giovedì 29 settembre 2011

Lorenzo Nesi - Deposizione dell' 8 giugno 1994 - Prima parte

 
Lorenzo Nesi fu ascoltato il 23 maggio e l'8 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

P.M.: Io chiedo di sentire ora, è qui, un teste che è già stato sentito, ammesso, il quale qualche giorno dopo la sua deposizione ha chiesto di parlare col Procuratore della Repubblica il quale era occupato, ha chiesto di parlare più volte con la SAM, con i funzionari della SAM e ci ha parlato dicendo in sostanza: Io ho già deposto davanti alla Corte però ho un’altra circostanza da dire che mi pesa e la voglio dire…
Presidente: Non ci dica qual è naturalmente.
P.M.: No, no, no, è una circostanza relativa a una persona che lui ha visto in un certo giorno, in un certo posto molto importante come orario e come posto per il processo, questa persona ha riferito poi alla SAM nei dettagli questi particolari di ciò che ha visto, la persona è il signor Nesi…
Presidente: Chi?
P.M.: Nesi.
Presidente: Che udienza era?
P.M.: Era un’udienza delle prime Presidente.
A.B.: Ah il nemico di Pacciani!
P.M.: Il nemico di Pacciani, perfetto.
A.B.: Ho capito.
Presidente: 23 maggio.
Consigliere: Nesi Lorenzo.
Presidente: 23 maggio.
A.B.: E’ quello che gli voleva tirare la scarpellata.
Presidente: No quello era Ricci mi pare. Quello era il Ricci Walter avvocato.
A.B.: Ah!
Presidente: Quello coi baffi…
P.M.: Nesi è per intendersi quel signore che ha detto di avere un’industria di… un’attività di camicie, cose del genere che, per ricordare alla Corte, si era già spontaneamente presentato al P.M. nel corso delle indagini, aveva detto di aver saputo dal Pacciani che tirava ai fagiani con una pistola…
Presidente: Quello che “cadevano come sassi”.
P.M.: Come sassi.
Presidente: Ho capito. Di aver saputo dal Pacciani?
P.M.: Di aver saputo da Pacciani e poi è nell’udienza… Questo signore che si era già presentato allora si è ripresentato e ha detto: "Mi devo levare un peso perché ho una…"
A.B.: Ho una soddisfazione!
P.M.: Forse una soddisfazione, vediamo che soddisfazione è. Questo è quanto, chiedo di sentirlo su questo nuovo fatto di cui… è un teste già ammesso, io questa circostanza… siccome l’ha riferita successivamente chiedo che venga…
Presidente: Ha reso dichiarazioni a verbale?
P.M.: No Presidente, ha detto…
A.B.: Mi oppongo Presidente perché tutti possono venire a questo punto, sono stati sentiti ampiamente…
P.M.: Chiedo scusa, chiedo scusa, ha reso delle lunghe dichiarazioni che sono state sintetizzate in una annotazione, io ve la do, eccola qua…
A.B.: Vorrei averla anch’io, un’annotazione che non può essere utilizzata Presidente…
Presidente: Vediamo che cos’è.
A.B.: Sentiamo quello che dice eventualmente chi l’ha presa questa annotazione poi essendo teste derelato… perché oggi arrivan tutti Presidente.
P.M.: Se arrivano noi…
A.B.: Certo, dopo 30 anni!
Presidente: Dia pure all’avvocato.
A.B.: Non è possibile questo.
Presidente: Non possiamo riceverla chiaramente.
A.B.: Io mi oppongo Presidente perché così come lei riceve le lettere anonime che il povero Gassmann...
P.M.: Questa non è anonima!
A.B.: Questa è la stessa cosa.
P.M.: Queste sono persone che hanno chiesto di parlare col Procuratore della Repubblica di Firenze per motivi attinenti deposizioni importanti su questo processo.
A.B.: Ecco Presidente può iniziare un altro procedimento, iscrivere un altro numero, inizia un procedimento…
P.M.: No per questo procedimento.
Presidente: Allora sono dichiarazioni che si riferiscono a fatti pertinenti a questo processo.
P.M.: Senz’altro.
