Val di Pesa.
P.M.: Si, dico, eravate in appartamenti…
G.P.: Presso un appartamento attiguo.
P.M.: Dall’appartamento attiguo si vedeva innanzitutto il cortile, l’orto del Pacciani?
G.P.: Si si vedeva il cort… l’orto del Pacciani.
P.M.: Lei ha fatto quindi questa attività di osservazione?
G.P.: Si.
P.M.: Insieme a qualchedun’altro?
G.P.: All’agente Colagiacomo Enrico.
P.M.: Lei e l’agente Colagiacomo avete in particolare steso due annotazion in cui… una datata 23 gennaio e una 27 gennaio ’92 in cui descrivete una particolare attività che avete visto quel giorno nell’orto, la vuole descrivere dettagliatamente sia quella del giorno 23 gennaio ’92 che quella del 27 gennaio? Innanzitutto voi cosa stavate facendo? Eravate lì per questo scopo?
G.P.: Noi non eravamo lì per quello scopo, siamo stati inviati sul posto da personale operante, dal gruppo di lavoro che intercettava appunto l’ambientale e dal dottor Perugini.
P.M.: E cosa avete visto e da dove? Cominciamo con il giorno 23.
G.P.: Il giorno 23, dunque il nostro punto di osservazione era appunto a otto metri circa dall’orto di Pacciani…
P.M.: Da una finestra scusi? Di un appartamento?
G.P.: Da una finestra che dava proprio sull’orto del Pacciani abbiamo notato il Pacciani, il giorno 23, alle ore 17:00 circa, il Pacciani presente nell’orto senza alcun attrezzo di lavoro s’intratteneva per circa un’ora senza fare alcuna attività lavorativa e guardava insistentemente per tutto l’orto come se cercasse qualcosa.
P.M.: Si chianava?
G.P.: Si si chinava, guardava ma non aveva alcun attrezzo e non faceva altro.
P.M.: Lei ricorda di aver visto questa attività col suo collega?
G.P.: Si.
P.M.: E voi eravate stati mandati perché dalle intercettazioni si era capito che era andato nell’orto?
G.P.: Nell’orto.
P.M.: E quindi foste comandati in questo luogo. Lei ricorda il punto dell’orto… girava o era in punti più o meno fissi?
G.P.: No girava comunque, comunque rimaneva sempre nei pressi di una catasta di tegole che aveva lì nell’orto.
P.M.: Vicino alla terra.
G.P.: Vicino alla terra si.
P.M.: Senta un po’, voi vi informaste presso i vicini o qualcuno se questa attività l’aveva già fatta?
G.P.: Si, comunque un vicino ci disse che il Pacciani nei giorni precedenti a questo…
P.M.: Il vicino che voi conoscete?
G.P.: Che noi conosciamo.
P.M.: Ci può dire il nome?
G.P.: non lo ricordo.
P.M.: Non lo ricorda lei, bene lo troviamo, comunque il vicino di casa.
G.P.: Il vicino di casa ci disse…
P.M.: Quello che vi aveva dato quell’appartamento?
G.P.: Si.
P.M.: Bene.
G.P.: Il Pacciani nei giorni precedenti a questo servizio… questo signore vedeva il Pacciani sondare il terreno con un ferro, con un’asta di ferro e l’asta infatti era… l’abbiamo vista anche noi perché era rimasta lì conficcata nei pressi di queste tegole.
P.M.: Questa asta non era un attrezzo agricolo?
G.P.: No assolutamente.
P.M.: Era un’asta
G.P.: Sondava il terreno, così ci disse questo signore.
P.M.: Ecco, e voi l’avete visto vicino a questa sond… a questo…
G.P.: A questa sonda diciamo, si.
P.M.: E voi per questo avete fatto questa relazione?
G.P.: Certo, anche perché…
P.M.: Bene, nei giorni successivi avete visto un’attività simile? Avete fatto una relazione…
G.P.: Si il giorno 27.
P.M.: Cosa è successo?
G.P.: Il giorno 27 ci siamo portati sul posto, sempre su segnalazione e del dottor Perugini e del gruppo di lavoro della sala di intercettazione e abbiamo visto il Pacciani, erano circa le ore 14:00, che era chinato, stava scavando una buca proprio nelle immediate adiacenze di questa catasta di tegole, tirava fuori della terra usando un attrezzo da muratore.
P.M.: Che attrezzo era?
G.P.: Credo una cazzuola.
P.M.: Non è che stesse piantando degli alberi o delle piante?
G.P.: No, no non ho visto alberi… non ho visto… comunque era a ridosso di una rete divisoria, diciamo…
P.M.: Ho capito, senta una cosa e la continuò o a un certo punto la smise?
G.P.: A un certo punto, dopo circa un’ora, arrivò la figlia Rosanna e smise.
P.M.: Ho capito.
G.P.: Poi non riprese l’attività anche perché noi poi ci siamo spostati per fare altro servizio.
P.M.: Bene, avete fatto delle fotografie comunque?
G.P.: Si abbiamo documentato tutto con delle fotografie.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Signori avvocati della difesa? Avvocato Fioravanti prego.
A.F.: Senta una cosa, prima di essere poliziotto lei che cosa ha fatto nella vita?
G.P.: Dunque sono tredici anni che faccio il poliziotto e diciotto anni ho studiato.
A.F.: Ecco, la sua famiglia che attività aveva?
G.P.: Comunque e…
P.M.: Chiedo scusa Presidente…
Presidente: Aspetti, aspetti, non ammetto questo genere di domanda avvocato.
G.P.: Posso rispondere comunque.
A.F.: Lei è pratico… lei è pratico…
G.P.: Non sono un contadino.
A.F.: …di lavori agricoli?
G.P.: Si, sicuramente.
A.F.: Ha fatto mai lavori agricoli?
G.P.: No anche perché xxxx xx xxxxxx è un paese agricolo.
A.F.: Ecco, quando uno ha un terreno o un orto e abita nelle vicinanze mi può dire se a lui è proibito guardare o osservare l’orto?
P.M.: Per carità Presidente!
A.F.: Io chiedo.
P.M.: Presidente…
G.P.: Avvocato io non ho detto che…
A.F.: Io chiedo…
Presidente: Avvocato…
A.F.: ha visto…
G.P.: Posso rispondere.
Presidente: Avvocato lui ha descritto quello che ha visto.
A.F.: Si.
P.M.: Era comandato a fare un servizio.
Presidente: Le illazioni…
A.F.: No non sono illazioni, lui ha riferito: “Guardava all’orto come se cercasse qualcosa”
G.P.: Si.
A.F.: Ecco, quando uno coltiva un orto, ce l’ha vicino casa…
G.P.: Ma io non ho detto che cosa… qualcosa…
A.F.: Qualcosa.
G.P.: Quello che stava facendo l’ho scritto nella relazione.
A.F.: Si, si ma io l’ho letta la sua relazione!
G.P.: E io quello ho scritto.
Presidente: Magari chiediamogli perché ha avuto questa sensazione…
A.F.: Perché lei ha pensato che stesse cercando qualcosa?
G.P.: Uno che gira per l’orto, guarda così per terra, si gira… posso fare quello che ha fatto, che faceva quel giorno se vuole…
A.F.: Ma può cercare i lombrichi?
G.P.: Può cercare?
A.F.: I lombrichi, gli animali che sono a rovinare le piante…
G.P.: Purtroppo ahimè non posso leggere la mente di Pacciani, ahimè…
A.F.: Ecco e di fatti lei non leggeva nella mente di Pacciani ma la leggeva…
G.P.: E in fatti non ho scritto quello che cercava, comunque qualcosa cercava.
A.F.: Ecco, “si è fermato nei pressi di una catasta di tegole”
G.P.: Si.
A.F.: Dove era questa catasta di tegole?
G.P.: Dunque la catasta era… va be’ i metri purtroppo non… a circ… comunque nell’adiacenza dell’ingresso dell’abitazione del Pacciani.
A.F.: L’ingresso dell’abitazione dove si trova?
G.P.: Sulla destra della nostra postazione, a circa otto metri da noi, comunque è documentato tutto dalle fotografie.
A.F.: Lei entra… lo sa meglio di me perché c’è stato, anche se sei mesi soltanto, entra c’è un corridoio…
G.P.: Non sono mai entrato a casa Pacciani comunque.
A.F.: Però l’ha visto.
G.P.: Ho visto si.
A.F.: Quando si entra nell’orto si viene da un…
G.P.: Non sono… per guardare quello che ho visto, quello che ho guardato non sono entrato nell’orto.
A.F.: Era nella casa a fianco…
G.P.: Da una finestra.
A.F.: Da otto metri di distanza.
G.P.: Da una finestra di fronte, la casa di Pacciani rimaneva sulla destra, la catasta stava a pochi metri dal… dal…
A.F.: Lei ha fotografato anche precedentemente al 6 dicembre quest’orto?
G.P.: No erano servizi improvvisi che da le intercettazioni ambientali ci avevano mandato sul posto per eventuali spostamenti del Pacciani.
A.F.: Quindi dalle sue prime foto… risalgono a quando le sue prime foto?
G.P.: Le foto risalgono al… queste foto al giorno 27.
A.F.: 27 gennaio.
G.P.: Si.
A.F.: Prima non avete fotografato?
G.P.: Ci son delle relazioni, devo consultare.
A.F.: Comunque io spero che il Pubblico Ministero ci porterà le foto precedentemente del giardino…
G.P.: Se esistono…
A.F.: E se la situazione logistica o meglio la situazione dei luoghi era quella…
P.M.: Se ci ha detto che non le ha fatte io non so come me le procuro comunque ad impossibilia provo a veder se riesco…
A.F.: Ecco se precedentemente al 27 gennaio…
Presidente: Non solo ma poi se lui le porta e si fa le solite eccezioni…
P.M.: Ah ecco, quello me lo riservavo a dopo, chi è causa del suo mal, dicono al mio paese…
Presidente: Ci toccherà andare….
A.F.: Ma questo lo giudichiamo noi se…
P.M.: No lo giudico io perché le foto, se ci sono, voi non consentite che le produca, come avete fatto per il filmato, dove nel filmato del ’90 avrebbe la difesa avuto tutto lo spazio per dimostrare come era quel…
Presidente: Ormai la Corte non le ammette.
P.M.: Basta, io…
A.F.: Però lo giudichiamo noi se sono utili a noi non lo può giudicare l’accusa
P.M.: Avvocato se non le ha viste come fa a sapere se sono utili o meno?
A.F.: E chi lo ha detto che non le ho viste?
P.M.: Scusi eh… le ho sempre avute io, la Corte non le ha ammesse… o lei è venuto notte/tempo nel mio ufficio o non le ha viste avvocato.
A.F.: E anche su questo potrebbe fare un’indagine.
Presidente: Va bene, signori…
P.M.: Farò un’indagine.
Presidente: Lasciamo stare gli screzi.
A.F.: Però io non sono abituato a fare queste cose.
Presidente: Lasciamo stare gli screzi.
P.M.: E allora non le ha viste avvocato.
Presidente: Proseguiamo con l’esame del teste, avvocato Fioravanti prego.
A.F.: Volevo chiedere un’altra cosa, avete conservato quell’asta di ferro…
G.P.: Avvocato con la mente non riesco a recuperare l’asta e a portarla, io quel giorno ho visto l’asta conficcata, ho fatto presente con la relazione non ho sequestrato nulla altrimenti agli atti ci sarebbe un verbale di sequestro e tutto il resto.
P.M.: Bravissimo, bravissimo.
A.F.: Quest’asta… io…
Presidente: Non facciamo commenti.
A.F.: Io non lo so se il Pubblico Ministero mi possa interrompere ogni momento.
Presidente: Non facciamo commenti.
A.F.: Io non l’interrompo quasi mai Presidente.
Presidente: Non dovete fare commenti, nessuno.
A.F.: Io non l’interrompo mai.
P.M.: Meno male ha detto “quasi”.
Presidente: Anche perché perdiamo tempo.
A.F.: Quasi, quando è necessario si.
Presidente: Procediamo.
A.F.: No io dicevo questo: quell’asta che lei ha visto conficcata nel terreno…
G.P.: Si.
A.F.: Poteva essere un paletto che reggeva la rete di recinzione? Uno di quei paletti quasi triangolare?
G.P.: Nno, comunque un’asta di ferro può reggere…
A.F.: Ma lei la ricorda la configurazione di quest’asta? Precisa
G.P.: Sicuramente, come questa qui (indica l’asta del microfono n.d.r.).
A.F.: Quindi è rotonda?
G.P.: Si.
A.F.: Può un ferro rotondo reggere una rete metallica di recinzione?
G.P.: Può tutto un…
A.F.: Può tutto, può essere anche una canna di fucile?
G.P.: Può essere tutto.
A.F.: Non ho nessun’altra domanda.
G.P.: Comunque non era una canna di fucile.
A.F.: O un pezzo di asta guida molla.
G.P.: Si.
A.F.: Grazie.
A.B.: No è piccolina quella…
G.P.: Comunque non l’ho capita questa, l’ultima avvocato.

