giovedì 30 giugno 2011

Luigi Ciani - Deposizione del 06 giugno 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte

Presidente: Avvocato Colao prego.
A.C.: Scusi, prego, lei è l’unico ottico di San Casciano?
L.C.:No.
A.C.: Ce ne sono altri…
L.C.:Ce n’è un altro ottico, si.
A.C.: Senta mi scusi, dunque lei ha una popolazione, diciamo, anche campestre?
L.C.:Si, si.
A.C.: Ecco, ritiene lei che qualcuno fra i più incolti affermi di avere una o più diottrie in più perché è menomato viceversa nella vista…
A.B.: La domanda per cortesia.
A.C.: Questa è la domanda.
L.C.:Vorrei che mi fosse ripetuta per cortesia.
A.C.: Dunque, un soggetto il quale è fra i più incolti dice che ha una o più diottrie in più…
L.C.:In più o più? Perché più in gergo ottico vuol dire… E’ una precisa prescrizione…
A.C.: In più… In più… Ecco, può per la sua incoltezza di campagna essere una persona che vuole dire che lui è menomato…
Presidente: Avvocato ma questo… questa che domanda è?
L.C.:Può darsi che una persona intenda di avere un difetto…
Presidente: Ma no, guardi, non risponda, non risponda assolutamente, è un giudizio assolutamente campato in aria che non ha alcuna attinenza, questo è un giudizio lei non glielo può chiedere quindi…
A.C.: No ma ora enuncio in maniera più chiara. In sostanza avere due o più diottrie significa vedere meglio o vedere peggio?
L.C.:Mah se uno è corretto vede meglio, se non ha gli occhiali vede peggio… E’ un discorso abbastanza difficile da fare…
A.C.: No, cioè, scusi, rispetto alla norma del visus che ognuno ha da ciascuno occhio, no? In decimi…
L.C.:Se davanti agli occhi…
A.C.: Se uno ha più diottrie del normale vede meglio o vede peggio?
L.C.:Tecnicamente non è valido, scusi questo… Questa domanda non è valida tecnicamente.
A.C.: Si può arrivare a dodici diottrie?
L.C.:Una persona non ha delle diottrie, una persona ha un visus che va da zero a dieci decimi. Questo in ottica oculistica s’intende. Se mancano dei decimi si introducono delle diottrie per recuperare questi decimi.
Presidente: L’avvocato dice, è una strana domanda, per carità, le vuol far dare un giudizio che non le compete…
A.C.: No non è un giudizio è un parere.
Presidente: Un parere… avvocato… Se non è zuppa e pan bagnato! Basta. Vuol fare altre domande? Il teste deve riferire sui fatti.
A.C.: Bene, grazie.
Presidente: Null’altro signori avvocati di parte civile? No. Prego signori difensori, avvocato Bevacqua.
A.B.: Si grazie. Mi scusi signor Ciani, lei ha detto nel suo interrogatorio reso esattamente il 20 marzo ’93 che in quella zona vi erano tutta una serie di altri negozi di fotottica tant’è che… perlomeno qualche anno…
L.C.:No non l’ho detto.
Presidente: Ha detto uno, avvocato.
A.B.: C’era un altro?
L.C.:Certo, non tutta una serie, un altro.
A.B.: No, perché le hanno mostrato, i signori della Questura, le hanno mostrato una serie di fotografie del signor Pacciani…
L.C.:Si.
A.B.: E lei disse che alcune di queste non poteva averle fatte lei.
L.C.:Una fototessera non mi sembrava appartenesse al mio modo di fotografare.
A.B.: Quindi è probabile che questa fotografia sia stata fatta da un altro.
L.C.:Da un altro oppure a Firenze o in un altro posto.
A.B.: Certo, quindi anche a Firenze si può fare…
L.C.:Si come no!
A.B.: Senta, le domando una domanda ben precisa a cui lei ha già, per la verità, già risposto ma che non è stato oggetto della domande del Pubblico Ministero, questa scritta che le fu mostrata e che dice: “fatto visita per occhiali lire 25.000 già ordinati per martedì sera ore 7:00 giorno 5 luglio 80 due diottrie in più già presi” ecco, due diottrie più già presi significherebbe che cosa? Che questa persona aveva necessità di che cosa? Le domando…
L.C.:No, due diottrie in più può voler dire due cose, o una correzione ottica che tecnicamente si dice +2 oppure due diottrie più di quelle che ho già.
A.B.: Siamo d’accordo, ecco, perché lei dice: “Circa l’annotazione – due diottrie in più – penso si possa ipotizzare che gli occhiali correggevano la vista di due diottrie” questo l’ha detto lei.
L.C.:Si, si può ipotizzare, certo.
A.B.: Questo l’ha detto lei.
L.C.:Si può ipotizzare che gli occhiali correggessero la vista di due diottrie…
A.B.: L’avrebbe detto il 15 luglio 1993.
L.C.:Si.
A.B.: Quindi evidentemente per potere avere o comprare o acquistare un paio di occhiali che correggessero la vista era necessario far vedere la vista, far vedere il visus da qualcuno…
L.C.:Ma non è detto perché allora si, oggi no. Insomma a lei gli interessa allora.
A.B.: Nel 1980 bisognava farlo vedere da qualcuno.
L.C.:Si.
A.B.: Questo qualcuno chi poteva essere?
L.C.:Poteva essere un oculista o anche un ottico.
A.B.: O anche un ottico. Quindi se fosse stato l’oculista, l’oculista avrebbe avuto, penso, diritto ad un onorario?
L.C.:Si certo.
A.B.: Nessun altra domanda, grazie.
Presidente: Nessun altra domanda? Possiamo licenziare il teste?
P.M.: Si Presidente.
Presidente: Può andare, grazie, buongiorno.
L.C.:Prego, buongiorno.
P.M.: Sentiamo Gherardi Gherardo
A.B.: Aspetti, scusi signor Presidente, mi perdoni. E’ l’imputato che mi spinge a domandare…
Presidente: Allora il teste per cortesia.
A.B.: L’imputato non sa se era andato da lui o da altri però domanda se questi occhiali l’avesse fatto lui.
Presidente: E’ in grado, prima di tutto, di…
L.C.:No.
Presidente: E allora è inutile assolutamente…
L.C.:No perché su questi occhiali c’è una montatura con una marca che forse si potrà leggere che posso avere io come qualsiasi altro ottico e dalle lenti purtroppo non sono in grado di…
Presidente: E’ impossibile risalire quindi…
L.C.:Mi dispiace ma…
Presidente: Non è in grado di rispondere a questa domanda. Facciamoglieli vedere allora avvocato. Ci vuole uno strumento per misurare quante diottrie sono… il cilindro, l’asse tutte queste cose qui.
L.C.:Si, cilindro, asse, diottrie e quindi poi si fa una prescrizione precisa.
A.B.: Senta mi scusi un’ultima domanda, lei ha un negozio vicino a tal signor Ciappi? Me lo dica lei perché io non lo conosco il signor Ciappi, la Coldiretti.
L.C.:No io ho un negozio dove credo, credo, una volta ci fosse la Coldiretti di questo signor Ciappi.
A.B.: Dove c’era… Ecco…
L.C.:E’ un palazzo che era di proprietà della famiglia Ciappi.
A.B.: Ho capito.
L.C.:Questo senz’altro.
A.B.: Perché pare che si sia recato, il signor Pacciani, in prossimità di questa Coldiretti dove…
L.C.:Si però quando c’era io non c’era più il signor Ciappi perché… No perché io sono dove prima era questa Coldiretti.
P.M.: A meno che non facessero gli occhiali alla Coldiretti!
Presidente: Possiamo andare avanti signori? Allora il teste può andare, grazie, buongiorno.