Presidente: Allora lei…
P.M.: E io ho già detto quali sono, di aver visto una persona in un luogo, in un giorno attinente ai fatti di cui è imputazione a carico di Pacciani in questo processo. Questo è l’oggetto della…
A.B.: Io mi oppongo perché è assolutamente inaffidabile, mi consenta…
P.M.: Perché inaffidabile?
A.B.: Perché è inaffidabile, uno è già stato sentito lo poteva dire subito.
P.M.: Ci spiegherà perché non l’ha detto.
Presidente: Avrebbe visto una certa persona…
P.M.: Un certo giorno, a una certa ora, che è…
Presidente: Ci dica perlomeno il giorno e l’ora e la circostanza.
P.M.: Esattamente il 9 settembre 1985, via di Scopeti, alle ore 23:00.
A.B.: 23:00.
Presidente: Quindi praticamente sarebbe la sera in cui sarebbero stati…
P.M.: Secondo quello che ci hanno spiegato il professor Maurri bisogna far risalire…
A.B.: 23:00 c’era anche lui, questo signore.
P.M.: Certo e spiegherà perché.
A.B.: Certo.
Presidente: Si tratta di queste circostanze…
P.M.: Spiegherà perché lui.. io non so se…
Presidente: Gli avvocati di parte civile?
A.P.: Si associano alla richiesta del Pubblico Ministero, almeno credo… si associano alla richiesta del Pubblico Ministero, evidentemente è un teste che si è ricordato in un secondo momento circostanza che ritiene rilevante…
P.M.: Se è strano capiremo perché.
A.P.: Però mi pare indispensabile visto che abbiamo iniziato questo processo dicendo che vogliamo accertare la verità non possiamo nasconderci dietro un dito di una testimonianza resa in due tempi.
Presidente: Signori avvocati difensori.
A.B.: No la difesa, signor Presidente, si oppone perché credo che si stia completamente inquinando il materiale probatorio, non voglio dire che questa sorta di inquinamento, non soltanto atmosferico, sia opera del signor Pubblico Ministero ma qua non so perché, io non l’ho mai detto né lo penserei mai, perché questo non è un gioco signor Presidente, questo è un processo, chi deve dire le sue cose le dica, le deve dire nell’immediatezza delle varie contestazioni che vengono fatte, mi scusi signor Pubblico Ministero, che vengono fatte nel corso del dibattimento pubblico. Io non credo a questi ripensamenti dell’ultima ora.
P.M.: Sentiamoli e poi li valuteremo.
A.B.: Assolutamente non ci credo.
Presidente: Va be’ lei è libero di crederci o no.
A.B.: Per questo… certamente, io son libero di credere però mi consenta che è estremamente singolare questo tipo di ricordo improvviso, addirittura delle ore 23:00…
P.M.: Per fortuna…
A.B.: Perché la sera, alle 9:00 il giorno 9.
P.M.: Per fortuna spiega come e con chi era.
A.B.: Va be’ per fortuna spiegherà, ora vedremo questo signore…
Presidente: Avvocato Fioravanti?
A.B.: Io comunque mi oppongo.
Presidente: Vi opponete.
A.F.: L’avvocato Fioravanti si oppone ma vorrebbe chiedere al Pubblico Ministero che giorno era il 9 settembre alle ore 23:00, mi parla lui, che giorno era?
P.M.: Facciamocelo dire da questo qui…
A.F.: No, no, no, no me lo dice lei perché è una circostanza…
Presidente: Avvocato guardi che questo non c’entra assolutamente nulla.
A.F.: No io chiedevo soltanto…
Presidente: Lei si oppone e motiva oppure…
A.F.: Si è lunedì… Mi oppongo per le stesse ragioni per cui si oppone il collega.
Presidente: Benissimo.
A.F.: Alle ore 23:00 del 9…
P.M.: Chiedo scusa, ovviamente ho sbagliato data, volevo dire solo il sabato precedente l’omicidio…
A.F.: Ah ecco! Io volevo questa precisazione, mi basta questo.
P.M.: E’, menomale, menomale, ho sbagliato un numero.
A.F.: Menomale.
P.M.: Ho sbagliato un numero la data è il sabato, qualunque sia il giorno, probabilmente il 7…
A.F.: 7 settembre.
P.M.: E’ la data del… No chiedo scusa è la domenica, sennò facciamo veramente confusione. E’ la notte fra la domenica e lunedì.
