mercoledì 12 maggio 2010

Antonio Morelli

Nel 1985 era primario di Gastroenterologia presso l'ospedale di Monteluce di Perugia. Amico di famiglia di lunga data era stato testimone di nozze di Francesco Narducci e Francesca Spagnoli. Il 13 ottobre 1985 intervenne sul molo di Sant'Arcangelo per il riconoscimento del cadavere rinvenuto. Riferì: "Era irriconoscibile, edematoso, aveva il volto cianotico ed era talmente gonfio che i bottoni della camicia tiravano a dismisura, con pochi capelli come appiccicati, la fronte molto prominente. Aveva il volto "batraciano'' per prominenza delle parti laterali. (...) Vidi la patente di Francesco spuntare dal giubbotto o dai pantaloni. Mi colpì perché era ben conservata, pur non essendo plastificata. La cosa mi stupì molto perché un documento cartaceo rimasto in acqua per cinque giorni difficilmente si sarebbe conservato in quel modo". Tutt'altra impressione ebbe il giorno successivo, il 14 ottobre, presso la villa di San Feliciano: "Non so dire in che modo, ma quel cadavere aveva qualcosa di diverso da quello che avevo visto sul molo. Questo assomigliava di più a Francesco".
Relativamente alle frequentazioni di Francesco Narducci dichiarò: "Sapevo che Narducci, insieme al dottor Farroni, frequentavano e uscivano con donne. So anche, perché me lo ha raccontato un mio collaboratore, che Narducci aveva delle frequentazioni particolari, tipo delle orge, alle quali aveva partecipato anche lui, una dalle quali era subito scappato non appena avevano iniziato a togliergli i pantaloni. Ed aveva uno strano modo di fare sesso, con un comportamento violento e con urla".

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