lunedì 28 novembre 2011

Giuseppe Daidone - Deposizione del 15 giugno 1994

Giuseppe Daidone fu ascoltato il 15 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
Presidente: Prego signori.
P.M.: Si Presidente.
Presidente: Pubblico Ministero.
P.M.: Sentiamo il maresciallo dei Carabinieri Daidone che è il teste che è stato indotto la volta scorsa dopo che… richiesto alla Corte e la Corte l’ha ammesso… dopo che l’imputato Pacciani raccontò in modo diverso l’episodio relativo alla perquisizione in carcere, siccome il Maresciallo Daidone, insieme al dottor Perugini e altri, ha firmato il verbale di perquisizione io ho chiesto ed ottenuto la volta scorsa di sentirlo oggi su quel fatto.
Presidente: Benissimo, Maresciallo consente la ripresa televisiva?
G.D.:
Presidente: A lei non gliene importa nulla, benissimo allora la ripresa è consentita, vuole leggere per cortesia quella formula e darci le sue generalità?
G.D.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, le sue generalità Maresciallo per cortesia…
G.D.: Daidone Giuseppe nato a Catania il xx.xx del 19xx, Maresciallo nei Carabinieri in servizio alla sezione anticrimine di Firenze.
Presidente: Vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero?
P.M.: Maresciallo lei ha redatto due verbali: uno di perquisizione e uno di sequestro datati 6 dicembre ’91, che sono già a disposizione della Corte, relativi a una perquisizione e sequestro di oggetti che sono stati fatti nella casa circondariale di Sollicciano al momento o prima delle dimissioni del Pacciani da quel carcere in quella data, lei ricorda questa perquisizione e questo sequestro?
G.D.: Si la ricordo questa perquisizione.
P.M.: Ecco, ci vuole raccontare, aldilà di quello che è già scritto nei verbali, cosa ricorda lei di quell’atto?
G.D.: Dunque quell’atto fu un atto, diciamo… d’urgenza, fatto la mattina in ufficio, telefonò il dottor Perugini dicendo che aveva ricevuto un decreto da fare una perquisizione al Pacciani perché usciva dal carcere e bisognava perquisirlo, s’arrivò alla casa circondariale di Sollicciano…
P.M.: Chi eravate? Lei con chi arrivò?
G.D.: Ero io con il Tenente Sangiuliano della sezione anticrimine. Si arrivò alla casa circondariale di Firenze-Sollicciano, trovammo il dottor Perugini con l’ispettore Lamperi che già aveva iniziato la perquisizione personale del Pacciani e aveva già… diciamo era in procinto di essere scarcerato e ci aveva già dei sacchetti neri della Fiorentinambiente con dentro documenti e altro…
P.M.: Ricorda dove era quando arrivò lei? In che zona del carcere eravate?
G.D.: Dunque eravamo all’ufficio matricola in un ufficetto, in una stanzina molto stretta…
P.M.: Alla matricola.
G.D.: Alla matricola.
P.M.: Bene.
G.D.: Si però non nell’ufficio grande, diciamo un ufficetto molto piccino.
P.M.: Bene, quindi lui aveva già le sue cose? Fra virgolette, già radunate?
G.D.: Si, si.
A.B.: Scusi signor Presidente, no, le domande scusi signor Pubblico Ministero lei faccia le domande senza anticipare la risposta.
P.M.: Non anticipo la risposta l’ha detto…
A.B.: Se aveva le sue cose… lui dice o si o no!
P.M.: Aveva dei sacchetti ci ha detto…
A.B.: Aveva dei sacchetti della Fiorentinambiente, vediamo che cosa c’era!
Presidente: Va bene via signori facciamogli raccontare…
P.M.: Posso chiederlo o…
A.B.: Io credo che lei debba fare la domanda, credo, credo.
P.M.: Credo di fare le domande come il codice prevede, lei faccia tutte le opposizioni che crede.
Presidente: Andiamo avanti.
P.M.: Posso andare avanti? Grazie. Vuole raccontarci allora com’è andata questa cosa?
G.D.: Allora aveva questa roba della Fiorentinambiente, naturalmente già il dottor Perugini aveva iniziato a guardare questi documenti che erano ritagli di giornali, manoscritti, lettere, comunque numerosa, diciamo, documentazione da guardare. Si guardò questa roba che era tanta, nel frattempo guardando anche il decreto di perquisizione che disponeva una perquisizione personale e locale, chiedemmo a un agente della Polizia penitenziaria se ci accompagnava, a me e al Tenente Sangiuliano, nella cella già occupata dal Pacciani mentre il dottor Perugini e l’Ispettore Lamperi continuavano questo esame della documentazione…
P.M.: Loro rimasero…
G.D.: Loro rimasero lì e noi, io e il Tenente Sangiuliano, insieme ad un agente della Polizia penitenziaria si andò nella cella già occupata dal Pacciani. S’arrivò lì e la cella era diciamo completamente vuota, non c’erano altri detenuti…
P.M.: Non c’erano altri detenuti.
G.D.: Non c’erano altri detenuti, si chiese all’agente della Polizia penitenziaria se non c’era perché mancava da poco mi disse: No il Pacciani ultimamente è stato qui da solo.
P.M.: Nella cella ci stava da solo.
G.D.: Nella cella ci stava da solo. Se non ricordo male mi disse che ci stava lì da non tanto tempo, da una quindicina di giorni…
P.M.: In quella cella…
G.D.: Non so se perché portato da un’altra cella o perché chi stava con lui… perché notai che c’erano due letti e due armadietti…
P.M.: Era una cella da due persone?
G.D.: Due persone, c’erano solo materassi, c’erano solo due armadietti…
P.M.: Vuota?
G.D.:Vuota, completamente vuota, si chiese se non c’era nulla di… di… da guardare perché era completamente vuota, chiesi addirittura al coso, all’agente se già fosse passata la Polizia, lui mi…
P.M.: La pulizia o la Polizia?
G.D.: No, no l’uomo delle pulizie.
P.M.: La pulizia.
G.D.: E mi disse che senz’altro era già passato perché era già mezzogiorno e qualcosa, era già passato sicchè nulla c’era da prendere, non abbiamo preso nulla, siamo ritornati un’altra volta nell’ufficio matricola per continuare l’esame di questa documentazione che era tantissima e lì si fece un verbale, diciamo, di tutta la… non si fece sul posto il verbale, si prese questa roba per fare un successivo verbale di acquisizione di tutta questa documentazione.
P.M.: Senta quindi pacchi, come dice il signor Pacciani, di riviste pornografiche lei non ne trovò in quella cella?
A.F.: No ma questa non è una domanda è una risposta.
