martedì 30 giugno 2009

Udienza del 17 maggio 1999 - 21

Quella che segue è la trascrizione integrale dell'udienza del 17 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.



Segue dalla parte 20.
Presidente: Grazie. Allora cominciamo. Difensore dell’altro imputato.
Avvocato: Non ho istanze da fare.
Presidente: Grazie. Chi parla?
Avvocato Saldarelli: - Brevissimamente. Per quanto la posizione di questo difensore sia sostanzialmente contraria a tutte le richieste formulate, salvo alla produzione di quella documentazione acquisita dal signor Procuratore Generale della cui rilevanza poi discuteremo, perché qui non è il problema di stabilire se la 124 rossa, la 128 rossa fosse o meno coperta da assicurazione ma se era sopravvissuta nel 1985, tanto da poter essere utilizzata insieme all’altra autovettura, la famosa 124, coperta da assicurazione, però è un accertamento documentale, ovviamente ed oggettivamente, la sua introduzione nel processo appare doverosa ed opportuna. Le altre istanze credo che siano del tutto in conferenti. Produzione degli atti relativi al processo Pacciani è un altro processo, delle sentenze del processo Pacciani, giustamente il signor Procuratore Generale ha posto in rilievo sostanziale l’inutilizzabilità di quelle sentenze perché la conclusione è l’ultima sentenza emessa dalla Corte di Assise di appello di Firenze, che è non doversi procedere per estinzione del reato per morte del reo. Quella è l’unica sentenza in qualche modo utilizzabile. Né possono dare sostanziale aiuto, in ordine alla ricostruzione complessiva dei fatti, documenti o atti di cui il procedimento ancora di meno. Forse l’unica richiesta che questo difensore non si sente di escludere a priori è quella che in qualche modo ha fatto propria anche il signor Procuratore Generale, cioè l’ispezione dei luoghi. Penso che nonostante il tempo trascorso, nonostante che gli stessi, mi riferisco in particolare a quelli segnalati, possano aver avuto delle significative trasformazioni, tutto sommato, i fatti dei quali si discute sono fatti di eccezionale gravità. Una Corte di Assise per quanto la Corte di Assise di appello forse una conoscenza diretta dei luoghi ove questi fatti terribili e tragici avvennero, forse credo che sia opportuna, fermo restando che con riferimento a questi sopralluoghi, aldilà di questa apprensione conoscitiva, forse altri elementi non ne possano essere tratti, conseguentemente si oppone anche alla richiesta di rinnovazione per l’audizione di testimoni su circostanze che o hanno trovato sfogo ampissimo nel dibattimento di primo grado, è un problema poi di valutazione di quello che è emerso, oppure e su circostanze del tutto marginali o inconferenti, assolutamente non significative, ai limiti della ricostruzione di questa vicenda e segnatamente della responsabilità eventuale degli imputati. Rinnovamento delle perizie o rifacimento delle perizie, questo difensore crede che agli atti vi siano delle indagini peritali, anch’esse certamente oggetto di discussione e di valutazione dalle quali peraltro non sia possibile -parola incomprensibile- introducendo in questa sede una nuova indagine peritale su elementi peraltro inesistenti e che ad esempio difficilmente potrebbero comunque essere apprezzati perché si tratterebbe addirittura di valutazioni non pertinenti al processo penale e all’accertamento dei fatti. Conseguentemente e concludo, nulla oppone alla produzione documentale richiesta dal signor Procuratore Generale remissivo a che la Corte voglia disporre eventualmente quei sopralluoghi nei luoghi ove vennero commessi questi omicidi. Contrario a tutte le altre istanze dalle parti formulate.
Presidente: Grazie.
Avvocato Colao: Soltanto per associarsi integralmente a quanto esposto e richiesto dal collega, avvocato Saldarelli, anche opponendosi, in un certo senso, pur essendo remissivo, alla nuova ispezione dei luoghi, in quantochè laddove siano stravolte da cespugli che sono sorti e così è, perchè la campagna è invadente e quindi veramente certi punti sono stati completamente trasformati e quindi allora potrebbe portare addirittura un decremento alla verità e non un apporto, come così deve essere anche perchè sono così ben documentate e in atti fotograficamente i posti che risalivano all'epoca, quindi al momento e quindi la Corte può rendersi conto di come erano le situazioni all'ora. Grazie, ho concluso.
Presidente: Grazie a lei.
Avvocato Voena: Sono l'avvocato Voena, difendo la parte civile costituita Jolanda Cardini vedova Baldi. Qui le parti civili stanno arrivando un pò in ordine sparso, non abbiamo tutti la stessa opinione su queste richieste probatorie. Io sarei per una tesi intermedia, diciamo. Sono d'accordo innanzitutto con le richieste del Procuratore Generale, quella documentazione è importante, non c'è dubbio che è importante, ma sono anche d'accordo con l'avvocato Saldarelli che non ha questo peso, a mio avviso, decisivo in questa vicenda, però, visto che è stata messa in campo e visto che l'attività è stata svolta, sarebbe davvero un peccato non acquisire questi documenti, è necessario, neanche si discute, però sono anche d'accordo con l'avvocato Curandai, proprio nella prospettiva in cui mi colloco, cioè in una prospettiva in cui gli elementi relativi all'assicurazione non sono ancora decisivi in ordine al possesso dell'autoveicolo e soprattutto all'utilizzabilità dell'autoveicolo, mi sembra che la testimonianza che è stata chiesta dal collega Curandai possa avere un qualche significato, non ci vuole molto ad assumerla, se come ritengo, questo collegio vorrà riaprire l'istruttoria dibattimentale, giacchè troppo sangue pende su questa intera vicenda e quindi non vedo come possa non farlo, allora, a questo punto, direi che sentire almeno la sorella con la quale conviveva e convive, credo, il signor Pucci, sia doveroso, questa Corte, ripeto, è chiamata ad un compito molto difficile per ragioni storiche che non sto qui a rammentare e quindi direi che questo potrebbe essere anche il segno della volontà di perseguire quella ricerca della verità che tutti anima e particolarmente deve animare le parti civili. Quanto al resto, quanto alle altre prove via via richieste, direi che c'è una complessiva degradazione della loro efficacia e loro ammissibilità in questa sede. L'amabilità del Procuratore Generale ha rammentato la mia posizione in giudizio di primo grado, la mia preoccupazione era, ed è e resta quella per la quale il processo non deve allargarsi aldilà dei limiti che il legislatore pone nell'articolo 190 e nel valorizzare la specificità di questo processo che non è un processo indiziario come lo fu il processo Pacciani ma questo è un processo su alcune testimonianze e alcune chiamate di correità e alcuni riscontri, sicchè è un tema ben delineato. Da questo punto di vista direi che è fatale che l'avvocato Filasto ci voglia spingere verso un'indagine personologica, criminologica di tipo autore eccetera eccetera, del resto ce l'ha richiamata anche nei motivi di appello, nel secondo dei motivi aggiunti che egli ha presentato. Ecco, io sono assolutamente contrario ad una prospettiva di questo genere che determina un allargamento infinito del campo del conoscere e che in realtà ci lascia in campi scientificamente ormai accreditati ma in cui la capacità di dare giudizi netti è praticamente impossibile. Certo, cosa servirebbe la perizia su Vanni da questo punto di vista, una perizia in materia criminologica? E quindi da questo punto di vista direi che in questa progressiva degradazione deve essere fermata dalla Corte. questo, ripeto, è un processo che ha una sua specificità non è un processo indiziario e questa specificità deve mantenerla nel bene, mi permettete anche nell'eventuale esito, che non fosse del tutto soddisfacente per la mia posizione. Grazie.
Presidente: Grazie a lei. La Corte si ritira.

-Sospensione dei lavori-
-Ripresa dei lavori-

Presidente: La Corte ha pronunciato la seguente ordinanza: premesso che la rinnovazione parziale o totale del dibattimento deve essere disposta in funzione della necessità ai fini della decisione e con la prospettiva di acquisizione di elementi utili per l'accertamento della verità dei fatti, che in quest'ottica deve rifiutarsi la rinnovazione che miri ad introdurre nel procedimento di appello attività di indagine di tipo conoscitivo diretta soltanto a creare eventuali presupposti per accertamento di fatti non determinati, che hai fini della decisione appare pertanto necessaria disporre la acquisizione della documentazione di cui ha richiesto la produzione il Procuratore Generale, costituita da copia della polizza All Secures Preservatrice n.00222322971200068731, relativa al veicolo Fiat FI E42432 e datata 25/12/85, nonchè verbale di acquisizione del documento; dispone altresì l'acquisizione della scheda di radiazione di autovettura intestata a Lotti Giancarlo FI D56735 ad interpretazione degli elementi documentali acquisiti, la Corte dispone che a mezzo polizia giudiziaria siano convocati per l'udienza del 18/05/99 ore 09,00, davanti alla Corte di Assise di appello di Firenze per essere sentiti sui fatti risultanti dai documenti:
1) Il teste Bartoli Alberto, presso Axa Assicurazione, Via Orti Oricellari, 32, il quale dovrà produrre l'originale della polizza di assicurazione sopra indicata e produrre altresì il fascicolo relativo alla pratica assicurativa relativa al danno denunciato in data 31/07/85, nei confronti di Tartogli Federico;
2) Il teste Tartogli Federico, residente in Via 1° Maggio, 18, La Romola, Firenze;
3) L'imputato Lotti Giancarlo per essere sentito ai sensi dell'articolo 210 del codice di procedura penale sulle circostanze relative alla stipula della polizza e all'incidente denunciato il 31/07/85.
Respinge ulteriori richieste di rinnovazione dibattimentale ed in particolare:
1) Richiesta di esame della maga di Lodi, perchè inconferente ai fini della decisione;
2) Richiesta di perizia psichiatrica sul Pucci, non essendo emerso nè all'epoca nè in questa sede nessun elemento che lasci presumere la necessità di una indagine sulle condizioni psichiatriche del teste diverse da quelle a suo tempo prese in considerazione da apposito collegio peritale;
3) Richiesta di perizia psichiatrica su Vanni Mario, nulla essendo stato evidenziato circa possibile malattia mentale all'epoca dei fatti, nè essendo emersi diversi elementi salvo quelli già presi in considerazione dai consulenti del Pubblico Ministero, sentiti in dibattimento;
4) Richiesta di esame di tale Enzo Spalletti, perchè costui dovrebbe deporre in modo indeterminato su fatti non costituenti oggetto del presente procedimento;
5) Richiesta del teste Toscano Filippo Neri già che lo stesso giusta comunicazione del Procuratore Generale trovasi sottoposto a procedimento penale per questo fatto e in ogni caso non potrebbe essere chiamato a deporre su circostanze a lui sfavorevoli, salvo modifica del presente provvedimento sul punto ove emergano circostanze diverse;
6) Richiesta di audizione di parenti del teste Pucci formulate dal difensore di parte civile perchè su circostanze incerte e in ogni caso la richiesta testimonianze è relativa a fatti accertabili ulteriormente tramite la rinnovazione oggi disposta;
7) Richiesta di sopralluogo, poichè la Corte ritiene ultroneo l'accertazmento dell'attuale stazione dei luoghi perchè soggetti a modifiche per il tempo trascorso e perchè appare esauriente la documentazione fotografica agli atti;
8) Richiesta di audizione dei testi relativi all'episodio in località Baccaiano, in quanto la posizione risulta completamente istruita e inoltre la dichiarazione Carletti è stata acquisita agli atti con il consenso delle parti in primo grado;
9) Richiesta di visionare la videocassetta della dichiarazione Pucci. La Corte nell'adempiere al dovere di esame degli atti potrà provvedervi in Camera di consiglio.;
10) Richiesta di acquisizione di atti e sentenze del procedimento relativo al processo Pacciani. Respinta la richiesta attinendo a fatti relativi ad imputato la cui posizione è stata definita e che in punto di fatto ai sensi dell'articolo 238 bis del codice di procedura penale appaiono irrilevanti ai fini della decisione nel presente procedimento;
Rinvia per la prosecuzione all'udienza del 18 maggio 1999 alle ore 09,00 i difensori il Procuratore Generale e l'imputato presente sono resi edotti manda alla cancelleria per gli adempimenti urgenti di competenza. L'udienza è rinviata a domani alle 09,00.