A.B.: E lui si ricorda tutte queste cose?
P.M.: E’ la notte fra la domenica e il lunedì.
A.F.: Preciso, preciso.
Presidente: A parte di valutarne l’attendibilità anche in relazione a questa sopravvenienza, certamente è ammissibile e rilevante questa testimonianza di questo signore quindi la Corte lo ammette e naturalmente ne valuteremo tutti insieme l’attendibilità, quindi lei lo vuole introdurre subito signor Pubblico Ministero?
L.N.: Si, si.
Presidente: Facciamolo tornare questo signore.
A.B.: (Fuori microfono) Ma l’ha visto sparare! Ora lo dirà: L’ho visto sparare.
P.M.: (Fuori microfono) Può darsi c’era anche lui, facciamoglielo dire.
A.B.: (Fuori microfono) Speriamo!
A.F.: (Fuori microfono) Può darsi che era lui solo!
P.M.: (Fuori microfono) E accusa gli altri?
A.F.: (Fuori microfono) E può darsi che ne ha bisogno!
Presidente: (Fuori microfono) Ah ora me lo ricordo, ora me lo ricordo.
Presidente: Sieda, vuole essere ripreso o no dalle telecamere? Non gliene importa nulla quindi… Senta, le ricordo l’obbligo di dire la verità…
L.N.: E’chiaro.
Presidente: lei è sempre sotto il vincolo..
L.N.: E’ chiaro.
Presidente: …di quella dichiarazione… allora Pubblico Ministero vuole iniziare per cortesia?
P.M.: Signor Nesi lei dopo aver deposto l’altra volta ha fatto sapere e ha detto che aveva necessità, aveva bisogno di parlare di dire altre cose, le vuol dire alla Corte?
L.N.: Esatto, cioè… mi riorganizzo un attimo le idee…
A.B.: Ecco, bravo si organizzi.
Presidente: Avvocato per favore.
L.N.: Dunque il giorno che ci fu l’assassinio degli Scopeti o i morti agli Scopeti, io sapevo già questa cosa da quando venne fuori il nome Pacciani, questa cosa consiste in questo, la sera del delitto degli Scopeti io passai dagli Scopeti, tornando di fuori, in quanto che era chiuso la superstrada Firenze-Siena dalla Certosa all’uscita di San Casciano e passai dagli Scopeti.
P.M.: Dov’era stato? Scusi vuol dire…
L.N.: Ero stato in montagna in una casa…
P.M.: Dove?
L.N.: In una casa in montagna, il posto dottore non glielo so specificare…
P.M.: Era stato con qualcuno?
L.N.: Si, si, si.
P.M.: Poi ci dirà… Andiamo avanti, tornava da questa… Era la domenica.
L.N.: Era una domenica.
Presidente: Era una domenica.
L.N.: Una domenica si, una domenica sera, l’ora bisognerebbe quantificarla dopo in seguito in base a…
P.M.: ci spiegherà come.
L.N.: Perché mi ricordo bene di questa cosa? Perché il lunedì venne fuori il delitto degli Scopeti…
P.M.: Venne fuori come? Lei come lo seppe?
L.N.: Lo seppi in quanto che il delitto di Scopeti fu scoperto da Luca… noi si chiama Pecchioni, ma comunque Luca Santucci cui abitava a 100 metri da casa mia, venne questo ragazzo con la vespa e disse c’era un morto agli Scopeti, verso le tre e mezzo, le quattro… o così. Bene, dopo in secondo tempo, subito dopo nelle prossime ore venne fuori che il delitto apparteneva alla serie dei delitti del mostro che viene chiaro dire: "Porca miseria guarda son passato di lì ieri sera!" Viene chiaro e rimane nella mente, questo sia chiaro. Bene, passa il tempo, passano gli anni, viene fuori il Pacciani che è sospettato di questi delitti, viene fuori ripensando nel cervello, forse c’è delle cose che rimangano, viene fuori di tirare ai fagiani con la pistola, viene fuori, ripensando, viene fuori la lettera di Vanni, viene fuori insieme a queste cose anche che quella sera al bivio che si va… che si viene dagli Scopeti da Firenze e che si viene da Chiesanova, diciamo.. non so se lei conosce la zona…
P.M.: Con la via di Faltignano.