P.M.: Ne trovò… la domanda: ne triovò pacchi…
A.F.: È una risposta.
Presidente: Avvocato ammetto la domanda.
P.M.: Trovò pacchi…
G.D.: Io ho detto che sono arrivato lì sul posto, non ho notato nulla di importante, ho anche chiesto all’agente della Polizia penitenziaria perché mi sembrava strano che un detenuto che avesse portato via della roba scarcerando e… non avesse lasciato in giro dello sporco, francamente il fatto di vedere pulito e niente in disordine mi invitò quasi a fare questa domanda, cosa che feci e lui mi disse: Mah a quest’ora saranno già passati quelli per fare le pulizie e l’avranno…
P.M.: Lei da quella cella non portò niente?
G.D.: Io non portai via nulla da quella cella.
P.M.: Bene grazie, non ho altre domande.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande? Signori avvocati della difesa, avvocato Bevacqua.
A.S.: Ne avrei una io Presidente.
Presidente: Ah un attimo, scusi avvocato, allora avvocato Santoni, mi raccomando tempestività, prego.
A.S.: Una delucidazione, in quella cella voi sapete quanti detenuti c’erano? Quando siete andati voi c’erano altri detenuti o no?
G.D.: Dunque io… quando sono andato io non c’era nessuno, non c’era persone, non c’erano detenuti, chiesi anche se c’erano altre persone, diciamo, mi disse l’uomo della… l’agente della Polizia penitenziaria mi disse che non c’era nessuno e che negli ultimi tempi, non ricordo i giorni, il Pacciani addirittura in cella era stato anche da solo.
A.S.: Grazie nessun’altra domanda.
Presidente: Prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta, negli ultimi tempi Pacciani era rimasto da solo, evidentemente prima era in compagnia…
G.D.: Così mi ricordo… come richiesta fatta all’agente di Polizia penitenziaria che mi diede questa risposta.
A.B.: Quindi evidentemente prima era in compagnia…
G.D.: Evidentemente… può darsi che prima fosse sta… io non chiesi…
A.B.: Le domando questo: sulla base delle dichiarazioni delle richieste, delle domande che ha fatto il signor Pubblico Ministero lei la mattina riceve, comunque voi ricevete una telefonata dal dottor Perugini, la mattina…
G.D.:Si.
A.B.: Ecco ohooo, il quale vi dice dobbiamo andare a fare questa perquisizione…
G.D.: Si.
A.B.: Ecco, le domando questo: voi facevate indagini collegate Carabinieri e Polizia?
G.D.: Confermo, non me ne occupavo direttamente, preciso questo.
A.B.: No, la domanda è questa, nel senso che ogni, qualsiasi atto di polizia giudiziaria che era richiesto dalla Procura dovesse essere fatto insieme…
G.D.: In collaborazione…
A.B.: In collaborazione, quindi non si poteva fare da soli? Ecco, è vero? Era questa la… in genere era così, la prassi era questa…
G.D.: Diciamo si.
A.B.: Quindi il dottor Perugini vi dice che vi era un decreto, che era in possesso di un decreto firmato dal Pubblico Ministero il quale lo autorizzava a fare… quindi autorizzava l’autorità, la polizia giudiziaria a fare una perquisizione, questo quando ve lo dice pressappoco?
G.D.: Penso verso le dieci e mezza/undici, diciamo il tempo materiale di prepararsi e andare, sono andato io, preciso questo, sono andato io quella mattina perché il collega che si occupava, diciamo, che collaborava con la squadra SAM che faceva le indagini era impegnato…
A.B.: Che era il Maresciallo Frillici… Capitano Frillici?
G.D.: Il Maresciallo Frillici e allora non essendoci lui e dovendo naturalmente offrire collaborazione per questo decreto andammo io e il Tenente Sangiuliano.
A.B.: Ecco, vi siete recati lì al carcere e al carcere c’era già il dottor Perugini e il…
G.D.: Si era già arrivato.
A.B.: E l’avete trovato nella?
G.D.: Nell’ufficio matricola e per giunta non nell’ufficio matricola, per chi lo conosce, penso che lei sa, non nell’ufficio grande, diciamo, in una stanzina, un ufficetto laterale… una cosa…
A.B.: Ecco, c’era il Pacciani là oppure no?
G.D.: Si il Pacciani era presente.
A.B.: Era là presente.
G.D.: Si
A.B.: Ecco e il dottor Perugini e l’altro collega del dottor Perugini o il suo dipendente stavano facendo la visione…
G.D.: Diciamo stavano…
A.B.: Stavano visionando questi documenti…
G.D.: Avevano iniziato, penso, anche a notificare il provvedimento e stavano iniziando… quando s’arrivò ebbi modo io di vedere questi sacchetti neri con della roba e poi s’incominciò anche a guardarla, poi data anche la ristrettezza, francamente, del posto e guardando il decreto che qualcuno doveva fare qualcos’altro, visto che c’era una perquisizione personale e locale, ci separammo, nel senso che no si andò a fare questo… tanto si doveva fare…
A.B.: E là non avete trovato nulla? Nella cella?
G.D.: Nulla, nulla perché era proprio pulita.
A.B.: Quindi tutta la roba era già stata portata in questi sacchi, in questi sacchetti?
G.D.: In questi sacchetti, all’interno di questi sacchetti.
A.B.: Ecco, lei li visionò esattamente oppure no? Cioè qualcuno andò su…
G.D.: Si.
A.B.: Chiedo scusa chi andò su? Lei e...
G.D.: Io e il Tenente Sangiuliano.
A.B.: Voi Carabinieri andaste su e non c’era più nulla, quanto siete stati su?
G.D.: Mah… poco, diciamo 5/10 minuti, il tempo di dare un’occhiata.
A.B.: Mentre gli altri continuavano a vedere, dopodiché voi siete…
G.D.: Siamo riscesi…
A.B.: E avete fatto le operazioni…
G.D.: Abbiamo visto, aiutato a guardare la roba, resoci conto che era così tanta, così numerosa che lì o si prolungava la permanenza del Pacciani in carcere, cosa non possibile dato che c’era un provvedimento di scarcerazione, o si stava lì a vedere ‘sta roba…
A.B.: Quindi avete preso questa roba…
G.D.: O si decideva per prendere questa roba, fare un sequestro del tutto e ripromettendoci di guardare questa roba…
A.B.: È stata materialmente presa tutta questa roba ed è stata portata dove?
G.D.: In Questura.
A.B.: In Questura, dove poi si è dato corso a tutta la… Non ho altre domande, grazie.
G.D.: Prego.
Presidente: Avvocato Fioravanti ha domande?
A.F.: No, no grazie.
Presidente: Possiamo licenziare il teste allora.
P.M.: Senz’altro Presidente.
Presidente: Può andare Maresciallo grazie, buongiorno.