lunedì 29 giugno 2009

La città - 13 settembre 1985

Nel disegno la ricostruzione del quotidiano "La città" dopo gli omicidi di Scopeti.

Nella cartina la strada che con tutta probabilità il mostro ha seguito per fuggire dal luogo del delitto. 1)Giù lungo il sentiero fino al ponticello; 2)Poi la strada sterrata. Il podere Pugliano; 3)E' disabitato. Ancora la strada sterrata fino a dove c'è l'auto; 4)Da lì a Chiesanuova; 5) E poi verso Firenze. Tempo impiegato 15 minuti al massimo.
Rif.1 - La città - 11 settembre 1985 pag.4

domenica 28 giugno 2009

Udienza del 17 maggio 1999 - 20

Quella che segue è la trascrizione integrale dell'udienza del 17 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 19.
Presidente: Prego Procuratore Generale.
Procuratore Generale: Non ha dimenticato più nulla?
Avvocato Filastò: Ah, no, no!
Procuratore Generale: Se ha dimenticato non lo dice più. Per quello che riguarda il processo Pacciani sono d’accordo con la difesa e parte civile, io non ho nulla in contrario a che siano acquisite le sentenze di primo e secondo grado, mi pare sia stata acquisita la sentenza di cassazione. Parlo di sentenze. Quindi non ho nulla in contrario che siano acquisite le sentenze di primo e secondo grado. Ovviamente nel caso di acquisizione, se servono a qualche cosa, dovrà essere dato tempo a chi vi parla, di leggersi la sentenza di primo grado e di secondo grado. Il 238 bis dice: “Le sentenze irrevocabili…” e in fondo qui c’è stata una dichiarazione di estinzione dei reati per morte di Pacciani, è difficile che si possa riaprirsi, quindi, che cosa fanno? Fanno prova di un fatto accertato in dibattimento ma con una sentenza di primo grado che ha condannato, una seconda sentenza che ha assolto a parte il primo duplice omicidio del ’68 dove Pacciani è stato mandato assolto, che cosa hanno accertato le due sentenze? A mio avviso, di fatto non hanno accertato nulla, quindi io non mi oppongo alle richieste di acquisizione delle sentenze, però sottopongo alla Corte queste valutazioni. Per quello che riguarda gli atti NO, per gli atti mi oppongo perché se ho capito si vogliono verbali che ci sono o i fascicoli fotografici, sono quelli che riguardano gli omicidi per i quali Vanni e Lotti e Faggi sono chiamati a rispondere e se devi difenderti, come hai diritto di difenderti provando allora, chiedi di sentire testimoni su certi fatti e quelle signole ordinanze di non ammissione di testimoni eventualmente vanno impugnate, ma impugnare ordinanze che riguarda la sentenza Pacciani e poi chiedere l’acquisizione degli atti direi che non va bene e poi in ogni caso io sono contrario a che siano acquisiti altri atti diversi dalle sentenze, con i limiti probatori che hanno le sentenze. Si dovrebbero mettere gli omissis perché certi delitti non ci stanno nel processo che è davanti a voi e lì invece si. I periti Fazio e compagni sono venuti in primo grado, i periti medici son venuti in primo grado di questo processo, i fascicoli fotografici ce ne è anche di più perché poi si aggiungono quelli dei sopralluoghi, dichiarazioni del Vanni sono state acquisite, Vanni allora sentito come testimone, Nesi Lorenzo è stato acquisito e non so se altri per il momento mi sfuggono, quindi dico al massimo le sentenze. Parenti Pucci sul colore delle auto, io direi che mi sembra… …sentiamo casomai prima quegli altri testi, non voglio replicare ma al difensore, all’avvocato Mazzeo, ma mi sembra importante sentire per esempio l’ultima persona con la quale c’è stato l’incidente, quindi a parente Pucci dico di no. Mi oppongo alla richiesta. Per quello che riguarda i sopralluoghi, salve il primo omicidio di questi, che abbiamo in giudizio, cioè quello di Calenzano, io non ci sono andato a Calenzano a vedere, non ci sono andato perché, sapete perfettamente, qua il Lotti riferisce de relato, quindi i luoghi eccetera, secondo me non giovano in maniera determinante per la decisione, bastano le fotografie, casomai. Tutti gli altri posti io sono andato a vederli. E’ un guaio capire le direzioni, io vi dico i posti sono cambiati completamente da come erano allora, però per esempio a Scopeti qualche cosa di più si capisce andandoci lì a vedere, poi trovate la villa Ruffo che è sulla sinistra, rispetto, se ho sulla destra la piazzola dei francesi; poi trovate il muretto dove si è vista un’automobile ma anche lì è un muretto che è stato fatto dopo e prima era diverso e quindi lo vediamo casomai dalle fotografie ma adesso la villa s’è aggiustata tutta per bene, prima c’era un cancello obliquo sulla strada, ora è cambiato. A Vicchio e devo dire l’ho fatto con un funzionario che la difesa ha criticato aspramente ma che ho trovato estremamente preparato sul punto, cioè col dottor Giuttari, che più o meno sa a memoria tutte le cose, si ricorda i nomi e cognomi, mentre noi abbiamo difficoltà, e con altri del suo ufficio, sono stato anche a Vicchio, abbiamo fatto la stradina bianca asfaltata, siamo andati a piedi a vedere il casolare, ho visto l’intercapedine della famosa finestra, eccetera, è cambiato il luogo perché ora è un luogo di memorie, ci sono queste croci, è un cimitero in miniatura. Rivedendo le fotografie e rivedendo quel posto cambia completamente ma serve perché lì c’è il torrente, il torrente che è dalla parte opposta e hai voglia a dire e fare ma se uno lo vede, secondo me, le cose le capisce in dieci secondi, mentre per il resto si resta affidati alla bravura di chi parla, all’attenzione vostra sottoposta a questo come sarete sottoposti a un sacco di discussione andare sul posto serve, a Vicchio però ci vorrebbe un’organizzazione turistica di quelle buone perché le strade sono quelle che sono, voi siete un numero… io ci andavo da solo quindi per me era facile, ci vuole un’organizzazione però, secondo me serve, così come sono stato a Bacchiano a vedere questo rettifilo, a vedere poi il bar da dove è partita la telefonata, a vedere la piazzola che è cambiata pure quella, ora un’automobile bisogna essere bravi per infilarcela in quella piazzola! Quindi per i sopralluoghi, io sono favorevole ai sopralluoghi. Toscano, sentire Toscano, diciamo che Toscano, io ho questo ricordo che il Pubblico Ministero replicava a qualcuno che gli parlasse di una archiviazione che ricevesse, non ci fosse questa archiviazione e credo che la persona soggetto, interessata a questa archiviazione fosse Toscano. Quindi, probabilmente andrebbe sentito come ex articolo 210, cioè con diritto a non rendere dichiarazioni e io non lo so le ragioni dello stralcio, perché a me tra marescialli… …ce n’è parecchi qua di carabinieri che sono amici, eccetera… Qualcuno è morto e quindi c’era stato questo sospetto di morte di Toscano che viceversa, fortuna per lui, è del ’33 del resto, faccio i conti con i miei, insomma, c’ha 65 anni più o meno, quindi è giovane! Però non sappiamo a che punto sia questa indagine, non sappiamo perché c’è stato questo stralcio e lo possiamo capire, cioè evidentemente si è fermati, per il momento a quella acquisizione, a quelle dichiarazioni e poi le indagini si sviluppano per la questione degli anni, la “H”, la “W”, della quale parlava il consigliere qualche ora fa. Quindi una volta che venga qua e si limita a dire: “non intendo rispondere”, non facciamo un passo avanti, quindi io mi oppongo a che sia fatto questo tentativo di sentire Toscano. Mi rappresento la critica facile: “ma non puoi dire che non risponde se prima non lo chiami”, ma io ritengo che non risponda. Enzo Spalletti, io non lo so che fine ha fatto, probabilmente o un’amnistia o un’insufficienza di prove all’epoca c’era ma Enzo Spalletti riguarda fatti diversi da questi e quindi mi oppongo anche che sia sentito Enzo Spalletti. Visionare la cassetta Pucci, non ho nessuna obiezione al riguardo. Però, con la tecnologia d’oggi i processi diventano curiosi perché, in fondo in fondo, il consigliere relatore, che si è sgolato 2 ore stamattina, insomma noi facciamo un montaggio e ci faceva vedere la cassetta, ammesso che il consigliere sappia usare le forbici, le cose per attaccare i fotogrammi eccetera, eccetera e ci faceva vedere quello ed eravamo a posto. Né si può dire che tagliava a piacimento suo, montava a piacimento suo, perché a piacimento suo fa la relazione con gli obblighi che gli derivano dal mestiere che fa. Io comunque non mi oppongo se si voglia visionare. Perizia psichiatrica Pucci. Pucci è stato visto da due… …il consigliere ricordava , io li ho scritti ma non me li ricordo, sono due cattedratici di Genova che hanno visto Pucci e insomma, io ho letto l’interrogatorio del Pucci, l’ho letto, con la bravura che diceva il difensore, con i puntini e so perfettamente… Nella sentenza si parla di un comportamento strano, comportamento, mi pare usi l’aggettivo “curioso”, del testimone, ma in sentenza il testimone ride e non è che ride soltanto all’avvocato Filastò, che forse, non ne vedevo la mimica, in qualche modo poteva provocarlo ma ride anche al Presidente perché si sente dallo scambio di battute che c’è questo comportamento, però è stato già visto, non a livello di perizia ma a livello di consulenza, però quella consulenza è stata messa a disposizione della Corte e i consulenti sono venuti ed hanno parlato alla Corte arrivando a quelle conclusioni, quindi mi oppongo che sia fatta una perizia sul Pucci che comunque è sempre una perizia finalizzata all’articolo 196 codice di procedura penale, capacità di testimoniare, ed è stata fatta, non è che sia stata fatta in un momento così distante da quello in cui il Pucci ha reso poi testimonianza. Testimoni su Bacchiano. La genericità della richiesta mi esime dal rispondere e mi oppongo perché non si sa nemmeno chi sia, dovrebbe essere la persona Carletti, ma allora andava impugnata l’ordinanza che riguardava l’utilizzabilità delle dichiarazioni rese da Carletti, che ha avuto nel 1993 un incidente d’auto e quindi non può rendere testimonianza, ma quello è un argomento specifico, non è sentire testimoni, testimoni, mi ha ricordato il consigliere relatore, ne sono stati sentiti dieci su questo punto. Anche lì in effetti sarebbe interessante capire meglio le direzioni, gli spostamenti, però, tenete presente, che un bivio che viene da Poppiano non è distante dal posto dove è finita l’automobile, la Fiat 127, niente testimoni su Bacchiano. Perizia psichiatrica su Vanni. E’ stata fatta quella ai sensi del 70, codice di procedura penale, non ha nulla a che vedere ma perizia non perché se sia in grado di partecipare al processo in quella maniera vigile e attenta che vuole, prima di tutto che il codice, vuole il sentimento comune di un giusto processo, ma perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere, se non ho capito male almeno al momento dei fatti. Fatti, che piaccia o non piaccia ai difensori, ma in qualche modo per fortuna del Vanni, perché qualche fatto in meno ce l’ha, dice ma oltre l’ergastolo è difficile che tu gli possa dare una pena in più, quindi o quanti sono? Cinque o sette, insomma… Ma il primo, ’68 no, dico dall’82 all’85 sono gli episodi che sono a vostro giudizio. Vanni ha lavorato, ha fatto il postino, è andato in pensione fino al 1987, non abbiamo nessun elemento per dire allora che vi fosse una qualche cosa ma in realtà mi pare di capire che il difensore più che la perizia psichiatrica, vada alla ricerca di una perizia sulla personalità d’autore, su questa compatibilità della persona con questi tipi di reati, vi ricordate le discussioni? Se siano omicidi sessuali, lustmorder, queste cose complicate… E’ vero, su Lotti è stato fatto un certo accertamento finalizzato ma io ritengo che un simile tipo di perizia non possa essere fatto perché altrimenti andiamo, mettiamo una perizia che dice: “Vanni è perverso, è impotente, è capacissimo di commettere tutti i reati che avete fatto", oppure Vanni non è… …l’esatto opposto, quale aiuto viene a voi per decidere questo processo? Io ritengo nessuno. Non sto a fare ricordi su quand’è che proprio il tipo d’autore eccetera, eccetera. Sulla maga di Lodi, mi perdonerà Filasto, io ho capito perfettamente ma è stata sentita la mamma di Pia Rontini, ha detto che per caso ha visto che non è una buca ma un avvallamento del terreno, ma insomma, in questo processo di maghi, forse, maghi, si dice maghi! Non magi, quella è un’altra cosa, forse se n’è parlato troppo, quindi io mi oppongo alla richiesta dell’audizione della maga di Lodi e credo di aver risposto a tutte le richieste difensive.
Segue...