mercoledì 29 giugno 2011

Luigi Ciani - Deposizione del 06 giugno 1994 - Prima parte

Luigi Ciani fu ascoltato il 6 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Bene, buongiorno, benissimo ci siamo tutti, l’udienza è aperta, manca il Pubblico Ministero… ci siamo tutti ma invece il Pubblico Ministero non c’è… Vediamo di recuperare il Pubblico Ministero… Un Pubblico Ministero… Prego. (Fuori microfono) Chi ha una caramella da queste parti?
P.M.: Inizieremmo con i testi…
Presidente: Benissimo.
P.M.: …per oggi, ovviamente c’è qualche certificato medico, dico ovviamente per me, per loro…
Presidente: Va bene.
P.M.: Vediamo cosa possiamo fare sono citati 11 o 12 testi.
Presidente: Vediamo chi c’è e cominciamo
P.M.: Si, cominciamo con Ciani Luigi.
Presidente: Ciani Luigi. Si accomodi signor Ciani, sieda pure lì, la formula magica? Vuol dare intanto le sue generalità per cortesia?
L.C.: Si, Ciani Luigi, nato a San Piero a Sieve, xx.xx.19xx
Presidente: Residente?
L.C.: San Casciano Val di Pesa
Presidente: San Casciano Val di Pesa
L.C.: Via xxxxxxx, 28.
L.C.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia dispos… deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Signor Ciani, ci può dire qual è la sua professione?
L.C.: Si, ottico e fotografo.
P.M.: Dove?
L.C.: A San Casciano Val di Pesa in Via Morrocchesi n.21.
P.M.: Ha un negozio quindi?
L.C.: Si ho un negozio.
P.M.: Da quanto tempo?
L.C.: Dal ’66 circa.
P.M.: Senta signor Ciani, ricorda se ha mai fatto una visita oculistica al signor Pacciani lei?
L.C.: No.
P.M.: Una visita per prescrizione di occhiali?
L.C.: No, no non me lo ricordo.
P.M.: Non lo ricorda perché non ha mai frequentato il suo negozio o non lo esclude?
L.C.: Mah, non lo posso escludere ma non me lo ricordo.
P.M.: Ecco. Ricorda allora se ha mai confezionato degli occhiali per lui? Ha la possibilità? Tiene una documentazione delle prescrizioni che fa? Degli occhiali…
L.C.: Si, no, non tengo una documentazione perché consegno al cliente un cartoncino che poi mi riporterà al momento di una seconda prestazione, quindi…
P.M.: Lei lo conosce il signor Pacciani? Proviamo così.
L.C.: No.
P.M.: Di persona. No.
L.C.: No.
P.M.: No. Quindi allora alla domanda che le ho fatto prima la risposta è: non conoscendolo…
Avvocato Bevacqua: La domanda per cortesia, non le considerazioni, mi scusi Pubblico Ministero.
P.M.: Riprovo.
A.B.: Grazie.
P.M.: Lei non lo conosce.
L.C.: No, non lo conosco.
P.M.: Le richiedo: Gli ha mai fatto gli occhiali?
L.C.: Io non lo conosco e non mi ricordo…
P.M.: Bene, bene, ho capito, ho capito. Senta una cosa, il suo negozio si trova vicino alla misericordia di San Casciano?
L.C.: Si.
P.M.: Ha per caso, lei, invece fatto degli occhiali o visite per occhiali a dei familiari del signor Pacciani? Figlie, moglie?
L.C.: Non ricordo, non li conosco…
P.M.: Ecco quindi non conosce né la moglie né le figlie del Pacciani.
L.C.: No.
P.M.: Benissimo. Senta una cosa, ha per caso lei ricordo di quanto potesse costa… no, facciamogliela in un altro modo, presso il suo negozio le visite per le prescrizioni degli occhiali le faceva lei come ottico o veniva un oculista?
L.C.: No, no, sempre io come ottico, comunque non erano visite semmai controlli.
P.M.: Controlli si, chiedo scusa è la poca pratica del vostro mestiere che mi induce a far la domanda in questo modo. Questo controllo che lei fa o faceva veniva fatturato al cliente? Nel senso lei fa un controllo e poi prescrive, o meglio confeziona un paio d’occhiali, il fatto del controllo viene fatto pagare o è negli occhiali?
L.C.: Assolutamente no, lo escludo nella maniera più assoluta.
P.M.: Lei sa se qualcuno a San Casciano, del suo stesso mestiere, fa pagare questo tipo di controllo?
L.C.: Non lo so.
P.M.: C’è qualchedun altro che lei sappia?
L.C.: Non credo perché gli ottici di solito lo fanno gratuitamente.
P.M.: Ci sono invece… c’erano negli anni ’80, anzitutto, degli oculisti che facevano queste visite a San Casciano e poi mandavano dall’ottico a fare gli occhiali?
L.C.: Presumo di si.
P.M.: Lei sa se queste visite hanno un prezzo, oggi, più o meno standard? E sa qual’era il prezzo dell’epoca?
L.C.: No, io posso presumere il prezzo di oggi ma non quello dell’epoca.
P.M.: Quale può essere il prezzo di oggi?
L.C.: Oggi 80/100.000 lire per una visita oculistica, poi dipende anche dall’oculista.
P.M.: Certo.
L.C.: C’è chi chiede molto di più.
P.M.: E’ chiaro. Ci sono oculisti che vengono a San Casciano?
L.C.: Si.
P.M.: Sa se venivano anche nel 1980?
L.C.: Non lo so, con certezza non lo so ma penso senz’altro.
P.M.: Lei faceva o confezionava occhiali sulla base…
L.C.: Di ricette.
P.M.: Di ricette di ottici che venivano a San Casciano?
L.C.: Di oculisti
P.M.: Di oculisti, chiedo scusa.
L.C.: Di oculisti, non ricordo se erano oculisti che venivano a San Casciano ma c’era anche un servizio dell’INAM, quello che oggi è la USL.
P.M.: E l’INAM era un servizio per i mutuati quindi non veniva fatto pagare?
L.C.: Si era un servizio per mutuati che non veniva fatto pagare oppure veniva fatto pagare in parte.
P.M.: Le è stato mostrato un biglietto, o meglio un foglio, dalla Polizia, nel quale c’era scritto “Fatto visita per occhiali Lire 25.000 già ordinate per martedì sera ore 7.00, giorno 5 luglio 80, 2 diotrie in più già presi”?
L.C.: Si.
P.M.: Una annotazione di questo genere “ Fatta visita per occhiali Lire 25.000” non riguarda certamente lei per quel che ci ha detto…
A.B.: Questa è la domanda? La domanda per cortesia.
P.M.: Le chiedo… La domanda era… l’ho già fatta… ha già risposto…
A.B.: No lei gli ha fatto la risposta nella domanda
P.M.: 25.000 non l’ha… Lei mi riconferma che le 25.000 per questa visita non le faceva pagare?
L.C.: Assolutamente no.
P.M.: Benissimo. Non ricorda quindi se un certo 5 luglio ’80, questo signore che lei dice di non conoscere è venuto da lei? Lei non lo conosce?
L.C.: No, no.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.

martedì 28 giugno 2011

Enzo Materassi - Deposizione del 01 giugno 1994

 
Enzo Materassi fu ascoltato il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

