giovedì 25 giugno 2009

Natale Mele - Dichiarazioni agli inquirenti del 21 aprile 1969

Atti processuali del duplice delitto di Signa del 1968.
Natalino è ospite da un anno in orfanotrofio, gli inquirenti raccolgono le dichiarazioni che seguono.
21 aprile 1969, ore 10:00
Poichè il bambino sta giocando con un carro armato domandatogli se gli piacciano le pistole risponde di no. Chiestogli se il di lui padre avesse in casa una rivoltella risponde di no. Chiestogli se si ricordi di essere stato in casa di Piero, zio di Scandicci, e, chiesto, se ci sia stato volentieri risponde di si. Portato a parlare di quanto avvenne quella sera il bambino dice di essere stato preso in macchina con la mamma dallo Zio (così, Natalino chiamava gli amanti della madre, in questo caso Antonio Lo Bianco n.d.r.) e di essere andato al cinema, c’era un film di guerra e poi usciti videro un uomo che non sa dire chi fosse e con il quale non parlarono però nè la mamma nè lo Zio, quindi andarono via con la macchina
Vide che la mamma scese dalla macchina e cambiò posto con lo Zio che si mise a sedere e tirò giù il sedile. Sentì che la mamma parlava con lo Zio ma non sa dire cosa dicessero. Chiestogli se la mamma abbia solo parlato, se abbia fatto la lotta con lo zio, risponde che non ha fatto la lotta; chiestogli se sentì sparare risponde di si; chiestogli chi c’era con il padre (autoaccusatosi dell’omicidio della moglie n.d.r.) del bambino insistentemente dice che con il padre c’era lo zio Piero da Scandicci; chiestogli chi abbia sparato il bambino dice Piero. Chiestogli quanti colpi dice 5 o 6. Il bambino a domanda risponde che per primo fu sparato alla mamma; il bambino dice altresì che lo zio Piero era venuto con una bicicletta celeste ed il padre con una bicicletta marrone. Il bambino dice ancora che la rivoltella fu gettata nel fosso vicino e che lui andò via con il padre che lo portò in braccio. Chiestogli se gli abbiano detto di non dire quello che ha invece rivelato, risponde che il padre gli aveva detto di non dirlo. Chiestogli se c’era anche Vinci Francesco dice di si. Chiestogli allora di ricordare chi abbia visto quella sera, ricorda oltre il papà, la mamma, l’uomo che era in macchina che lui chiama anche Zio, lo zio Piero e non menziona il Vinci Francesco. Chiestogli perchè non lo abbia ricordato risponde: "Me lo disse il babbo di dire di averlo visto". Chiestogli se lo zio Piero gli abbia detto di non dire nulla dice di no.

16 maggio 1969, ore 11 e 20
Vengono rivolte al bambino le seguenti domande:
- Ti ricordi cosa dicesti l’ultima volta che ti interrogammo? Il babbo era solo?
(Il bambino risponde prontamente) - No.
- E con chi era?
Segue una pausa di Silenzio.
- O non te ne ricordi?
-Aspetta. (Il bambino continua a pensare).
- Chi c’era quella sera?
- Non me lo ricordo.
- La rivoltella la teneva il babbo?
(Data prontamente) - No.
- Chi aveva la rivoltella?
(Pausa prolungata di silenzio. Si nota che il bambino cerca una risposta che, non
da).
- Il babbo era solo?
(Altra pausa meditativa... Poi risponde) - Mi Sembra di no.
- Chi ti sembra che ci fosse? Ricordi chi c’era con il babbo?(Pausa. Poi dice) - Ci sto pensando.
- Ma tu dormivi nella macchina?
-Si.
- Ma come ti sei svegliato?- Quando ho sentito i colpi.
- Ed allora chi hai visto?
- Ho visto il babbo.
- Solo?(Pausa senza risposta)
- Era solo il babbo?(Pausa di meditazione)
-Le altre volte hai detto un nome. Te ne ricordi? (La domanda viene riproposta spiegandola meglio, senza fare accenni a nomi di persone riferiti dai bambino o da altri).
- Non mi ricordo più.
- L’altra volta dicesti che c’era Pietro?- No. Ha sparato Pietro.
- Chi è Pietro?- Quello che sta a Scandicci. (In realtà lo zio di cui parla Natale si chiama Piero n.d.r.)
- Ma è tuo parente?- E’ mio zio.
- E perché prima non lo dicevi?
- Stavo pensando.
- C’erano solo tuo padre e Pietro?
(Pausa senza risposta).
- Ma come fai a dire che Pietro sparava se dormivi?- Quando mi sono svegliato.
- Ma ha sparato dei colpi quando eri sveglio?- Si. Tutti i colpi non li aveva ancora sparati.
- E come sparava? Cosa aveva in mano?- La rivoltella.
- E dove la teneva? Tu eri in macchina? Ha rotto il vetro?(All’ultima domanda) No.
- Come ha fatto? La rivoltella la teneva in mano?- La teneva in su e sparava di fuori. Il finestrino era aperto.
- Senti, chi è stato colpito prima. La mamma o lo zio?- La mamma. (Riproposta la domanda, la conferma).
Rif.1 - La città - 21 settembre 1985 pag.5

1 commenti:

Claudio Hiugluck ha detto...

Veramente Natalino aveva sia uno zio Piero che uno zio Pietro