sabato 27 giugno 2009

Udienza del 17 maggio 1999 - 19

Quella che segue è la trascrizione integrale dell'udienza del 17 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 18.
Avvocato Filastò: Benissimo, penserei anch'io così, penserei che potesse essere associata al merito. Ho chiesto anche a pag.74 dei motivi un, non lo definirei proprio una rinnovazione parziale del dibattimento, direi un approfondimento del dibattito precedente ed è quello di visionare la cassetta videoregistrata dell'esame del Pucci, perchè benchè il nostro signor Tindirello sia la persona più puntuale e più precisa del mondo, nel trascrivere certo non può trascrivere i gesti, non può trascrivere le pause, non può trascrivere i silenzi, i tentennamenti, non può trascrivere le incertezze che sono non verbali e di queste incertezze, tentennamenti, pause non verbali di Pucci, il dibattimento è da suo esame pieno; è importante vederlo quest'uomo quando depone ed è importante soprattutto vedere se nel momento in cui questo, è una richiesta specifica, è la ragione più importante per cui chiedo che la Corte svolga in udienza questo, chiamiamolo, esperimento, è importante vedere se nel momento in cui per due volte a domanda del suo difensore il Pucci: "no Vanni no" e questo è stato determinato, come dice a volte la sentenza, da come dire, una suggestione, un qualche condizionamento, svolto nei suoi confronti dalla domanda o dalle domande del difensore. Ecco una cosa che chiedo perchè è molto importante, perchè tante volte, voglio dire due parole, in un verbale di dibattimento all'interno di un esame valgono più di libri alti così e quelle sono parole molto importanti. Come mi pare di dover insistere sulla richiesta di perizia psichiatrica nei confronti di Pucci. Il consigliere relatore ha già osservato molto acutamente un contrasto piuttosto netto con le conclusioni, attenzione perchè la consulenza di Fornari e Lagazzi anche per quanto riguarda il signor Lotti ha due binari, uno sono le conclusioni e l'altro sono poi le osservazioni fatte via via. Osservazioni fra l'altro che per quanto riguarda Pucci con riferimento agli strumenti, che in generale si propongono, tecnici quando si perizia una persona che si sospetti affetta da oligofrenia, per esempio si fanno determinati test, non solo Rorschach o il Tac, ma per esempio il test che si chiama Minnesota, che è il test più completo di tutti. Bhe, questi non sono stati fatti, le loro osservazioni sono osservazioni, diciamo così, abbastanza epiderminche e soprattutto nelle loro conclusioni queste osservazioni sono molto contrastanti con quanto affermato e con quanto documentato dalla commissione regionale della USL e quindi mi pare, che a questo punto, una perizia su questa persona, non tanto per valutare soltanto ed esclusivamente, se egli è capace di testimoniare, perchè alla fine di testimoniare è capace anche un bambino di 4 anni, ma proprio per vedere il livello di suggestionabilità della persona, la sua capacità di testimoniare utilmente, dire di essere un testimone utile oppure essere qualche altra cosa, insomma, questo processo, mi pare di averlo scritto da qualche parte, presenta molte affinità con un processo che è già stato fatto proprio qui a Firenze, che riguarda uno di questi fatti, il processo, lo voglio dire, fatto a Stefano Mele, riguardante il primo delitto della serie del 1968, anche lì c'era un personaggio che qui in questo processo sembra raddoppiato, sembra che riviva in Pucci e in Lotti, lo Stefano Mele del processo del 1968, ma lo Stefano Mele venne periziato. Stefano Mele venne periziato. Stefano Mele apparve quello che era, un oligofrenico e questo risultò da una perizia svolta nel contraddittorio, cosa che non è quella consulenza dei signori Fornari e Lagazzi, benchè per quanto riguarda Lotti e l'ho scritto e documentato nella mia memoria, quella consulenza contenga delle osservazioni di particolare interesse. I testi di Baccaiano sono Bartalesi, Poggiarelli, Carletti, Marini, Sieni, Calamandrei, Del Mastio, Tempestini, alcuni dei quali non sono stati sentiti, ora io in questo momento non sono in grado di sapere quali non siano stati sentiti perchè non mi ero preparato a dover discutere questa cosa stamani, però vi posso dire, confermando la richiesta di rinnovazione parziale di dibattimento di cui a pag. 89 dei miei motivi principali e sentire questi testimoni, tutti i testimoni presenti sul posto, non solamente quelli ascoltati su iniziativa di questa difesa. Guardino signori della Corte di Assise d'Appello, perchè il Pubblico Ministero non ne aveva indicato uno solo all'interno del dibattimento, nacque una situazione, quella di Allegranti e Gargalini per cui si volle sentire anche alcuni di questi testimoni ma il Pubblico Ministero che sostiene la presenza sul posto di almeno due auto, quella di Pacciani e quella di Lotti no? E che ha a disposizione 11 signori, 11 persone che provengono da 2 luoghi, che provengono su questa strada da 2 parti opposte, alcuni di qua e alcuni di là e alcuni di loro si incrociano e tutti passano davanti a questa piazzola, alcuni prima che avvenga il delitto, pochi minuti prima perchè il delitto di Baccaiano è un delitto straordinario da questo punto di vista, perchè l'assassino era lì a contatto con queste persone nell'immediatezza del fatto è questo che indica la concitazione, la macchina che finisce nel fossetto e tutto il resto, è per questo motivo! Ebbene, di queste persone, in questo dibattimento, non si sentì il bisogno di ascoltarne nessuno, fu per iniziativa della difesa che se ne ascoltarono alcuni ma altri rimasero furoi, voglio che vengano sentiti anche questi altri, non solo sotto il profilo del corpo del Mainardi se stava davanti o dietro la macchina, ne riparleremo in questione di discussione ma sul punto delle auto. Quali auto hanno visto/incrociato queste persone? Quando? Quante? Di chi? Ecco, quindi conferma di questa richiesta. L'ultima riguarda una perizia psichiatrica su Vanni...
-Il consigliere prende la parola ma è incomprensibile quel che dice-
Avvocato Filastò: Ne manca una, è quello, glielo dico subito, è quello che stava male, ce n'è uno che stava male...
Presidente: Era stato citato ma...
Avvocato Filastò: Era stato citato e non venne, non mi ricordo se sia proprio Carletti...
Avvocato: Carletti è morto.
Relatore: Incomprensibile-
Avvocato Filastò: Vabbè, si può anche interrogare un malato no? Si può anche andarlo a interrogare a casa ...
Relatore: Incomprensibile-