P.M.: Sentiamo Materassi Enzo, Presidente.
Presidente: Materassi Enzo. Prego, no, no qua, buonasera signor Materazzi, prego si accomodi guardi su quella sedia lì, stia attento a non inciampare nei fili, si metta pure comodo, senta, consente di essere ripreso dalle telecamere?
E.M.: Son anche bellino.
Presidente: Va bene.
P.M.: Ci vuole Presidente, il caldo è insopportabile.
Presidente: Benissimo allora legga per cortesia quella formula magica.
P.M.: Ci alleggeriamo…
E.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non a nascondere nulla di quanto è in mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, le sue generalità? Come si chiama, dove è nato…
E.M.: Materassi Enzo, nato a Vicchio xx.xx19xx
Presidente: Residente?
E.M.: Vicchio.
Presidente: Residente a Vicchio.
E.M.: Via xxxxxx xx xxxxxx n.xx.
Presidente: Benissimo, senta signor Materassi…
E.M.: Dica.
Presidente: Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero per cortesia?
E.M.: Volentieri.
Presidente: Prego.
P.M.: Signor Materassi lei ci ha detto è di Vicchio, vero? Lei conosce o ha conosciuto il signor Pacciani?
E.M.: L’ho conosciuto Pacciani quando è uscito dalla carcere verso il ’68 perché prima io non abitavo… abitavo a Vicchio, cioè la mia famiglia, ma io lavoravo a Firenze in Via Gian Paolo Orsini e abitavo in via Chiantigiana 33 dove poi mi sono sposato e poi…
P.M.: E dove l’ha conosciuto il Pacciani?
E.M.: L’ho conosciuto perché mi sembra che abbia fatto qualche quindicina al Comune lì o qualcosa poi dopo quando è andato a casa non l’ho visto più.
P.M.: Qui siamo in anni lontani.
E.M.: Si eh, in quell’epoca lì.
P.M.: Quando lei lavorava al Comune, ha detto?
E.M.: No io penso che lui abbia…
P.M.: …per il Comune.
E.M.: Abbia fatto una quindicina al Comune.
P.M.: Una quindicina cioè quindici giorni di lavoro?
E.M.: Un so, come davano a tutti, vero?
P.M.: E che lavori erano?
E.M.: Quegli che danno i sindaci ora… O spazzare o andare…
P.M.: Senta una cosa, poi l’ha mai più rivisto Pacciani?
E.M.: Si
P.M.: Dove l’ha rivisto?
E.M.: L’ho rivisto a Mercatale.
P.M.: A Mercatale, in che occasione?
E.M.: Nell’83 quando siamo andati a suonare perché io fo parte della Vicchio Folk Band.
P.M.: Ecco e lei lo rivide a Mercatale?
E.M.: Si.
P.M.: E vi parlaste? Vi salutaste?
E.M.: Si, si, si.
P.M.: Ecco.
E.M.: Gli spiego perché.
P.M.: Ecco, ci spieghi perché.
E.M.: Io arrivai a Mercatale e si fece la sfilata poi ci si fermò in una piazza vicino alla chiesa e c’erano dei ragazzi che sentii una persona che disse: Siete di Vicchio? Dice: Si. - Conoscete un certo Cesari Costante? Questo ragazzo dice: No, io non lo conosco. Allora cercarono la persona che in quel momento lì… chi era il più anziano, io ero fra i più anziani, allora s’avvicinò a me e io gli dissi… a quel momento lì lo riconobbi perché domandava anche di Cesare, Gli dico  - Che c’è Pietro? - gli dissi, dice: Ma Costanti Cesare… Anzi disse: Costante i cche fa? – E’ morto. Gli dissi io, purtroppo. Oh, mi dispiace. Disse lui. O quando gli è stato? Io dissi: Non te lo so dire. Perché non me lo ricordavo, come non me lo ricordo neanche ora, la data precisa. E in quel momento lì i ragazzi chiesero: Ma bere un si beve mai? E allora lui rispose: Te lo porto io, stai tranquillo ti porto di’ vino genuino io che non avete mai bevuto. Andò via e dopo dieci minuti boni gli arrivò e ci portò da bere e gli era anche un buon vino.
P.M.: E l’offrì ai presenti.
E.M.: E diede da bere a tutti i musicanti, cioè ai maschi, a noi.
P.M.: Perfetto.
E.M.: Perché le femmine bevan l’acqua, vero?
P.M.: C’erano le femmine o eran già andate via?
E.M.: No lì quando s’arriva e ci si ferma siamo un gruppo però le femmine son molto più avanti di noi, mi capisce?
P.M.: Ho capito. Lei capì o vide se lui aveva o disse qualcosa se aveva assistito alla vostra rappresentazione?
E.M.:
P.M.: Non disse nulla?
E.M.: No, lui ci diede da bere….
P.M.: Non ol’aveva visto prima, lei lo vide solo dopo?
E.M.: No io lo vidi quando, quando…
P.M.: Si, si dico era dopo la vostra sfilata?
E.M.: La sfilata noi l’avevamo fatta dal pullman a questa piazza, al momento che ci siamo fermati s’aspetta sempre che qualcuno ci dia da bere qualcosa e a quel punto lì fu chiesto da bere da questi ragazzi e lui mentre rispondeva a me disse - ve lo porto io – e onestamente ce lo portò…
P.M.: Non ho capito, scusi, perché non l’ho capito io, la sfilata delle ragazze c’era già stata o no?
E.M.: Si, è! Quando s’arriva si parte dal pullman e si va al posto dove deve venire i valletti eccetera.
P.M.: I balletti però non c’erano ancora stati?
E.M.: Ancora no.
P.M.: Ci furono dopo la bevuta?
E.M.: Si.
P.M.: Lei ha modo di ricordare o ha elementi per ricordare se quel giorno, alla sfilata delle majorette, c’era anche Pia Rontini?
E.M.: Mah, io penso la ci sia stata percheè…
P.M.: Però lei non ha…
E.M.: Perché le c’erano tutte… S’era un bel gruppo a quell’epoca lì, c’era un trentacinque donne e una quaranta cinquina di musicanti, quando s’era al completo e quindi…
P.M.: Lei ci sarà stata ma non ha elementi per dirlo con certezza.
E.M.: Noi si faceva due pullman e cioè: c’è il pullman dei giovani e il pullman di quegli…
P.M.: Meno giovani.
E.M.: Meno giovani da stare un pochino più tranquilli, poi magari si faceva chiasso anche noi… Quindi le majorette….
P.M.: Erano nell’altro pullman
E.M.: …conoscere le conosco tutte purtroppo… ma…
P.M.: Mica purtroppo!
E.M.: Se eran tutte presenti non lo potrei giurare, ecco.
P.M.: Bene, ce lo hanno detto gli altri. Non ho altre domande grazie.
Presidente: Bene, signori avvocati di parte civile? Nessuna domanda, signori difensori dell’imputato?
Avvocato Bevacqua: Si, soltanto così è una…
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Senta, il pullman dei meno giovani come noi stava dietro? Davanti? Dove stava?
E.M.: Avvocato…
A.B.: No, no, no
P.M.: Undici anni fa…
A.B.: Allora gli faccio un’altra domanda.
E.M.: Molte volte è davanti… molte volte…
A.B.: Le volevo dire, quando voi scendete, i meno giovani, quando scendevate andavate a chiedere da bere o no?
E.M.: No. Prima si fa il nostro servizio…
A.B.: Si, si, certo.
E.M.: …si va a prendere i nostri strumenti, ci mettiamo in fila e poi si parte e si va al punto dove si deve fare questa esibizione, facendo la sfilata, e lì il nostro presidente va a portare tutto quello che deve portare, noi s’aspetta quei dieci minuti…
A.B.: La domanda che le volevo fare
E.M.: …un momento di risposto, ecco.
A.B.: Si certo, il ristoro normalmente voi…
E.M.: Ci danno da bere.
A.B.: Ecco ma il vino, la bevanda che normalmente viene usata dai meno giovani penso che sia il vino… Oltre l’acqua, no?
E.M.: Si.
A.B.: Più il vino?
E.M.: Certo, c’è vino e acqua.
A.B.: I giovani preferiscono Coca Cola, altre cose…
E.M.: Eh ma a di molti gli davano acqua.
A.B.: La zona dei meno giovani era quella nella quale sostavano queste persone che bevevano il vino?
E.M.: Si.
A.B.: Ecco, mentre i giovani se ne andavano da un’altra parte a bere l’acqua, qualcosa di più…
E.M.: Si, veniva distribuito in quel modo lì perché ora, in quel caso lì ci ha offerto da bere lui, va bene, sennò arrivava qualcuno lì del consiglio…
A.B.: Del comitato.
E.M.: …del comitato e ce lo davano loro, ha capito?
A.B.: Va bene, grazie. Tanto questo ha un valore così, per ricordare le feste paesane, grazie.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Nessun’altra domanda Presidente.
Presidente: Può andare grazie signor Materassi.
P.M.: Presidente faccio Presente che oggi abbiamo sentito 18 testi, il diciannovesimo ho un certificato medico, è qua, che non è potuta venire, il ventesimo non è venuto. Mi sembra, aldilà dell’ora, l’impegno che avevo preso li abbiamo sentiti tutti.
Presidente: Quindi non abbiamo più testi.
P.M.: Non abbiamo nessun’altro teste.
Presidente: Che vuol dire che potevamo sentirne di più.
P.M.: Presidente 20, io…
Presidente: Allora facciamo un programma per la prossima settimana…
A.B.: Oh anche io perché siccome altrove il programma è cosiddetto programmato anche fra difesa e accusa, mi scusi Presidente, se il Pubblico Ministero mi vuole dire che cosa farà la prossima settimana io non mi porterò tutta ‘sta barca di roba dietro…
P.M.: Mi sembra che i testi che rimangono… testi come testi… per fortuna non sono moltissimi quindi è facile capire quali saranno…
A.B.: Ho capito.
P.M.: …tranne quelli nuovi, poi sentirò la Polizia giudiziaria, come testi già indicati, nell’ordine
A.B.: Grazie. Quindi no, volevo domandare, mi scusi Presidente faccio a lei la domanda perché lei, se crede, la rivolga al signor Pubblico Ministero
P.M.: No, no perbacco!
A.B.: I signori tedeschi li sentiremo quando?
P.M.: I signori tedeschi, il P.M., ne ha due soltanto e debbo concordare con la Corte una data se poi ci mettiamo lì col calendario lo possiamo fare con il difensore e con il Presidente, sono da citare.
A.B.: Grazie, anche perché bisogna citarli per tempo, questi sono in ferie…
P.M.: Noi a disposizione per concordare una data che vada bene a tutti.
Presidente: Dunque per il momento ovviamente andiamo alla prossima settimana…
A.B.: Ecco signor Presidente la prossima settimana…
Presidente: …sperando, sperando, appunto, ora non so questi lavori che cosa comporteranno anche perché sicuramente dovranno mettere le mani anche dentro il bunker, questa ditta, quindi sono un po’ così, sul chi va là, nel frattempo certamente andiamo a lunedì, sperando di fare tre udienze consecutive almeno…
A.B.: Va bene.
Presidente: Però, ripeto, c’è questo punto interrogativo e d’altra parte è nell’interesse di tutti a questo punto…
P.M.: Posso convocare lunedì, martedì e mercoledì?
Presidente: In linea di massima direi proprio di si però Pubblico Ministero per cortesia prenda contatto con me domani.
P.M.: Bene, senz’altro.
Presidente: Perché domandi avendo parlato…
P.M.: Aspetto per le citazioni.
Presidente: … con i tecnici del comune e questi di questa ditta avrò idee più chiare sull’agenda dei lavori che d’altra parte come vedete a questo punto sono indifferibili perché qui non ci si sta più.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Quindi detto questo ci aggiorniamo a lunedì 6 giugno alle ore 9:00, disponendo per quella data la traduzione del detenuto, l’udienza è tolta signori, buonasera.

lunedì 27 giugno 2011

Laura Materassi - Deposizione del 01 giugno 1994

 