venerdì 25 novembre 2011

Insufficienza di prove 2008/2011

Oggi Insufficienza di prove compie tre anni.
935 post da quando il 25 novembre 2008 pubblicai il profilo di Giovanni Calamosca.
Come ho scritto altrove ho letto ormai circa quaranta libri sull'argomento, ho visto documentari, films e programmi di approfondimento, ho visitato tutti i luoghi teatro dei duplici omicidi, ho controllato centinaia di riviste e quotidiani, ho cercato anche tra sentenze e perizie le sicurezze che hanno i membri delle varie fazioni naturalmente createsi davanti ad una vicenda così complessa; Io invidio chi riesce a dar credito ad una tesi piuttosto che ad un'altra, chi difende le proprie convinzioni schierandosi tra i "paccianisti" i "narduccisti" ed i seguaci della cosiddetta "pista sarda" io vi invidio, tanto, perchè ad oggi non ho idea di chi possa essere il "Mostro di Firenze".

Ringrazio (in ordine alfabetico): Benito Acomanni, Vieri Adriani, Alessandro, Anna, Annalisa, Antonio, Alessandra Bravi, Francesco Cappelletti, Paolo Cochi, De Gothia, Diego, Ed, Elena, Emma, Fabio, Fabrizio, Ale Feri, Federico, Gabriele, Giancarlo, Giuliano, Imma, Nanni, Nino Filastò, Leonardo, Lucia, Marco, Master, Salvatore Maugeri, Michele, OSR, R.P., Roberto, Rover, Santo, Tiziana, Thomas, Vigneron ma grazie anche a chi non fa un uso disinvolto della parola Giustizia e a chi fa il proprio lavoro.
Flanz

giovedì 24 novembre 2011

Carla Rossi - Deposizione del 15 giugno 1994

Carla Rossi fu ascoltata il 15 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
Presidente: Chi abbiamo ancora signor Pubblico Ministero?
P.M.: Possiamo rinunciare all’altro teste, mi sembra…
Presidente: Chi è?
P.M.: Che era la moglie del signore… Almeno il P.M. vi rinuncia.
Presidente: Volete sentirlo?
A.B.: Mah io vorrei sentire…
Presidente: E sentiamola, sentiamola, d’altra parte l’abbiamo fatta venire qua, si accomodi signora prego. Consente la ripresa televisiva?
C.R.: No.
Presidente: No, quindi nessuna ripresa per la signora, vuol dare le sue generalità?
C.R.: Rossi Carla, nata a Firenze il xx.xx.xx.
Presidente: Residente?
C.R.: A Firenze.
Presidente: Firenze, vuol leggere signora quella formula?
C.R.: Allora, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Vuol rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero e poi a quelle degli avvocati signora?
C.R.: Si.
Presidente: Prego.
P.M.: Signora voi nel 1985 avevate una casa a Madonna dei Fornelli?
C.R.: Si.
P.M.: Ricorda se invitavate amici? La domenica…
C.R.: Si.
P.M.: Ricorda per caso se fra gli amici ci sono mai stati i signori Nesi Rolando e Nesi Lorenzo?
C.R.: Si.
P.M.: Ricorda nel 1985 se sono mai venuti da lei nel mese di settembre?
C.R.: La data non me la ricordo, neppure l’anno.
P.M.: Neppure l’anno. Il Nesi Lorenzo è venuto più volte, che lei ricordi…
C.R.: Una volta sola.
P.M.: Una volta sola, con la moglie?
C.R.: Si.
P.M.: E era insieme al Nesi Rolando?
C.R.: Si.
P.M.: Non sa collocarlo nel tempo questa… per nessun motivo?
C.R.: Assolutamente, assolutamente.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile?
A.P.: Niente, grazie.
Presidente: Signori avvocati della difesa.
A.B.: Signora lei ricorda soltanto una volta il signor Nesi Rolando è venuto da lei… Lorebnzo, Rolando… come si chiama?
P.M.: No sono due diversi.
C.R.: Lorenzo.
Presidente: Lorenzo.
A.B.: Lorenzo, quello di stamattina Lorenzo?
P.M.: No.
A.B.: Rolando e Lorenzo, il signor Lorenzo quante volte è venuto da lei?
C.R.: Una volta.
A.B.: Una volta, Lorenzo e Rolando?
C.R.: Più volte.
A.B.: Ecco, Rolando sarebbe il testo originario… O quello di stamattina?
P.M.: No…
Presidente: Rolando è quello di stamani.
A.B.: Quello di stamattina è venuto parecchie volte…
C.R.: Si.
A.B.: Parecchie volte, non si ricorda che macchina avesse? No?
C.R.: No.
A.B.: Senta veniva la domenica oppure anche altri giorni? Sabato, venerdì…
C.R.: Rolando?
A.B.: Si.
C.R.: Mah in genere la domenica.
A.B.: Qualche sabato è venuto?
C.R.: Mah non ricordo.
A.B.: Non se lo ricorda. Senta signora, veniva con la moglie… ci aveva un bambino?
C.R.: Si.
A.B.: Ecco e normalmente cosa facevate? Mangiavate? Sto domandando cose…
C.R.: Si, andavamo a fare delle passeggiate, a giocare a carte…
A.B.: Venivano la mattina presto? La mattina verso le undici? Verso mezzogiorno? Venivano a mangiare?
C.R.: Si.
A.B.: Se se lo ricoda…
C.R.: A metà mattinata in genere.
A.B.: Poi facevate la colazione penso all’aperto, no? Si ricorda se pioveva quel giorno? Quei giorni? No?
P.M.: Non sa il giorno.
A.B.: Ecco all’aperto dopodiché alla sera cosa si faceva normalmente? Se lo ricorda signora perché è tanto tempo fa quindi io mi rendo conto…
C.R.: Non me lo ricordo.
A.B.: facevate uno spuntino a base di prosciutto? Formaggio? Qualche cosa del genere?
C.R.: Si qualche volta è capitato, merende-cene.
A.B.: Merende-cene e poi si andava via?
C.R.: Si.
A.B.: Lei però non può collocare nel tempo…
C.R.: Assolutamente.
A.B.: Assolutamente questa visita fatta fra i due… con i due Nesi… non se lo ricorda…
C.R.: No.
A.B.: Va be’ grazie signora.
Presidente: Signora lei non la sa collocare nel tempo ma ricorda qualche cosa in relazione all’omicidio che fu consumato in quel settembre ’85 negli Scopeti? In relazione…
C.R.: Mi pare, mi pare, ma…
Presidente: Le pare, va bene.
C.R.: Anche perché io sto a Firenze…
Presidente: Certo, certo, va bene, d’accordo, nessun’altra domanda possiamo licenziare la teste, grazie signora può andare buongiorno.