Avvocato Filastò: Si, si, ho capito potrebbe darsi si fosse ripreso, non lo so, poi voglio dire, siamo sicuri? Perchè non c'è mica una perizia da questo punto di vista qui, che stabilisca sicuramente l'invalidità, l'incapacità a testimoniare. Ora, voglio dire, un processo come questo, si va a cercare una certa polizza e non si trova... quando bastava andare... ...lasciamo... non mi fate dire cose che non voglio dire! Si può anche non essere completamente d'accordo, comunque...
Benissimo, la perizia psichiatrica nei confroni di Vanni. La perizia psichiatrica nei confronti di Vanni era una cosa che deve essere fatta secondo me da un doppio punto di vista, sulla capacità di quest'uomo a stare in giudizio, ce n'è già stata una di perizie che secondo me mi pare molto discutibile e comunque va ripetuta perchè le sue condizioni potrebbero essere peggiorate da allora ma anche e soprattutto con riferimento alla possibilità che, ammesso che egli abbia a che fare con questi delitti potrebbe essere stato parzialmente incapace di intendere e di volere ma non è solamente questo, c'era anche il rilievo scientifico da fare su una valutazione comparativa fra i delitti che presentano una certa specifica eccezionalità e la persona. Dice: "non si fanno valutazioni di questo genere perchè le cose non si risolvono sul piano della personalità degli imputati", ma non è una questione di personalità degli imputati! Qui è una questione di vedere se per esempio, questo portamelo! Noi dobbiamo essere qui per cercare la verità si o no? Allora il problema è questo, abbiamo a che fare con dei delitti che hanno una componente direi chiaramente psicopatologica che può essere spostata quando si vuole, non esiste nei confronti di questi imputati ma esiste nel dottore, il dottore almeno un pò matto sarà da questo punto di vista! Il famoso dottore che commissionava questi delitti e paga con danaro sonante i feticci. Visto che l'abbiamo qui la persona dobbiamo vedere se lui ha queste componenti psicosessuali, perverse tali da essere lui colui che fa queste manovre, quelle escissioni, quei tagli? Si che dobbiamo, tant'è verò che il Pubblico Ministero vi propone una consulenza di tipo psichiatrico sul Lotti, la quale consulenza non ha soltanto lo scopo di valutare la persona, no, no, c'è proprio un discorso preciso nei quesiti che formula il Pubblico Ministero, voi li ritroverete nei vostri atti in cui si dice proprio se per caso, perchè vuol sapere il Pubblico Ministero, se quest'uomo era omosessuale o è impoente? Mica per sua curiosità evidentemente, lo vuol sapere perchè vuole capire, rendersi conto se vuole che i periti gli dicano se questa eventuale defaillance di tipo psico-sessuale, di natura psicotica, dice il Pubblico Ministero, si inserisca nel quadro delle vittime e per questo deve valere per Lotti e non deve valere per Vanni? Deve valere anche per lui perchè è importante che un accertamento del genere sia fatto, come sempre in processi di questo genere, come sempre in delitti di questa natura che presentano queste caratteristiche di cui ci stiamo occupando, si dispone la perizia psichiatrica. Grazie.
Presidente: Grazie a lei.
Avvocato Filastò: Comunque su questi punti la memoria che ho prodotto è piuttosto ampia.
Presidente: Parere del Procuratore Generale.
Procuratore Generale: Per quello che riguarda gli atti Pacciani c'è da una parte...
Avvocato Filastò: Scusi presidente, mi sono dimenticato una cosa, abbia pazienza ma c'è un'altra richiesa di rinnovazione parziale di dibattimento.
Presidente: Chiediamo scusa al Procuratore Generale e continui, prego.
Avvocato Filasto: Ho chiesto anche di sentire la maga di Lodi, di cui agli atti ci sono le precise generalità. Perchè? Di tutte le fandonie, io dico così, raccontate dal Lotti la più indigeribile è quella delle buche. Voi sapete che Lotti dice che i due, Pacciani e Vanni, dopo aver estirpato questi poveri resti del corpo delle, sembrerebbe dal corpo di due povere ragazze, Rontini e Nadine Mauriot le avrebbero poi sistemate delicatamente dentro a delle buche, a due passi dai corpi. Ora, questa è una storia che la stessa sentenza dice che non sta in piedi, perché come si fa ad ammettere una cosa di questo genere? Benissimo, senonchè questo difensore ha ricevuto a più riprese le visite di una certa maga di Lodi, col marito, la quale gli ha raccontato, lo dico per come è emersa a questo difensore la circostanza, gli ha raccontato che nel 1990, quando ancora dei compagni di merende non si parlava nemmeno, lei aveva fatto una seduta spiritica, fatta questa seduta spiritica era emersa… …dall’etere, diciamo così, la Pia Rontini, poverina, la quale le aveva detto: “guarda che i feticci li hanno messi in una buca scavata vicino a dove è avvenuto il delitto”. Questa cosa, questa signora, addirittura va a dichiararla davanti al segretario comunale di Milano e fa un atto che io chiesi di produrre e che chiedo ancora di produrre, da cui risulta la data certa in cui questa situazione lei descrive, poi la signora si lega d’amicizia con il padre della povera Pia Rontini, defunto signor Rontini, gli racconta questa storia ed è allora, dopo questo intervento di questa maga che il Rontini va a cercare la buca dalle parti di Vicchio; perché è importante vedere se tutto questo che ho raccontato è vero? Per considerare se per caso, molte, alcune dichiarazioni, queste dichiarazioni almeno, di Lotti sono in qualche modo indotte da interventi esterni, perché se esiste questa circostanza che ho descritto e che riguarda questa signora è abbastanza chiaro che tra la famiglia Rontini e il signor Lotti è passata un’informazione relativa a queste buche e che lui ne ha parlato, perché è talmente astrusa la cosa che non può nascere altro che così, da una seduta spiritica di una maga! Poi il Lotti, che è un confusionario e non è la prima volta che sbaglia, cosa fa il Lotti? Quando fa le dichiarazioni sbaglia e invece di mettere la buca a Vicchio la mette agli Scopeti, esattamente come ha fatto per la lettera spedita alla Della Monica, che dice di aver visto Pacciani: “levava il brandello e lo metteva nella busta”, quindi era quella la lettera, pochi giorni dopo Vicchio, perché sbaglia, pover’uomo, è quello che è Lotti! Sangue dalle rape non si può ottenere e allora sbaglia e porta tutto a Scopeti, dove poi, il dottor Giuttari va con tutto questo concorso di vigili del fuoco, cellule fotoelettriche e tutto il resto e la buca la trovano, accidenti se la trovano! Trovano una buca di 35cm di diametro e 40 cm di profondità! Alla grazia! Per metterci dentro questi pochi brandelli trova questa buca vero? E dice quando viene interrogato che questo è un primo riscontro alle dichiarazioni di Lotti. Benissimo, ho finito!
Segue...