Laura Materassi fu ascoltata il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Proseguiamo
P.M.: Sentirei Materassi Laura allora se c’è.
Presidente: Si accomodi prego signora, buonasera, prego signora si accomodi, vuole leggere per cortesia la formula… grazie.
L.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto a mia conoscenza.
Presidente: Bene, può dare le generalità al segretario per cortesia?
L.M.: Materassi Laura nata a Vicchio il xx.xx.xx
Presidente: Residente?
L.M.: A Vicchio.
Presidente: A Vicchio, benissimo. Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero? Prego.
P.M.: Signorina lei ha fatto parte della banda musicale, majorette di Vicchio?
L.M.: Si.
P.M.: Ricorda di essere stata col suo gruppo ad una festa dell’uva a Mercatale?
L.M.: Non ho il ricordo chiaro, mi ricordo che abbiamo fatto molte feste… io sono venuta via nell’84 dal gruppo musicale e penso di esserci stata però sicuramente non lo posso dire.
P.M.: Senta, ricorda… lei conosceva Pia Rontini?
L.M.: Si.
P.M.: Aveva i capelli come lei?
L.M.: Si.
P.M.: Ricorda se in una foto che le è stata mostrata di quella festa lei ha riconosciuto la Pia?
L.M.: Si ricordo di aver riconosciuto la Pia per un piccolo particolare.
P.M.: Qual’è?
L.M.: La molletta che portava dietro i capelli che io non l’ho mai portata
P.M.: E invece ce l’aveva la Pia
L.M.: E nella foto c’era.
P.M.: Possiamo vedere la foto della festa dell’uva?
Presidente: La vogliamo vedere?
P.M.: E’ della festa dell’uva ci è stata fornita dagli organizzatori alla Polizia giudiziaria.
Presidente: E’ nel fascicolo…
P.M.: E’ nel fascicolo. Per fortuna abbiamo qualche foto sennò avrebbero fatto anche i fotomontaggi quelli della SAM…
Avvocato Bevacqua: Tutto è possibile nel mondo del…
P.M.: Speriamo che questa sia una foto vera
A.B.: Ci sono le spie che spiano gli avvocati…
P.M.: Speriamo che non sia un fotomontaggio avremmo preso un granchio
Presidente: Nella foto… Si volti bene signorina…
L.M.: Si.
Presidente: Signora, così…
A.B.: Non vedo nulla con quella RAI, chiedo scusa…
Avvocato Fioravanti: La RAI un po’ più indietro… se ce le fa vedere…
Presidente: Un attimo solo.
A.B.: Grazie, grazie.
P.M.: Sa chi è quella ragazza di fronte?
L.M.: E’ Monica Giovannetti.
P.M.: L’abbiamo citata? Sennò lo chiediamo a lei. Si, si l’abbiamo sentita, chiedo scusa è quella… abbiamo la conferma
Presidente: Io sono poco fisionomista ma lei peggio…
P.M.: Io ancora meno, si, così mi aiuto con le foto e poi le vedo anche male.
Presidente: Ecco, quindi la ragazza che vediamo di spalle con, diciamo, quella coda…
L.M.: La pinza.
Presidente: Quella pinza rossa, mi pare, vero?
L.M.: Si.
Presidente: Per capelli è la Pia Rontini.
P.M.: Non ho altre domande grazie.
A.B.: Ecco, mi può lasciare la fotografia?
Presidente: Si, lasciamola.
A.B.: Questo è un momento in cui voi non fate… non state… così… sfilando? No? Siete fra tante persone della zona, del luogo… eh? Quindi potrebbe essere quella ragazza… potrebbe essere… una ragazza del luogo, di Montespertoli?
L.M.: No.
A.B.: Perché?
L.M.: Perché praticamente lì, non so, molto probabilmente si stava discutendo di qualcosa del balletto, della festa, non lo so…
A.B.: Però non sono tutte persone della…
L.M.: Ma se lei nota bene, nella foto, la ragazza ha il cordone della mottura
A.B.: Dov’è il cordone?
L.M.: Sulla spalla destra.
A.B.: No, veramente non la vedo.
P.M.: Noi lo vediamo.
L.M.: Io lo noto, sarà che conosco la mottura
A.B.: E scusi, io non lo vedo, lo faccia vedere anche a noi.
P.M.: Lo stiamo vedendo.
L.M.: Si, quello è il cordone della mottura che avevamo sulla spalla.
A.B.: Quella cosa che esce dalla
L.M.: Dalla mano.
Presidente: Da sotto… dal sotto… dalla spallina.
A.B.: Però, ha detto, se lo conferma questo: “Di quella partecipazione del gruppo alla festa dell’uva a Mercatale non sono in grado di fornire ulteriori particolari e cioè sia se ho partecipato io, sia se ha partecipato la Pia Rontini.”
L.M.: Certo perché non è detto che andavo a tutte le manifestazioni. Mi ricordo che in quell’anno abbiamo fatto molte feste però se quel giorno preciso c’ero io non lo posso dire e non posso nemmeno dire se c’era la Pia, comunque quella foto è la Pia.
A.B.: Benissimo, grazie, questo volevo sapere, cioè lei non sa, non può essere sicura se era quel giorno…
L.M.: Se io personalmente… se c’ero io non lo so, la foto, se la foto è di quella festa lì quella è la Pia.
P.M.: E’ di quella festa possiamo stare tranquilli.
A.B.: Va bene, vediamo.
P.M.: E’ in atti le abbiamo viste tutte.
A.B.: Staremo tranquilli.
A.F.: Non c’è scritto.
Presidente: Possiamo mandar via la teste?
P.M.: Si grazie.
Presidente: Può andare grazie buonasera.
Segue…

giovedì 23 giugno 2011

Renato Giovannetti - Deposizione del 01 giugno 1994

Renato 

Giovannetti fu ascoltato il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

P.M.: Sentirei Giovannetti Renato.
Presidente: Giovannetti Renato. Si accomodi signor Giovannetti, si accomodi pure, legga… gli vogliamo dare quel foglio… Grazie, legga quella formula…
R.G.:Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza, grazie.
Presidente: Bene, vuol dare le sue generalità per cortesia?
R.G.:Giovannetti Renato nato il xx di xxxxxxx di ’xx, Vicchio.
Presidente: Residente?
R.G.:Vicchio.
Presidente: Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero?
R.G.:Si.
P.M.: Signor Giovannetti lei ricorda di essere stato alla festa de l’uva di Mercatale una volta con la banda e le majorette di Vicchio?
R.G.:Si.
P.M.: Come mai c’è stato?
R.G.:Perché siamo stati invitati dalla parrocchia
P.M.: Perché lei con questa banda musicale ha qualche rapporto?
R.G.:Si, sono il presidente.
P.M.: Quindi ricorda di essere andato in quell’anno a Mercatale?
R.G.:Nell’83.
P.M.: Ricorda se quel giorno, fra le componenti della banda, c’era sua figlia?
R.G.:Si.
P.M.: Come si chiama sua figlia?
R.G.:Monica.
P.M.: Ricorda se nella banda, quel giorno, fra le componenti, c’era Pia Rontini?
R.G.:Si.
P.M.: Ne è sicuro?
R.G.:Si.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Avvocato Colao prego.
Avvocato Colao: Signor Giovannetti, scusi, si ricorda lei se vi fu offerto del vino? Da qualcheduno?
R.G.:Mah eh… me lo ricordo perché me l’hanno detto i componenti della banda, i musicanti, però io se gli dovessi dire “si l’hanno offerto” non glielo posso dire, perché a me personalmente non me l’hanno offerto so che alcuni musicanti mi hanno riferito che gliel’avevano offerto.
A.C.: Ma e fra i musicanti c’erano anche maschi o soltanto femmine?
R.G.:No, tutti maschi.
A.C.: No ma io forse mi riferivo alle componenti femminili della banda cioè alle majorette
R.G.:Mah, le majorette penso di no.
A.C.: Ho capito, grazie.
Presidente: Avvocato Fioravanti.
Avvocato Fioravanti: Mi può dire chi era il capobanda?
R.G.:Il capobanda era Bassi Bruno.
A.F.: Non è che fosse Materassi Enzo?
R.G.:No il capobanda era Bassi Bruno, Materassi Enzo era un musicante come tanti altri.
A.F.: Grazie.
Presidente: Bene, può andare signor Giovannetti, buonasera.
R.G.:Buonasera.

mercoledì 22 giugno 2011

Monica Giovannetti - Deposizione del 01 giugno 1994

Monica Giovannetti fu ascoltata il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