L.N.: Non so come la si chiama.
P.M.: Va bene.
L.N.: Viene fuori che a questo incrocio, mentre io torno…
P.M.: Quella domenica.
L.N.: Quella domenica, vedo Pacciani a quest’incrocio c’è un vis a vis, vedo Pacciani. Allora dico: Bah Pacciani è andato, non mi ricordo come la chiamavano la Sperduto
P.M.: Che abitava lì la Sperduto?
L.N.: La Sperduto abitava da quest’incrocio ora non so se abitava allora, nell’85, quand’è? Abitava a 7/800 metri da quest’incrocio. Dissi, Pietro…
P.M.: Pensò lei…
L.N.: Pensai, pensai, io trovo lei, trovo lui, Pietro è andato a mangiare la pizza a coso, o Pietro è andato a… Pensai Pietro è andato da questa… la chiamavan Pririlla, Tririzza…
P.M.: Perché lei sapeva che ci andava, scusi? Come mai?
L.N.: Si, si sapevo che ci andava perché me lo raccontava i’ Vanni.
P.M.: Glielo raccontava?
L.N.: Il Vanni.
P.M.: Il postino Vanni. Quindi lei pensò: Va be’ il Pacciani sarà andato dalla Sperduto.
L.N.: Sarà andato dalla Sperduto, che vuole che io nell’85… io prendo, passo Spedaletto, sorpasso la macchina.
P.M.: Lo vide bene? E in che modo lo vede?
L.N.: Mhmm attenzione, facciamo una distinzione chiara, personalmente io… non confondiamo… dottor Canessa non confondiamo… personalmente io, io personale Nesi Lorenzo son convinto che era Pacciani Pietro.
P.M.: Come mai ne è convinto?
L.N.: Allora, mi scusi, perché non l’ho detto nell’udienza del… Non l’ho detto perché ero sicuro per un tribunale, per me personale sicuro al massimo, però per un tribunale gli davo un 20 o anche 30% di scarto perché in un tribunale va detto cose vere, precise, inequivocabili. Quando è venuta in me la cosa che ha fatto scattare un 10% o anche un 20% in più? Quando Pacciani Pietro il 22… 21… quando son venuto qui non mi ha riconosciuto, Pacciani Pietro non mi ha riconosciuto perché credeva che gli dicessi questa cosa, perché Pacciani Pietro a me mi conosce bene, gli si può domandare se mi conosce.
Pietro Pacciani: Va ‘ia buffone! Buffone!
Presidente: Allontanatelo. Allontanatelo dall’aula immediatamente.
L.N.: Pietro di buffone non lo voglio.
Presidente: Fuori, gli atti al Pubblico Ministero per questo ennesimo oltraggio.
P.M.: Si Presidente.
Presidente: No, no lei va fuori, Pacciani ora lei va fuori, glielo avevo già detto e adesso basta.
A.B.: Presidente chiedo scusa, ha ragione anche lei…
Presidente: Certamente è la quarta volta che oltraggia i testi.
A.B.: Lui sta zitto ma mi scusi…
P.M.: E’ la quarta volta che oltraggia i testi.
A.B.: Ma capisce, oltraggia una persona che gli dice che lui può esse’ l’assassino, ha diritto di difendersi.
P.M.: Avvocato ma non gli dice “buffone”! Non ha diritto di oltraggiare.
A.B.: Ma si! Io non voglio dire che ha fatto bene…
Presidente: In ogni caso questo è un provvedimento di competenza mia, siccome l’avevo già ammonito…
A.B.: Certamente signor Presidente.
Presidente: Adesso sene sta un po’ lì, non abbia paura lo farò rientrare poi.
A.B.: No perché io volevo che lui stesse a sentire quello che dice questo signore, è molto importante per lui…
L.N.: Si, si ma…
Presidente: Se il buongiorno si vede dal mattino avvocato…
L.N.: Per me Pacciani può benissimo stare basta che non mi offenda perché io non lo offendo.
A.B.: Eh no, certamente, siccome non gli sta facendo proprio nulla a lui…
Presidente: Pacciani è fuori, è meglio per tutti, lo faremo rientrare, non ora più in là, nel frattempo vada avanti per favore.