venerdì 26 giugno 2009

Udienza del 17 maggio 1999 - 18

Quella che segue è la trascrizione integrale dell'udienza del 17 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 17.
Avvocato Filastò: Prima di tutto sulla questione degli atti relativi al processo Pacciani che mancano. C'è da acquisire secondo questo difensore e faccio istanza in questo senso, le 2 sentenze sia quella di primo grado che quella di secondo grado relativa al processo Pacciani. La norma dispone che si acquisiscano solo le sentenze irrevocabili, facendo il riferimento all'articolo 648 del codice di procedura penale. Ora, l'articolo 648 dichiara che sono irrevocabili e quindi conducibili del giudizio, quelle sentenze che non possono più essere oggetto di impugnazione. Il criterio è quello...
Presidente: Mi scusi avvocato, lei ce l'ha queste sentenze? Ce le può produrre o chiede l'acquisizione?
Avvocato Filastò: No, no io le voglio produrre, voglio poterle produrre, ce l'ho e le voglio produrre. Benissimo, meglio così. Tutte e due e naturalmente a questo punto anche gli atti. Gli atti del processo Pacciani io ho già chiesto che vengano acquisiti tutti e in blocco, naturalmente si tratta di integrare una produzione che c'è già stata, perchè per esempio abbiamo sentito, nel dibattimento del processo Vanni, più altri, i periti De Fazio, l'equipe, eccetera, i quali hanno fatto riferimento alla loro precedente relazione, anche alle loro precedenti dichiarazioni in sede di dibattimento e quindi quelle loro acquisizioni, quei loro verbali esistono già, ma ci sono tutta una serie di atti che, all'avviso di questo difensore, sono altrettanto importanti dal duplice punto di vista di una visione complessiva di tutta la vicenda che, come giustamente osservava il consigliere relatore, non si limita a quei 5 delitti di cui si è occupato questo processo ma ne comprende 8, anche per consentire alla difesa di evidenziare dei contrasti, per esempio, a leggere, faccio questo solo esempio che è il solo però mi sembra piuttosto pregnante, indicativo. A leggere la sentenza di primo grado di questo processo lo scopo sarebbe quello di tagliare quelle povere parti delle vittime femminili, ma oltre lo scopo causale, vale a dire la ragione per cui si tagliava queste parti, un conto è lo scopo e un altro è la causale come sappiamo, nella memoria tento anche di fare qualche distinzione di tipo scolastico, qual'era? Ecco che qui interviene una congettura che appartiene a quella sentenza per cui il movente, la causale sarebbe di tipo economico, di commercio, per cui chi faceva quelle escissioni , la sua effettiva causale era il guadagno, era il raggiungere una certa somma di denaro che sarebbe stata versata da questo fantomatico, fra virgolette, dico virgolette perchè lo definisce così la sentenza, dottore. Ora, da questo punto di vista voi non sapete e nessuno mai ha mai saputo in questo processo, nemmeno i giudici di primo grado che vi hanno preceduto, che nel 1974 nel delitto che riguarda Stefania Pettini e un certo signor Pasquale Gentilcore le escissioni non ci sono, al posto dell'escissione troviamo una sorta di acceso vilipendio del cadavere, nel senso che viene inserito un tralcio di vite, vengono disegnate quasi delle lesioni di coltello sul corpo della ragazza ma non c'è alcuna escissione. Allora, come si concilia questa causale importante da approfondire come abbiamo cercato anche di scrivere in quella memoria, approfondendo anche aspetti giurisprudenziali, come si inserisce tutto questo? Non è un contrasto. E come si giustifica che le escissioni avvengono in un momento successivo, da questo punto di vista noi abbiamo, per esempio nel processo Pacciani, una serie di indicazioni che provengono dall'equipe De Fazio, dallo psichiatra, dallo stesso De Fazio, da altri che indicano un quadro di una persona psicopatologicamente disturbata in maniera gravissima che accresce via via la propria componente di carattere sadico e aggressivo al punto che in letteratura tutto questo è stato persino codificato in un'espressione che è contenuta in un libro che ho qui e che sarebbe l'aumento dell'overkilling, vale a dire, si sa per certo che in questi casi la persona che uccide acquista via via più sicurezza, diventa sempre più padrona di se stessa e tende a variare il suo atroce impegno lesivo nei confronti della vittima e quindi ecco il primo delitto, nè escissione nè vilipendio, rivestimento del cadavere della donna, secondo delitto quelle azioni che ho descritto, terzo delitto escissione del pube, quarto delitto ancora escissione del pube, dal delitto di Vicchio si comincia con anche il seno, cosa che avverrà anche nel delitto degli Scopeti. Questo è un quadro attendibile che conflitta l'ipotesi, come dicevo prima, della causale commercio, quindi è opportuno, importante, restituire unità a tutto. Io credo che per evitare di appesantire questo processo, con tutte le carte, si possa quantomeno assumere, dei vari delitti, quelli che sono i fascicoli iniziali dei rilievi di carattere oggettivo e i verbali di sopralluogo, le fotografie, le prime testimonianze, insomma tutto quel che è apparso agli inquirenti. Verbali di dibattimento, eventualmente potrebbe essere interessante l'acquisizione dei verbali del teste Nesi, per esempio, perchè entra anche in questo processo, potrebbe essere interessante l'acquisizione anche là, in quel processo di Pacciani, l'acquisizione della deposizione della Sabrina Carmignani che anche là venne ascoltata. Ma insomma, in realtà ecco, avere quantomeno la percezione di quelli che sono i fenomeni obiettivi di ciascuno, di tutti i delitti che vennero addebitati a Pacciani. Poi da questo punto di vista, naturalmente alcune osservazioni, rilievi e tutto il resto verranno integrati dai due documenti importanti che devono essere acquisiti secondo me che sono le due sentenze che chiedo di produrre, non stamani perchè non le ho con me ma le porterei un'altra mattina, evidentemente. Perchè ho proposto a pagina 16 un motivo di apello avverso l'ordinanza relativa al non aver, la Corte, voluto ascoltare Enzo Spalletti. Chi è Enzo Spalletti? Giustamente, perchè Enzo Spalletti non lo conoscete neppure ed ecco una acquisizione relativa al proceso Pacciani che integra quella che dicevo prima. Enzo Spalletti per esempio è un personaggio, un testimone di cui bisogna conoscere la genesi, l'ingresso, l'intervento nel processo. Enzo Spalletti è un guardone, dichiarato come tale, il quale si trova insieme ad un amico, Fosco Fabbri, la sera dell'omicidio del giugno del 1981 a Scandicci, vittime la povera De Nuccio e un certo signor Foggi, processo di cui voi non vi dovreste occupare perchè è uno dei casi stralciati, direi in questo caso molto arbitrariamente, dalle indagini del Pubblico Ministero, perchè vi dico molto arbitrariamente? Perchè avviene a soli 4 mesi dall'altro delitto dell'8 del 1981, del quale voi vi occupate. Quale sia la logica per il quale questo fatto si e quell'altro, che avviene 4 mesi prima no, io non lo so, forse sarà perchè Lotti non ne parla, ma insomma, Lotti qui a questo punto dovrebbe diventare una specie di deus ex machina di tutto questo processo e non mi pare abbia le physique du role per farlo. Enzo Spalletti è una persona che era lì, lo sappiamo, in una collina prospicente a dove avviene il delitto, la mattina presto del giorno successivo al delitto, quando i cadaveri delle due povere vittime non sono state trovate, parlando con più persone, dice di aver visto questi cadaveri, che è avvenuto questo orribile delitto e ne parla. Quando viene interrogato e gli vien chiesto: "ma scusi, ma lei come fa a sapere una cosa di questo genere?", risponde: "l'ho letto sul giornale". Il giornale sappiamo che pubblica la notizia dei fatti il giorno dopo, quindi questo Enzo Spalletti, che si è fatto 4 mesi di galera come falso testimone ma già lui gravato dal sospetto d'essere lui il mostro, però in carcere, giustamente i magistrati ce lo mettono come falso testimone, ha visto qualche cosa, certamente ha visto qualche cosa, perchè altrimenti non avrebbe parlato di quelle vittime che vengono scoperte in un momento successivo, ecco perchè, non solo io per la verità, ma anche una parte civile, il compianto defunto avvocato Santoni Franchetti, si chiese di sentire questo signor Spalletti, il quale fra l'altro è non solo in questo processo ma anche nel processo Pacciani, una lacuna gravissima, perchè non è mai apparso in dibattimento del processo Pacciani, nessuno lo ha mai voluto ascoltare questo Spalletti, che invece secondo me è certamente depositario di alcune informazioni che possono essere importanti. Per esempio lui, lasciamo da parte che lui abbia visto qualche cosa e che non lo voglia dire, come io ritengo, lasciamo da parte questo, ma ai fini di questo processo noi sappiamo che qui l'ipotesi accusatoria è quella di un gruppo di varie persone che concorrerebbero sul luogo di questo delitto e non gli vogliamo chiedere a questo Enzo Spalletti che era lì, quali altre macchine ha incrociato quella sera? Se per caso ha visto anche lui una 128 rossa o qualche cosa? Ma insomma, io non credo in testimoni, a distanza di 15/20 anni, che possano ricordarsi il colore della macchina avvocato Curandai, ma se hanno visto altre macchine si e che tipo di macchine, almeno che tipo di macchine, ma il numero delle macchine. Benissimo, quindi questa è la ragione per la quale io chiedo questo. Ho fatto quella questione di inutilizzabilità delle deposizioni del Pucci, la devo fare ora Presidente? Devo continuare ora questa eccezione oppure...
Presidente: Credo che possa essere associata al merito, tranquillamente.
Segue...

giovedì 25 giugno 2009

Natale Mele - Dichiarazioni agli inquirenti del 21 aprile 1969

Atti processuali del duplice delitto di Signa del 1968.
Natalino è ospite da un anno in orfanotrofio, gli inquirenti raccolgono le dichiarazioni che seguono.
21 aprile 1969, ore 10:00
Poichè il bambino sta giocando con un carro armato domandatogli se gli piacciano le pistole risponde di no. Chiestogli se il di lui padre avesse in casa una rivoltella risponde di no. Chiestogli se si ricordi di essere stato in casa di Piero, zio di Scandicci, e, chiesto, se ci sia stato volentieri risponde di si. Portato a parlare di quanto avvenne quella sera il bambino dice di essere stato preso in macchina con la mamma dallo Zio (così, Natalino chiamava gli amanti della madre, in questo caso Antonio Lo Bianco n.d.r.) e di essere andato al cinema, c’era un film di guerra e poi usciti videro un uomo che non sa dire chi fosse e con il quale non parlarono però nè la mamma nè lo Zio, quindi andarono via con la macchina
Vide che la mamma scese dalla macchina e cambiò posto con lo Zio che si mise a sedere e tirò giù il sedile. Sentì che la mamma parlava con lo Zio ma non sa dire cosa dicessero. Chiestogli se la mamma abbia solo parlato, se abbia fatto la lotta con lo zio, risponde che non ha fatto la lotta; chiestogli se sentì sparare risponde di si; chiestogli chi c’era con il padre (autoaccusatosi dell’omicidio della moglie n.d.r.) del bambino insistentemente dice che con il padre c’era lo zio Piero da Scandicci; chiestogli chi abbia sparato il bambino dice Piero. Chiestogli quanti colpi dice 5 o 6. Il bambino a domanda risponde che per primo fu sparato alla mamma; il bambino dice altresì che lo zio Piero era venuto con una bicicletta celeste ed il padre con una bicicletta marrone. Il bambino dice ancora che la rivoltella fu gettata nel fosso vicino e che lui andò via con il padre che lo portò in braccio. Chiestogli se gli abbiano detto di non dire quello che ha invece rivelato, risponde che il padre gli aveva detto di non dirlo. Chiestogli se c’era anche Vinci Francesco dice di si. Chiestogli allora di ricordare chi abbia visto quella sera, ricorda oltre il papà, la mamma, l’uomo che era in macchina che lui chiama anche Zio, lo zio Piero e non menziona il Vinci Francesco. Chiestogli perchè non lo abbia ricordato risponde: "Me lo disse il babbo di dire di averlo visto". Chiestogli se lo zio Piero gli abbia detto di non dire nulla dice di no.