P.M.: Giovannetti Monica.
Presidente: Si accomodi signorina, buonasera, prego, vuole leggere per cortesia quella formula?
M.G.:Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non a nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, vuol dare per cortesia le generalità al segretario?
M.G.:Giovannetti Monica nata a Firenze il xx/xx/xx.
Presidente: Residente?
M.G.:A Vicchio Mugello, Viale xxxxx xxxxxx.
Presidente: Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero?
M.G.:Si
Presidente: Prego.
P.M.: Signorina lei è di Vicchio vero?
M.G.:Si.
P.M.: Conosceva la signorina Pia Rontini?
M.G.:Si.
P.M.: E anche una certa signorina Poggiali Elisabetta?
M.G.:Si.
P.M.: Entrambe queste ragazze facevano parte della banda di Vicchio?
M.G.:Si.
P.M.: Anche lei per caso?
M.G.:Si.
P.M.: Le è stata mostrata, anzi no facciamo in un altro modo, lei ricorda di essere stata, se c’è stata, a una festa dell’uva a Mercatale?
M.G.:Io probabilmente ci sono stata.
P.M.: Le è stata mostrata una foto di quella festa?
M.G.:Si.
P.M.: In quella foto c’era la signorina Poggiali Elisabetta? L’ha riconosciuta?
M.G.:Mi sembra di si.
P.M.: E la signorina Pia Rontini?
M.G.:C’è una ragazza bionda, vista da dietro, che sembra sia Pia.
P.M.: Grazie. Lei probabilmente alla Polizia è stata un po’ più sicura, oggi è in dubbio o le sembra la Pia Rontini? Vuole che le rimostro la foto? O non cambierebbe nulla nel suo ricordo?
M.G.:No, è una ragazza bionda con i capelli lunghi quindi quasi sicuramente è lei però ce n’era un’altra di ragazza…
P.M.: Non ricorda come si chiama l’altra così…
M.G.:Laura
P.M.: E di cognome?
M.G.:Materassi
P.M.: Che se non sbaglio è stata citata, perfetto, si, si così lo chiediamo a lei. Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Benissimo, avvocati di parte vicile? Signori difensori?
Avvocato Bevacqua: Si solo così, senta, questa… Lei quanti anni aveva in quella occasione?
M.G.:Io non ricordo se era l’82 o l’83 che siamo andati a Mercatale sinceramente.
A.B.: Aveva sedici o diciassette anni?
M.G.:Eh, son del ’65, si.
A.B.: Senta, lei ha visto… quante eravate di ragazze?
M.G.:Oh.. trenta/trentacinque ragazze.
A.B.: Quante brune e quante bionde?
M.G.:Sinceramente non gli so rispondere.
A.B.: Quindi ce n’era bionde e ce n’era brune?
M.G.:Si ma non bionde… cioè bionde con capelli lisci, come si vedono nella foto, erano due.
A.B.: Due sole eh?
M.G.:La Pia e Laura.
P.M.: Materassi Laura e la Pia Rontini, abbiamo Materassi Laura qui così risolviamo il problema.
A.B.: Mi fa finire di parlare?
P.M.: Si, si, no era per… il caldo è tanto…
A.B.: Si.
P.M.: …se si può evitare l’inutile io le davo una mano.
Presidente: Va bene, va bene…
A.B.: Che sia utile o che sia inutile questo lo devo dire io.
Presidente: Allora le circostanze comunque sono quelle che ha riferito la teste. C’erano queste due ragazze…
A.B.: Ecco, senta…
Presidente: …una la Rontini e l’altra questa Materassi.
A.B.: Senta lei è sicura in quella foto di riconoscersi?
M.G.:Io?
A.B.: Eh..
M.G.:Si.
A.B.: E c’era lei? E il babbo? E c’eravate tutte e due?
M.G.:Si.
A.B.: Va bene nient’altr… nessun altra domanda.
Avvocato Fioravanti: Quante volte è stata sentita… Avvocato Fioravanti… Quante volte è stata sentita dalla Polizia?
M.G.:Una volta
A.F.: Ecco, gli hanno de… gli hanno indicato le foto da riconoscere? Quante foto erano?
M.G.:Mah, ora non me lo ricordo se una o due.
A.F.: In che epoca è stata sentita dalla Polizia?
M.G.:Un anno, un anno e mezzo fa, forse due. Più o meno in questi anni. Grazie
A.F.: Grazie.
Presidente: Altre domande signori? Grazie, può andare signorina, buonasera.

martedì 21 giugno 2011

Marzia Sottili - Deposizione del 01 giugno 1994

Marzia Sottili fu ascoltata il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
P.M.: Sentiamo Sottili Marzia
Presidente: Si accomodi signora, buonasera, si accomodi prego, legga per cortesia quella formula.
M.S.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Bene, vuol dare le sue generalità signora?
M.S.: Marzia Sottili, nata a Vicchio di Muge… a Firenze il xx.xx.xx
M.S.: Presidente: Residente?
M.S.: A Vicchio di Mugello.
Presidente: Vuol rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero?
P.M.: Sempre molto semplici, signorina lei è originaria di Vicchio quindi?
M.S.: Si.
P.M.: Lei ha fatto parte o fa parte della banda di Vicchio?
M.S.: Ho fatto parte dall’80 all’84.
P.M.: Era una banda che girava anche i paesi per le feste?
M.S.: Si.
P.M.: Ricorda di essere mai stata, con la banda, a Mercatale?
M.S.: Si una volta.
P.M.: Ricorda l’anno?
M.S.: No, non mi ricordo se era l’82 o l’83.
P.M.: Che stagione era lo ricorda?
M.S.: Mi sembra di ricordare che fosse la fine dell’estate.
P.M.: Era una festa dell’uva? Può darsi?
M.S.: Si.
P.M.: Senz’altro si. Ricorda se nella banda con lei quante ragazze eravate?
M.S.: Ma, mi sembra, circa una trentina, anche se non sempre tutte eravamo presenti.
P.M.: Quel giorno di cui stiamo parlando con lei c’era Pia Rontini?
M.S.: Mah, io non sono in grado di dire si.
P.M.: Non…
M.S.: No.
P.M.: Qualcuno gliel’ha ricordato che c’era?
M.S.: Si.
P.M.: Chi gliel’ha ricordato?
M.S.: Il personale della Sam poi me l’ha detto.
P.M.: No, mi scusi, il personale della SAM gliel’ha detto dopo, io dico di sue colleghe o qualche ragazza… Ci son le foto per fortuna quindi non ci sono SAM che tengano.
M.S.: Io…
P.M.: Lei non ricorda. Le hanno mostrato delle foto in cui c’era lei e la Pia?
M.S.: Si che io non sono stata in grado di riconoscere però da queste foto.
P.M.: Da queste foto no. Senta una cosa, lei invece conosceva il signor Pacciani?
M.S.: No.
P.M.: Qualcuno le ha detto che c’era il signor Pacciani perché lo conosceva?
M.S.: Ehmm, molto tempo dopo, non nell’occasione.
P.M.: Chi gliel’ha detto?
M.S.: Me l’ha detto la mamma
P.M.: Gliel’ha detto sua mamma…
M.S.: Mia madre che era presente quando noi siamo stati a Mercatale.
P.M.: Era con lei la sua mamma?
M.S.: Non era con me perché io facevo parte del gruppo…
P.M.: Quel giorno lì. E come mai sua mamma conosceva il signor Pacciani?
M.S.: Perché mia madre è originaria di Vicchio, sua cugina, la signora Liliana Benvenuti, è originaria di Vicchio e abitava a Mercatale e quindi erano insieme, mia madre è venuta per far visita alla cugina e gli ha detto che c’era…
P.M.: Che c’era questo signore che era un suo vecchio compaesano di Vicchio.
M.S.: Si.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Signori difensori?
Avvocato Bevacqua: Senta signorina quante volte è stata sentita dalla SAM?
M.S.: Una.
A.B.: Credo due, no?
M.S.: Ah si, due, due è vero si.
A.B.: Un giorno dopo l’altro?
M.S.: Il giorno dopo si.
A.B.: Uno dopo l’altro.
M.S.: Si uno dopo l’altro, si.
A.B.: Sempre sulle stesse cose, sulle stesse dichiarazioni?
M.S.: Si
A.B.: Sugli stessi tentativi di riconoscimento?
M.S.: Si.
P.M.: Ci sono le foto
A.B.: Siii certo.
Presidente: Va bene.
A.B.: Grazie.
Presidente: Quindi lei c’è stata una volta sola?
M.S.: A Mercatale, che io ricordi, si.
Presidente: Bene, può andare grazie signora, buonasera.
M.S.: Grazie.

lunedì 20 giugno 2011

Liliana Benvenuti - Deposizione del 01 giugno 1994

 
Liliana Benvenuti fu ascoltata il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

P.M.: Sentirei Benvenuti Liliana
Presidente: Si accomodi signora, venga, si accomodi prego, ecco sieda pure lì signora, buonasera, ecco si metta comoda, signora una domanda prima: consente le riprese televisive?
L.B.: Non mi interessa.
Presidente: Ecco non le interessa, benissimo.
L.B.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia dispos… deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza, grazie.
Presidente: Vuol dare, signora, le sue generalità alla segretaria?
L.B.: Benvenuti Liliana, nata a Vicchio il xx.x febbraio… x febbraio
P.M.: Millenovecentoxxxxxxxx
L.B.: ‘xx, si.
Presidente: x xxxxxxx 19xx, risiede a?
L.B.: A Barberino di Mugello
Presidente: Vuol rispondere, per cortesia, alle domande del Pubblico ministero, signora?
L.B.: Si.
P.M.: Io ho una sola domanda Presidente, i testi di stasera sono su fatti sicuramente marginali e sono numerosi ma le domande sono molto brevi, a meno che i testi non abbiano da dire qualche altra cosa.
Presidente: Prego.
P.M.: Signora Benvenuti, lei è stata interpellata dalla Polizia in merito ad una circostanza…
L.B.: Si
P.M.: E è questa: se per caso lei ha partecipato a una festa dell’uva a Mercatale dove c’era la banda delle majorette di Vicchio…
L.B.: Si.
P.M.: E’ vero?
L.B.: Si io sono uscita fuori a vedere questa manifestazione, poi… si.
P.M.: Ricorda, signora, grosso modo l’anno?
L.B.: Mi sembra nell’83, mi sembra eh… io però non mi ricordo di preciso.
P.M.: Ricorda se a questa festa c’era qualcuno che lei conosceva?
L.B.: Conoscevo…
P.M.: Persone di Mercatale ovviamente…
L.B.: Si.
P.M.: Tra queste persone c’era per caso, se lei lo ricorda, crede o ha visto il signor Pacciani?
L.B.: Si.
P.M.: Anche lui di Mercatale…
L.B.: L’ho visto, così come tanti altri.
P.M.: Certo. Ricorda per caso se lui… non so… offriva da bere a qualcuno?
L.B.: Si, lui andò a prendere del vino a casa sua e offrì da bere alla banda, poi…
P.M.: In questa banda di Vicchio lei conosceva qualcuno?
L.B.: La figliola di una mia cugina e basta perché io manco da Vicchio dal ’47.
P.M.: Ah, ecco, lei è di Vicchio.
L.B.: Si ma io manco da Vicchio dal ‘47
P.M.: C’era la figlia di una sua cugina…
L.B.: Si
P.M.: …che era nella banda?
L.B.: Si.
P.M.: Quindi c’erano diverse ragazze?
L.B.: Si. Si ma io quelle giovani non le conoscevo.
P.M.: Conosceva solo questa figlia di una sua cugina.
L.B.: Si perché…
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Avvocato Colao.
Avvocato Colao: Senta signora, può precisare come si chiamava questa signorina della banda?
L.B.: Si ma è qui è testimone anche lei… ora il cognome… perché s’è sposata… da ragazza era Arcusi Marzia e da sposata ora non mi viene… Fantoni! No…
P.M.: Sottili, signora.
L.B.: Sottili, Sottili si.
Avvocato Colao: Bene grazie signora.
Presidente: Altre domande signori avvocati? Nessuna? Difensori nessuna. Signora grazie può andare, prego buonasera.
L.B.: Buonasera.

domenica 19 giugno 2011

giovedì 16 giugno 2011

Orlando Celli - Deposizione del 01 giugno 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.

