sabato 13 giugno 2009

Udienza del 17 maggio 1999 - 14

Quella che segue è la trascrizione integrale dell'udienza del 17 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 13.
Relatore: Vi è l'appello poi e mi avvio a finire perchè io sto terminando, oltre non vado, il resto è lavoro vostro, dell'avvocato Antonio Mazzeo, codifensore del Vanni. L'avvocato Mazzeo si rifà, penso giustamente, alla premessa della sentenza di primo grado e dice il giudice di primo grado della Corte di Assise ha omesso completamente quell'esame al quale io ho fatto riferimento prima, cioè l'esame riguardante la intrinseca credibilità del dichiarante. Secondo la Corte di Assise prima di vedere i riscontri bisogna vedere se chi parla sia di per sè persona credibile e perchè sia credibile. La Cassazione fa un lunghissimo elenco di caratteristiche delle dichiarazioni, deve tratarsi di dichiarazioni non coatte, spontanee, ripetute, non contraddittorie e quant'altro, ha dello la Suprema Corte, che tutte ora non mi ricordo. Ora, dice il difensore di Vanni, allorquando la Corte di Assise di Firenze, nella premessa della quale abbiamo parlato, dice che le uniche dichiarazioni credibili del Lotti debbano ritenersi quelle dibattimentali e non quelle di prima, non solo, omette l'esame quelle di prima e sbaglia, perchè le dichiarazioni di prima si trovano nel fascicolo di quel dibattimento perchè una è un incidente probatorio, addirittura poteva il Pubblico Ministero non quasi non citarlo Lotti, avendo fatto un incidente probatorio tanto è vero, apro e chiudo una parentesi, il Pubblico Ministero al Lotti in dibattimento non gli ha chiesto nulla, perchè già le aveva già le dichiarazioni, secondo lui almeno, gli ha fatto solo precisare quelle circostanze che non tornavano, tipo Vanni che entra nella tenda da dietro, tipo la Rontini che non strilla ma grida (geme ndr), ma l'esame del Pubblico Ministero è brevissimo, quello lungo è quello del difensore. Dice, intanto non tiene conto delle precedenti dichiarazioni ma inoltre con questo sistema praticamente risolve definitivamente la Corte di Assise il problema della credibilità, dicendo: "l'ha detto in dibattimento, ergo ci credo, tutto quello che ha detto prima non mi interessa". Dopo aver fatto questo il difensore fa presente che comunque anche al dibattimento e a voler prendere anche solo quelle dichiarazioni, il Lotti di contraddizioni ne ha fatte mille. Io non ve le posso ripetere perchè è un libro, così l'avete visto, letto casomai, insisterà il difensore su alcune. Perchè per ogni duplice omicidio il difensore fa dei raffronti tra le cose... riporta dichiarazioni del Lotti che sono contraddittorie, contesta il difensore che possa ritenersi un riscontro quello che avevo detto prima circa Vicchio, il fatto che la Rontini non era andata a letto ma era andata in macchina col fidanzato, lungi da essere un riscontro, è l'esatto opposto. Ancora sull'accurata preparazione del delitto. Circa il delitto di Giogoli il Lotti si è contraddetto mille volte, in particolare circa la posizione delle salme dei tedeschi, non ricorda che la radio era accesa e invece era accesa, le posizioni dei giovani assassinati, inizialmente dette dal Lotti, erano ben altro di quelle dette alla fine. Inizialmente erano nella parte anteriore al furgone, solo alla fine della complessa istruttoria dibattimentale le salme dei due ragazzi tedeschi il Lotti ha detto dove stavano, cioè nella parte finale. Si lamenta ancora circa l'assunta posizione di palo del Lotti nel delitto di Baccaiano dicendo che se c'era un posto dove non c'era bisogno assolutamente di un palo questo era Baccaiano, perchè la piazzola dove ci sta una sola macchina, dove lo sparatore vede qualunque pericolo a qualche km di distanza, un palo non si vede cosa ci stia a fare, proprio non serve a nulla. Circa il diritto di carenza lo stesso primo giudice aveva escluso che vi fosse qualsiasi riscontro alle dichiarazioni del Lotti. Basta, io a questo punto finirei su questo punto. Aggiungendo soltanto che poi lo svilupperete voi, i vostri motivi, che con i motivi aggiunti si è parlato del 128 rosso l'ho già detto tutto quello per cui non lo devo ripetere, però, però con ulteriori motivi perchè quasi non bastassero quelli di prima, perchè ce n'è pure un altro, eh? L'avvocato Filastò scrive: "un'ulteriore motivo aggiunto, questa volta l'avvocato Filastò ha ribadito che in Calenzano quei due confidenti dei carabinieri, così vengono chiamati, avevano visto una sola persona.
-BRUSIO-
Relatore: Si, si ma nella prima versione i carabinieri parlano di confidenti, dopo diranno nome e cognome ma nel primo scritto dei carabinieri si dicono due confidenti, che poi sono due fidanzati tranquilli che stavano lì, per poco non vengono investiti da un'Alfa Romeo, se ben ricordo, Gran Turismo, verrà fatto un identikit, non verrà riconosciuto nessuno ed è per ciò che tra l'altro che la Corte di Assise assolverà questo Faggi. Dice il difensore questo è un ulteriore motivo per pensare, per ritenere che come lui sostiene, che in questi delitti l'assassino è uno solo che fa tutte queste indecenti operazioni da solo. Io a questo punto non ho altro da dire.
Presidente: Allora ringraziamo il consigliere per la relazione, poi dobbiamo dare atto che mentre era in corso la relazione è pervenuta un'altra richiesta di TG4 - Mediaset che autorizziamo come la precedente, se no, ci sono... E adesso sospendiamo per un momento poi riprendiamo l'udienza.
Segue...

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