lunedì 3 maggio 2010

Giuseppe Grassi - Intervista su La Città - 1 agosto 1984

Nel 1984 era ispettore capo della Criminalpol Toscana. Il primo agosto 1984, il quotidiano La Città, pubblicò l'intervisa che segue.
Dottor Grassi cosa ha provato subito dopo aver saputo la notizia?
Questo tipo di reati, come i sequestri, non lascia mai indifferenti. Mi tolgono la tranquillità.
Qual'è la maggiore difficoltà con cui vi scontrate?
Certamente il fatto che non abbiamo mai un brandello, un accenno di testimonianze. Possibile che in tutti e sette i duplici delitti nessuno abbia mai sentito sparare, eppure l'assassino spara sempre diversi colpi; possibile che nessuno abbia mai visto nulla; possibile che non si sia mai presentata nemmeno una coppia per dirci che il tal giorno alla tal ora erano in quel luogo prima o dopo il delitto anche se non si sono accorti di niente. O il mostro colpisce sempre quando nella zona c'è una sola macchina oppure la gente ha paura anche a parlare.
Lei sa seguendo le indagini dal delitto di Scandicci nel giugno 1981. Che immagine si è fatta di questo brutale assassino? Riesce a vederlo?
Sono stati scomodati per fare questo psicologici e sociologi. Il mostro è stato descritto in vario modo, è difficile farsi un'idea. Ci troviamo davanti a un caso unico che non ha paragoni, almeno in Italia e che non ci ha fornito nessun aggancio con la criminalità comune.
La gente si chiede se avete fatto il possibile per trovare una traccia. Per esempio, avete controllato tutte le pistole di quel tipo in possesso di privati cittadini?
Si, nei mesi scorsi abbiamo terminato i controlli fra i bossoli sempre ritrovati sui luoghi dei delitti e quelli sparati dalle quindicimila calibro 22 canna lunga modello 74 che ci sono in Toscana. Fra quelle la pistola del mostro non c'è. Vuol dire che allargheremo i controlli anche alle altre regioni. E' un lavoro lungo anche se mi rendo conto che l'unica prova seria per incastrare l'assassino l'avremo quando troveremo l'arma. Altrimenti non resta che sperare in un incidente sul lavoro o in qualcuno che sa e ce lo viene a dire.
Perchè lei pensa che ci sia qualcuno che sa?
Io credo di si. E' difficile che non ci sia una moglie, un figlio, una mamma, un parente, un amico che non si sia accorto di qualcosa. Ma magari prevale una sorta di omertà per coprire una vergogna familiare. A meno che non si tratti di una persona proprio sola...
Quindi se nessuno parla il mostro resta imprendibile e libero di colpire?
Alla scuola di polizia ci dicevano che non esiste delitto perfetto ma indagini perfette. Non voglio fare il pessimista ma qui siamo quasi di fronte al delitto, anzi a una serie di delitti perfetti.
C'è qualcosa nelle indagini che secondo lei andava fatto e invece non è stato fatto?
Sia per le indagini fatte sugli ultimi casi, sia per quelle retrospettive sui delitti del '68 e del '74 non ci possiamo rimproverare nulla, nè noi, nè i carabinieri, nè la magistratura. Non si fanno indagini con leggerezza di fronte a simili fatti.
Dottor Grassi, si è detto spesso che il mostro deve essere un abile tiratore e un esperto in tagli particolari.
Si è fatto un pò di letteratura su questi due aspetti. Certamente è una persona che sa maneggiare bene una pistola ma è anche vero che spara da distanza ravvicinata, su corpi distesi e immobilizzati all'interno di un'auto e sfruttando il fattore sorpresa. Quanto ai tagli per asportare il pube delle ragazze non c'è bisogno di scomodare un chirurgo, si è favoleggiato sulla mano esperta ma non è così. E' soltanto confermato che il coltello sembra essere sempre lo stesso con un solo lato affilato e molto appuntito.
Sembra accertato che il mostro prepari con cura l'agguato alle sue vittime, che studi attentamente il luogo dove ha intenzione di colpire. Ma come fa a non dare mai nell'occhio? Eppure specialmente nei paesi se c'è uno straniero che gironzola lo notano subito.
Infatti non siamo ruisciti a darci una risposta su questo aspetto.
Secondo lei è possibile che lui stesso si apparti in auto con una donna, ignara della sua vera identità per studiare i posti dove poi andrà a seminare la morte?
Perchè no? E' posibile. L'unica cosa certa è che conosce i luoghi.
Ma è certo che si tratti di una sola persona? O potrebbero essere in due o tre?
Mi riesce difficile immaginare che un omicidio del genere con il rituale delle mutilazioni e tutto nil resto, possa essere opera di più persone. No, io credo che il mostro sia uno solo.
Si è parlato di sfida, per quest'ultimo delitto. Il mostro che sfida le forze dell'ordine.
Non mi sembra. La sfida si sarebbe manifestata con uno scritto o una telefonata sullo stile dello squartatore di Londra. Credo invece che questo assassino risolva tutto a livello individuale.
Cosa pensa della possibilità di mettere una taglia?
Penseremo anche a questa ipotesi. Non sempre la taglia ha dato risultati positivi.
Le indagini ripartono da zero?
Si, non si può che ripartire da zero. Abbiamo già in mente qualcosa, per ovvi motivi non posso dirle di cosa si tratta.
Questo è il caso più difficile della sua carriera?
Senz'altro il caso più difficile. Credo non si possa ipotizzare una difficoltà maggiore.
Rif.1 - La Città 1 agosto 1984 pag.5

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