Presidente: Signori avvocati? Avvocato Santoni.
Avvocato Santoni Franchetti: L’ha fatta lei Presidente la domanda.
Presidente: Prego?
A.S.: L’ha già fatta lei Presidente la domanda dei due giorni.
Presidente: Ah, va bene, benissimo, signori avvocati di parte civile null’altro? Avvocato Bevacqua.
A.B.: Grazie Presidente. Senta signor Celli lei quante volte è stato interrogato per questa vicenda? Se se lo ricorda.
O.C.: Mi sembra che questa sia la quarta volta.
A.B.: Quarta volta.
O.C.: Si.
A.B.: Oggi è la quarta volta.
O.C.: Si oggi la quarta.
A.B.: La quarta volta però risultano solo due interrogatori…
O.C.: Come due? Al Galluzzo dai Carabinieri, poi a Firenze e questa è la quarta volta.
P.M.: Questa è la terza. Al Galluzzo dai Carabinieri, a Firenze e oggi sono tre.
O.C.: Mah ora…
Presidente: Varie volte.
A.B.: Varie volte,
O.C.: Tre, quattro volte, non lo so.
A.B.: Ecco, lei fu sentito nella immediatezza dell’omicidio?
O.C.: Si.
A.B.:Se lo ricorda, e rese una certa dichiarazione.
O.C.: Si.
A.B.: Che io le leggo, che è un po’ diversa da quella che ha resa invece dopo tanto tempo, dopo diversi anni, perché questa seconda dichiarazione l’ha resa alla squadra mobile SAM esattamente il 29 giugno 1992, bene? Perché le dico, nella prima dichiarazione, quella che lei rende nell’immediatezza del fatto lei assolutamente non ricorda di questo motorino…
O.C.: No.
A.B.: Ohooo, invece questa volta se lo ricorda
O.C.: No io mi ricordo solo… quando mi richiamarono l’ultima volta se c’era qualcosa che avevo notato lì e mi tornò in mente questo motorino perché era un…
A.B.: Si, va bene, però lei nell’immediatezza del fatto ricorda questo e fotografa una certa situazione, bene? Io gliela leggo e lei deve dire, non a me ma a la Corte, se conferma questa circostanza…
Presidente: Allora aveva i ricordi più freschi…
O.C.: Poi fra l’altro è passato diverso tempo e diverse conseguenze sicchè…
Presidente: Ora poi i ricordi sarebbero caldi.
A.B.: “Mi è parso che tutte le portiere del mezzo fossero chiuse ma comunque non vi ho fatto molto caso. Accanto vi era una seconda auto di color bianca, forse una A112 o una Mini in quanto era tagliata dietro e molto larga. A lato vi era un uomo che si stava nuovamente avvicinando a detto furgone” mi è stato copiato male, non so per quale motivo ma veramente lo leggo pochissimo, lo leggo molto male…
P.M.: Prendiamo l’originale.
A.B.: Se me lo da… “…dal furgone parcheggiato a tre metri di distanza. L’uomo dall’apparente età di anni 40/45, molto robusto, capelli radi e forse anche stempiato”, l’ha detto lei.
O.C.: Bianchi.
A.B.: Bianchi non c’è scritto. “indossante un paio di pantaloni chiari” qua non si capisce più nulla…
P.M.: Prendiamo il verbale via!
A.B.: Ecco, ce lo dia, ce lo dia, grazie. “Era alto cm 1 e 75”. Lei ricorda una A112 o comunque una Mini, un uomo 40/45 anni molto robusto, capelli radi, vede i miei?
O.C.: Si. Come lei no, però… Un pochini di più.
A.B.: Un po’ di più radi?
O.C.: No un po’ di più capelli
A.B.: E forse anche stempiato, altezza 1 e 75. Eh? Conferma questa circostanza?
O.C.: Certo.
A.B.: Benissimo. Io se il Pubblico Ministero mi fornisce questo potrei sapere qualche altra cosa.
P.M.: Se mi da due minuti…
A.F.: Non si leggono le copie.
A.B.: Perché molte carte importanti non riesco a leggerle.
A.F.: Non si leggono.
P.M.: Siamo maliziosi a tal punto…
A.F.: Eh si.
A.B.: Non lei certamente, io ho chiesto le copie…
Presidente: Proseguiamo
A.B.: Va bene Presidente. Ecco allora, circostanza che lei Autobianchi… Non sudi perché sudo anch’io…
O.C.: No, no io sudo per altri problemi.
Presidente: Sudiamo tutti, guardi.
A.B.: Sudiamo tutti. E lei ha riferito
O.C.: Io ho altri problemi, per quello non son venuto stamattina.
Presidente: Certo, lo so, lo so.
O.C.: Sudo per quello.
A.B.: Ecco, mi dispiace.
Presidente: Stia assolutamente tranquillo.
A.B.: Senta, questa circostanza dell’Autobianchi lei l’ha riferita per la verità anche alla SAM, vero?
O.C.: Si.
A.B.: Che era un Autobianchi… E’ vero?
O.C.: Si.
P.M.: Menomale.
A.B.: Solo che lei non gliel’ha domandato. Non gli è interessato, a me interessa. Dunque, “Dopo attenta osservazione delle foto dichiara…” perché le hanno fatto vedere questo motorino, parecchio, attenta osservazione, lei si è messo lì parecchio, “…effettivamente il ciclomotore che vedo raffigurato è di tipo uguale a quello che io vidi nella circostanza sopra narrata”
O.C.: Si.
A.B.: Questo ciclomotore, la domanda credo gliel’ha già fatta il signor Presidente, questo ciclomotore lei ha detto che stava a 200 metri circa, 200 metri circa dal furgone.
O.C.: 200/250, si.
A.B.: Ecco, mentre la A112 era molto prossima a questo furgone?
O.C.: Si era sulla strada.
A.B.: Era sulla strada, accanto al furgone.
O.C.: Perché il furgone era nell’interno del campo.
A.B.: E lei espresse l’idea al maresciallo di Galuzzo, che io vedo e non vedo in questo verbale, che quella persona, che aveva questi capelli radi, che aveva questa testa stempiata, il cranio stempiato, che era quaranta/quarantacinquenne e che quindi aveva anche un’altezza di un metro e settantacinque potesse essere il proprietari o il conduttore di quella A112…
O.C.: Quello me lo dissero quando andai lì, dice, si ma questo, a si ho capito era il proprietario della A112 che era un uomo che stava lì vicino.
A.B.: Ah, va bene.
O.C.: Questo me lo dissero loro io…
A.B.: Lo dissero loro. Quindi questa era una persona che stava lì e che glielo dissero.
O.C.: Così dissero loro io non lo conoscevo.
A.B.: Benissimo, grazie, nient’altro.
Presidente: Avvocato Fioravanti ha domande?
A.F.: Nessuna domanda.
Presidente: Bene, possiamo licenziare il teste?
P.M.: Si chiedevo solo se si ricorda chi era questa persona, lei sa il nome di questa persona?
O.C.: No.
P.M.: No, benissimo, lo chiederemo a chi di dovere e vediamo se era lui.
Presidente: Il consigliere Polvani le vuol fare una domanda signor Celli.
Consigliere Polvani: Si ricorda a che ora del mattino vide questa scena con questo signore?
O.C.: Mi ricordo solo che era presto perché stavo portando, insomma, la mamma a riscuotere la pensione per non fare la fila.
C.P.: Ecco, quindi la mattina abbastanza presto.
O.C.: Si, sette e mezzo/otto un affare così, non più tardi.
C.P.: Non più tardi, grazie.
Presidente: Bene, grazie signor Celli può andare, buongiorno, può tornare a casa, arrivederci.
P.M.: Presidente prima di licenziare il teste vorrei sapere se la difesa ha bisogno di quel verbale, in cinque minuti lo procuriamo e così sappiamo se è necessario fare ulteriori domande o se…
Presidente: Ma non credo Pubblico Ministero
A.B.: Se me lo da io lo piglio…
P.M.: Io no ce l’ho.
A.B.: Per toglierci la giacca, Presidente.
Presidente: No, no, no.
A.B.: Io non ho quel verbale. Bene, allora io non ho domande da fare la teste.