16 maggio 1969, ore 11 e 20
Vengono rivolte al bambino le seguenti domande:
- Ti ricordi cosa dicesti l’ultima volta che ti interrogammo? Il babbo era solo?
(Il bambino risponde prontamente) - No.
- E con chi era?
Segue una pausa di Silenzio.
- O non te ne ricordi?
-Aspetta. (Il bambino continua a pensare).
- Chi c’era quella sera?
- Non me lo ricordo.
- La rivoltella la teneva il babbo?
(Data prontamente) - No.
- Chi aveva la rivoltella?
(Pausa prolungata di silenzio. Si nota che il bambino cerca una risposta che, non
da).
- Il babbo era solo?
(Altra pausa meditativa... Poi risponde) - Mi Sembra di no.
- Chi ti sembra che ci fosse? Ricordi chi c’era con il babbo?(Pausa. Poi dice) - Ci sto pensando.
- Ma tu dormivi nella macchina?
-Si.
- Ma come ti sei svegliato?- Quando ho sentito i colpi.
- Ed allora chi hai visto?
- Ho visto il babbo.
- Solo?(Pausa senza risposta)
- Era solo il babbo?(Pausa di meditazione)
-Le altre volte hai detto un nome. Te ne ricordi? (La domanda viene riproposta spiegandola meglio, senza fare accenni a nomi di persone riferiti dai bambino o da altri).
- Non mi ricordo più.
- L’altra volta dicesti che c’era Pietro?- No. Ha sparato Pietro.
- Chi è Pietro?- Quello che sta a Scandicci. (In realtà lo zio di cui parla Natale si chiama Piero n.d.r.)
- Ma è tuo parente?- E’ mio zio.
- E perché prima non lo dicevi?
- Stavo pensando.
- C’erano solo tuo padre e Pietro?
(Pausa senza risposta).
- Ma come fai a dire che Pietro sparava se dormivi?- Quando mi sono svegliato.
- Ma ha sparato dei colpi quando eri sveglio?- Si. Tutti i colpi non li aveva ancora sparati.
- E come sparava? Cosa aveva in mano?- La rivoltella.
- E dove la teneva? Tu eri in macchina? Ha rotto il vetro?(All’ultima domanda) No.
- Come ha fatto? La rivoltella la teneva in mano?- La teneva in su e sparava di fuori. Il finestrino era aperto.
- Senti, chi è stato colpito prima. La mamma o lo zio?- La mamma. (Riproposta la domanda, la conferma).
Rif.1 - La città - 21 settembre 1985 pag.5

mercoledì 24 giugno 2009

Salvatore Vinci - Intervista su La città - 31 ottobre 1985

Il giornalista Alessandro Cecioni raccolse l'intervista che segue per il quotidiano "La città".

Salvatore Vinci: La notte che morì mia moglie me la ricordo ancora bene - racconta Salvatore Vinci - tornai a casa con mio cognato, Salvatore Steri. Entrai in cucina, la luce era accesa e vidi subito la culla di mio figlio. Era una cosa strana, non mettevamo la culla in un’altra stanza. Mia moglie non c’era. Andai in camera da letto ma la porta era chiusa. Chiusa a chiave dal di dentro. In tutta la casa era silenzio. Mi spaventai e corsi dai carabinieri.
Qualcuno dice che sua moglie potrebbe essere stata uccisa.
Io sono tranquillo. Credo che la verità sia un’altra. Lei si uccise, si uccise perché non reggeva al disonore di aver tradito. Quando noi entrammo in casa cosa credete che abbiamo pensato davanti a quella porta chiusa dall’interno? Chi c’era in camera con lei? Perchè quando avevamo bussato erano rimasti zitti? Queste erano le domande che ci siamo fatti. E avevamo anche paura. Mia moglie qualche giorno prima aveva detto che mentre era alla fonte a lavare i panni, qualcuno l’aveva aggredita. Noi non sapevamo che era una bugia, che l’aggressione serviva per coprire i suoi spasimanti. Entrammo in casa e avevamo paura. Solo dopo quando tutto il paese ha parlato, abbiamo capito.
Barbara Locci, invece, è stata proprio assassinata. Lei come l’aveva conosciuta?
Alla fiera di Lastra a Signa. Mio fratello Giovanni me la presentò insieme al marito. Erano sardi come noi. Io e mio fratello eravamo scapoli. Io avevo bisogno di qualcuno che mi lavasse le camicie, di una casa, così andai da loro.
E il marito di Barbara non disse niente?
Fu lui che mi chiese se volevo andare a abitare a casa sua dopo qualche tempo che li frequentavo. "Vieni qui, mi disse, abbiamo una camera libera", "e i soldi?" chiesi io. "Dai pure quanto credi". In casa Mele entrai così.
Poi ci fu la relazione con Barbara Locci.
Stando nella stessa casa me la portai a letto.
E il marito non si accorse mai di niente?
No, non era geloso. Andavo al cinema e lei chiedeva al marito se poteva venire con me. Lui diceva di si, che non gli importava. E così magari tornando a casa, dopo il cinema passavamo dal circolo dove c’era Stefano Mele. Noi andiamo a casa, vieni anche te? No resto ancora a giocare. Andate, andate. E noi sapevamo di avere tempo per fare l’amore.
In casa? Non siete mai andati in macchina, nei campi?
No, mai, che ragione c’era? Avevamo tutto il tempo di farlo in casa.
Barbara Locci, venne fuori durante l’inchiesta, di amanti ne aveva parecchi. La descrivono come una donna non bella, trasandata. Cosa aveva che piaceva agli uomini?
Non era una statua. Quando faceva all’amore partecipava. Lo sapeva fare.
Era questo che conquistava. Ma quando lessi sui giornali di quanti amanti aveva rimasi stupito. Mi chiesi come aveva potuto conoscerli, come aveva potuto iniziare le relazioni. Lei così poco affascinante, con virtù del tutto nascoste. Per me, in casa, era stato tutto facile, ma gli altri?
Lei non sapeva di nessuno?
Mi sembra che mio fratello mi abbia detto qualcosa. Di lui, non di altri. lo poi ero stato l’amante di Barbara Locci molto prima del delitto. Poi avevo perso di vista la famiglia. Fu mio fratello Francesco a dirmi che Mele era senza lavoro, che lo prendessi. Dissi che andava bene, ma che non sapevo come avrebbe fatto a venire da Lastra a Signa (dove abitavano i Mele) fino a San Giorgio a Colonica dove avevo dei lavori. “Lo porto io in motorino” rispose mio fratello. Poi non se ne fece di niente perché Stefano trovò da fare presso dei contadini.
Veniamo alla notte del delitto. Lei dov’era il 21 agosto del 1968?
Me Io ricordo bene dov’ero: a fare una partita a biliardo. Me lo ricordo perché fu una serata diversa. Ero con gli amici, si fece una partita, in un circolo dei preti e io avevo vinto. Allora gli altri dissero che volevano fare subito la rivincita e la bella. Giocammo finché non vennero a spengere le luci. Il mio alibi era quello, e bastò anche per quello che accadde poi.
Cosa accadde?
Mi vennero a prendere sul lavoro. Io della morte di Barbara non sapevo ancora niente. Mi portarono in caserma, a Signa, e mi chiesero che cosa avevo fatto il giorno prima e quello prima ancora. Poi si aprì una porta e fui portato nell’altra stanza. Non sapevo che cosa mi aspettava, nessuno mi aveva detto niente, ogni stanza, ogni viso erano un mondo nuovo. Mi trovai davanti Stefano Mele. Scoppiò a piangere: "Perdonami Salvatore, perdonami, non volevo farti del male. Non sapevo cosa facevo". Solo allora seppi che Barbara era morta e che Stefano Mele aveva accusato me.
Accusò lei, poi suo fratello, poi altre persone. Rileggendo le carte di quel processo sembra che sul luogo del delitto ci fossero moltissime persone.
Io no, io non c’ero.
Però avrebbe potuto essere un bel consulente per Stefano Mele. Se lei avesse davvero ucciso sua moglie Barbarina e lo avesse detto a Mele lui avrebbe potuto contare sulla sua assistenza per uccidere la moglie. E’ solo un’ipotesi, ma qualcuno la avanza.
lo non ho ucciso mia moglie e Stefano Mele era troppo buono, troppo gentile, troppo poco geloso. Non sono stato il consulente di nessuno e non c’è stato nessun complotto.
Natalino Mele, il figlio di Stefano, nel 1968 racconta ai carabinieri che fra le canne, vicino alla macchina dove fu uccisa sua madre c’era anche lei, “zio salvatore”. Perché?
Non so perché il ragazzo dica una cosa del genere, o perchè gliela abbiano fatta dire. Io non c’ero, ero a giocare a biliardo.
Questo è il passato. Poi c’è il presente. Se lei conoscesse il mostro lo denuncerebbe?
Certo, ma non per il mezzo miliardo. Vorrei che capiste tutti cosa vuol dire aver la vita rovinata da un falso passato. Allora come oggi.
E se il mostro fosse suo fratello Francesco?
Denuncerei anche lui.
Eppure dicono che voi sardi siete un clan, che siete pronti a tutto prima di parlare.
Non in un caso come questo. Lei ha mai avuto un perquisizione in casa? È mai stato interrogato per ore? lo si. E le dirò, che l’ultima volta che sono venuti in casa, con le apparecchiature ultra moderne, quelle che cercano i metalli anche nei muri, sono stato contento. Quando andavano via con il sospetto che avessi la pistola nascosta nel pavimento avrei avuto voglia di dar loro un piccone per fare aprire tutto, perchè vedessero davvero cosa c’era.
E l’ultima volta quando è stato?
Pochi giorni fa. Ancora domande, perquisizioni. Come mi chiesero dov’ero la notte del delitto di San Casciano. Ho dato orari e persone dalle quali mi sono recato per lavoro. Spero basti.
Rif.1 - La città - 31 ottobre 1985 pag.3

martedì 23 giugno 2009

Piero Mucciarini - Intervista su La città - 12 settembre 1985

Alcuni giorni dopo il duplice omicidio di Scopeti, Giovanni Mele rilasciò l'intervista che segue alla giornalista Maria Cristina Carratù per il quotidiano "La città".