mercoledì 23 novembre 2011

Pasquale Massoli - Deposizione del 15 giugno 1994

Pasquale Massoli fu ascoltato il 15 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Sentiamo allora un altro teste.
P.M.: Massoli Pasquale.
Presidente: Massoli Pasquale, silenzio. Buongiorno si accomodi prego, signor Massòli o Massoli? Massoli Pasquale, buongiorno, consente la ripresa televisiva?
P.M.: Buongiorno, no.
Presidente: No, benissimo allora niente riprese televisive, fotografie eccetera, da le sue generalità signor Massoli per cortesia?
P.M.: Si, nato xx.xx.xx a San Casciano Val di Pesa, residente a Firenze, agente di commercio.
Presidente: Benissimo, vuol leggere quella formula per piacere?
P.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero e poi a quelle degli avvocati difensori?
P.M.: Si.
Presidente: Prego.
P.M.: Signor Massoli lei conosce Nesi Rolando e Nesi Lorenzo?
P.M.: Si.
P.M.: Li conosce entrambi?
P.M.: Si.
P.M.: Senta, ricorda se questi signoir… cioè lei ha una casa o aveva una casa a Madonna dei Fornelli nell’85?
P.M.: Si, si una casa a Madonna dei Fornelli.
P.M.: Ricorda se quei due signori che le ho indicato, cioè i due signori Nesi Rolando e Lorenzo, sono mai venuti con le loro famiglie da lei?
P.M.: Si, si sono venuti.
P.M.: E’ in grado di dirci se nell’85, nel settembre, vennero da lei?
P.M.: Cioè… E’ una cosa molto lontana, son venuti da me però dovessi dire il giorno preciso… Però c’è un fatto che collega questa vicenda…
P.M.: Ce lo vuol dire qual è il fatto che collega?
P.M.: Cioè che il giorno dopo ci fu il discorso di Firenze, che successe questa cosa no?
P.M.: Di Firenze dove?
Presidente: Cosa successe? Perché sennò…
P.M.: Si, degli Scopeti no? Di queste persone…
Presidente: L’omicidio dei francesi.
P.M.: Dei francesi si, ecco. Allora collegando questa cosa qui m’è rimasto impresso che quel giorno, il giorno prima erano venuti…
P.M.: Da lei. A me interessa se lei ricorda quel giorno in che orario siete venuti via da…
P.M.: Anche quello… di solito noi quando si vien via la domenica di lassù veniamo via verso… facciamo sempre una merenda-cena quindi sarà stato le 9:00, le 8:00 non mi ricordo. Grosso modo calcolo sempre… le volte che si viene via… calcolo sempre dalle 7:00 fino alle 9:00/9:30, ecco.
P.M.: Questo è il vostro orario. Lei ricorda quale strada fate normalmente per tornare a Firenze?
P.M.: Io faccio l’autostrada…
P.M.: E poi dove esce?
P.M.: No io sto a Firenze di casa quindi esco a Firenze, cioè Firenze nord.
Presidente: Firenze nord.
P.M.: Poi io ero in macchina per conto mio con mia moglie e mia figlia…
P.M.: Quindi non andaste… andaste ognun per conto suo quella sera?
P.M.: Noi si poi invece gli altri saranno stati in macchina insieme, non so.
P.M.: Quindi non ricorda assolutamente, aldilà del fatto che quella domenica furono da voi, la strada del ritorno se lei è uscito a Certosa, se è uscito a Firenze nord…
P.M.: No io di solito…
P.M.: Abita da un’altra parte della città quindi non…
P.M.: Abito diciamo dalla parte opposta, a nord…
P.M.: Quindi normalmente non… Bene non ho altre domande, grazie.
P.M.: Bene.
Presidente: Signori avvocati di parte civile?
A.P.: Nessuna, no grazie.
Presidente: Signori avvocati della difesa.
A.B.: Senta questi signori amici suoi erano venuti altre volte da lei?
P.M.: Da me è venuto solo… l’altre volte è venuto sempre Nesi Rolando e sua moglie mentre l’altra coppia l’unica volta che son venuti da noi.
A.B.: Senta facevate sempre merenda-cena prima di andar via?
P.M.: Di solito se era un posto a 50 chilometri da Firenze si mangia sempre qualcosa prima di tornare a Firenze sennò…
A.B.: Sempre? Non ho capito, si in genere…
P.M.: Si quando siamo… di solito si, si mangia sempre qualcosa prima di veni’ via.
A.B.: Grazie, grazie.
A.F.: Avvocato Fioravanti, senta lei è amico molto del signor Nesi Rolando e della signora Marretti?
P.M.: Si di Rolando Nesi si perchè ci si conosce da quando si frequentava le scuole e quindi siamo nati nello stesso paese, quindi lui lo conosco fin da piccolo.
A.F.: Lei sa che auto ha, aveva il Nesi Rolando?
P.M.: No. Che aveva? A quei tempi?
A.F.: Si.
P.M.: No.
A.F.: Con che auto è venuto su?
P.M.: E non me lo ricordo, non mi ricordo nemmeno della mia macchina sinceramente…
Presidente: Non è il solo.
A.F.: Ecco, quante volte era venuto su con lei il Nesi Rolando?
P.M.: Anche questa è una domanda che non gli so rispondere, è venuto altre volte quello me lo ricordo perché è un amico mio… siamo amici quindi è venuto altre volte però…
A.F.: Lei ha detto prima che il signor Nesi, l’altro Nesi non il Rolando, era venuto su per la prima volta…
P.M.: Si, si perché l’ho conosciuto diciamo… L’ho conosciuto perché ci si frequen… cioè s’andava a mangiare nel solito ristorante durante le pause di lavoro sicchè ci fu una volta si disse: Ti invito in montagna, facciamo una…
A.F.: Lei ricorda che auto aveva il Nesi Roland… il Nesi… l’altro Nesi… ora mi sfugge…
P.M.: Lorenzo.
A.F.: Lorenzo, grazie.
P.M.: No, neanche quello.
A.F.: Quindi non conosce le macchine dei suoi amici?
P.M.: No e le conoscevo ma non me le ricordo più, come fo a ricordarmele… di nove/dieci anni che vuoi mi ricordi delle macchine…
A.F.: Lei sa quanti chilometri sono da Madonna dei Fornelli a Firenze?
P.M.: Da Madonna dei Fornelli a Firenze dove abito io a Firenze…
P.M.: Si dove abita lei.
P.M.: A Firenze circa… circa eh 55/60 chilometri.
A.F.: Ecco a quell’ora in cui siete partiti voi l’autostrada, in genere, domenica sera se era domenica sera, è frequentata? E’ piena?
P.M.: A volte si… anche lì mica è sempre affollata uguale, a volte l’è più a volte l’è meno, dipende se c’è le partite di calcio, se non ci sono, se c’è la gente che torna dalle… se c’è un ponte, non si sa, come fo a saperlo?
A.F.: Ecco mese di settembre, quando siete partiti c’era ancora il sole?
P.M.:
Presidente: Non se lo ricorda?
P.M.: Tempo sembra che non sia stato… come fo a ricordarmene?
Presidente: Non se lo ricorda via.
A.F.: Grazie, grazie.
Presidente: Può escludere che quella sera i signori che erano venuti a trovarla abbiano fatto cena o uno spuntino da lei e siano invece andati a mangiare da un'altra parte?
P.M.: Eh anche questo… io so di solito si faceva una merenda-cena o si mangiava mettiamo da me, a casa mia, oppure ci si fermava lì sempre nella zona, mettiamo a una pizzeria, però…
Presidente: Però non si ricorda.
P.M.: Non mi ricordo.
P.M.: C’è una pizzeria vicino a…
P.M.: Si, si ci sono uno/due pizzerie.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Va bene, altre domande signori? Può andare grazie.
P.M.: Buongiorno.
Presidente: Buongiorno.