mercoledì 15 giugno 2011

Orlando Celli - Deposizione del 01 giugno 1994 - Prima parte


Orlando Celli fu ascoltato il primo giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
Presidente: Chi sentiamo Pubblico Ministero?
P.M.: Sentiamo il signor Celli Orlando
Presidente: Celli Orlando. Si accomodi. Consente le riprese televisive?
O.C.: E’ uguale.
Presidente: E’ uguale. Senta signor Celli, vuole leggere quella formula per piacere?
O.C.: Si, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, senta, vuol dare le sue generalità per cortesia al segretario?
O.C.: Celli Orlando, xx.xx.xx, Pelago.
Presidente: E risiede? Dove risiede signor Celli?
O.C.: A Firenze.
Presidente: Risiede a Firenze, benissimo, allora risponda per cortesia alle domande che le fa il Pubblico Ministero e poi dopo gli avvocati.
P.M.: Signor Celli lei dove abita attualmente?
O.C.: In Via Giogoli
P.M.: In Via?
O.C.: Via Giogoli.
P.M.: Giogoli. Quindi in quella via dove nell’83 fu trovato un furgone con i due ragazzi tedeschi uccisi?
O.C.: Si, un pochino più avanti…
P.M.: Un pochino più avanti grosso modo di quanto?
O.C.: Mah, un chilometro.
P.M.: Un chilometro. Lei all’epoca dell’omicidio abitava lì?
O.C.: Si.
P.M.: Ricorda di aver visto o meno qualcosa che l’ha colpito o prima o dopo l’omicidio e che lei ha riferito a suo tempo ai Carabinieri del Galluzzo?
O.C.: Mah niente, io passavo di lì la mattina…
P.M.: La mattina quale? Sempre tutte le mattine?
O.C.: Sabato mattina.
P.M.: Un sabato mattina.
O.C.: Si qui sabato mattina dell’omicidio. Io passavo di lì perché dovevo andare a portare la mamma a riscuotere la pensione alla posta del Galluzzo…
P.M.: lei passò… passò più di una volta?
O.C.: No io ci passavo sempre perché dovevo andare a lavorare al Galluzzo…
P.M.: Quella mattina a che ore ci passò?
O.C.: Mah ora di preciso non me lo ricordo
P.M.: Passò quando andò e al ritorno… all’andata e al ritorno?
O.C.: Si
P.M.: Ecco e cosa…
O.C.: Niente, notai questo furgone lì fermo con lo sportello aperto e con una persona ferma davanti allo sportello
P.M.: Una persona?
O.C.: Una persona si. Però un attimo perché passai con la macchina… sono dieci secondi ma nemmeno…
P.M.: Ebbe in quella frazione di secondo di capire se era un ragazzo, un giovane?
O.C.: No era una persona anziana.
P.M.: Lei ai Carabinieri cercò di descrivere il suo ricordo, ora ce l’ha un ricordo? Come l’ha avuto allora…
O.C.: Mah, ora di preciso non me lo potrei ricordare.
P.M.: Può darsi che lei abbia dichiarato che era un uomo anziano con i capelli bianchi?
O.C.: Si.
P.M.: Questo l’ha dichiarato?
O.C.: Questo si.
P.M.: E che era di corporatura abbastanza robusta?
O.C.: Si.
P.M.: E che era in piedi vicino alla portiera destra della cabina del pulmino?
O.C.: Si.
P.M.: E che la portiera era aperta e lui guardava dentro?
O.C.: Si.
P.M.: Questo…
O.C.: Si.
P.M.: Rispetto a questo ricordo lei ha presente quando furono rinvenuti i cadaveri? Cioè quando si seppe che quel furgone… c’era stato un omicidio? Dopo che l’aveva visto o prima?
O.C.: No io lo seppi la sera quando rientravo a casa, che era successo i che era…
P.M.: Quindi quella mattina non si sapeva ancora nulla?
O.C.: No.
P.M.: E il pulmino era lì?
O.C.: Si.
Presidente: Lui pensa che non se ne sapesse nulla.
O.C.: Il sabato e la mattina, furono trovati la sera e quindi…
O.C.: Si infatti.
Presidente: Non è che lo sa lui.
P.M.: No, no, senta una cosa, però lei poi fece ai Carabinieri una considerazione, la ricorda? Come mai quello non avvertì?
O.C.: Si, quello si.
P.M.: Eh?
O.C.: Si.
P.M.: Bene? Lei fece così, dice: “Mi son sempre chiesto come mai l’individuo da me notato non aveva chiamato la Polizia”.
O.C.: Si, quello si. Questo è sempre rimasto…
P.M.: Il suo dubbio.
O.C.: Si.
P.M.: Come mai questa persona… Questa persona aldilà della descrizione che ci ha fatto lei non è in grado di dire che età poteva avere? Che altezza?
O.C.: No. L’altezza si era abbastanza alto.
P.M.: Cioè?
O.C.: Mah ora non…
P.M.: Non lo sa. Senta una cosa, lei vide se nei pressi c’era o meno un ciclomotore?
O.C.: No quello lo notai dopo un paio di giorni, tornando, sempre, a casa.
P.M.: E com’era questo ciclomotore?
O.C.: Era un Beta
P.M.: Un Beta, cioè?
O.C.: Mah ora la marca…
P.M.: Si, no, la forma?
O.C.: No s..
P.M.: Di quelli, per intendersi, con il serbatoio davanti?
O.C.: Si bravo, davanti, si.
P.M.: Tondo.
O.C.: Si.
Presidente: Com’era? No, un momento
P.M.: Ora, poi gli mostriamo una foto, Presidente.
Presidente: Un Beta, un Beta sa…
O.C.: Si ma io mi ricordo di questo qui perché ce l’aveva un ragazzo che lavorava con me
P.M.: Un ciclomotore 48, non un Ciao per intendersi?
O.C.: No, no, no.
P.M.: Vecchio tipo?
O.C.: Si.
P.M.: Era un ciclomotore in ottime condizioni o le sembrò…
O.C.: Ora…
P.M.: Non se lo ricorda. Il colore per caso se lo…
O.C.: No
P.M.: No?
O.C.:
P.M.: Non ricorda di aver visto… di aver detto alla Polizia forse anche il colore? No?
O.C.: Ma può darsi ma ora son già…
P.M.: Ho capito però se lei a suo tempo ha detto che era di colore rosso e…
O.C.: Io mi ricordo del serbatoio di colore rosso, poi il resto non…
P.M.: Il serbatoio era rosso, se c’era un portapacchi o qualcosa ricorda?
O.C.: No mi ricordo c’era una corda dietro…
P.M.: Una corda dietro
O.C.: O un nastro, non so che… non posso descriverlo.
P.M.: Senta una cosa, un ciclomotore le è stato poi mostrato dal vivo o in foto?
O.C.: Si.
P.M.: Questo ciclomotore le è sembrato, quello nella foto, quello che poteva essere…
O.C.: Ma la marca era quella lì, però se era quello…
P.M.: Ah beh certo! Certo, certo.
O.C.: La marca era quella.
P.M.: Quello che le fu mostrato era di un altro colore?
O.C.: Si.
P.M.: Ecco. Invece quello che ricorda lei era sul rosso? Almeno il…
O.C.: Il serbatoio, si.
P.M.: Il serbatoio.
Avvocato Fioravanti: Però non lo dice, Presidente scusi un attimo.
P.M.: No ora mi lascia finire.
A.F.: Ma non dice la parola rosso, non l’ha mai detto, lo sta suggerendo, io non lo so…
P.M.: Che cosa mi scusi?
A.F.: La parola “rosso”…
Presidente: Avvocato non posso dire nulla perché io il verbale non ce l’ho.
P.M.: L’ha detto lei, mi scusi allora…
A.F.: Sul colore…
Presidente: Lui ha detto…
P.M.: Col serbatoio rosso.
Presidente: Lui ha detto: non me lo ricordo. Il serbatoio era rosso il resto non me lo ricordo.
O.C.: No adesso non posso dire di che colore era.
P.M.: Benissimo.
O.C.: Il serbatoio era, si , rosso.
P.M.: Lei ricorda se c’era un portapacchi o una corda?
O.C.: Si una corda, non so di preciso…
P.M.: Posso mostrare delle foto al teste, Presidente?
Presidente: Certo. Scusi mi vuol ridire quando lo vide questo motorino?
O.C.: Mah, dopo un paio di giorni, mi rimase impresso perché siccome tornavo casa, lo vidi appoggiato all’incrocio di via Volterrana e Via Giogoli, lì, mi rimase impresso perché, l’ho detto, ce l’aveva un ragazzo che lavorava insieme a me e allora: guarda il motorino uguale… E basta.
P.M.: A chi distanza, mi scusi, dal luo… quando lo vide, dove lo vide lei, era dal luogo del fatto?
O.C.: Mah, un duecento metri.
P.M.: In qualche posizione della strada che lei ricorda?
O.C.: Si appoggia… Siccome lì sulla via Volterrana, dove c’è l’incrocio di via Giogoli, c’è un ingresso della villa, appoggiato a il muro della villa.
P.M.: Può darsi che fosse un motorino di una forma simile a quello della foto? Così?
O.C.: Quella marca lì.
P.M.: Vogliamo mostrare la foto dove si vede la corda per cortesia?
Presidente: Quello è un elastico, non è una corda.
O.C.: Si, insomma ho detto un elastico, corda, un affare di… qualcosa del genere c’era legato però se devo dire era una corda o un elastico no.
P.M.: Se era una corda o un elastico lei non lo ricorda. Senta una cosa, questa è la foto che le è stata mostrata dalla Polizia?
O.C.: Si.
P.M.: Ecco, vorrei far presente alla Corte di controllare nel processo verbale di sequestro, è così com’è stato sequestrato con quell’elastico.
Presidente: Però lei prima non l’aveva visto, prima… Lei dice: l’ho visto dopo un paio di giorni.
O.C.: Si un paio di giorni.
Presidente: Prima no?
O.C.: No.
Presidente: Non c’era prima?
O.C.: No non c’era, non lo posso dire se c’era, non c’era, non l’ho notato.
Presidente: Non l’ha notato.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Dopo un paio di giorni da quando?
O.C.: Da quella mattina lì.
Presidente: Da quella mattina in cui lei era passato?
O.C.: Si, ci poteva esse’ stato messo anche la mattina dopo però io non lo so perché a me mi rimase impresso solo dopo un paio di giorni ecco, notai questo motorino e basta.