Piero Mucciarini: "Non ho niente da far sapere... ...L’ho saputo da mia figlia, io leggo solo i giornali sportivi. Ho provato orrore, come per tutti gli altri delitti".
Giornalista: "Gli inquirenti sono venuti da lei per controllare dov'era?"
Piero Mucciarini: "No. I carabinieri di Scandicci mi hanno telefonato per farmi andare in caserma a dire se avevo un alibi".
Giornalista: "E ce l’aveva?"
Piero Mucciarini: "Si, sabato e domenica sono stato in casa, fra domenica e lunedi ho lavorato al forno e sono stato visto da due persone in due ore diverse."
Giornalista: "Si sente braccato, perseguitato?"
Piero Mucciarini: "No, ora no. Mi sono sentito perseguitato all’epoca del nostro delitto, quando ho visto come si parlava di me e di mio cognato. La mia foto è stata dappertutto per giorni, e giorni. Ero distrutto. Questa volta non è successo".
Giornalista: "Che rapporto ha con la gente?"
Piero Mucciarini: "Sono tutti gentili. Mi sento riconosciuto, si, e questo mi secca molto. Spesso vado in giro senza guardarmi intorno. Però chi mi fa domande lo fa con gentilezza. Mi chiedono se è stata una brutta esperienza, io rispondo solo si o no e allora non mi dicono altro".
Giornalista: "Si è fatto un'idea in questo periodo di che uomo potrebbe essere l’assassino?"
Piero Mucciarini: "Sicuramente una persona che non ha figli, nè famiglia, sennò non farebbe quelle cose. Non giovane, perché i delitti sono cominciati tanti anni fa. Forse un uomo di una cinquantina d’anni. Un fanatico, uno disposto a tutto, uno sbandato."
Giornalista: "Pensa che possa tradirsi nella sua vita normale?"
Piero Mucciarini: "Forse, ma chi lo sa".
Giornalista: "Cosa pensa degli Inquirenti?"
Piero Mucciarini: "Lavorano con grande serietà professionale, io li ho visti bene. Sono pignoli, bravissimi. Non è colpa loro se questo assassino non lascia tracce."
Giornalista: "Non ha mai pensato che abbiano fatto qualche errore?"
Piero Mucciarini: "No, no, io giustifico anche il giudice Rotella (che ha incriminato
Mele e Mucciarni, ndr). E una vittima del mostro anche lui, come me. È stato sempre onesto con me mi ha spiegato il groviglio in cui mi trovavo. Che cosa doveva fare?"
Giornalista: "Come si sente in questo momento?"
Piero Mucciarini: "Tranquillo. Una volta, quando ero in caserma a Borgognissanti, un carabiniere mi chiese come facevo a essere cosi tranquillo con tutti quegli interrogatori. lo gli ho detto: se gli inquirenti lavorano, lavorano anche per me."
Giornalista: "Allora non prova risentimento per nessuno?"
Piero Mucciarini: "Per nessuno. Quando uno è nato sfortunato come me, deve rassegnarsi. Tutto è successo solo perchè sono nato male."
Rif.1 - La città - 12 settembre 1985 pag.5
Nella foto il palazzo a Scandicci dove, abitava Piero Mucciarini.

lunedì 22 giugno 2009

Giovanni Mele - Intervista su La città - 12 settembre 1985

Alcuni giorni dopo il duplice omicidio di Scopeti, Giovanni Mele rilasciò l'intervista che segue alla giornalista Maria Cristina Carratù per il quotidiano "La città".

Giornalista: Che cosa ha provato alla notizia del nuovo delitto?
Giovanni Mele: Da una parte, naturalmente, mi è dispiaciuto molto. Dall’altra, però, inutile negarlo: ci ha scagionato ancora di più.
Giornalista: Le è stato chiesto un alibi per le ore in cui si presume siano stati uccisi i due francesi?
Giovanni Mele: Si, me l’hanno chiesto i carabinieri di Scandicci. Ma io l’ho detto anche a loro, sono un pensionato, non posso mica stare sempre chiuso in casa come un riccio. Giro spesso...
Giornalista: Ha un'idea di che tipo potrebbe essere l'assassino?
Giovanni Mele: Credo che sia una persona malata, che ha più bisogno di cure che di giustizia. Forse può essere una faccia d’angelo dalla doppia personalità. Ma sono ipotesi. lo non riesco a dire nulla su questo.
Giornalista: Ha mai provato risentimento controi magistrati che l'hanno accusato?
Giovanni Mele: No, hanno sbagliato e sbagliare è umano. L’ha detto Gesù Cristo.
Giornalista: Come si svolge la sua vita in questo periodo?
Giovanni Mele: Leggo molto, giornali e libri, soprattutto di geografia ma anche di filosofia. Per esempio ho letto Sartre. Poi giro molte ore al giorno con la mia macchina. Vado a Farenze al piazzale Michelangelo, oppure mi siedo su qualche panchina a fare le parole incrociate. E poi vedo molta gente. Qui a Scandicci frequento alcuni bar. Sono conosciuto dappertutto e dopo quello che è successo tutti sono gentilissimi con me. Spesso nei bar mi ritrovo caffè e colazione già pagati. Per non sentirmi in imbarazzo mi tocca andare a Firenze a prenderli...
Giornalista: E del suo hobby di intagliatote di sughero si occupa ancora? Oppure ha smesso da quando gli strumenti che usava sono stati considerati elementi di accusa controdi lei?
Giovanni Mele: Eccome se me ne occupo - e indica un quadro appeso al muro la cui cornice di sughero è tutta intagliata a minuscole losanghe- L’ho fatto io. Ci vuole una mano molto precisa, sennò le righe vengono tutte storte. Un anno fa mi è stato chiesto di fare una mostra dei miei lavori. Subito ho accettato, ma poi ci ho ripensato. È meglio che finisca questa confusione.
Giornalista: Che rapporti ha con suo cognato Mucciarini? Giovanni Mele: Ci vediamo di rado. Abbiamo caratteri diversi, lui è molto chiuso, soprattutto dopo la morte della moglie vive molto rititato; io invece sono estroverso. Ma i nostri rapporti sono buoni.
Giornalista: E con suo fratello Stefano (marito di Barbara Locci, la donna assassinata con l'amante nel '68 e accusatore di Giovanni Mele e Mucciarini.
Giovanni: È ancora nella casa di riposo vicino a Verona. Poveretto è uno che non sa ragionare. Ma nonostante tutto il male che ci ha fatto" e guarda la sorella che annuisce "l’abbiamo perdonato.
Rif.1 - La città - 12 settembre 1985 pag.5
Nella foto il palazzo a Scandicci dove, al secondo piano, abitava Giovanni Mele.

domenica 21 giugno 2009

Anne Grete Stellmacher e Marina Lohmann

Il 21 giugno 1992, gli uomini della SAM, con a capo Ruggero Perugini, si recarono in Germania per incontrare i genitori dei due giovani ragazzi tedeschi uccisi a Giogoli. Mostrarono ai parenti delle vittime alcuni oggetti sequestrati nella casa di Pietro Pacciani, si recarono quindi a Osnabruck, dove Horst Meyer frequentava l' Università di belle arti. Presso il grande magazzino Prelle-Shop furono ascoltate due commesse, Anne Grete Stellmacker e Marina Lohmann che riconobbero la propria calligrafia su di un talloncino del prezzo applicato ad un blocco da disegno sequestrato a Pietro Pacciani. Una perizia calligrafica comparativa tra la loro scrittura e i numeri del prezzo confermò le loro dichiarazioni.
Rif.1 - Il mostro di Firenze pag.115

sabato 20 giugno 2009

La città - 11 settembre 1985


Nel disegno di Carlo Bulli il probabile percorso seguito dal mostro e da Jean Michel Kraveichvili. 1)L'assassino arriva dal bosco. 2)Taglia una parte della tenda per vedere dentro, poi va dalla parte opposta. 3)Il mostro spara, uccide la donna e ferisce Jean Michel che scappa fuori dalla tenda correndo verso una siepe. Inizia l'inseguimento. 4)Il mostro, che ha già ferito il ragazzo, lo colpisce con varie coltellate. 5)Jean Michel Kraveichvili viene colpito con una coltellata alla carotide. E' la fine. 6)Il mostro nasconde il cadavere nella vegetazione.
Rif.1 - La città - 11 settembre 1985 pag.4