martedì 22 novembre 2011

Marretti Carla - Deposizione del 15 giugno 1994

Carla Marretti fu ascoltata il 15 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Chi sentiamo signor Pubblico Ministero?
P.M.: Sentiamo la signora Marretti Carla.
Presidente: La signora Marretti Carla, signora prego, si accomodi, buongiorno signora si accomodi prego, consente la ripresa televisiva?
C.M.: No, se possibile no.
Presidente: E quindi non inquadrate la signora, vuol dare le sue generalità signora?
C.M.: Io sono nata a San Casciano il xx.xx del ’xx.
Presidente: Risiede?
C.M.: A San Casciano.
Presidente: Vuole leggere quella formula per cortesia?
C.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero e poi a quelle dei difensori?
C.M.: Si.
Presidente: Prego.
P.M.: Signora mi scusi lei nel settembre ’85 dove abitava?
C.M.: A San Casciano.
P.M.: Lei conosce Nesi Lorenzo?
C.M.: Io lo conosco ma non molto bene.
P.M.: E’ mai stata con la sua famiglia, cioè con suo marito, all’epoca e col Nesi Lorenzo e la famiglia di Nesi Lorenzo a fare visite in campagna ad amici?
C.M.: Si.
P.M.: Ricorda una di queste gite in località Madonna dei Fornelli?
C.M.: Si.
P.M.: La sa localizzare nel tempo nel 1985 se c’è stata?
C.M.: Si fu una domenica.
P.M.: Ricorda quale domenica?
C.M.: L’8 settembre.
P.M.: la domenica… Come mai lo ricorda?
C.M.: Lo ricordo perché andammo lassù da questi nostri amici e niente… fu… fu…
P.M.: Questi amici chi erano signora scusi?
C.M.: Erano Massoli Pasquale e Rossi Carla.
P.M.: Lei in macchina con chi era?
C.M.: Io ero in macchina con il signor Nesi…
P.M.: Lorenzo?
C.M.: Si Lorenz che…
P.M.: E suo marito.
C.M.: E mio marito.
Presidente: Che è il teste precedente.
C.M.: Passò lui a prenderci la mattina a casa nostra.
P.M.: E la sera vi riaccompagnò lui?
C.M.: Si a casa.
P.M.: Senta a noi interessa un attimo, se lei lo ricorda, il viaggio di ritorno quella sera, lo ricorda?
C.M.: Non molto bene per l’esattezza.
P.M.: lei era in macchina del Nesi Lorenzo?
C.M.: Si io ero dietro.
P.M.: Con i bambini, con l’altra signora…
C.M.: No con il mio bambino.
P.M.: Col suo bambino. Non ricorda a che ora siete tornati? A che ora siete partiti da Madonna dei Fornelli grosso modo?
C.M.: Dunque a che ora siamo partiti non lo ricordo.
P.M.: A che ore siete tornati a casa?
C.M.: Eh l’ora… saranno state le nove e mezzo/le dieci.
P.M.: Un’ora di questo tipo, come mai pensa ad un orario di questo tipo?
C.M.: Perché da Madonna dei Fornelli siamo partiti sul tardi, mi ricordo che era abbastanza buio…
P.M.: Già alla partenza era abbastanza buio.
C.M.: Beh ora non lo ricordo bene.
P.M.: Comunque tornaste a buio, ricorda se faceste l’autostrada da Madonna dei Fornelli a Firenze?
C.M.: Non lo saprei dire.
P.M.: Il ritorno verso casa? Se passaste da Certosa?
C.M.: Nemmeno questo.
P.M.: Non ricorda. E l’ultimo tratto verso San Casciano ricorda da dov’è passata? Se passaste dalla strada degli Scopeti lo ricorda?
C.M.: Penso di si.
P.M.: Come mai, se lo ricorda…
C.M.: Perché noi che abitiamo a San Casciano passiamo molto spesso dagli Scopeti perché è più breve per andare a casa.
P.M.: Ecco ma dopo nei giorni successivi seppe che lì era avvenuto…
C.M.: Si infatti dopo nei giorni successivi, saputo di questo che era successo, con mio marito dicemmo: guarda siamo passati proprio di lì.
P.M.: Io non ho altre domande grazie
Presidente: Signori avvocati di parte civile?
A.P.: Niente grazie.
Presidente: Signori avvocati della difesa.
A.B.: Signora che macchina era quella con la quale vi siete recati da questi suoi amici?
C.M.: La macchina con cui siamo andati mi sembra fosse stata una Ritmo bianca.
A.B.: Questa Ritmo bianca di chi era?
C.M.: Del signor Nesi… non mi ricordo il nome.
A.B.: Siete andati, vi ha preso lui…
C.M.: Si la mattina è passato, siamo andati con lui e poi ci ha riaccompagnato a casa la sera.
A.B.: Vi ha riaccompagnato lui a casa la sera?
C.M.: Si.
A.B.: Ecco, lei era con suo marito, con…
C.M.: E con il mio bambino.
A.B.: Con il suo bambino e c’erano altra gente oltre lei?
C.M.: Mi sembra che ci fosse stata in macchina la moglie del signor Nesi.
A.B.: E nessun’altro?
C.M.: Ma non sono sicura.
A.B.: La moglie e poi nessun’altro?
C.M.: No.
A.B.: Ecco senta signora… benissimo e ci eravate stati qualche altra volta anche da questi signori?
C.M.: Da Massoli Pasquale?
A.B.: Si.
C.M.: Si qualche altra volta.
A.B.: Senta signora e eravate andati con la vostra macchina o con la macchina degli altri amici?
C.M.: Le altre volte con la nostra macchina.
A.B.: le altre volte con la vostra macchina.
C.M.: Si.
A.B.: Questa volta invece con la macchina del signor… La ringrazio.
C.M.: Non so per quale motivo non…
A.B.: Si certo io lo so, grazie.
Presidente: Prego avvocato Fioravanti.
A.F.: Signora lei come conosceva il Nesi Lorenzo?
C.M.: Io non lo conoscevo per niente infatti era se non la prima volta che lo vedevo perché non lo conoscevo.
A.F.: Ecco senta signora, lei dice che non ricorda se siete venuti in autostrada da Roncobilaccio alla Certosa…
C.M.: No.
A.F.: Ecco come… ma si ricorda perché invece di andare sulla superstrada siete andati per Tavarnuzze?
C.M.: L’ho detto prima.
A.F.: O se siete andati per Tavarnuzze.
C.M.: Perché è più breve per noi, per noi che abitiamo a San Casciano è più breve passare da gli Scopeti, noi li chiamiamo gli Scopeti quella strada, è più breve.
A.F.: Ma lei che zona abita di San Casciano? Abitava?
C.M.: Io abito a San Casciano.
A.F.: San Casciano… che zona? San Casciano…
C.M.: San Casciano zona Decimo.
A.F.: Scollinato? Dopo la Fiat?
C.M.: Ehmm… vicino, si, è una zona un po’ fuori.
A.F.: Quindi proprio all’imbocco… cioè all’uscita della strada che viene dalla superstrada?
C.M.: No un po’ dopo, cioè io abito a San Casciano però a un chilometro e mezzo dal paese, abito un attimino fuori dal paese.
A.F.: Si ma verso Chiesanuova?
C.M.: Nooo.
A.F.: Ecco lei sa che da Chiesanuova a San Casciano sono tre chilometri e otto?
C.M.: Si.
A.F.: Quasi quattro chilometri.
C.M.: Si.
A.F.: Mentre tutta la strada che viene dalla superstrada sono quattro chilometri.
C.M.: Questo non glielo so dire se sono quattro chilometri…
A.F.: Lei mi ha detto che è la strada più breve quella degli Scopeti per arrivare a San Casciano…
C.M.: Venendo da Firenze si.
A.F.: Da quale zona di Firenze signora? Se lei viene da Firenze-Scandicci si…
C.M.: Mah senta noi… noi quella strada degli Scopeti la facevamo molto spesso perché se dobbiamo andare a Firenze evitiamo di passare dalla superstrada e passiamo dagli Scopeti, passiamo sempre da lì, molto spesso.
A.F.: Ecco, arrivando all’uscita della Certosa, se siete usciti da quella strada lì, lei per andare agli Scopeti deve fare una…
A.F.: Se siete usciti da quella strada lì lei per andare agli Scopeti deve fare una…
C.M.: Siamo passati dal Galluzzo, da Tavarnuzze e poi abbiamo preso dal ponte in su per gli Scopeti.
A.F.: Siete passati da Galuzzo?
C.M.: Io… quella sera non me lo ricordo se siamo passati dal Galluzzo…
Presidente: Signora lei, capito, non deve pensare… lei deve ricostruire quella sera, se lei poi è abituata a passare dal Galluzzo questo è un altro discorso. Quella sera ricorda da dove siete passati?
C.M.: Se siamo passati
Presidente: Se siete passati dall’autostrada e usciti a Certosa…
C.M.: Eh senz’altro, per andare agli Scopeti si.
Presidente: Lei non deve dire quello che fa usualmente o che era abituata, se quella sera ricorda o se non lo ricorda…
A.F.: Lei quindi venendo dal Galluzzo, come ha detto, ha detto venendo dal Galluzzo…
Presidente: Venendo dal Galluzzo usualmente avvocato.
P.M.: No eheee avvocato via facciamo le cose in modo…
Presidente: Io l’ho richiamata.
A.F.: Sta dicendo questo, io mi sono…
Presidente: Avvocato via…
P.M.: Siamo tutti in grado di capire
Presidente: Lei… Pubblico Ministero per favore.
A.F.: Ad eccezione di me.
Presidente: Sta dicendo semplicemente che normalmente venendo da Firenze si passa per il Galluzzo, io invece ho invitato la signora a ricordare quella sera…
C.M.: Ho capito.
P.M.: La signora ci ha già spiegato perché ricorda…
A.F.: Ma la signora spiegherà… sta spiegando a me perché io non ho capito niente ancora quindi…
Presidente: Abbiamo capito benissimo.
A.F.: Forse sono duro di testa, stava spiegando a me non al Pubblico Ministero che ha capito. Ecco signora lei mi deve dire preciso, quando porta a dormire suo figlio la sera? In genere?
Presidente: Signori per favore fate silenzio, non voglio sentire brusii. Signora la domanda la può sorprendere ma è una domanda che l’avvocato fa per motivi che evidentemente ritiene validi.
C.M.: Allora adesso che ha tredici anni…
A.F.: No, no
Presidente: No signora.
A.F.: A quattro anni e mezzo signora.
C.M.: A quattro anni e mezzo andava presto a dormire, alle dieci, forse quella sera dormiva, dormiva in macchina con me.
A.F.: Ecco quando siete partiti da Roncobilaccio, da quel vostro amico, lei ha detto che era buio…
C.M.: Senz’altro sarà stato quasi buio, non mi posso ricordare esattamente.
A.F.: Grazie.
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Nessuna il P.M. grazie.
Presidente: Possiamo licenziare la teste, può andare signora.
C.M.: Grazie.
Presidente: Lei però non ricorda che la superstrada fosse chiusa?
C.M.: No.
Presidente: Non è in grado di ricordare. No, va bene, non è in grado di ricordarlo, buongiorno signora.