martedì 14 giugno 2011

Vincenzo Trancucci - Deposizione del 01 giugno 1994 - Seconda parte

Segue dalla prima parte

Presidente: Signori avvocati di parte civile avete qualche domanda? Nessuna. Signori difensori?
Avvocato Bevacqua: Si.
Presidente: Prego.
A.B.: Senta signor Trancucci, mi sente?
V.T.:Si.
A.B.: Grazie. Lei sa leggere?
V.T.:La prima solo ho fatto.
A.B.: la prima solo.
V.T.:Ho messo solo la firma per sta in galera.
A.B.: Quindi non sa leggere?
V.T.:Un po’ di firma si, posso metterla.
A.B.: Un po’ di firma si e quindi non sa leggere, benissimo. Dice: come il vento, c’è un film a proposito del vento. Senta, signor Trancucci…
V.T.:Dimme
A.B.: Volevo dirle un’altra cosa…
V.T.:Mhmm.
A.B.: A lei le hanno mostrato diverse fotografie i carabinieri o una sola fotografia?
V.T.:M’hanno… e… ecco signori giudici…
A.B.: No non sono un giudice, io sono…
V.T.:Avvocato!
A.B.: Grazie.
V.T.:Ecco! Senta signore avvocato, due fotografie: una dove resoltava questo Pacciane e un altro che non l’ho conosciute, era vestito di bianco, io questo non l’ho canosciuto proprio.
A.B.: Ma era Pacciani pure questo?
V.T.:Ahaaaa…
A.B.: Non lo so…
V.T.:Quell’altri due… quello messo assiemo, m’è so menato io avanti alla Pulizia di dire fussi quello lì che va a fa lu guardone dal bosc, poi m’hanno mostrato un altro, questo nu lu cunosco.
A.B.: Quindi lei lo conosceva o non lo conosceva Pacciani?
V.T.:Noo
A.B.: Non l’ha mai conosciuto lei Pacciani.
V.T.:No.
A.B.: Allora lei, scusi, lei non l’ha mai conosciuto e le mostrano questa fotografia e le dicono… che cosa le dicono la Polizia?
V.T.:Chi?
A.B.: Lei è andato dalla Polizia o no?
V.T.:
A.B.: È andato lei dalla Polizia?
V.T.:Si, m’hanno mandato a chiama’ a San Cascian, i Carabinieri di San Cascian e ci ho trovato la Polizia, una donna e un uomo. Una poliziotta e un poliziotto co la barba.
A.B.: E che le hanno detto questi signori?
V.T.:M’hanno domandato queste cose. Io che l’ho detto?
A.B.: Che cosa le hanno domandato?
V.T.:Non l’ho domandate, non lo conosceva a questo Pacciano.
A.B.: Quindi lei ha detto e lo dice qui alla Corte che questo Pacciani non lo conosceva?
V.T.:Non lo conoscevo.
A.B.: Non lo ha mai conosciuto?
V.T.:Non ci ho mai parlato con lui.
A.B.: Non lo ha mai conosciuto.
V.T.:No.
A.B.: Lo conferma qui davanti alla Corte che non l’ha mai conosciuto?
V.T.:Certamente. Come faccio a dire che lo conoscevo? Se lo conoscevo…
A.B.: Perché lei avrebbe firmato un documento, cioè un verbale, dove dice non solo che lo conosceva ma che sapeva tante cose di questo Pacciani.
V.T.:Chi io?
V.T.: A.B.: Si.
V.T.:Io non sapeva nulla proprio.
A.B.: Quindi non lo conosceva proprio?
V.T.:Nooo
A.B.: Quindi quello che non ha firmato lei non è vero?
V.T.:Ma lu… i… ma io te lo ripeto…
Presidente: E’ chiaro
V.T.:…e te lo dico un’altra volta che non lo conoscevo…
A.B.: Io sto chiedendo, Presidente.
P.M.: Lo conosceva di vista.
Presidente: Lo conosceva di vista, l’ha detto prima.
P.M.: È, sennò, veramente…
Presidente: Non perdiamo tempo.
P.M.: Il verbale dice questo.
Presidente: Lei non lo conosceva nel senso che…
P.M.: Non ci ha mai mangiato insieme
Presidente: parlo io.
A.B.: Mi scusi Presidente…
Presidente: No, no, avvocato parlo io.
A.B.: Certo.
Presidente: Per il momento lei, cortesemente…
A.B.: Certo, certamente Presidente, mai io sto facendo il mio dovere
Presidente: Questo signor Pacciani lei non lo conosceva, cioè non aveva relazioni di amicizia…
V.T.:No, no, no, no, assolutamente.
Presidente: Però di vista lo conosceva? Sapeva chi era? Fisicamente lo conosceva insomma?
V.T.:Ma sulla voce della gente. Quando la gente dicevano: Quelle Pacciane andava, va, lo guardone ne le bosche, ma io non l’ho visto, lo decevano così. Come quando venne su i giornale… su i giornale ce scrivono una frase allora, su i giornale anche… l’hanno fatto sentire su i giornale, hanno letto il giornale e io dico: ma sarà ‘sto Pacciane? Ecco.
A.B.: Ma chi sarà questo pacciani?
Presidente: Fisicamente lei lo conosceva? Se lo vedeva per strada lo riconosceva? Dice: Quello è il Pacciani! Che poi avesse…
V.T.:No, no, no, no se lo trovavo per strada non lo canosceva proprio.
A.B.: Ohooo, allora, non lo conosceva proprio. Io sono leggermente in imbarazzo, Presidente.
Presidente: Affatto avvocato.
P.M.: Perbacco!
Presidente: C’è il verbale quindi…
P.M.: Noi glielo mostriamo poi chiederemo a chi l’ha fatto se è lecito, come mai ha
Presidente: Io prima avevo registrato: Il Pacciani io lo conoscevo di vista.
P.M.: Anch’io.
A.B.: Comunque questo signore sicuramente non sa leggere…
P.M.: Sa parlare.
A.B.: Sa parlare… Ecco, un’ultima domanda e poi mi cheto, perché qua bisogna chetarsi a questo punto…
Presidente: Avvocato, può parlare ma vede…
A.B.: Presidente, mi scusi, siccome si fa, si discute intorno a certi elementi marginali, io credo, del processo, non è la tattica che io ho voluto adottare e io allora devo difendermi in ordine a queste dicierie, e mi devo difendere…
Presidente: ma qui non si trattava di dicerie ma di sapere se lui fisicamente, il Pacciani, lo riconosceva, lo ravvisava…
A.B.: Ha detto di no.
Presidente: Ha detto di no.
A.B.: Ecco Presidente però, però, però nell’atto…
Presidente: Nel verbale pare che ci sia scritto diverso…
A.B.: C’è tutto, c’è scritto che aveva un motorino, che…
Presidente: Poco fa lui ha detto che lo conosceva di vista.
P.M.: Esatto.
Presidente: Io l’ho registrato.
P.M.: Anch’io l’ho registrato, Presidente, siamo in due, lo può aver registrato anche la Polizia che ha fatto il verbale.
Presidente: Lo può aver registrato erroneamente
A.B.: Va bene.
P.M.: Come la Polizia
A.B.: Adattiamo il discorso…
P.M.: No, non adattiamo proprio nulla.
Presidente: Vada avanti avvocato Bevacqua.
A.B.: Allora, dunque, senta, lei le conosce le Cinquecento?
V.T.:Eh?
Presidente: La Fiat Cinquecento…
A.B.: La conosce la Cinquecento?
Presidente: La macchina, la Cinquecento, la conosce?
V.T.:Ma come fa a conoscer..? Ce ne so tante di Cinquecento, va a conoscere la Cinquecento?
A.B.: Ce ne son tante Cinquecento, ne vedeva passare tante Cinquecento lei?
V.T.:Mah…
Presidente: Fiat Cinquecento ne vedeva passare?
V.T.:È!
A.B.: Va bene, grazie Presidente, non ho altre domande.
Presidente: Se fa il postino…
V.T.:Vedeva passare Cinquecento ma da qui a vedere ‘ndo andavano, dove non andavano e chi c’era dentra e chi non c’era…
A.B.: Bene, grazie Presidente.
Presidente: Bene, bene. Avvocato Fioravanti ha domande lei?
Avvocato Fioravanti: Nessuna domanda a questo punto.
P.M.: Sentiremo poi chi ha fatto il verbale. Nessuna domanda.
A.B.: Che ci dirà?
Presidente: Può andare, può andare signor Trancucci.
P.M.: Ci dirà un sacco di bugie
A.B.: Qualcuna l’ha anche scritta.
V.T.:Arrivederci.
Presidente: L’accompagni per favore.