L.N.: Allora… gliel’ho già spiegato…
Presidente: Ci stava spiegando come mai…
L.N.: Come mai, cioè… Pacciani, ripensando dopo, perché non mi riconosce? Perché Pacciani ne… ne… ne… in questo incrocio che io vidi Pacciani… vidi Pacciani così, nel 1985… ’84…
P.M.: Ma aveva una macchina? Aveva qualcosa?
L.N.: Si, si erano in macchina e erano due. Erano due. Che erano due sono sicuro.
Presidente: Vediamo di finire questo ragionamento perché…
P.M.: Bene.
Presidente: Ecco, quindi lei dice…
L.N.: Era una cosa, signor Presidente…
Presidente: Non mi ha riconosciuto… ha fatto finta di non riconoscerla…
L.N.: Ha fatto finta perché il Pacciani non mi può non riconoscere perché…
P.M.: Perché non può riconoscerla? Perché lei è uguale ad allora?
L.N.: Perché non mi può riconoscere, perché io se fosse stato 10 anni fa o 20 anni fa magro e oggi fosse diventato grasso non mi poteva riconoscere, se avessi avuto i capelli e oggi son calvo non mi poteva riconoscere ma io…
P.M.: Ma vi vedeste bene a quest’incrocio perché eravate quasi fermi?
A.B.: No Presidente non accetto… Non ammetto queste domande!
Presidente: Avvocato lasciamolo…
P.M.: Ma non le ammetta!
A.B.: No Presidente queste domande non le ammetto.
Presidente: Perché no avvocato?
A.B.: No “perché eravate quasi fermi” e dice o si o no!
Presidente: Avvocato…
A.B.: No Presidente.
Presidente: Io vorrei… io vorrei…
A.B.: Stiamo zitti tutti.
Presidente: Per il momento che non si ponga nessuna domanda, vogliamo far raccontare al teste tutto quello che sa? E poi dopo cominciamo con le precisazioni.
P.M.: Benissimo.
Presidente: Senza fare domande suggestive, va bene?
P.M.: Benissimo Presidente.
Presidente: Ecco, prego.
L.N.: Chiaramente ogni poco si perde il filo…
Presidente: Lei racconti tutto, poi le domande…
L.N.: Teoricamente io gliel’ho già detto. La molla che ha fatto scattare questa mia seconda testimonianza e mi creda in tutta onestà, in tutta sincerità… è… è… dico, Pacciani non mi riconosce perché lui quando m’ha visto salire quei tre scalini lì gli ha detto: Questo mi dice che m’ha visto agli Scopeti. E io questo non lo dicevo…
Presidente: Questo lo ha pensato lei.
L.N.: L’ho pensato io si, si, si, si, ah per l’amor di Dio! L’ho pensato io. L’ho pensato io. Non mi riconosce perché lui sa che lui m’ha visto al bivio degli Scopeti, che dopo era… sia chiaro, era a un chilometro di dove son stati ammazzati i francesi, cioè unn’era… io unn’ho mica visto… e metta in questa cosa uno scarto a oggi del 10% come tribunale, come… perché se Pacciani gli avesse avuto la 500 era inconfondibile, non c’era possibilità di sbagliarlo. Perché non c’era possibilità di sbagliarlo? Perché Pacciani nella 500… un omone grosso…
Presidente: La riempiva tutta.
L.N.: La riempiva… gli aveva… gnene può domandare… gli aveva uno sterzino di questi tipo corsa che … no in senso dispregiativo, Dio me ne guardi, sembrava di questi fumetti, queste… di questi omini grossi che son su quelle macchinine piccole che guidano, Pacciani nella 500 gliel’avrei dato…
Presidente: Invece quella sera?
L.N.: Eh?
Presidente: Invece quella sera? Perché non ci ha ancora detto, scusate se… Non ci ha ancora detto come lo vide.
L.N.: Come come lo vidi?
Presidente: Era a piedi? In macchina?
L.N.: No in macchina.
Presidente: In macchina.
L.N.: In macchina. Ora la macchina nuova di Pacciani, in questa Ford io… Al tempo l’avevo vista meno della 500 sicchè… ho questi dubbi per un tribunale, ho questi dubbi però per me era Pacciani.
P.M.: Ma che macchina era?
L.N.: Era una Ford Fiesta.

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