lunedì 21 novembre 2011

Walter Ricci - Deposizione del 24 maggio 1994


Walter Ricci fu ascoltato il 24 maggio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Possiamo proseguire con il prossimo teste.
P.M.: Si, senz'altro. Ricci Walter, grazie.
Presidente: S'accomodi il signor Ricci Walter, ecco signor Ricci, vuole leggere quella formula per cortesia
W.R.:Consapevole delle responsabilità morali e giuridiche che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è in mia conoscenza.
W.R.: Benissimo, vuol dare le generalità signor Ricci?
Ricci Walter nato il xx/xx del 'xx a Firenze abitante a San Casciano.
Presidente: A Firenze, residente San Casciano, dove?
W.R.: Via xxxxxxxxxxx xxx.
Presidente: Senta, consente la ripresa televisiva?
W.R.: Si, si, non ho niente…
Presidente: Benissimo allora lei può essere liberamente ripreso. Dunque Pubblico Ministero ci vuole indicare i verbali che lei ha prodotto? Con le date...
P.M.: Si, esattamente verbali sono quelli del 13 luglio '90 alla P.G., del 6 novembre '91 al P.M.
Presidente: Benissimo. Allora signor Ricci vuole rispondere alle domande per cortesia del Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Signor Ricci lei conosce o ha conosciuto Pacciani?
W.R.: Si.
P.M.: Come mai? Quando? In quale occasione? Lei che attività svolge?
W.R.: Io? Che attività? Sono in un'impresa edile, faccio un pò di tutto.
P.M.: Ecco e come ha conosciuto se l'ha conosciuto il Pacciani?
W.R.: L'ho conosciuto tramite che andavo a trovare gli asparagi…
P.M.: A trovare, scusi?
W.R.: Gli asparagi, tutti si sa cosa sono no?
P.M.: Si, si, si.
W.R.: Ah, ecco, le chiocciole e soprattutto l'ho conosciuto alla "Cantinetta del nonno" a San Casciano a fare una partitina a carte e a bere un bicchiere di vino o due…
P.M.: E c'era anche lui.
W.R.: E soprattutto l'ho conosciuto tramite il Vanni.
P.M.: Vanni, postino?
W.R.: Postino, preciso.
P.M.: Il Vanni che rapporto aveva col Pacciani?
W.R.: Mah, erano amici, amici intimi, erano sempre insieme e andavan di qui andavan di là… con la macchina…
P.M.: Vanni aveva paura del Pacciani?
W.R.: Eh questo si.
P.M.: Questo si, come mai? Perché le diceva che aveva paura?
W.R.: Paura… Paura perché andavano a queste feste di campagna, a queste cose… da’ noia sempre di qui, qualche volta ci si trova a leticare…
P.M.: A litigare come? Dar noia a chi?
W.R.: Leticare con la gente, a fare i cazzotti.
P.M.: Come mai?
W.R.: E perché rompeva un po’ i coglioni a tutti.
P.M.: “Rompeva un po’ i coglioni a tutti” in che modo?
W.R.: Scusate i termine.
P.M.: In che modo… si può rompere anche con le parole… Come mai?
W.R.: Anche con le mani.
P.M.: Con le mani, come mai?
W.R.: Toccava…
P.M.: Toccava… lo dica, lo dica.
W.R.: In parole come so io?
P.M.: Si.
W.R.: Toccava i’ culo alle done.
P.M.: Ecco, a queste feste…
W.R.: Riferito da i’ Vanni…
P.M.: Certo, lo sentiremo, sentiremo lui. Sa se il Pacciani aveva un fucile in casa?
W.R.: Si questo l’ho visto io.
P.M.: Sa se la paura del Vanni nei confronti del Pacciani derivava anche da un’arma diversa dal fucile che questi aveva?
W.R.: Bah… Il Vanni diceva anche: - Ieri sera siamo stati fuori, ci vo volentieri ma ho una gran paura, una gran paura, mi fa timore quell’omo… e poi con qui pistolone…- Io i che volesse fare con qui pistolone… i che l’era questo pistolone io non lo so.
P.M.: E dove la teneva questa pistola?
W.R.: Mah, sotto lì al criscotto.
P.M.: Nella macchina.
W.R.: Nella macchina.
P.M.: Lei l’ha visto?
W.R.: Io? In macchina insieme al Pacciani non ci sono mai andato.
P.M.: Senta una cosa e lei dice che una sera andò a casa del Pacciani lei?
W.R.: Io?
P.M.: La sua famiglia.
W.R.: Dietro casa ci avevo uno spiazzato di terreno, d’erba, io con mia moglie, mia figlia, mio figlio s’andò lì a far merenda e poi la sera volle in tutte le maniere che si restasse a cena…
P.M.: E quindi cenaste tutti insieme?
W.R.: E io per non fargli un torto e si resto a cena a casa sua.
P.M.: Cosa successe a questa cena?
W.R.: Successe che s’entrò in casa, tutto apparecchiato, ci si mise a sedere però s’era io, Pietro, la mi’ moglie e i mi’ figlioli e si cominciò a mangiare e dico: ma le tu’ figliole e la tu’ moglie? - Eh lasciale perdere, lasciale perdere loro le mangian da se, l’hanno bell’e mangiato, lasciale perdere – Ma io gli dissi: Senti Pietro io ci sto volentieri a casa tua, tu mi hai invitato, per me tu sei un amico però se tu fai venire anche la tu’ moglie e le tu’ figliole bene, sennò io mi rizzo e vo via perché unn’è i sistema – Allora fu costretto a farle venire lì, però senza mangiare, le si misero lì…
P.M.: Non mangiarono?
W.R.: No.
P.M.: Lei sa la storia del Pacciani… l’ha messa al corrente della sua ex-fidanzata? La cercava?
W.R.: So che è stato insieme a i’ Vanni…
P.M.: No lo racconti nei dettagli, l’ha già raccontato… Lo sa…
W.R.: Che andavano insieme a i’ Vanni…
P.M.: A cercarla?
W.R.: A vedere a Cerbaia e a il Vanni il Pacciani gli disse che… -Guarda quella è la mia ex-fidanzata così e così…-
Pietro Pacciani: Ma cosa racconti cretino!
Presidente: Stia zitto Pacciani!
A.B.: Zitto.
P.M.: Presidente chiedo scusa...
Presidente: Finisce male!
P.M.: Chiedo scusa, è da ieri che ogni volta che si sente un teste…
W.R.: Mi scusi dottor Canessa! Perché ora parlo io.
P.M.: Lo dica lei.
W.R.: Io non sono i’ Vanni… io non sono i’ Vanni no?
P.M.: I’ Vanni.
W.R.: No, no quello di ieri…
P.M.: Il Nesi.
W.R.: Il Nesi, io mi rizzo e ti do una seggiolata ni’ groppone, sia ben chiaro eh… se tu rifai un’altra cosa...
Presidente: Lei si limiti a rispondere e a dire la verità e basta, lasci stare, Pacciani se lei continua io l’allontano… così poi…
W.R.: Io non ho smentito niente di quello che dovevo dire e son tutte cose di verità.
P.M.: Non ho altre domande Presidente.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande? Nessuna, allora prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Grazie, senta signor Ricci…