venerdì 19 giugno 2009

giovedì 18 giugno 2009

Udienza del 17 maggio 1999 - 17

Quella che segue è la trascrizione integrale dell'udienza del 17 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 16.
Presidente: Grazie a lei. Scusate, vorrei fare lo stesso discorso, perchè io non vorrei poi dopo dovervi ridare nuovamente la parola per avere il vostro parere sulle richieste di rinnovazione che avanza la difesa.
Avvocato Curandai: Presidente sono l'avvocato Curandai, io non vorrei esprimere un parere, vorrei invece avanzare una richiesta d'istruttoria nuova e diversa da quelle avanzate dalle parti che mi hanno preceduto. Brevissimamente, sempre avente all'oggetto il possesso del Lotti della 128 rossa, da parte de Lotti, all'epoca dei delitti degli Scopeti. Questo è l'oggetto della mia richiesta. Una brevissima premessa. Come sapete perfettamente risulterà che il Pucci e il Lotti si sono frequentati soltanto, pienamente fino al delitto degli Scopeti poi, successivamente per motivi che essi hanno spiegato e per motivi facilmente comprensibili non si sono più frequentati da quel momento. Dall'8/9 di settembre dell'85 si dice sempre da parte di Lotti e di Pucci che il Lotti andava a prendere a casa il Pucci, quindi anche il giorno del delitto degli Scopeti, la domenica, Lotti è andato a prendere il Pucci a casa, a casa del Pucci con la 128 rossa, almeno così dice il Pucci. Siccome il Pucci per vari motivi a quell'epoca viveva con la cognata, con la sorella e con il fratello, mi sembrerebbe estremamente semplice sentire queste tre persone che non si può dimenticare, cioè se quel giorno la macchina era celeste o era rossa, non voglio chiedere a queste persone il tipo di macchina, però io sono convinto che coloro, anche a distanza di tempo, possa essere ricordato, cioè quel giorno o quei giorni, diciamo d'estate, primi di settembre dell'85, quanto il Lotti veniva a prendere vostro fratello in casa, perchè Pucci stava in casa con la famiglia, la macchina era rossa o celeste? E si taglierebbe con queste testimonianze un po', forse, la testa al toro perchè tutto sommato in un processo penale, a mio avviso, la prova testimoniale resta ancora importante, la prova principe. Queste persone sono...
BRUSIO
Relatore: Non viveva con il fratello e con la cognata ma con la sorella.
Avvocato Curandai: Con la sorella, allora.
Relatore: Pucci ha detto che era lui che andava dal Lotti con l'ape e poi saliva nella macchina del Lotti e andavano a Firenze, che io ricordi.
Avvocato Filastò: E' così, è così.
Relatore: Può darsi benissimo che i primi tempi andava con la Sita a Firenze, cosa felliniana, ma...
Avvocato Curandai: Può darsi benissimo che quel giorno sia andato con la macchina, se è andato con una macchina rossa o con una macchina celeste penso che sia abbastanza semplice ricordarselo.
Avvocato Filastò: Accidenti!
Avvocato Curandai: Comunque io insisto per questa richiesta. La sorella si chiama Pucci Marisa e ha già deposto nel fascicolo 29 pagina 48. Io richiedo soprattutto Pucci Marisa, però chiedo anche Fanfani Paolo, la cognata e Pucci Valdemaro, il fratello, fascicolo 29 pag.3 e fascicolo 34 pag.34.
Presidente: Bene, se non ci sono altre richieste sentiamo la difesa e poi sentirò il parere delle parti civili e del Procuratore Generale, in ordine alle richieste della difesa e delle parti civili che hanno chiesto...
Avvocato: Signori della Corte, alcuni chiarimenti...
Presidente: Si avvocato, però vorrei che limitaste però...
Avvocato: La tranquillizzo subito presidente, hanno a che fare evidentemente con le richieste testè ascoltate. La questione della Fiat 128 e dell'epoca a partire dalla quale il Lotti ha smesso di adoperarla può trovare una risposta e l'ha già trovata per quanto riguarda questa difesa, almeno documentale, non c'è bisogno di dire specie con riferimento al lunghissimo lasso di tempo intercorso tra i fatti e questo processo che un elemento documentale assolutamente esente da dubbi circa la sua provenienza e molto più pertinente ed efficace di qualunque altra prova, ispecie testimoniale. Intanto il collegio di parte civile ometteva di ricordare che a proposito dell'uso dell'autovettura, tempo a partire da quando è iniziato l'uso della nuova autovettura della 124, rispetto al tempo che risulta certificato sul certificato del PRA in cui è avvenuta l'autentica della firma, trovano una loro spiegazione nella legge. L'art.1 della legge sull'assicurazione obbligatoria, la legge 990/269 dice chiaramente: "i veicoli a motore non possono essere posti in circolazione se non siano coperti dall'assicurazione per la responsabilità civile verso i terzi", quindi quando ha ritirato la macchina dall'officina la prima cosa che doveva fare, come poi ha confermato il teste Coli: "noi non si dava via la macchina se non era coperta da assicurazione", non ha detto: "non si dava via la macchina se non c'era il passaggio di proprietà". La prima cosa che ha fatto il Lotti è stato di sostituire la polizza che aveva sulla 128 con la nuova polizza, che ha un numero, una data e addirittura un timbro, sulla 124 e questo fatto è stato anche una gradevole, devo dire finalmente, sorpresa, anche per questo difensore, che è arrivato ad ottenere il documento, perchè è un fatto storico anteriore evidentemente alla autentica della firma che viene riportato sul certificato del PRA. La prima cosa che doveva fare il Lotti era di trasferire la polizza, tanto è vero che anche se il documento non è ancora acquisito, ma lo sa bene il Pubblico Ministero che ne ha acquisito una copia autentica, questo documento di cui io chiedo sia disposo il sequestro, non si limita a dire che la polizza numero... ...e c'è un numero ben preciso, è stata emessa il 25 maggio dell'85, ma dice anche che è stata emessa in sostituzione di precedente polizza di cui riporta il numero e per l'appunto la precedente polizza, che è stata sostituita dal Lotti il 25 maggio dell'85, è quella che aveva stipulato in precedenza sulla 128 rossa... si sente??
Presidente: Anche troppo!
Avvocato: Pardon, chiedo venia. Dico questo preliminarmente intanto perchè mi sembra assolutamente forviante e defaticante, inutile e dilatorio allargare il discorso quando abbiamo la possibilità concreta, oggettiva, fisica vorrei dire, di avere l'assoluta certezza del momento a partire dal quale il Lotti ha cominciato a circolare con la Fiat 124. Certezza che trova circa l'uso effettivo e materiale aldilà del documento che di per sè è esaustivo, trova una sua pregnanza proprio negli ulteriori accertamenti che il Pubblico Ministero ha fatto, dove si parla degli incidenti. Quindi evidentemente circolava. Dico questo perchè evidentemente io condivido l'espressione efficace e significativa del Pubblico Ministero quando dice che la questione della 128 è il grimaldello. Questo lo dico soprattuto per i giudici popolari, è il grimaldello perchè a pagina 3 della sentenza si legge: "partendo dall'ultimo episodio di omicidio, quello degli Scopeti dell'85, le indagini consentirono di stabilire presto che la notte degli omicidi un'auto rossa di tipo sportivo con coda tronca, era stata vista da alcuni passanti, posteggiata sulla strada asfaltata all'imbocco della stradina sterrata che conduceva alla piazzola teatro del duplice omicidio", teste Giuttari o Giuttàri che dir si voglia. Eppoi a pagina 4 erano stati a Firenze, dice: "le successive indagini consentirono di stabilire che erano stati a Firenze" con questa 128 lo dice Lotti, lo dice il Pucci, il primo riscontro, il grimaldello, son d'accordo, il primo riscontro all'implicazione del Lotti negli omicidi degli Scopeti dell'85 veniva ottenuto dalla Polizia giudiziaria con riferimeno alle varie auto che aveva posseduto...
Presidente: Tanto questo è materia di discussione...
Avvocato: Quindi io insisto affinchè la Corte, anche con riferimento a una norma precisa del codice di procedura penale che è l'articolo 237, non dimentichiamolo CPP, non dimentichiamo che questa polizza è un documento proveniente dall'imputato, Lotti è imputato, è stato condannato in primo grado. L'articolo 237, mi permetto di ricordarlo più che altro ai giudici non togati, "acquisizione di documenti provenienti dall'imputato" e questa polizza non è forse un documento proveniente dall'imputato? Lo dico per i giudici non togati, l'ho anticipato prima, comunque vedo che su questo argomento... La richiesta è di sequestro dell'originale documento che ha già fatto il Pubblico Ministero e mi fermo perchè mi sembra di sfondare una porta aperta. Questo ho dovuto dire per oppormi alle correlative richieste fatte dalle parti civili che ci porterebbero in luoghi che sono dei rami secchi più che altro, solo per questo. Tra le varie richieste fatte nell'appello, di questo difensore e nei motivi aggiunti alcuni dei quali saranno illustrati dal collega, c'è anche quella di un sopralluogo, noi abbiamo fatto varie richieste di sopralluogo sui luoghi degli omicidi in particolare in primo grado, tutte respinte con ordinanza della Corte di Assise di primo grado e con motivazioni praticamente insesistenti, ne leggo solo una che riguarda tutte le richieste di sopralluogo: 31 gennaio 1998, "quanto alle ulteriori richieste di istruttoria dalle varie parti eccetera, eccetera, trattasi di mezzi di poco rilevanti o comunque ininfluenti, sia per ciò che concerne le richieste di sopralluogo...". Questa è la motivazione, cioè a dire una motivazione apparente, perchè in particolare con riferimento a Baccaiano, come ha già compiutamente illustrato il consigliere/relatore, appare illuminante un sopralluogo, perchè come è stato già detto, lì non c'è verso, quest'idea del palo che viene, che anche questa è un'idea centrale che sorregge la sentenza di primo grado, perchè signori della Corte, il palo è l'elemento distintivo tra la mano unica e il sodalizio di delinquenti, se si dice che un palo era necessario, bhe allora perde forza la tesi della mano unica, ma se si scopre e si può scoprire benissimo basta andare soltanto a Baccaiano per quanto mi riguarda, che un palo non solo non è necessario ma è addirittura dannoso per chi vuol commettere quell'omicidio, le cose cambiano, allora, perchè a Baccaiano si trattava di un dirizzone, per dirla volgarmente, di una strada a scorrimento veloce, larga 8 metri, frequentatissima in quell'ora, c'erano anche delle feste paesane quella notte e in cui c'è una piazzolina, definita dallo stesso Lotti che consente la presenza e la sosta di una sola macchina, quindi da qui a dire che occorreva un palo perchè facesse cambiare idea a chi passava è un'assurdità, un'illogicità proprio alla radice, perchè chi passava e vedeva che la piazzolina era occupata da una macchina, non aveva alcun bisogno di un palo per essere dissuaso a fermarsi. Il sopralluogo è molto più pregnante di una descrizione, io personalmente ci sono stato, è molto più significativo un viaggio qui a pochi chilometri per rendersi conto, c'è anche una croce che ricorda quel fatto tragico e tenendo presente in questo sopralluogo appunto come è stato descritto e quello che ha riferito il Lotti, ripeto, la questione del palo è la linea di demarcazione, una delle linee di demarcazione tra mano unica o sodalizio. Poi, una terza richiesta riguarda e anche qui trova fondamento questa terza richiesta nel codice di rito, è stato citato prima del Lotti e poi dal testimone sentito dalla Corte di Assise di primo grado il carabiniere in pensione Toscano e classica situazione di testimonianza indiretta, anche se Toscano forse per un reato connesso o collegato, l'articolo 210 rimanda evidentemente all'articolo 195 che riconosce un potere d'ufficio addirittura del giudice, di acquisizione del teste indiretto, dice: "quando il testimone si riferisce per la conoscenza dei fatti ad altre persone" lo dice per i giudici non togati ovviamente, "il giudice a richiesta di parte dispone che questi siano chiamati a deporre, il giudice può disporre anche d'ufficio l'esame delle persone indicate nel comma 1, richiamato dal 21" e concludo.
Segue...