W.R.: Si.
A.B.: Lei ha detto che questi suoi… che questo amico usciva spesso con il signor Pacciani…
W.R.: Sempre, erano sempre fuori insieme.
A.B.: E ha detto anche che qualche volta lei lo ha accompagnato…
W.R.: No io ho accompagnato il Pacciani a casa.
A.B.: A casa, perché Pacciani andava a piedi a giro?
W.R.: No andava a piedi… qualche volta veniva a “La cantinetta”, magari si faceva dare un passaggio da qualcheduno, lì da S.Anna, da Monte, e veniva a San Casciano…
A.B.: Quindi a piedi? Cioè veniva a…
W.R.: Non lo so, poteva venire anche a piedi, non lo so mica se veniva a piedi o… attraverso i campi, non lo so…
A.B.: Quante volte lo ha portato in macchina?
W.R.:
A.B.: Quante volte lo ha portato in macchina?
W.R.: Mah e che lo so? Due, tre, quattro volte, non lo so io.
A.B.: Quindi l’ha portato più volte in macchina…
P.P.(fuori microfono): E l’avevo da me la macchina io… che ero scemo?
A.B.: Stia buono.
W.R.: E due.
A.B.: No, no ha detto…
W.R.: Io scemo un sono…
A.B.: Non ha detto scemo…
W.R.: Non ha detto scemo?
P.M.: Abbiamo sentito tutti.
Presidente: Pubblico Ministero lei si riserva di procedere…
W.R.: Se m’offendi un’altra volta io…
A.B.: Senta, a volte mi chiedeva dei passaggi…
W.R.: Io son venuto… Senta avvocato
P.M.: Come minimo l’ingiuria…
A.B.: Io sto domandando a lei, ora se poi dovete litigare fra di voi…
W.R.: No, no io non voglio litigare con nessuno.
Presidente: Avvocato Bevacqua.
P.M.: Una cosa è litigare, una cosa è offendere in una pubblica aula…
W.R.: Io non voglio leticare con nessuno.
Presidente: Allora il teste è pubblico ufficiale e l’ha già oltraggiato due volte…
P.M.: Io chiedo gli atti.
Presidente: Benissimo e noi ordiniamo la trasmissione di copia…
P.M: Bene così sa…
A.B.: Va be’ tanto…
Presidente: E va be'… Lo so, piove sul bagnato, dice lei, comunque…
A.B.: Presidente piove… io spero che piova sull’asciutto. Parliamo di fucili, va bene?
W.R.: Si.
A.B.: Senta ma è vero che questo fucile… non mi guardi male perché io non la guardo male…
W.R.: E chi la guarda male? Guardo lui.
A.B.: Aveva un po’ di ruggine che rovinava la brunitura ed il calcio era di colore chiaro, color legno?
W.R.: Il calcio… il calcio… la mi domanda… la non mi faccia queste domande…
Presidente: Se lo ricorda? Era arrugginito?
W.R.: Un po’ di ruggine magari l’avrà avuta senz’altro.
A.B.: Quindi aveva la ruggine? Era un po’ vecchio?
W.R.: Si, è!
(…)
Presidente: Senta, risponda adesso a me per cortesia, ritorniamo un momento al fucile, faccia mente locale per cortesia, le canne, lei quindi se ne intende poco…
W.R.: No, io…
Presidente: Certamente, non è in grado di dirmi il calibro, niente…
W.R.: No.
Presidente: Non importa, era una doppietta a canne… Che lei ritiene fosse a retrocarica…
W.R.: Si
Presidente: Di quelli che si aprono…
W.R.: Di quelli che si aprono, si,si, credo, credo.
Presidente: Ricorda se le canne ancorché arrugginite in parte, come lei ha detto, fossero brunite? Sa cosa vuol dire brunite?
W.R.: Brunite si e lo so.
Presidente: Di colore?
W.R.: Nero, scuro insomma.
Presidente: Si, erano di colore scuro?
W.R.: Si, si, scuro, scuro.
Presidente: Quindi erano di colore scuro, brunite, in parte c’era delle tracce di ruggine o qualcosa del genere.
W.R.: Si ma non che la ruggine da poter mangiare…
Presidente: Una ruggine superficiale
W.R.: Una ruggine superficiale.
Presidente: Tenuto male.
W.R.: Tenuto male il fucile.
Presidente: Però le canne erano brunite.
W.R.: Si.
Presidente: Bene.
Avvocato Bevacqua: Mi scusi Presidente mi ero dimenticato una cosa che mi accennava il signor Pacciani.
Presidente: Prego.
A.B.: Senta, nell’occasione in cui voi eravate sull’aia, c’erano anche le bambine del Pacciani? Che giocavano con le sue?
W.R.: Vennero, vennero dopo una mezzoretta, insistentemente richieste dalla mi’ moglie e io: -Fa’ veni’ giù le bambine, no? Falle giocare con la bambina che si divertano no? Ma lasciale fare, lasciale fare…- poi insistentemente le chiamò e le fece venire lì.
A.B.: E si misero a giocare…
W.R.: E si misero a giocare, contente, si divertirono…
A.B.: Si ricorda se il signor Pacciani, a sua richiesta o a richiesta della moglie, portò una coperta perché vi distendeste…
W.R.: No, quella ce l’avevo io in macchina.
A.B.: Quindi vi siete distesi per terra lei, la signora, Pacciani…
W.R.: Io più che altro giocavo con i bambini.
A.B.: E la signora si distese…
W.R.: E la signora era lì, la mi’ moglie era lì a sedere, composta nelle dovute maniere e la bambina nel mettisi a sedere, una bambina non sta mica attenta a tante cose, l’allarga le gambe, le sottane gli si rizzan quassù e l’occhiata…
A.B.: Va be’… L’occhiata è anche un pesce.
W.R.: La vien fatta. Oddio, io un’occhiata alla bambina un gliene do…
A.B.: Grazie, grazie
Presidente: Possiamo licenziare il teste?
P.M.: Si Presidente.
Presidente: Prego può andare.
P.M.: Chiedo l’utilizzazione dei verbali.
Presidente: Benissimo.
P.M.: E sono esattamente: 13 novembre 91 al P.M., 5 novembre ’91…
A.B.: Per quale motivo? Non c’è mica stata contestazione?
P.M.: Si gli abbiamo chiesto dei…
A.B.: Quale?
Presidente: Quali? Gliele ha fatte anche lei avvocato!
A.B.: No, io non ho… ma io non ho chiesto l’utilizzazione di nulla, io ho chiesto…
P.M.: E io chiedo l’utilizzazione nelle contestazioni che ho fatto io perché non si ricordava, dopo che avevo fatto la domanda sulle ragazze, è venuto fuori solo perché io gliel’ho contestato.
A.B.: Va be’ ma l’ha già, ma l’ha già… Mi scusi
Presidente: Avvocato…
P.M.: E quindi io l’utilizzo.
A.B.: Mi perdoni Presidente il teste ha ricordato, basta.
Presidente: Ha ricordato… Dietro contestazione ha ricordato.
P.M.: Bene Presidente, mi sembra non ci siano problemi sennò veramente facciamo anche i falsi problemi, ci sono anche quelli veri.
A.B.: I problemi ci sono, eccome se ci sono.
Presidente: Non avanziamo eccezioni di questo tipo, acquisiamo quindi senz’altro.